Ed ecco i nostri giudizi!
babacampione ha scritto:
È interessante il racconto di questa settimana, perché ci presenta un cattivo a cui noi lettori di librogme non siamo abituati. È un perfido arrivista, senza scrupoli che non esita a utilizzare ogni mezzo lecito e illecito per ottenere i propri scopi, calpestando i sentimenti degli altri e approfittandosi dei più deboli.
È un personaggio che per me definisce davvero lo stereotipo del cattivo contemporaneo.
Mi convince meno il tema dell'Apocalisse che poteva essere sfruttata meglio. Cosi come è usata, è un po' debole e pecca di ingenuità (o forse sono io a non averla capita appieno).
Il Corto tuttavia non ha molto altro da raccontare, dacché l'interattività è piuttosto scarna e si tratta essenzialmente di godersi la meschinità del protagonista, rileggendosi tutti i paragrafi per scoprire ogni possibile cattiveria perpetrata.
Niente regolamento e niente interattività, quindi, per una prova che sarebbe potuta essere vincente se fosse stata curata meglio sotto questi aspetti e che invece rimane una prova monca, di buon impatto, ma impossibilitata a vincere il concorso di quest'anno.
Ho apprezzato il lessico che fa largo uso del romanesco e della trivialità: secondo me ci sta alla perfezione.
Peccato quindi non potere assegnare al Corto un voto alto e faccio una tiratina d'orecchi all'autore: la prossima volta cura la parte ludica tanto quella narrata. Da parte mia riceverai un voto eccellente!
***
Hieronymus ha scritto:
Il Palazzinaro, tu mi hai provocato, e io ti recensisco!
Devo dire che questo corto a primo impatto mi ha proprio entusiasmato. L'incipit, la locandina, un bel primo impatto insomma. Peccato che ci sia anche il secondo impatto.
Ma andiamo per ordine.
La prima cosa che balza agli occhi è l'assenza di regolamento. Abbiamo un bel corto scegli la tua avventura, e secondo me va bene così. Il contenuto non sembra averne bisogno.
Originalità e ironia, tutto spalmato sul piatto Italia, che rende ogni storia cruda e amara. Un corto per niente banale che coinvolge ma alla lunga si perde. Alcuni paragrafi si dilungano troppo in descrizioni o elementi di poco conto e questo ha tolto la possibilità di inserire più paragrafi e di conseguenza di rendere il corto più longevo. Citazioni tante e di sicuro non le ho colte tutte, manca un pò di continuità. Ci sono paragrafi dove le battute si presentano a raffica e altre dove sono totalmente assenti.
Nel complesso un'opera che reputo degna di questo concorso e mi complimento con l'autore, che ci fa fare un bel viaggio nella storia del nostro paese.
Il finale manca d'impatto, a ogni modo il mio voto è... *CENSORED*
***
Aloona ha scritto:
Gran bella idea di fondo, ma che via via finisce per convincermi poco. Il tema è certamente rispettato, ma confesso che avrei preferito una bella invasione di palazzi e centri commerciali a un'apocalisse abbastanza scollata dal contesto, se non una coincidenza temporale con il fatidico anno dell'Acquario, ma che non ha nulla a che fare con le nostre azioni. Possiamo giusto arrivare a prenderla più o meno bene. Confesso che la cosa è un po' frustrante per un librogame, specie per l'occasione persa di poter influire realmente su di essa con più o meno sordide porcherie o scelte oneste che abbiamo a disposizione.
La confezione è promettente: un presunto film, con tanto di locandina; parodia abbastanza ben fatta dei classici del cinema italiano e un cattivo vero, nel senso più puro del realismo, di quelli che ti fanno venir voglia di fare le scelte peggiori per vedere cosa accade e… abbastanza prevedibilmente, purtroppo… scoprire che basta fare tutto il peggio possibile per arrivare all'esito giusto in poco tempo. O sono io che sono super (e lo escludo) o questo libro è fin troppo semplice, pur se con una discreta dose di rigiocabilità a salvarlo.
Dal punto di vista stilistico, la scrittura è fluida, ironica e rende bene la debosciata linea di pensiero del protagonista, con un solo, grande appunto: una delle prime e più importanti regole della scrittura insegna a scrivere secondo il modo di pensare del personaggio, come fosse naturale. Ora, il nostro personaggio pensa in romanesco, quindi che bisogno c'è di mettere in corsivo qualsiasi espressione tale? Alle lunghe, risulta fastidioso, dando più l'impressione che il protagonista "motteggi" un romano e non che lo sia. Ci può stare quando a parlare è il suocero, le cui espressioni milanesi suoneranno "bizzarre" o estranee al protagonista, non col proprio dialetto. Tra l'altro, le espressioni romanesche si accompagnano, in alcune occasioni, ad altre che un romano doc avrebbe per forza espresso in dialetto e vengono invece rese in italiano corretto, perdendo un po' di coerenza.
Nel complesso, non mi è dispiaciuto affatto, ma non mi ha certo entusiasmato come le premesse facevano sperare. Ha comunque molte potenzialità che potrebbero venire alla luce in una revisione post concorso, soprattutto l'idea di un librogame come film.