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Games of Death II Marolla Acheron - 0%
Ghasts ‘n Gremlins Di Lazzaro Acheron - 12.7%
Grafomante con Delitto Gherardi Bucciarelli Dracomaca - 7.1%
I Misteri delle Catacombe Angiolino Parapiglia - 1.6%
I Misteri di Babilonia Headline Collin MS Edizioni - 5.6%
Il Caso Victoria Cake Orsini Dracomaca - 0.8%
Il Palazzo dei Misteri Orsini Librarsi - 3.2%
In Cerca di Fortuna e altre storie da Ianua e dintorni Angiolino Plesio - 0%
Kadath Sergi Officina Meningi - 4%
Il Leone Bianco d'Acqua Giuliano GoG - 0.8%
L’Occhio della Furia d’Inverno Ward Giochi Uniti - 3.2%
Le Orme Rosse Orsini Rovagnati Lambda - 7.9%
Lo Stregone della Montagna Infuocata Jackson Livingstone Raven/Vincent Books - 7.9%
Mago Spacca Detective Privato Zamanni Rotelli Autoproduzione - 5.6%
Makthum La Fuga Cecchi GoG - 0%
Metal Heroes and the Fate of Rock Harder Raven/Vincent Books - 2.4%
Nel Vortice del Tempo Bailey Bailey Raven/Vincent Books - 0.8%
Oscura Carcosa Bianchini Aristea - 5.6%
Shugendo Simionato Acheron - 1.6%
Somora La Città della Menzogna Sussner Sussner Raven/Vincent Books - 0.8%
Turno di Notte Hancox Raven/Vincent Books - 4%
Una Notte da Cana Tartarotti MS Edizioni - 8.7%
Verso la Terrasanta Cresci Aristea - 9.5%

Voti totali: 126

Recensione

Time Machine 4: Selvaggio West
Edizione EL 1988
autore/i Stephen Overholser
Recensore uraniborg

La macchina del tempo in questo quarto volume ci trasporta in un West crepuscolare e romantico, in qui cercatori d’oro, indiani e cow-boys cominciano a farsi da parte, lasciando spazio all’era moderna e alle prime nuove invenzioni destinate a cambiare la vita dell’uomo.

Lo scopo della nostra missione è capire perché il servizio dei pony express, coraggiosi cavalieri che attraversavano il paese per garantire il recapito postale, all’improvviso cessò, nonostante l’entusiasmo e il clamore che fin dalla prima consegna, nell’Aprile del 1860, provocò nell’opinione pubblica.

La macchina del tempo ci consentirà di muoverci nel corso di poco più di 18 mesi, quelli che precedettero la guerra Civile tra gli Stati del Unione e quelli del Sud che si unirono nella Confederazione. Il nostro viaggio ci farà conoscere i deserti del Texas, le nevi di Sierra Nevada, in California, i fortini dell’esercito, le cacce al bisonte, le stazioni di sosta per diligenze dislocate nei vari stati e città in grande espansione, quali Washington, Salt Lake City.

Le premesse per un’avventura intrigante ci sarebbero tutte, ma purtroppo verranno deluse. In questo affresco dell’epopea West non ci cimenteremo in duelli sotto il sole di mezzogiorno con banditi e cacciatori di taglie, né prenderemo parte a risse in saloon affollati da butteri e pupe in abiti succinti. Il nostro compito sarà quello di carpire notizie sull’ascesa del servizio del pony express, con  gli interessi economici che ne conseguono e che metteranno in competizione le due compagnie postali dell’epoca. Dovremo cogliere le motivazioni politiche, economiche e sociali che hanno causato l’improvvisa interruzione di tale servizio, ma nel corso della nostra lettura gireremo spesso lungo le incontaminate praterie senza scopo preciso, incontreremo l’artefice di questo coraggioso progetto, tale William Russel, ma sarà un incontro inutile e ben poco illuminante. L’impressione è quella di girare a vuoto, di conoscere, è vero, le modalità in cui una lettera partiva da una costa per raggiungere l’altra in una settimana, ma senza cogliere mai indizi significativi. La verità la si incontra alla fine, senza averla poi neanche cercata. Ed è terribilmente scontata. Prima di iniziare la lettura, appena data una scorta alla trama in quarta di copertina, ho pensato: “beh, probabilmente non c’è stato più bisogno dei pony express perché era stato inventato il telegrafo, o qualcosa del genere..”. Avrei voluto essere smentito, anche perché terminato l’ultimo paragrafo viene da chiedersi: “ma non ci si poteva arrivare da soli, senza mandare qualcuno indietro nel tempo?!

Di positivo c’è sicuramente il tentativo di raccontare un Far West privo di stereotipi, quelli a cui potrebbe far pensare la poco inerente copertina. Apprezzabile inoltre tutta quella parte in cui è possibile incontrare gli indiani intenti nel disperato tentativo di proteggere le loro terre dall’avanzare minaccioso del progresso (una scena per tutte; quella in cui bruciano i loro pascoli per impedire l’installazione dei pali del telegrafo). Ma la storia non coinvolge, il lettore si trova ad indagare su qualcosa che, in ultima analisi, gli interessa da subito molto poco. I personaggi incontrati (tra gli altri il giornalista Haynes e Cora, la donna che gestisce una stazione per le diligenze) sono poco carismatici e poco simpatici, disegnati con l’accetta e fondamentalmente inutili.

Personalmente ho trovato Selvaggio West molto deludente, assolutamente non all’altezza di altri titoli di questa interessante serie.

Longevità 5:  Fin dalla prima lettura si fa fatica ad essere coinvolti, e la noia è un pericolo sempre in agguato. Difficilmente andrà riletto.

Difficoltà 7:  E' calibrata come negli altri Time machine, scelte poco oculate portano ad allungare il viaggio nel tempo e a scoprire tutti gli scenari dell’avventura. In altri titoli questo rende ancora più affascinante la lettura, nel nostro caso solo più pesante.

Giocabilità 5.5:  Girare a vuoto fra le pagine in cerca di indizi che si rivelano essere per lo più banali considerazioni, non è sicuramente gratificante. Poco utili i suggerimenti a fondo libro.

Chicca:  /

Totale 5.5: