fabbiuzz0 ha scritto:

Secondo me la prossima evoluzione è il gamebook destrutturato: senza inizio, senza fine e senza regolamento. Un gamebook di esplorazione pura.

Tipo quello del venditore di tappeti

Ubik ha scritto:

Praticamente un Fabled Lands senza regolamento.

No, no: FL un inizio ce l'ha.
Io parlo proprio di un gamebook in cui puoi iniziare da qualsiasi paragrafo a caso e procedere nella storia di scelta in scelta, tornando, volendo, al punto di partenza.

Mornon ha scritto:

Tra l'altro scopro che c'è una serie molto gettonata (qualcuno l'aveva nominata poco sopra), con anche una versione italiana: http://amzn.to/2nyYQNu

Alla fine ho preso Murdered!

Un libro a bivi "complesso" è il celebre Life's Lottery di Kim Newman (non posso linkare la pagina da gamebooks.org perché attualmente il sito sembra avere qualche problema).

È simile al già menzionato È un gioco da ragazze (che è un bel libro), ma ancor più maturo e molto ben scritto, con un sacco di possibili finali, felici, macabri, deprimenti, così così. Non ci sono punteggi, ma la particolarità è che alcuni "paragrafi" non sono accessibili tramite alcun rimando all'interno del testo, pur facendo effettivamente parte di alcune delle possibili storie.

Non so in qual modo la storia a bivi possa "evolversi" senza arrivare a diventare un gioco vero e proprio, o almeno ad integrare le caratteristiche dei giochi. In fondo anche Time Machine prevedeva di scegliere degli oggetti a inizio avventura, e in alcuni episodi bisognava pure avere l'oggetto giusto, pena restare bloccati in un loop eterno.

I miei primi due Corti, Collector's Item e L'albero di fuoco, volevano essere dei racconti a bivi. Il primo in realtà viaggiava sul filo tra il racconto a bivi e un racconto-game in cui però l'elemento ludico era solo menzionato in modo caricaturale: per esempio dicevo di tirare due dadi, ma l'esito mortale era possibile solo facendo tredici, essendo il tredici il paragrafo terminale a cui riconducevano tutti gli esiti negativi della vicenda. Insomma, il racconto giocava un po' con sé stesso, "fingendo" di avere delle componenti game che però erano o inapplicabili, o lasciate direttamente alla libera scelta del lettore (se il tuo numero fortunato è il tredici muori, ecc), e facendo il verso ad alcune convenzioni del LG. Ma non credo sia quello che cerchi.

Sono certo che Fabrizio Venerandi e altri autori di opere a bivi un po' "particolari" saprebbero suggerirci di più.

Mornon ha scritto:

fabbiuzz0 ha scritto:

Secondo me la prossima evoluzione è il gamebook destrutturato: senza inizio, senza fine e senza regolamento. Un gamebook di esplorazione pura.

Tipo quello del venditore di tappeti

Che non era una cattiva idea, ma purtroppo aveva quella componente di "aguzzate la vista" con paragrafi tutti uguali, salvo un paio di dettagli ogni volta differenti. E comunque aveva un rudimentale regolamento, e un piccolo true path perché per salvare la principessa dovevi trovare prima qualcosa.
Portata all'estremo, quella struttura (o de-struttura?) sarebbe essenzialmente un sandbox, una raccolta di ambienti e situazioni con le quali e nelle quali i giocatori potrebbero liberamente decidere che cosa fare e che cosa rappresentare. Ma allora sarebbe un gioco di carte, o un RPG vero e proprio. In forma puramente cartacea e narrativa, non so che senso avrebbe (ma magari qualcun altro riesce a immaginarlo).