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Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

La carta stampata non è ancora morta nonostante i vari ebook, e i librogame potrebbero facilmente conquistare il cuore dei più giovani così come fecero con noi, magari saltando anche una generazione. Sarebbe utopico pensare che grazie a questa comunità e a qualche editore (incosciente o lungimirante) si espanda di nuovo il fenomeno, prendendo piede tra i ragazzi di oggi?

Comprendo le scelte di una piccola casa editrice di puntare su prodotti di nicchia perché altrimenti sarebbe schiacciata dalla concorrenza. Stampare un best seller per un colosso ha un costo esiguo in confronto ad una modesta casa editrice. Ma – non sono esperto in marketing, premetto – non comprendo perché questo settore di nicchia venga abbandonato da un gruppo più grande come la Enaudi. Potrebbero per lo meno provarci, non mi si dica che rischiano il fallimento per provare a buttare sul mercato una nuova serie di libro game, esce tanta di quella spazzatura in libreria… Inoltre una ricerca di mercato farebbe veder loro che questo genere non è assolutamente estinto, tant’è che in Italia c’è una bella comunità internet che supporta i librogame.

La Vincent Books, a giudicare dal sito, è veramente piccola. Tre titoli pubblicizzati e nulla più, e la sede operativa è all’interno di una palazzina di Reggio Emilia (google maps docet)

Cyoa

Faberwest
Novizio
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

purtroppo di questo ne parlammo a più riprese gli anni scorsi, ma è un tema che ritorna sempre un auge, peccato però senza che ci siano mai novità a nostro favore
i tempi sono quelli che sono, un librogame negli anni '80 appassionava giovani interessati alla lettura come noi anche perché in giro c'erano solo lo Spectrum, il C64 e per i più fortunati l'Amiga 500... poi sono arrivati D&D e i gdr, poi le carte tipo Magic (e poi pure Yu Gi oh), mentre i videogames crescevano in maniera esponenziale fino ad arrivare a quei livelli esagerati di ora che coinvolgono tutte le età.

Non solo i Librogame ma ormai anche i gdr e i libri in genere stanno diventando di nicchia, soppiantati da versioni digitali ed ebook, io però preferisco tenermi un libro tra le mani, sfogliarli, scrivermi appunti e inserire segnalibri, annusarne anche l'odore della carta.

Questo post mi sta facendo sentire terribilmente vecchio... sono il solo?

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
Re dei refusi
Barone del Sole
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

L’enorme crescita dei videogiochi ha sicuramente ridotto l’editoria per ragazzi negli ultimi vent’anni, e oggi stanno facendo altrettanto i vari formati digitali. Non per questo la carta è morta. Lo dimostrano le varie librerie, il Salone Del Libro, e il fatto che a molte persone piace ancora avere il volume ben disposto in libreria.
Non che sia un male l’avvento del digitale, io stesso mi sono pappato ore e ore di giochi di ruolo online, mmporg, e ancora oggi ho una manciata di applicazioni di gamebook  sul telefonino.
Ma quando sono a casa sul divano preferisco prendermi un libro, e magari un paio di dadi e una matita… e non mi sento terribilmente vecchio per questo!
Forse tutto quello che manca ai librogame in questo momento è una buona spinta sul mercato, un po’ di pubblicità.

Cyoa

Faberwest
Novizio
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Ciò che spinse molti ad appassionarsi ai librigame, nella nostra generazione almeno, fu l'abile intuizione di Giulio Lughi di stamparli tutti con lo stesso formato. Questo spinse i lettori dell'epoca a moltiplicarne gli acquisti nel tentativo di collezionarli tutti.
Parliamoci chiaro, chi avrebbe acquistato Avventure Stellari, Realtà e Fantasia et similia, altrimenti...
Questo è ancor più corroborato dal tentativo maniacale di alcuni sopravvisuti a quella generazione di completare la collezione completa EL con i numeri mancanti (me compreso), anche a prezzi esorbitanti.
Si possono riprodurre quelle condizioni? Difficile per me dirlo, dato che non mi intendo nè di editoria, nè di marketing, ma sono abbastanza sicuro che se non ci sarà una intuizione come quella dell'epoca, difficilmente rivedremmo proliferare la diffusione di letteratura interattiva, rimanendo perciò, solamente, un fenomeno per appassionati.

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
Assassino della Grammatica
Grande Maestro Ramas
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Anche io mi sento vecchio, perchè prendere in mano quel volume, prendere un foglio e cominciare la mia avventura mi fa tornare in mente un sacco di ricordi... e mi fa scendere qualche lacrimuccia.
Con dei miei amici, tutti appassionati, stiamo rigiocando a blood sword (come saprete) e ci siamo ripromessi di riprendere anche vecchi boardgame in onore dei tempi che furono!

ritornando a bomba sul discorso lg e.elle, il fenomeno può rimettersi in moto, ma solo su supporto elettronico: dato che è il mezzo tecnologico più in voga. Il carteceo fascettato ha fatto il suo tempo. E lasciatemi dire purtroppo.

ildemiurgo
Maestro Ramas
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Faberwest ha scritto:

Comprendo le scelte di una piccola casa editrice di puntare su prodotti di nicchia perché altrimenti sarebbe schiacciata dalla concorrenza. Stampare un best seller per un colosso ha un costo esiguo in confronto ad una modesta casa editrice. Ma – non sono esperto in marketing, premetto – non comprendo perché questo settore di nicchia venga abbandonato da un gruppo più grande come la Enaudi. Potrebbero per lo meno provarci, non mi si dica che rischiano il fallimento per provare a buttare sul mercato una nuova serie di libro game, esce tanta di quella spazzatura in libreria… Inoltre una ricerca di mercato farebbe veder loro che questo genere non è assolutamente estinto, tant’è che in Italia c’è una bella comunità internet che supporta i librogame.

Il discorso è invertito: sono le grandi case che decidono di non stampare i prodotti di nicchia, e quelle piccole che possono permettersi di farlo. La grossa differenza la fanno i costi fissi. Una grande realtà editoriale - l'Einaudi (che poi significa Mondadori, per essere chiari) - ha un circuito di diffusione composto da numerosi punti fermi: grandi distributori, numerosi magazzini, una rete di librerie, i siti di vendita online, ciascuno dei quali, in occasione di ogni uscita della casa editrice, attende la fornitura di un numero minimo di esemplari. I libri che escono per il circuito principale vanno (naturalmente) scritti o tradotti, e poi sottoposti ad un vaglio di editing, composti graficamente, stampati nelle varie tipografie (spesso più di una), immagazzinati, caricati sui mezzi, distribuiti alla rete di vendite descritta sopra. Anche se ci si fermasse ad una singola edizione il numero di copie stampate e distribuite non potrebbe essere inferiore ad un tot, un tot molto alto per intenderci.

Una volta stampato questo tot, vanno poi attivate tutte le attività di promozione da parte degli uffici stampa, che vanno dalla predisposizione del materiale divulgativo, all'invio delle copie omaggio all'indirizzario dei giornalisti di fiducia, al mantenimento dei buoni rapporti con costoro, all'organizzazione di gli eventi, allo studio dei canali pubblicitari e via così. Il mantenimento di questa struttura prescinde dal numero di copie stampate, che comunque, per i presupposti descritti, non può mai essere inferiore a una soglia minima.

È il motivo per cui le grandi realtà puntano su operazioni editoriali importanti, mirando a mettere sotto contratto gli scrittori più famosi, i titoli più redditizi: operazioni che comportano esosi investimenti iniziali che solo una struttura dalle spalle larghe può permettersi. Noi possiamo anche pensare che molto di quello che viene pubblicato è spazzatura (ed effettivamente, lo è), sempre noi possiamo pensare che i Librogame siano "mitici", ma questo non rileva: rilevano le indagini di mercato, le tendenze delle vendite. Siamo fuori dalla fase pionieristica del Leo Longanesi o del Giangiacomo Feltrinelli di turno, che potevano avere un’intuizione geniale sulle potenzialità dei prodotti. I libri pubblicati sono frutto di ricerche condotte con tecniche di mercato assai sofisticate: gli investitori e i consigli di amministrazione non concepirebbero altro che questo.

Capite bene che attivare questa struttura elefantiaca per un articolo di nicchia dalle sorti incerte è troppo rischioso: se il prodotto, per qualsiasi motivo, va male, le perdite rischiano di essere enormi. È vero: esiste la cosiddetta "segmentazione del mercato": nel tentativo di intercettare la fascia di pubblico più ampia possibile, le stesse case editrici affidano i loro prodotti più sperimentali a collane minori o a piccole case editrici controllate. La Einaudi, per restare in tema, ha le collane tascabili, la "Stile libero", gli "struzzi"... E ha anche la casa editrice E Elle, cui è affidata parte dell’editoria per ragazzi. Queste realtà possono permettersi di operare su scala minore, con costi minori legati o a opere già edite o ad altre vincolate da contratti di distribuzione meno onerosi (come la stampa di un minor numero di copie o il rifornimento solo delle librerie specializzate in editoria scolastica, per esempio).

E allora, mi si dirà, perché la E Elle non riprova a lanciare i Librogame? Evidentemente perché non vendono, tanto per dire.

In un mio post precedente ho ricordato che nel 2007 venne tentato il rilancio dei LG. All’epoca non ero ancora tornato a interessarmi della materia, ma ho cercato di informarmi a posteriori: a naso, posso affermare che non dovette trattarsi di un tentativo troppo convinto. Fu fatta probabilmente poca pubblicità e, a quanto leggo su questo e sull’altro forum, la distribuzione fu carente e fatta senza strategia.

Da un lato, evidentemente, la struttura distributiva doveva ormai essersi tarata sull’editoria per una fascia di età inferiore: queste sono state probabilmente scelte prese a livello centrale dalla casa madre, che ha ritenuto di riservare alla casa editrice triestina questo ruolo. Sta di fatto che quella che, per avere una minima chance di successo, avrebbe dovuto essere una distribuzione capillare in tutte le librerie, si rivelò paurosamente inadeguata.

Dall’altro lato, ho scritto che la strategia di marketing fu aberrante, e lo ripeto: riproporre lo stesso prodotto esattamente uguale a vent’anni di distanza è un errore che non farebbe neppure uno studente al primo anno di economia. Stessa veste grafica, stessa catchphrase. A vent’anni di distanza, come se nel mezzo non fosse successo niente, come se il mondo intorno, i destinatari e i competitori fossero gli stessi di vent’anni prima. Ma vi immaginate se qualcuno pubblicizzasse la Coca Cola con le stesse immagini del 1896, o se gli spot dei detersivi o del carburante fossero come ai tempi del primo Carosello?

È il sintomo più evidente del fatto che non vi fu né studio, né investimento: solo un tentativo nostalgico (magari davvero spinto dalle lettere entusiaste di qualche fan) oppure – è la mia sensazione – la trovata di qualcuno che si è ricordato che la casa editrice aveva nel cassetto questi aggeggi strani e, prima di destinarli definitivamente al dimenticatoio, ha tentato di guadagnarci ancora qualcosa a costo zero, semplicemente ristampandoli.

Si sarebbe quantomeno potuto avere l’accortezza di presentarla apertamente come un’"operazione nostalgia" ma, fatta così com’è stata fatta, deve aver semplicemente aver dato ai pischelli cui voleva essere destinata (almeno a quelli che se ne sono accorti) l’impressione un po’ goffa che ci dànno i cantanti dei "mitici" anni Sessanta che si presentano in televisione cantando per l’ennesima volta i logori ex-successi che ripropongono da cinquant’anni senza aver fatto nulla di nuovo in anni recenti.

Heimdall di Bifrost
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

bhe però riproporre la coca cola con lo style del 1896 potrebbe essere una novità interessante come collezionismo

w la FOCA che Dio la BENEDOCA

ulnar primo
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Ok chiariamo la situazione: la EL e per il 50% della Einaudi e il contratto prevede piena liberta' da parte di el di fare quello che vuole. (einaudi non tira fuori un soldo e concede in gestione solo 2 collane per ragazzi che non legge nessuno). il giro d'affari attuale di el e' pari a una macelleria con debiti in centro

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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Panteganus ha scritto:

Ok chiariamo la situazione: la EL e per il 50% della Einaudi e il contratto prevede piena liberta' da parte di el di fare quello che vuole. (einaudi non tira fuori un soldo e concede in gestione solo 2 collane per ragazzi che non legge nessuno). il giro d'affari attuale di el e' pari a una macelleria con debiti in centro

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ildemiurgo
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Re: Sfida di Coppa is Back!! A soli euro 300!

Panteganus ha scritto:

Ok chiariamo la situazione: la EL e per il 50% della Einaudi e il contratto prevede piena liberta' da parte di el di fare quello che vuole. (einaudi non tira fuori un soldo e concede in gestione solo 2 collane per ragazzi che non legge nessuno). il giro d'affari attuale di el e' pari a una macelleria con debiti in centro

Temo che tu ti inganni: anche se non si hanno esperienze dirette nel settore, credo che risulti evidente ad un'analisi effettuata col semplice buonsenso che non esiste al mondo chi ti rileva il 50% del capitale investendo soldi e poi ti lascia fare quello che vuoi, lasciandoti anche libero di fallire.

E, al di là di questo, semplicemente non è così: la E Elle è diventata a tutti gli effetti un tutt'uno con la Einaudi ragazzi, al punto che questi brand pubblicano un catalogo unificato di circa un centinaio di titoli. Poi, immagino che nessuno di noi - a meno che non abbia delle entrature veramente significative nella casa editrice - possa conoscere nel dettaglio il grado di autonomia della E Elle nel definire i propri prodotti editoriali, anche se una certa complementarità (e quindi integrazione) tra le offerte risulta evidente.

Se poi sei a conoscenza del dettaglio dei bilanci e dei contratti della EL, incluse le cifre delle vendite, beh, mi faccio da parte, ma a quel punto sarebbe interessante conoscerne la fonte.

Heimdall di Bifrost
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