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Inizia il 2024: come sarà questo nuovo anno a livello di diffusione editoriale dei LG?

Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Corto veramente bellissimo, e mi sorprende il fatto di averlo scritto così tante volte quest'anno; e non sarà l'ultima, a dimostrazione di quanto sia valida la nuova scuola italiana! Nel nome dell'Imperatore ha tutto ciò che un corto deve avere per farsi ricordare: è scritto splendidamente (a parte i refusi), ha un'ambientazione tangibile, originale e di grande fascino e presenta al suo interno quel paio di twist (la struttura a loop, da me molto amata come si evince da Il Giorno del Librogame, e la sequenza di eventi necessaria per raggiungere il finale) sufficienti a concludere la lettura con il sorriso sulle labbra.

Davvero un peccato che ci siano vari refusi, che riducono un po' la corsa di un corto creato con grande amore per la storia e per il medium. Nel nome dell'Imperatore è da podio nonché un candidato per la vittoria finale. Forse, e sottolineo forse, gli manca quel "tocco" di gameplay, aderenza al tema o narrazione che potrebbe portarlo a sbaragliare la concorrenza e aggiudicarsi in automatico il primo posto; è pur sempre una "semplice" storia a bivi, ma non si dica mai che la semplicità è un difetto, perché così non è.

Zakimos
Cavaliere del Sole
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Nel nome dell’Imperatore è un corto ambientato alla fine dell’era napoleonica e dal vago sapore militarista, o forse meglio dire, fatalista. L’assenza di regolamento o di aleatorietà ci proietta subito nell’azione, lo stile di scrittura è molto buono anche se ci sono vari refusi, il racconto è coinvolgente, bastano pochi riferimenti per fissare l’epoca storica in cui ci troviamo, la struttura circolare, che ci riporta all’inizio ogni volta, serve a far capire il messaggio profondamente filosofico ed esistenziale anticipato nell’introduzione in lingua latina, che la morte insegue anche chi fugge, da lei o da altro, e primo o poi lo raggiunge. La società contemporanea evita di parlare di morte e si è smarrita completamente quella ars moriendi, cioè la preparazione ad una buona morte, che era molto in voga sul finire del Medioevo, io non so se l’autore aveva un obiettivo così filosofico, però mi piace pensarlo e premiarlo con un voto alto.

F.A.S.
Illuminato
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Di questo corto mi sono piaciuti molto l'ambientazione, curata, coinvolgente e realistica, e l'atmosfera resa dalla prosa, valida, ricercata e calzante. Si ha veramente la sensazione di essere braccati dalla morte, nel vano tentativo di sfuggirle.
Il fatto di avere un'unica scelta possibile, e per il resto di avere l'obbligo di ricominciare dall'uno, lo trovo coerente con il messaggio e la struttura scelta dall'autore, ma ovviamente non è davvero appagante a livello di gioco. Al termine abbiamo la sensazione di aver recepito benissimo ciò che voleva dirci l'autore (non semplice riuscire a trasmettere qualcosa in modo così chiaro e potente in un corto) e di non aver mai davvero avuto la possibilità di scegliere (l'autore voleva che sbagliassimo almeno una/due volte prima di capire cosa voleva che noi facessimo).
In generale una buona idea, resa bene, ma non così soddisfacente come gameplay.

giax
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Un Corto originale e ben scritto (abbastanza ben scritto) che però è penalizzato da alcuni buchi logici e da qualche scivolone col francese. L’ambientazione non solo è originale ma anche curata, evidentemente l’autore si è documentato al riguardo o è un esperto del periodo. Però agli occhi di chi mastica un po’ di francese risaltano degli errori come voltigeurs al plurale (che poi è pure sbagliato grammaticalmente perché l’italiano non ammetterebbe le regole del plurale delle altre lingue), l’inesistente cognome Dobois e Jean Baptiste scritto senza il trattino. Sono inezie, ma tolgono “realismo” alla leggiocata. Ci sono poi altri errorini come al 17 in cui abbiamo un pezzo da 12 “libre” invece che libbre o l’uso di “scotere” invece di scuotere, ma in generale la parte scritta è soddisfacente.
Il meccanismo alla base del Corto, poi, è un po’ ambiguo. Anche volendo applicare a posteriori la sua “morale” (non fuggire davanti al nemico, e per estensione guidare una carica, come capiamo una volta finito una prima volta il Corto) il percorso per finirlo è contorto, perché ricordandomi questo meccanismo io lo avrei innescato a partire dall’8. Inoltre è un po’ assurdo che ricominciamo sempre daccapo interi (o quasi) dopo che nel corso delle varie leggiocate ci possono capitare le mutilazioni più varie! Caricate… Puntate… VIA! (Voto Inviato ad Adriano)

GGigassi
Barone del Sole
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Un Corto veramente meraviglioso, scritto molto bene e con un unico vero difetto, secondo me: la ricostruzione storica è troppo vaga e priva di riferimenti precisi su luoghi, eventi e personaggi, sul tipo di battaglia e sui nemici. È vero che non è questo il punto centrale (già me lo immagino l'autore: "la mia non è una ricostruzione storica!"), al lettore non dovrebbe interessare dove siamo, chi ci guida e contro chi combattiamo, chi vince e chi perde, ma soltanto la questione della vita sospesa dopo la morte, però ho notato che uno sforzo in senso storico è stato comunque fatto (la data all'inizio, si citano francesi e prussiani) e quindi, mi domando, perché lasciarlo a metà? Per esempio, St.Amand, se esiste, è troppo poco famoso. Si poteva aggiungere qualche nota sulla città e sul momento storico (è la battaglia di Ligny, in Belgio, 2 giorni prima di Waterloo?) senza snaturare il tema centrale del corto, ripeto. E poi anche Napoleone (lo si intuisce) non si cita mai quando invece si poteva mettere. Capisco che l'autore era concentrato sul valorizzare il punto di vista del soldato semplice, mandato a morire senza vere motivazioni e facendogli calpestare anche luoghi sacri come i cimiteri...e secondo me traspare tutto questo tentativo di sottolineare il ruolo dell'ultimo della gerarchia militare, il soldato mandato allo sbaraglio... ma una maggiore contestualizzazione non avrebbe rovinato questa atmosfera. Anzi, l'avrebbe valorizzata.

Per quanto riguarda il resto c'è poco da dire perché non vi è alcun regolamento, la giocabilità è ridotta al minimo, le scelte sono quasi del tutto casuali (si vaga un po' a caso senza una reale logica dietro le scelte ai bivi) e la parte tecnica in generale è stata palesemente trascurata.
Però il percorso generale (che comunque grazie alla buona scrittura ti rapisce nonostante i bivi un po' telefonati incentrati spesso sulla fuga) ti porta a compiere la vera scelta finale, quella sì che ha una vera logica dietro ed è molto bella. Nell'orrore della guerra e della morte inevitabile, che colpisce nelle battaglie ai tempi di Napoleone percentuali altissime di uomini da entrambi gli schieramenti, la vita sospesa dopo la morte ci dà l'opportunità di riscattarci. Solo quello, niente Gloria e niente Vittoria, solo il riscatto personale per avere almeno un po' di pace dopo l'inutilità precedente. O almeno io l'ho interpretata così.
Voto inviato ad Adriano.

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Anima di Lupo
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

RECENSIONE



Dai amico autore, ti ho beccato!

Un corto che parte da una base storica, con una bella prosa e nessun regolamento: siamo nel 1815, Napoleone Bonaparte è stato battuto a Waterloo e l'Impero Francese si sta sgretolando. Il soldato finisce all'Inferno (molto in voga quest'anno, avete qualcosa da rimproverarvi amici autori?) dove la guerra continua. Questo mio ha rammentato "Spawn" o la serie francese (o franco-belga, non me lo ricordo più) a fumetti "Requiem" (non so se è stata tradotta in Italia).

Il corto è scritto bene, con tanto di dettagli splatter e segue una concezione dantesca dell'Inferno: non ci si può scappare, uno deve abbandonare ogni speranza. Però, ho trovato l'opera frustrante e ripetitiva e ho avuto l'impressione di girare a vuoto.

Per me è un no.

Voto inviato a Adriano

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
Erede di Misson
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Pirata delle Alpi ha scritto:

Questo mio ha rammentato "Spawn" o la serie francese (o franco-belga, non me lo ricordo più) a fumetti "Requiem" (non so se è stata tradotta in Italia).

Vergognati a mettere in parallelo le tamarrate di McFarlane con quel bel fumetto franco-belga! angry

Ciò detto, Requiem è uscito anche in Italia, e mi stupisco che tu lo ricordi con quel titolo, perché (se parliamo di quello di Zidrou e Matteo) è noto come "Requiem" (e poi Protecto) solo in Italia, in origine si chiama Mèche Rebelle per via del ciuffo ribelle della prima protagonista.
Conosco il disegnatore e mi diceva che è riuscito a ottenere l'incarico grazie alla sua rappresentazione della Morte, più originale rispetto a quella di altri disegnatori che si sono proposti. Ricordo il dettaglio che fosse franco-belga anche perché mi ha detto che quando gli arrivano i prospetti delle vendite rimane sempre stupito nel vedere come in Belgio, più piccolo, venda quasi più copie che in Francia!
Se non sbaglio lo pseudonimo Matteo (che è il suo nome di battesimo) gli è stato un po' imposto dall'editore visto che il suo cognome Alemanno poteva essere interpretato come "tedesco" e non risultare gradito a valloni o fiamminghi.

GGigassi
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Corto dalle premesse interessanti, peraltro vergate con uno stile impeccabile e uno sfoggio di cultura notevole. Il resto dell’opera mantiene questa qualità di scrittura, ma la parte giocata non è altrettanto degna di lode. Non è semplice capire in che genere di contesto “altro” siamo finiti (l’inferno, o una sorta di purgatorio?), né quale sia il modo migliore per sopravviverci, se così possiamo dire. In alcuni frangenti l’azione giusta è la fuga, altre volte invece si va avanti anche gettandosi nella mischia. Quale sia l’obiettivo finale non è difficile da capire (Vive l’Empereur!, no?) e la conclusione della vicenda è apprezzabile, ma resta un certo amaro in bocca. Forse non era lecito aspettarsi grandi avvenimenti, considerato il contesto, ma non è nemmeno un’avventura molto coinvolgente.
Interessante l’idea di eliminare il concetto della “morte” (del resto coerente con la situazione) rimandando ogni volta da capo in un loop che, comunque, non ha un’unica via d’uscita, anzi.
Niente punti, oggetti, timer, valutazioni o premi, soltanto una storia che parte benissimo e prosegue su un livello non altrettanto alto.

EGO
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Racconto interessante in cui impersoniamo un soldato e già dall'inizio si capisce che c'è qualcosa di strano, mi ha fatto piacere che fosse senza dadi o regole, mentre non mi è piaciuta la dinamica per cui in caso di "morte" si ritorna ogni volta all'1 che mi è sembrata forzata e non coerente con la storia (avrei preferito piuttosto una conclusione e poi io comunque avrei riiniziato la storia per trovare la strada giusta). Scritto bene al netto di qualche refuso.

Filippo
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Re: Corto 23 - Nel nome dell'imperatore

Voti dei Giudici:


Adriano:

Questo è un altro corto per il quale nutrivo tantissime speranze. Ahimè, non me ne voglia l’autore, ma non sono riuscito ad apprezzarlo...
REGOLAMENTO: Purtroppo per me la partenza è stata più traumatica del previsto: corto di stampo abbastanza storico, con due pagine intere di Prologo descrittivo. Ripeto, non me ne voglia l’autore, ma credo sia l’abbinamento che meno riesco ad apprezzare in un librogame... è anche scritto bene, tra l’altro, quindi non posso certo dare un voto basso per questo, ma che posso dire se non che questo genere di intro non è nelle mie corde? Ecco, per dire, sarei riuscito ad apprezzarlo di più se il prologo avesse contenuto considerazioni personali del protagonista, o qualche altro artificio tale da spezzare l’effetto “wall of text”…
TRAMA: Si ha a che fare con la morte in questo corto, e praticamente le azioni del protagonista sono azioni belliche in un campo di battaglia. Il corto è molto descrittivo, e questo è un bene.
STRUTTURA: la struttura di fondo è quella di un racconto a bivi lineare, però poi i rimandi continui al paragrafo 1 lo rendono un simil-mappa, con l’effetto che purtroppo si è verificato in tanti corti quest’anno: una mappa senza i codici a cambiare le cose ad ogni passaggio è gestita male, perché ad ogni paragrafo che si rilegge l’autore ci dà la sensazione che sia la prima volta che passiamo da lì, e invece non è così...
Però, paradossalmente, stavolta questa versione di una mappa è un po’ un’ancora di salvataggio, credo sia la cosa a cui più mi sono aggrappato per assegnare un voto al corto.
PARTE LUDICA: l’unico aspetto ludico è il continuo rimando all’1, però ammetto che è un po’ poco… Se in Dopo cena l’attenzione era tutta puntata alla profondità della vicenda, qui le azioni belliche non bastano. Anzi, credo che a tali azioni si poteva affiancare tranquillamente un sistema di gioco, seppur rudimentale: avrebbe reso più interessante il racconto, secondo me.
NARRAZIONE: a mio parere la seconda ancora di salvataggio, perché a livello di narrazione è uno dei corti che mi è piaciuto di più: cupo, caustico, drammatico.

Piccola delusione, purtroppo: il corto è fatto bene, ma proprio non sono riuscito ad apprezzarlo, un po’ per l’assenza di gioco in un contesto che invece l’avrebbe sublimato, un po’ per la trama in sé.

Aloona:

Affascinante e controversa storia a scelta multipla, che mette da parte qualsivoglia regolamento per lasciarci focalizzare sugli eventi. Confesso la mia indecisione iniziale sul considerarlo in concorso, trattandosi di una guerra combattuta, all’apparenza, interamente sul piano dell’aldilà; ma tra le pieghe della vicenda sembra, via via, farsi chiaro che ci si trovi in un limbo a cavallo tra le truppe nel mondo dei vivi e i macabri, pur se ancora tenaci e coraggiosi, spettri dei soldati che furono. Non ho il piacere di conoscere a fondo il periodo storico interessato, ma si sente chiaramente che l’autore se ne intenda e fa sempre piacere che un librogame possa avvicinare qualcuno alla cultura. Ben venga, quindi, questo genere di racconti. La scrittura è davvero notevole, l’autore è perfettamente in grado di farci partecipare dei sentimenti di stupore, confusione, coraggio e presa di coscienza del protagonista, facendosi in più di un’occasione commovente; il sistema a loop, che generalmente non mi fa impazzire, in questo caso è compartecipe del senso di angoscia nel ritrovarsi intrappolati tra la vita e la morte, fino a trovare l’unica via che darà pace al nostro spirito. Nel complesso, un gran bel racconto, dove lo spazio è ben sfruttato e l’atmosfera la fa da padrona.

FinalFabbiX:

Quest’anno ci sono state moltissime ambientazioni originali e intriganti, ma “Nel nome dell’imperatore” è riuscito a riservarsi una nicchia, proponendo il sempre affascinante connubio fra storico e soprannaturale.
La scrittura, a mio parere, è molto buona. In particolare, ho apprezzato molto la resa dell’ambientazione scelta: le azioni di guerra sono descritte con la giusta frenesia, l’aldilà è ben caratterizzato, la presenza di frasi in francese aiuta ad entrare nell’ambientazione.
Ho letto in alcune recensioni nel forum che l’autore ha commesso degli errori nelle parti in francese; mi dispiace venirne a conoscenza, ma non ne terrò conto nel giudizio così come non ho mai considerato i refusi in italiano.

Non condivido in alcun modo la morale del corto (per me, un soldato che diserta è un soldato intelligente, e in generale non ritengo neppure che sia necessario arrendersi all'ineluttabilità della morte), tuttavia non posso che rispettarla, visto che l’autore è riuscito a veicolarla in maniera perfetta.
Man mano che la lettura prosegue, infatti, il lettore si trova inevitabilmente a mettere i panni del protagonista: inizialmente, la scelta più logica sembra fuggire dalla guerra, ma poi ci si rende conto che non è possibile e si prende il percorso che porta al finale definitivo.

La struttura a loop non è certo innovativa (i precedenti sono innumerevoli, il più famoso probabilmente è La Nebbia, 2015), ma qui è sfruttata con criterio: ha perfettamente senso con la trama proposta. Inoltre, le morti sono interessanti da leggere, perché offrono ciascuna una descrizione unica di come il nostro corpo di soldato-zombie viene disintegrato per poi ricomporsi nel ciclo successivo.

Ho gradito l’assenza di regolamento.

Abbiamo discusso riguardo l’ammissione di questo corto al concorso. Per me, il tema è rispettato, anche se al pelo. È vero, tecnicamente il mondo dei vivi scompare nell’introduzione e non se ne parla mai più, ma ne possiamo vedere il riflesso per tutto il corto dato che l’autore ha immaginato il limbo come una versione distorta della realtà.

L’autore si conferma anche un ottimo disegnatore. In molti si sono chiesti perché l’autore abbia inserito la raffigurazione di un personaggio generico, piuttosto che il nostro protagonista mutilato.
Non vi preoccupate, ve lo svelo io! Cercando online se l’immagine fosse originale, nei meandri di Facebook ho scoperto che il disegno deriva da una bozza del 2011 su soldati zombie generici (l’autore ha il pallino per l’argomento), e che quindi l’idea per l’illustrazione è nata ben prima del corto. Poco male, è comunque un riciclone di classe.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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