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GGigassi ha scritto:

c'è Franco Battiato

E c'è pure Elio!

Vinto al primo tentativo. E poi?

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

(Però questo Elio esce dal suo corpo e non ha tanta paura)

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

(Però questo Elio esce dal suo corpo e non ha tanta paura)

Per me è stato il momento più bello del corto :-D

Zakimos
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Re:

Eh..?

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Questo Corto è stato decisamente fortunato: dopo la complessità di Falkenstein è stato veramente rinfrescante leggersi un semplice racconto a bivi senza regole, senza codici, senza enigmi, senza paragrafi nascosti… Certo, bisogna interpretare quello che sta succedendo realmente, ma alla fine ogni cosa viene spiegata e quindi l’iniziale sensazione di spaesamento scompare presto.
Questo ha sicuramente favorito il Corto ma a pensarci bene, anche senza il paragone inevitabile con Falkenstein, esso presenta un aspetto molto positivo: incarna alla perfezione l’essenza del “formato Corto”. Spesso, anche quest’anno, leggo nei commenti che un Corto sembra essere (e talvolta è) solo una prova generale per un librogame vero e proprio, o che l’autore probabilmente ha dovuto tagliare molto materiale per rimanere nei limiti del concorso, e che in origine la sua opera era più ambiziosa: con Firenze (canzone triste) questa sensazione non c’è affatto, perché si tratta di una semplice storiellina che esaurisce il suo potenziale nel colpo di scena finale, e che se fosse stata più lunga sarebbe apparsa veramente estenuante e noiosa, narrata con questo stile.
Resta poi il gusto di rileggerselo per cogliere le sfumature che non ci sono state chiare a una prima lettura e vedere cosa sarebbe successo se si fosse intrapreso un altro cammino.
Penso che un Corto alla fine abbia gli stessi limiti e gli stessi vantaggi dei suoi omologhi cinematografici e letterari: non ha senso elaborare troppo una cosa che verrà “consumata” in fretta, e un buon soggetto di partenza che catturi subito il lettore con la sua originalità e/o un colpo di scena finale bello tosto sono quello che dovrebbe esigere il suo pubblico d’elezione.

Ciò detto, il Corto in oggetto non è esente da storture e difetti, tutt’altro. Il doppio registro descrittivo esistenziale/tecnico non sempre è chiaro e azzeccato. L’autore avrebbe dovuto sforzarsi di più a livello lessicale per trovare dei termini che si prestassero (come credo fosse sua intenzione) a rappresentare da una parte i dubbi esistenziali di un ipotetico protagonista e dall’altra

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 l’essenza meccanica della nanomacchina
. In alcuni casi mi sembra che il gioco fosse troppo scoperto, come nel caso
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 dei polmoni
, in altri francamente non ho capito cosa stava succedendo.
Inoltre, proprio per questo senso di sospensione e per la difficoltà nel decifrare certe situazioni, se si prende una strada più lunga non si può far altro che procedere a caso visto che mancano appigli a cui aggrapparsi per capire come procedere e cosa fare.
Citazioni musicali a non finire, comunque: solo per questo gli darò un voto alto (anche se mi sfugge cosa c’entri il titolo con un Corto del genere).

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GGigassi
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Re:

Firenze(canzone triste) è un corto senza regolamento in cui la parte “game” è composta interamente dagli imprescindibili bivi. La giocabilità è immediata ma non essendoci nulla da fare a parte leggere, il divertimento è limitato come pure la longevità. L’ho giocato più volte e finito nel giro di mezz’ora. Pur essendo scritto molto bene, con tono surreale e introspettivo, non potrà ambire a mio avviso ad un voto alto perché in fin dei conti un corto di questo tipo (come pure un librogame) è più facile da realizzare rispetto ad altre opere che includono regolamenti e meccaniche di gioco che interagiscono con la storia.
I miei complimenti all’autore comunque, che ha saputo creare una storia nebulosa e instillare dubbi al lettore per poi condurlo progressivamente a svelare tutto ciò che è e che era stato fin dall’inizio. Mi rimane la curiosità di capire cosa c’entri il titolo con la storia, anche se un sospetto ce l’ho..
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Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Corto esclusivamente narrativo, dalla struttura semplice e anche piuttosto breve: si finisce tranquillamente, analizzandone ogni possibile evoluzione, in meno di un'ora.
Nonostante la semplicità il racconto ha molto da dire: inizia con toni quasi onirici e introduce elementi nebulosi ma estremamente interessanti, per poi svelarsi progressivamente e proiettarci in una situazione a tratti surreale, a tratti estremamente pragmatica e legata a doppio filo alle conquiste scientifiche e mediche più avveniristiche.
Probabilmente il punto più forte dell'opera è l'oscillazione costante che l'autore introduce tra le possibili motivazioni che sono dietro al nostro incedere. All'inizio non capiremo nulla e qualsiasi interpretazione potrà essere legittima (compresa quella della gara degli spermatozoi smile), ma poi, progressivamente, la verità si svelerà, finendo per apparirci chiara quando avremo esplorato ogni anfratto dello scritto.
In questo l'autore è stato bravissimo: ha saputo amministrare i tempi con sagacia, senza svelare né troppo né troppo poco, arricchendo il nostro cammino con eventi interessanti e non ripetitivi (nonostante la nebbia che ci circonda per circa metà racconto) e impreziosendolo con citazioni musicali, letterarie e spunti di riflessioni filosofici che, visto il mio background, non ho potuto non apprezzare.
Al di là dei rimandi "cantautoriali" che sono stati già citati (anche io ho adorato la reinterpretazione di Elio), la teoria del singolo parte del tutto è una dei capisaldi della filosofia moderna, che credo lo scrittore abbia studiato, e fa da pilastro alle strutture esistenziali di alcuni dei più grandi pensatori degli ultimi 3 secoli. La necessità di abbandonare la propria individualità, che in quanto tale è frutto di dispercezione e limitatezza, e che ci condanna al fallimento, mi ha ricordato Hegel: e l'evoluzione della coscienza in autocoscienza-ragione-tutto uno dei suoi capisaldi, la dialettica servo-padrone.
La finisco qui per non ammorbarvi: era solo per dire che anche il retroterra, magari per alcuni un po' pesante, di Firenze (Canzone Triste), mi ha colpito e meravigliato.
Sulla valutazione finale concordo pienamente con Sancio: questo corto è ben pensato, ben realizzato, ben scritto, non ha nulla nello specifico che non vada. E' semplicemente troppo breve e troppo poco strutturato per poter competere con lavori assai più complessi e variegati. Ma credo che l'autore questo lo sappia perfettamente.
Ciononostante è un'opera degna e intelligente, che merita pienamente di concorrere e di essere giudicata positivamente. Ragione per cui gli assegno una buona valutazione, piazzandola però, nella mia classifica personale, fuori dal podio.

Voto Inviato a Babacampione

Prodo
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Re:

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Questa è stata più o meno la mia reazione quando ho aperto il file, aspettandomi il peggio. E invece l'idea merita. Solo che è oltremodo penalizzata dalla partecipazione al concorso.

Mi spiego meglio: visto che si capisce subito che non ci troviamo di fronte a un nerd o a un malvagio, l'unica opzione rimasta era quella del robot. Per cui appena capito che la vicenda si svolge

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nel corpo umano
cosa abbastanza chiara fin dalla prima lettura, da lì a pensare a una

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sonda, nanomacchina o simili
il passo è stato davvero breve. Già durante la prima lettura mi son detto

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Vedrai che alla fine è un qualcosa di curativo che "invade" il corpo di un paziente malato "invaso" a sua volta da qualcosa di grave, magari cancro, che ci sta sempre bene e fa colpo.
E così è stato (a parte il dettaglio del

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bambino, inserito non so se per aggiungere shock value o se per qualche collegamento con vita vissuta/fatti di cronaca),
facendo venir meno il senso stesso del racconto, ossia spaesare il lettore lasciandolo nel dubbio fino all'ultimo su COSA stia effettivamente leggendo e su come comportarsi per ottenere il finale "migliore" (a parte muoversi a casaccio).

C'era anche un'altra ipotesi

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che il protagonista fosse una cellula tumorale "maligna" che invadeva il corpo dell'ospite
Sarebbe stato coraggioso anche se probabilmente eccessivo; shock value per shock value, almeno mi avrebbe colpito di più.

Non solo: l'esigenza di uniformarsi a un tema ha costretto l'autore a inserire nel paragrafo risolutivo numero
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38
un accenno di spiegone su cosa siamo, su cosa facciamo, ancora una volta vanificando il senso di un racconto di questo tipo, che si deve basare necessariamente sul non detto per non diventare ciò che mostra l'immagine in cima: una pippa da autore che ne sa.

Eppure come ho detto l'idea è buona. Perfino lo stile indigeribile che associa a ogni parola almeno un aggettivo si rivela efficace visto che a pensare certe cose è una macchina (in realtà non credo fosse voluto e ci sono certi periodi che sembrano una presa per i fondelli da quanto sono contorti, ma è il risultato che conta).

Per cui Firenze (canzone triste) è una buona idea che riesce a mettere il lettore nei panni di una macchina e le cui scelte, apparentemente casuali, sono invece dettate da una logica di fondo che fa piacere scoprire.
Peccato che per le ragioni anzidette l'abbia scoperta troppo presto.

Voto inviato ad Aloona.

PS: aggiungo un dettaglio dettato dal mio gusto che NON andrà a influire sul giudizio, dato che non ho la presunzione di pensare che mie fisse personali possano costituire un giudizio oggettivo (che ho cercato di dare a ogni racconto che ho giudicato finora, analizzandolo per i suoi meriti e demeriti più evidenti oltre che in base a quanto mi sia piaciuto, com'è ovvio e naturale).

NON SOPPORTO l'abuso di aggettivi, né nei libri né nei librigame. Non lo sopporto in Dever, non lo sopporto in Green e in Morris, non lo sopporto ovviamente neppure qui. Quando si scrive un'opera di questo tipo il rischio di passare il confine tra il profondo e il pacchiano è dietro l'angolo e una scelta di stile del genere fa cadere il racconto più volte nella seconda categoria. L'esperienza insegna che quando l'argomento affrontato è pesante è consigliabile usare uno stile leggero e viceversa: è il contrasto che tiene alta l'attenzione di un lettore comunque lo si voglia inserire.

Paradossalmente uno stile del genere sarebbe stato più adatto a un racconto sugli
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spermatozoi
perché sarebbe stato in contrasto con la banalità del tema trattato - mostrando così l'assoluta assenza di banalità in qualcosa che a prima vista sembra esserne pieno. In questo caso invece il mix stile aulico / tema "pesante" non mi ha sorpreso né meravigliato, solo infastidito. A parte la citazione di Elio che mi ha regalato quel sorriso necessario per completare la lettura.

Zakimos
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Re:

Recensione di Firenze (canzone triste)

Il Corto di questa settimana non mi ha convinto.
Il fatto che abbia una struttura semplice non influisce minimamente sulla mia valutazione perché credo che anche un'opera semplicissima al limite del banale possa essere un capolavoro se "costruita" bene.
Invece qua ho notato subito due cose che non mi sono piaciute:
1) la giocabilità va per conto suo: dobbiamo scegliere tra le varie opzioni o completamente a caso o secondo ciò che ci "ispira" al momento (testa o cuore?; conformismo o individualismo?).
Ciò produce una meccanica monotona a zig zag tra i paragrafi con la sola curiosità di cercare di capire chi (o cosa) siamo e cosa stiamo facendo.
Se esiste una logica dietro le scelte, io proprio non la trovo. Anche nel caso si scelga secondo le proprie convinzioni (ad esempio: la realtà è fissa e immutabile, siamo soli nella moltitutidine o siamo moltitudine noi stessi?), si viene rimandati a risposte criptiche, poco chiare. Risposte che non fanno neanche molta luce sul quesito finale, intuibile, ma assolutamente non confermabile fino al paragrafo 38.
2) i concetti espressi (che potrebbero dare un senso alle nostre scelte ai bivi) sono troppo complessi per me, fuori dalla mia sfera di competenza e di passione. Anche se non è un errore, la scelta di questo tema ha penalizzato il mio divertimento e la mia immedesimazione. Questa visione introspettiva delle cose non fa parte della mia cultura e ho fatto davvero fatica a capirci qualcosa, alla fine del pensiero e delle riflessioni che comunque mi sono posto.

Rispetto la scelta dell'autore di impostare il suo racconto in questo modo (ha pure spostato lettere e frasi per conferire al testo una natura "astratta") ma io avrei preferito un racconto più classico, magari basato sul viaggio della nanoparticella nel corpo umano da salvare (l'idea di fondo del Corto

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 cioè le nanotecnologie, tema approfondito in diverse opere da Crichton, uno dei miei autori preferiti, il bambino da salvare, la malattia e il farmaco che viaggia nel corpo umano.
è eccellente ed è assolutamente l'unica cosa che salvo).

La teoria del singolo/parte di tutto, i pensatori della filosofia moderna e gli altri riferimenti citati da Prodo mi hanno fatto pensare a un Corto con molti contenuti di nicchia, assenti in me per ignoranza.
Al di là del fatto che scrivere di temi troppo selettivi sia appunto...selettivo, rimane la mia mancanza in tal senso e dunque non assegnerò un'insufficienza, che altrimenti sarebbe uscita dal connubio giocabilità scarsa/divertimento nullo.

Voto inviato a Babacampione

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Recensione "Firenze (canzone triste)"



Tema/Protagonista

Faccio i miei più sinceri complimenti all' autore misterioso: aver utilizzato così i concetti del robot e dell'invasione in questo modo è genio allo stato puro. È vero che ci ho messo un po' prima di capire di cosa si tratta: all'inizio ho pensato ad un'orda di zombi che camminavano nelle strade di Firenze, con uno di loro che inizia a farsi delle domande sull'esistenza (come R in "Warm Bodies"). Poi, ho capito che si trattava del corpo umano e l'ipotesi degli spermatozoi ha fatto la sua strada: sei uno spermatozoo e devi arrivare all'ovulo per far nascere un cattivo o un nerd, sarebbe davvero forte! Ma la "verità" arriva più in là nel Corto e sono rimasto a bocca aperta. Mi piace l'originalità e devo ammettere che il nostro autore è un visionario, uno che ha aperto una nuova strada per la letteratura ludica.

Stile/Narrazione

Mi è piaciuto lo stile con la sensazione di smarrimento iniziale e gli indizi che arrivano man mano che si legge il Corto. Non ho colto le citazioni musicali (anche se conosco un po' Elio e le storie tese) e filosofiche (non ho una grande conoscenza di questa materia). Ma questa storia è un viaggio che ci permette di immedesimarsi in un protagonista che non ha veramente coscienza di sé e che deve compiere una missione perché è il fulcro della sua esistenza. Molte cose sono già state dette prima e non ho molto da aggiungere. L'autore ha saputo creare un microcosmo davvero incredibile, un Corto in huis-clos sui temi dell' Io e del dovere, fantastico.

Giocabilità

Niente dadi, niente codici, niente puzzle... dei bivi e basta. Forse è questo il segreto di un buon Corto: mettere il massimo sulla parte narrativa, introdurre dei bivi che di evitano il true path ma che permettono di giocare un po' di volte senza sempre fare la stessa cosa. Anche se la formula è semplice, per me è vincente.

Conclusione

Una delle migliori sorprese di questa edizione dei Corti, senza far perdere interesse alle opere già lette e recensite. Penso che abbiamo molto da imparare da quest'autore e personalmente gli do un voto alto.

Voto inviato ad Aloona tramite neurotrasmettitori

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Un racconto strano, questo...
Strano innanzitutto da un punto di vista psicologico: sembra davvero una gara tra spermatozoi, all'inizio, per poi cambiare forma/sostanza durante la lettura. Non posso negare che apprezzo un approccio così mutevole, lo stesso che ho utilizzato in True Path.
Il Corto è piano di citazioni, ma la parte ludica è assente: un racconto esclusivamente narrativo non è un male, soprattutto se è ricco di considerazioni psicologiche ed esistenziali degne di nota, ma certo avrebbe guadagnato punti se ci fosse stato un po' di gioco.
Inoltre, inizio sempre di più ad apprezzare la brevità di un corto, io che sono patito per la complessità: non so perché, ma dopo tanta lunghezza e complessità in vari racconti, riesco ad apprezzare molto di più la sintesi, e in Firenze (canzone triste) di sintesi ce n'è molta.
Il racconto è straniante, con tutte le ripetizioni e con il suo strano linguaggio, eclettico, surreale, sembra un sogno gigantesco e complesso eppure la sua struttura è una delle più semplici possibili.
Migliorabili le uscite da certi paragrafi che, sebbene siano volute, sembrano un po' fuori contesto: in alcuni bivi, infatti, si sceglie in base a considerazioni del tutto personali a volte prive di logica, o così sfuggenti da non rendersene conto. I bivi dei paragrafi 1 e 4 sono un esempio: perché "Cuore" e "Anima" devono portare a instant Death così brutali ed improvvise? Questo è il tipo di instant Death che meno apprezzo, perché sono totalmente sfuggenti e criptiche.

Insomma, un racconto molto particolare, che però è carente nella parte ludica ed ha un true path troppo stretto e poco comprensibile in determinati punti.

Voto inviato ad Aloona.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Corto interessante e atipico. Nella sua brevita' si esplora in un'ora. Appartiene infatti alla categoria dei lavori "semplici" e basati su una "trovata". Di valido c'e che la trovata e' buona e la realizzazione riuscita, con una scrittura un po' ermetica (per forza di cose) un po' poetica (non si vedeva il testo formattato cosi' dai tempi di Marinetti!) e comunque scritta con perizia.  Bastera' questo ad assicurargli un posto sul podio? Probabilmente no, visto che quest'anno la concorrenza e' agguerrita, con lavori di livello sia per quel che concerne il comparto "libro" che la parte "gioco".
Secondo me, comunque un bel lavoro che sarebbe piaciuto a Ivan Graziani, cantautore di cui s'e' preso -evidentemente- a prestito il titolo... wink
Voto inviato ad Aloona.

Seven_Legion
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Re:

Il racconto è a un tempo semplice e complesso: le regole e lo svolgimento sono pressoché inesistenti, ma il messaggio è molto più profondo. La mancanza di senso è solo apparente, perché l'autore ha inserito ogni elemento per un motivo ben preciso.
Il problema è che tutto questo io non lo ho colto. Ho giocato e "vinto", arrivando allo spiegone finale, senza avere uno scopo o un piano di azione e tutto l'intreccio è risultato chiaro solo a posteriori.
Mi spiace, perché l'idea e la realizzazione erano originalissime; può anche darsi che sia io un po' "limitato".
Alla luce di questi motivi, non me la sento di dare un voto troppo alto o basso.

Edit di Seven legion: Pero' hai votato o no? Se si, lo devi scrivere qui.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Chiariamoci: adoro l'idea. Per me è genio purissimo. E un'originalità del genere va premiata.
Non c'è regolamento: applausi.
Finalmente un Corto corto, come quelli dei bei tempi andati: applausi.

Però.

Però la struttura non è così convincente.
I rimandi sociopsicostoricidemoplutomassonici non mi sono così lampanti.
Gli incisi futurismo-style simpatici (li usai anch'io, ventordicimila anni fa, quando scrivevo già male però me la tiravo meno) ma non mi convincono del tutto... non si sposano bene al resto della narrazione.
Infine, lo stile. Purtroppo in un racconto del genere c'era bisogno di qualcosa al top per riuscire a ipnotizzare il lettore... e almeno secondo me l'obiettivo è stato mancato.

Bene, ma non benissimo.
Ancora chapeau per l'idea di base e voto inviato a babacampione.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re:

Questo corto mi ha messo in difficoltà, non perché mi sia stato particolarmente ostico, ma per il motivo diametralmente opposto.
Dopo una prima morte, ho avuto un'intuizione su cosa avrei dovuto fare per vincere, l'ho fatta e ho vinto. E il corto è finito, lasciandomi in uno stato d'animo che non riuscivo a descrivere.
Mi ero fatto un'idea di cosa dargli, ma stavolta mi sono imposto di vedere che ne pensassero gli altri utenti.
Sono riuscito (miracolosamente) a leggere le 2 pagine di recensioni, e devo dire che mi è servito a capire molte cose:
1) questo corto è stato largamente frainteso. Ho letto di gente che diceva che bisogna andare a caso o simili per arrivare alla conclusione quando in realtà non è così

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A me pareva abbastanza ovvio, dopo la prima partita, chi fossimo:un nanorobot immesso nel flusso sanguigno che improvvisamente ha sviluppato una coscienza autonoma e che per questo potrebbe risultare pericoloso. E mi pareva anche ovvio che, per portare a termine la missione, bisognasse soffocare questa coscienza. Basta tenere a mente questo e si raggiunge il 38 senza problemi.
ESEMPIO
Vuoi fermarti alla ricerca di te stesso? -> chiaramente no, sto tentando di reprimere la mia coscienza autonoma
Cos'è che ti porta a fare le scelte giuste? -> chiaramente non il cuore o l'anima

Ed è tutto così. Che ci trovate di aleatorio?
2) ci sono collegamenti esterni a canzoni che non ho compreso. Io odio le citazioni inutili, per cui ignorerò questo dettaglio. Forse facendo così mi perdo una parte importante del corto(considerando che il titolo contiene le parole "canzone triste", e che anche rileggendo non ho capito quale ne sia il significato)
3) molti hanno lodato il fatto che questo racconto sia corto. Tralasciando che secondo me essere corti non è un pregio e francamente non capisco come si ritenerlo tale essere prolissi, questo racconto non è affatto corto, anzi, occupa uno spazio mostruoso e dice davvero molte cose: le partite possono essere molto lunghe se si esamina bene il testo.


Anche leggendo gli altri, però, continuavo a sentirmi confuso. Alla fine però ho tratto una conclusione.
Questo corto mi ha lasciato deluso.
Mi ha lasciato deluso perché ci sono una serie di cose che non ho cpito, e avrei voluto capire. E pure rileggendo e capendo tutto quello che il corto ha da dire, ci sono una serie interminabile di quesiti a cui non trovo risposta.

(DA QUI IN POI CONTIENE SPOILER)
Per quanto riguarda la trama:
Perché il robot pensa?
Che cosa ha causato la mutazione?
Perché solo noi pensiamo e gli altri robot no?
E perché, soprattutto, lo facciamo secondo canoni umani che non hanno alcun valore per una macchina (es: il concetto di vedere)?
Com'è possibile che ci inceppiamo perché non conosciamo la parola anima? Se non la conosciamo, allora perché questa è una scelta possibile?

Per quanto riguarda l'impaginazione:
che cosa significano i segni uguali = prima del paragrafo?
Ha un senso il testo impaginato a sinistra/centrato?

Per quanto riguarda la realtà:
Come fa un robot ad avere la capacità fisica di pensare? Quanto è complesso il suo circuito? Ma allora quanto grande è questo robot?
Come fa un robot a essere della stessa grandezza (più o meno) di una cellula cancerogena?
Ma è veramente un robot allora? Quali caratteristiche ne conserva?


Per quanto riguarda il messaggio:
Il 38 è veramente il good ending?
Ma quindi il corto ci sta dicendo che dovremmo rinunciare a noi stessi per un bene maggiore?
E gli altri finali? Spetta al lettore decidere quali sono buoni e quali no?

Sinceramente non so che voto dare.

FinalFabbiX
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Re:

Rygar ha scritto:

Edit di Seven legion: Pero' hai votato o no? Se si, lo devi scrivere qui.

Ho votato. Nel commento spiegavo i motivi del mio voto.

Edit di Seven Legion: ok, ma dovresti scrivere la a chi hai mandato il voto. (Serve ai giudici a capire se han conteggiato tutti o si son persi qualcuno.)

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

scusate per il commento breve e per la mia assenza, in questo momento non ho internet e il mio cellulare è del dopoguerra .

Il corto è veramente affascinante, poetico e alcuni parti sono veramente belle che ho riletto con piacere , ma secondo me mal si adagia con i paletti del concorso per quanto si tratta di protagonista e ambientazione o almeno io non riesco a coglierli.

rimane però un bel corto particolare, non il migliore ma di certo curioso, voto mandato a miss Aloona

Il poeta costruisce castelli in aria;
il matto li abita;
lo psicologo incassa l'affitto.

kagliostro
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Re:

Fratelli, ecco i nostri (suoi? Miei? Loro?) giudizi su Firenze (canzone triste)

babacampione ha scritto:


Questo Corto è sorprendente per il linguaggio usato che, ad una prima lettura, mi è sembrato troppo criptico. Il Corto assume infatti la sua piena dimensione solamente nel paragrafo finale migliore (il 38,a memoria) che risolve le tante perplessità riscontrate durante le numerose letture che sono state necessarie per arrivarvi. E' un Corto quindi che tratta in maniera decisamente originale e anche scanzonata un tema drammatico, riuscendo, a mio avviso, a colpire nel segno. Mi è quindi piaciuto immedesimarmi in questo nano-robot e rileggermi tutti i paragrafi per riprovare più e più volte la strada per il successo e quelle per il fallimento. Quindi, per la parte narrativa, il Corto si merita un volto molto alto, che però devo abbassare perchéil gioco si esaurisce comunque in pochi minuti. Un Corto divertente, quindi, e che ha saputo osare, ma nulla di più. Non c'è un regolamento da valutare, non ci sono comprimari degni di nota, lo stesso protagonista ètutto sommato anonimo. L'autore forse si compiacerà del fatto che il protagonista mi ha ricordato La Creatura del Male per via del fatto che riacquista la consapevolezza di se stesso durante tutto lo svolgimento del racconto. Ma le due opere sono, ovviamente, imparagonabili. Con qualche paragrafo in più il protagonista avrebbe potuto acquistare quello spessore che lo avrebbe reso memorabile.

Hyeronimus ha scritto:


Recensire questo corto è per me l'impresa più difficile della mia vita dopo l'aver accettato il fatto che c'è chi ha creduto che Ruby fosse la nipote di Mubarak.
Questo è un corto ovviamente atipico, e ovviamente mi piace. Qui siamo davanti a un genio, o forse a una mente contorta, o forse a uno che deve cambiare pusher, ma a ogni modo questo è un corto di forte impatto, che sicuramente verrà ricordato. Mi è davvero difficile commentare i singoli passaggi, e dare una definizione generale a questo corto, o inserirlo in un genere narrativo. Siamo davanti a qualcosa di assolutamente nuovo e originale, qualcosa di onirico e allo stesso tempo filosofico, la cui sostanza non viene rovinata dalle varie citazioni.
Nonostante sia atipico riesce comunque a mantenere una struttura da librogioco classico, con tanto di finali diversi.
Congratulazioni all'autore, il mio votone è stato inviato a me stesso in quanto sono un giudice.

Aloona ha scritto:


L'idea merita sicuramente una lode speciale; l'eccesso di terminologia filosofica, invece, non mi convince sempre e ovunque, risultando in alcuni passaggi più un esercizio estetico che una necessità concettuale, finendo alle lunghe per stuccare un poco; nel complesso è comunque uno stile ben realizzato, ricercato ed efficace, che sa il fatto suo. Il sistema a bivi non mi dispiace: risulta quantomeno adatto ad un soggetto simile, lasciando che l'attenzione del lettore sia interamente concentrata sullo sviluppo narrativo e il raggiungimento dell'obiettivo finale. Purtroppo, non si può dimenticare una certa scontatezza nel percorso stesso: bastano un paio di bivi per capire come la chiave sia il conformismo, il gruppo, l'unione e via dicendo fino alla giusta fine, senza pericolo di avere sorprese. A complicare un pizzico la cosa ci si mettono giusto le ultime scelte (cuore, testa, anima, ecc.), ma con un po' di logica è facilissimo ingranare giusto. Insomma, dal punto di vista ludico è un racconto bello, ma che non balla troppo bene. Pur supponendo che l'interesse dell'autore fosse principalmente nel messaggio, non dimentichiamo  di avere sempre a che fare un librogame, qualche emozione in più anche nella longevità sarebbe stata ben accetta.
Ciò appurato, complimenti all'autore per l'audacia, la bella pensata e la cura che rendono il tutto gradevole e a tratti commovente, anche se il titolo resta un mistero che spero vorrà rivelarci.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

C'è pochissimo da dire su questo Corto, che mi è venuto in mente una notte prima di addormentarmi (come Apocalisse!) e ho buttato giù in due ore nette - più il tempo per creare i link e mischiare i paragrafi (due palle) e quello per trovare la citazione originale che volevo mettere da una canzone di Bob Dylan (ricordavo "the curse it is cast" ma non il resto), e non mi decidevo a finire il Corto finché non l'avessi trovata, ma mi dimenticavo sempre di cercarla.

Il titolo nasce da una cosa che ho letto (o sentito) in merito alla canzone omonima di Ivan Graziani, non necessariamente vera: sembrerebbe che in origine volesse essere una parodia delle canzoni melense e sdolcinate e invece finì per essere ricordata come un esempio del genere!
Nella mia logica discutibile, era un invito a non prendere troppo sul serio questo Corto. Invito che però non è stato minimamente colto, e siete riusciti a trovarci dei significati meravigliosi che non avevo nessuna intenzione di mettere! Grazie mille!

GGigassi
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Re:

Questa volta mi hai trollato alla grande. Speravo di leggere un bel commento piccato alla mia recensione del tipo "gnegnegne ma che ne sai, non capisci l'arte, l'ermetismo, la prestigiribirizzazione" e invece te ne esci così, a testa alta, con un corto che porca miseria non fosse stato per quel paragrafo 38 buttato lì alla schifìo sarebbe stato una gran prova d'autore, belin io in due ore una pagina scrivo se va bene e questo ci fa un corto intero e pure bello gli viene, mannaggia a te.

Zakimos
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Re:

Sorprendente il corto (e sorprendente il numero di corti che hai scritto!), ma "elementi barionici" e "schiuma quantistica" buttati lì a caso mi hanno gettato nello sconforto...

Boole
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