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Ed eccoci qua, con un corto senza dubbio originale e ricco di riferimenti alla nostra cultura: è davvero bella l'idea di ambientare l'avventura nella nostalgica "Italietta" che tutti noi abbiamo conosciuto solo nei racconti dei nostri genitori. Vediamo se l'autore ci è riuscito.

Il regolamento è semplice: non c'è. Tutto lo svolgimento è prettamente "testuale" e l'autore evita anche diusare codici e/o parole d'ordine, lasciando quindi la massima libertà di azione al lettore. Anche l'apparente "Easter Egg" legato alla bella locandina, non ha alcun esito sulla partita, ma è solo un "contenuto bonus" per il lettore più accorto. Io amo i regolamenti snelli, intendiamoci, e qui siamo a un minimalismo estremo che, per fortuna, funziona.
La formattazione è fatta male, ma per questo bisogna tirare le orecchie agli organizzatori (grazie al BAH) perché sono sicuro al 99,99% che l'originale in DOC avesse i titoli al posto giusto e non sfalsati di due righe verso l'alto.

La narrazione lascia a bocca aperta chiunque abbia minima conoscenza della Commedia all'Italiana, sia per la forma che per i contenuti. Però, pur non essendo romano, mi sento di fare un paio di appunti all'autore: al posto di "altri" vedrei megli "artri" (arrotando la "l") e la grafia a me familiare di "" è "ahò". Non ho effettuato approfondite ricerche, quindi potrei essere smentito.
C'è poi un problema con la voce narrante, che spesso si intromette troppo nelle vicende, quasi "à la Brennan". Il romanesco va bene nei discorsi diretti, ma non nelle descrizioni, anche se queste riportano i pensieri di Spartaco. Addirittura a un certo punto (par. 15) c'è un brutto "non so se mi spiego", in prima persona.
Il guaio diventa ancora più evidente nella caratterizzazione del protagonista, che ci viene mostrato con determinate caratteristiche, ma poi si esprime in modo ben diverso. Spartaco è chiaramente un parvenu, un villan rifatto e un nuoveau rich, lo dimostra chiaramente quando al par. 9 si vanta di non avere letto nemmeno un libro della propria libreria e al par. 2 non sa chi sia Moravia (all'epoca vivente e pubblicato da oltre vent'anni); eppure si lascia andare a considerazioni filosofiche inadatte a lui. Per esempio al par. 4 se ne esce con "Gli occhi smorti, spenti, opachi dell’usciere sembrano pozzi neri, finestre aperte su un mondo gelido e addormentato". Ma si può? A parte il trittico di aggettivi che rischia di spegnere i miei occhi, al massimo uno come Spartaco potrebbe definire il portiere un "rincojonito" e uscirsene con qualche massima popolare. Oppure al par. 3 abbiamo "quartiere in cui sorge questo esercizio" (sembra tratto da un manuale di urbanistica),"occhi fissi nel vuoto e ottenebrati dal vino, dalle bocche piegate di sguincio, dallo sguardo senza speranze e ambizioni" (all'autore piace molto l'immagine di questi occhi) e per finire uno "schiuma della terra, feccia"(insulti troppo colti per un palazzinaro). Anche qui, apparentemente l'autore si sostituisce al nostro protagonista, che probabilmente liquiderebbe tutti gli avventore con "anvedi 'sta manica de fraciconi".
Per le descrizioni l'autore se la cava con la locandina, che ci consente subito di immaginare le fattezze dei personaggi, associandole a quelle di notissimi attori. Mi sia consentito solo un appunto: Giovanna Ralli era tutto fuorché priva di fascino (par. 14).

A livello ludico, appurata l'agilità del regolamento, tutto il resto è piacere di esplorare e vedere ogni anfratto, conoscere ogni personaggio: i momenti in cui si può ottenere un istant death sono solo tre e tutti facilmente affrontabili. Il problema è l'inverosimiglianza delle vicende, cosa grave per un racconto che vorrebbe essere neorealista. Autore, vuoi farci credere che uno squalo come il nostro protagonista non sappia niente di questo Mariotti e scopra indizi fondamentali sulla sua personalità solo il giorno prima della cena, per di più limitandosi a cazzeggiare in chiesa o a Trastevere/Testaccio/Vattelappesca? No, non è assolutamente credibile. Così come non è credibile la figura del Mariotti stesso, se davvero è "zozzo" come si premura di dirci Spartaco, la presenza/assenza di Duce e/o crocifisso non dovrebbero fargli un baffo, interessando a lui solo profitti. Insomma, la mini-indagine iniziale è divertente, ma non funziona come struttura sulla quale reggere l'avventura.
Gli atti seguenti, purtroppo, abbandonano del tutto questo schema e riducono ancora di più le conseguenze delle azioni compiute. Il secondo atto è una carrellata di immagini provenienti dagli anni '60, il terzo non ha nemmeno quello (ma presenta un'insulsa istant death al 45). Il racconto si rilegge volentieri, ma solo, come accennavo, per il piacere di esplorare. I finali sono tirati via, quasi messi lì controvoglia.

Il tema del cattivo è stato centrato in pieno, dandone un'interpretazione originale. Sull'apocalisse, mi pare davvero c'entri poco: avrei preferito una disgrazia come il crac del mercato immobiliare, che al protagonista pare la "fine der monno" (locuzione che già si vede in alcune istant death precedenti).
Anche volendo attribuire gli ultimi paragrafi a un'allucinazione di Spartaco morente (in fondo potrebbe davvero essere un infarto o un ictus), ci vedo poco di apocalittico. Trovo poi abbastanza risicata la differenza tra il 46 e il 48 e, sempre riguardo al 46, il testo non ha senso se si proviene dal 43, essendo noi già ai Quartieri.

Insomma, questo racconto è sicuramente divertente e ben scritto, ma risulta carente nella parte ludica, avendo l'autore deciso di dedicarsi troppo alla narrativa (non senza alcune sbavature): è sicuramente un lavoro valido, ma non eccellente.

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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Quando mi sono trovato al paragrafo della instant death, dopo l'appellativo con cui si rivolge a noi la signora, ho subito pensato anche io a quello.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

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 A proposito della "barzelletta". Se uno conosce la storia sa gia' che, appunto, per i Nazisti lo sterminio era un mero problema logistico (quindi dov'e la battuta?). Inoltre mi pare confonda Goebbels con Himmler (il primo fu ministro della "propaganda", il secondo fu l'effettivo incaricato di organizzare lo sterminio).
In sostanza, pur capendo l'intento di dipingere sgradevolmente i protagonisti del corto, suggerirei di trovare un altro modo, evitando di toccare argomenti delicati...

Invece io la ho trovata azzeccata. Il fatto di sbagliare personaggio, pescando un nazista "a caso", indica la superficialità dei due personaggi, in linea con i loro atteggiamenti. Io credo quindi che l'autore sapesse benissimo la differenza tra i due e che l'errore sia stato inserito di proposito (un po' come in un vecchio episodio Homer Simpson diceva che Einstein aveva inventato la lampadina).

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Già, l'autore mi ha messo nel sacco!

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Io invece ho scoperto della trappola solo leggendo i vostri commenti... per qualche assurda ragione nelle quattro partite che ho fatto non mi sono avventurato a casa Francusi 0_o.

Ho aggiunto un'EDIT al mio commento visto che a questo punto non è vero che nel terzo atto non c'è nessuna scelta.

Zakimos
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Re:

Questo corto è della tipologia "senza regolamento", quindi praticissimo si legge ovunque. Non può però, per lo stesso motivo, coinvolgere più di tanto il lettore perché la parte interattiva è composta solo ed esclusivamente dalle scelte a fine paragrafo. E' scritto molto bene, ed è ottima la caratterizzazione del personaggio che interpretiamo; l'unica pecca forse sono le eccessive inflessioni gergali in dialetto. Nel complesso riesce a divertire abbastanza ma non si dimostra affatto longevo. Secondo me l'autore doveva essere più breve e conciso su molti paragrafi per aver cosi' la possibilità di sfruttare al meglio l'unico motore del divertimento che ha scelto di usare, ossia i bivi. Avrebbe potuto crearne di più e quindi più scelte e più paragrafi.
La divisione in atti mi è parsa inutile e spesso non mi sono nemmeno reso conto di essere passato al successivo. Un finale almeno è troppo scialbo e la scelta più importante (come preparare la casa per l'ospite da convincere ) troppo facile da intuire.
Voto inviato a Babacampione

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sancio
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Re:

Ottimo lavoro, ben scritto e divertente. Anche la "locandina" è egregiamente realizzata (scommetto che si tratta di una mano femminile!). Finora indubbiamente il mio personale campione del concorso... e se per caso non fosse così a causa di una "apocalisse" calzata un po a forza, l'autore potrà sempre dire:
“Sì, ho rubato: ma rubavano tutti.”
bigsmile

PS:

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 Mi par di capire che "l'apocalisse" a cui si riferisce il corto sia semplicemente la fine di un'epoca, vista dalla prospettiva del protagonista... credo che sia semplicemente mancato lo spazio per rendere bene la situazione.

monpracem
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Re:

Bel Corto davvero.
Al netto della tirata d'orecchi all'impaginatore (che non è l'autore, ci giuoco la paghetta settimanale) il racconto si fa proprio leggere bene. È inaspettato, originale, ben scritto.
Tanti dubbi e perplessità della prima lettura sono svaniti al secondo e terzo passaggio. Ok, alcune cose mi fanno storcere il naso, ma solo per quello che riguarda le mie opinioni personali: nulla a che vedere con gli aspetti tecnici della prosa, ergo nessun peso nella valutazione complessiva.

Corbezzoli, devo decidermi a mandare prima le valutazioni. Non voglio vincere il Tartarughino d'Oro! sad

Voto inviato a babacampione.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re:

Mi scuso con gli autori dei Corti pubblicati finora se non sono riuscito ad esprimere giudizi più articolati, ma in questo periodo è stato molto difficile.

Il palazzinaro mi è piaciuto.
PREGI:
- l'incredibile quantità di citazioni, sparse ovunque e tutte interessanti;
- una prima parte davvero eccellente;
- un bello spaccato della società degli anni '50-'60, anche se un'ambientazione di questo tipo non è certo quello che più preferisco;
- lo stile della scrittura, mi è piaciuto molto e tutto il corto l'ho trovato molto frizzante e divertente da leggere;
- il fatto di dover essere davvero cattivi per ottenere il meglio durante la storia.
DIFETTI:
- il Corto si mantiene su livelli molto alti, ma verso la fine la qualità cala;
- la conclusione non sono riuscito ad apprezzarla, ok che per tutto il corto sono presenti tanti riferimenti sull'apocalisse, ma presentarla in questo modo non mi ha entusiasmato per niente, e purtroppo durante la lettura mi ero immaginato un finale col botto, cosa che mi ha lasciato un po' interdetto.

Insomma, un lavoro davvero ben fatto, peccato per una conclusione che, a prima vista, avrei descritto come "scritta frettolosamente", ma che non so se le cose siano andate effettivamente così.

Voto inviato a babacampione.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Letto e completato al primo tentativo, questo corto mi ha lasciato l'amaro in bocca perché ho avuto un pessimo impatto con il finale. All'inizio pensavo di essermi perso qualcosa, ma anche rileggendo purtroppo la situazione non è migliorata.
Come tanti altri utenti del forun hanno fatto notare, infatti, delle tre parti in cui il corto è diviso, solo la prima è davvero ben congegnata, la seconda è piú o meno un riempitivo (ci sono spunti interessanti, ma ci si ritrova un po' spiazzati perché non si capisce dove si vuole andare a parare) e la terza è completamente fuori luogo e si lega malissimo al resto del testo, senza chiudere realmente la vicenda e rendendo di conseguenza tutto il resto della vicenda inutile.
Leggendo il finale e confrontandolo con l'inizio del corto, viene proprio da chiedersi perché lo scrittore abbia voluto far entrare a forza nel racconto un elemento fantastico che non aggiunge nulla alla trama e non. E la risposta è ovvia, per rientrare nei termini del concorso.
Se permettete, ne approfitto per esprimere i miei dubbi/considerazioni sul bando di quest'anno. A differenza da quanto detto da molti, a mio parere,  il bando è tremendamente restrittivo perché anche se teoricamente erano possibili 9 combinazioni, solo poche avevano senso, ed erano comunque molto restrittive. Questo avrebbe dovuto, in teoria, spingere gli autori a creare situazioni particolari, ma almeno in questo corto, ciò non è successo e secondo me è un difetto che pesa molto nel giudizio complessivo.
Per quanto riguarda stile di scrittura, invece, non c'è nulla da dire: grammaticalmente perfetto e molto scorrevole, davvero complimenti. Bella e immediata l'idea di evidenziare il dialetto con il corsivo.
L'umorismo a me, personalmente, non ha divertito, ma forse è perché  il dialetto non mi ha mai fatto ridere e perché non ho l'età per cogliere molte delle citazioni.
Neppure il personaggio mi ha convinto del tutto: in fondo non è realmente così "cattivo". Certo, è un personaggio che ricorre all'illegalità (ma basta essere illegali per essere cattivi?) e che mette il proprio guadagno personale al di sopra di tutto, ma non arriva mai a compiere gesti eclatanti, di violenza, di vendetta spietata, di tradimento, di stronzaggine o bastardaggine pura, se non in pochi punti, mentre per il resto è un semplice cafone che se ne frega delle leggi.
Lodevole l'opera di documentazione compiuta dall'autore, che rende sicuramente molto più tangibile l'ambientazione dando ancora più realismo alla storia.
La difficoltà, invece, è calibrata abbastanza male, risultando troppo facile, con poche possibilità di errore e scelte decisamente ovvie.
Al contrario, l'interazione è molto buona e spinge a rileggere più volte il corto.

Voto inviato ad Aloona

FinalFabbiX
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Re:

Ed ecco i nostri giudizi!

babacampione ha scritto:

È interessante il racconto di questa settimana, perché ci presenta un cattivo a cui noi lettori di librogme non siamo abituati. È un perfido arrivista, senza scrupoli che non esita a utilizzare ogni mezzo lecito e illecito per ottenere i propri scopi, calpestando i sentimenti degli altri e approfittandosi dei più deboli.
È un personaggio che per me definisce davvero lo stereotipo del cattivo contemporaneo.
Mi convince meno il tema dell'Apocalisse che poteva essere sfruttata meglio. Cosi come è usata, è un po' debole e pecca di ingenuità (o forse sono io a non averla capita appieno).
Il Corto tuttavia non ha molto altro da raccontare, dacché l'interattività è piuttosto scarna e si tratta essenzialmente di godersi la meschinità del protagonista, rileggendosi tutti i paragrafi per scoprire ogni possibile cattiveria perpetrata.
Niente regolamento e niente interattività, quindi, per una prova che sarebbe potuta essere vincente se fosse stata curata meglio sotto questi aspetti e che invece rimane una prova monca, di buon impatto, ma impossibilitata a vincere il concorso di quest'anno.
Ho apprezzato il lessico che fa largo uso del romanesco e della trivialità: secondo me ci sta alla perfezione.
Peccato quindi non potere assegnare al Corto un voto alto e faccio una tiratina d'orecchi all'autore: la prossima volta cura la parte ludica tanto quella narrata. Da parte mia riceverai un voto eccellente!

***

Hieronymus ha scritto:

Il Palazzinaro, tu mi hai provocato, e io ti recensisco!
Devo dire che questo corto a primo impatto mi ha proprio entusiasmato. L'incipit, la locandina, un bel primo impatto insomma. Peccato che ci sia anche il secondo impatto.
Ma andiamo per ordine.
La prima cosa che balza agli occhi è l'assenza di regolamento. Abbiamo un bel corto scegli la tua avventura, e secondo me va bene così. Il contenuto non sembra averne bisogno.
Originalità e ironia, tutto spalmato sul piatto Italia, che rende ogni storia cruda e amara. Un corto per niente banale che coinvolge ma alla lunga si perde. Alcuni paragrafi si dilungano troppo in descrizioni o elementi di poco conto e questo ha tolto la possibilità di inserire più paragrafi e di conseguenza di rendere il corto più longevo. Citazioni tante e di sicuro non le ho colte tutte, manca un pò di continuità. Ci sono paragrafi dove le battute si presentano a raffica e altre dove sono totalmente assenti.
Nel complesso un'opera che reputo degna di questo concorso e mi complimento con l'autore, che ci fa fare un bel viaggio nella storia del nostro paese.
Il finale manca d'impatto, a ogni modo il mio voto è... *CENSORED*

***

Aloona ha scritto:

Gran bella idea di fondo, ma che via via finisce per convincermi poco. Il tema è certamente rispettato, ma confesso che avrei preferito una bella invasione di palazzi e centri commerciali a un'apocalisse abbastanza scollata dal contesto, se non una coincidenza temporale con il fatidico anno dell'Acquario, ma che non ha nulla a che fare con le nostre azioni. Possiamo giusto arrivare a prenderla più o meno bene. Confesso che la cosa è un po' frustrante per un librogame, specie per l'occasione persa di poter influire realmente su di essa con più o meno sordide porcherie o scelte oneste che abbiamo a disposizione.
La confezione è promettente: un presunto film, con tanto di locandina; parodia abbastanza ben fatta dei classici del cinema italiano e un cattivo vero, nel senso più puro del realismo, di quelli che ti fanno venir voglia di fare le scelte peggiori per vedere cosa accade e… abbastanza prevedibilmente, purtroppo… scoprire che basta fare tutto il peggio possibile per arrivare all'esito giusto in poco tempo. O sono io che sono super (e lo escludo) o questo libro è fin troppo semplice, pur se con una discreta dose di rigiocabilità a salvarlo.

Dal punto di vista stilistico, la scrittura è fluida, ironica e rende bene la debosciata linea di pensiero del protagonista, con un solo, grande appunto: una delle prime e più importanti regole della scrittura insegna a scrivere secondo il modo di pensare del personaggio, come fosse naturale. Ora, il nostro personaggio pensa in romanesco, quindi che bisogno c'è di mettere in corsivo qualsiasi espressione tale? Alle lunghe, risulta fastidioso, dando più l'impressione che il protagonista "motteggi" un romano e non che lo sia. Ci può stare quando a parlare è il suocero, le cui espressioni milanesi suoneranno "bizzarre" o estranee al protagonista, non col proprio dialetto. Tra l'altro, le espressioni romanesche si accompagnano, in alcune occasioni, ad altre che un romano doc avrebbe per forza espresso in dialetto e vengono invece rese in italiano corretto, perdendo un po' di coerenza.

Nel complesso, non mi è dispiaciuto affatto, ma non mi ha certo entusiasmato come le premesse facevano sperare. Ha comunque molte potenzialità che potrebbero venire alla luce in una revisione post concorso, soprattutto l'idea di un librogame come film.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

L’idea del Corto mi è venuta leggendo in pdf dei vecchi numeri della rivista Dragon in cui si discuteva della possibilità o meno di interpretare dei personaggi di allineamento malvagio. Io non sono affatto contrario alla cosa (benché non ami farli in prima persona), perché ho sempre pensato che non è che per forza una persona “cattiva” vuole conquistare il mondo e fregare sistematicamente gli altri: i banchieri che hanno fottuto l’economia potrebbero benissimo essere Evil eppure sono apparentemente rispettabilissimi! E poi anche i cattivi hanno bisogno di amici e possono innamorarsi, quindi possono coltivare legami, fare favori, ecc.

Inoltre mi piaceva l’idea di usare l’Apocalisse così come viene intesa da alcune dottrine esoteriche e da alcune culture, cioè non come la fine di tutto ma come un momento di transizione da un mondo a un altro più illuminato. Rileggendo il Corto, però, mi sono reso conto che la cosa finiva per risultare un po’ buttata lì senza criterio se non si fossero raggiunti i paragrafi giusti ai bivi.

Il Corto è chiaramente un omaggio alla Commedia all’Italiana, la “farsa” della copertina non c’azzecca molto, tanto più che è in tre atti (nel cinema invece c’è un prologo, un centro con il turning point e poi la risoluzione).

Chiaramente attori e regista sono chi pensiate che siano, ho giusto cambiato un po’ i nomi per evitare noie. Noie assolutamente improbabili ma non si sa mai. Alessia Fiore è invece una mia bellissima amica che recitava a livello amatoriale.

I “Generoni”, il cognome del protagonista, erano una classe di possidenti terrieri che agivano nella Roma papalina a cavallo tra i secoli 18° e 19°. Questa notizia l’ho appresa da Wikipedia, quindi non posso garantire sulla sua autenticità.

Le citazioni tratte dalla Commedia all’Italiana (e non solo) sono tantissime ed è inutile e superfluo ricordarle tutte, solo l’elenco delle vittime è un profluvio di nomi presi da Brutti, Sporchi e Cattivi e tanti film coevi. Una curiosità: durante le ricerche che ho fatto per sapere quando è stato introdotto il telecomando in Italia, ho scoperto che uno dei supposti inventori avrebbe potuto essere tal Pace, che ho citato “mimetizzato” nei pensieri di Spartaco quando guarda la televisione! Per la cronaca, il telecomando era già disponibile in Italia prima del periodo in cui è ambientata quella scena.

Le parti più sforbiciate si sono concentrate alla fine. In origine la parte della visita al palazzo avrebbe dovuto essere un po’ più articolata, e la giovinetta a cui pensa lascivamente Spartaco avrebbe dovuto essere una sorta di giovane Ornella Muti, così come il pensionato avrebbe dovuto essere un omaggio a Umberto D. (come il film neorealista omonimo).

In effetti la barzelletta su Goebbels e la scena con la scritta sul muro (citazione di seconda mano, perché non ho visto nè ricordo il titolo del film da cui è tratta, ma ne ho solo letto su un libro di Storia del Cinema) occupano troppo spazio, ma ho voluto lasciarle così. Solo che a furia di sforbiciare il resto mi sono messo KO da solo! smile2

GGigassi
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Re:

Alla prima lettura mi son detto: questo corto vincerà!! Alla fine della prima lettura mi son detto: questo corto non può vincere!! Amico autore, Il Palazzinaro va posto nei libri di scuola come esempio di "tirarsi la zappa sui piedi da solo". I presupposti erano delle BOMBE!! Lo stile c'era tutto! Il personaggio principale era perfetto! Perché non l'hai introdotta meglio sta belin di Apocalisse? Volevo vedere Spartaco trattare con il Demonio, sentirmi malvagio fino alle unghie dei piedi, non ste due paroline in croce del finale eccheccazz!! Non sai quanto avrei voluto darti un voto più alto e quanto ci sia rimasto male quando ho capito che Il Palazzinaro non aveva goduto della giusta attenzione che meritava. E ti credo, impegnato com'eri con duecento mila progetti a tempo...

Zakimos
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Re:

Beh, vaghi riferimenti religiosi e new age c'erano, ma in effetti anch'io ho constatato rileggendolo che se non si trovavano i paragrafi giusti non si poteva cogliere il filone complessivo.

Tra l'altro mi stupisco da solo: sul serio avevo fatto quelle riflessioni leggendo Dragon? Non me lo ricordavo. (il file con le spiegazioni l'avevo preparato prima, ovviamente, non sono COSI' rincoglionito).

GGigassi
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