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Recensione

Adventures of Goldhawk 1: Darkmoon's Curse
Edizione Penguin Books Puffin Imprints 1995
autore/i Ian Livingstone
Recensore Yaztromo

La serie "Ian Livingstone's Adventures of Goldhawk" e' anche chiamata "First Fighting Fantasy Adventures" non per caso: e' palese che questa collana si rivolge ai lettori piu' giovani e propone una versione adattata e semplificata dei classici Fighting Fantasy. Evidentemente nel 1995, quando venne pubblicata, tutta nel giro di un anno, era diventata impellente la necessita' di raggiungere nuovi, imberbi lettori che non conoscessero ancora il fenomeno Fighting Fantasy, oppure ancora troppo giovani per affrontare la complessita' dei librogame della serie principale. La storia ci dice che il "colpo di coda" fu infruttuoso, ma probabilmente perche' i tempi erano cambiati e non tanto per colpa dei difetti intrinsechi di questo interessante tentativo.

Per prima cosa, il formato classico dei librogame e' molto ampliato, in modo da lasciare molto piu' spazio per le immagini, e poi tutte le pagine, anche quelle interne, sono a colori. Per quanto riguarda la meccanica di gioco, c'e' un solo punteggio (SKILL, ovvero Abilita') ed e' per tutti uguale all'inizio del gioco (8). In caso di combattimento, questo potra' essere risolto con un unico lancio di dadi e, in caso di sconfitta, il Principe Goldhawk spesso riuscita' comunque a superare il combattimento, ma perdera' un punto di SKILL: questa attitudine cambia verso la fine del librogame, quando le sconfitte comporteranno la morte del personaggio.

I paragrafi sono sostituiti da 21 "scene" (contrassegnate da numeri), ognuna delle quali descrive una situazione ed e' accompagnata da un'illustrazione di Russ Nicholson. Di seguito ci sono fino a cinque "sotto-sezioni" (contrassegnate dal numero della scena seguito da una lettera) dove si risolve la specifica ambientazione che stiamo giocando e vengono inseriti i rimandi a quella successiva: un po' come se tutti i "paragrafi" relativi ad una data scena fossero raggruppati insieme, invece di essere sparsi per il libro, garantendo maggiore leggibilita' e strizzando l'occhio a chi volesse "imbrogliare" e vedere facilmente e rapidamente quali sarebbero state le conseguenze di altre scelte.

Detto delle interessanti meccaniche di gioco, ben calibrate sui lettori che si desiderano coinvolgere, la storia e' una miscela ben congegnata del repertorio delle fiabe classiche e del mondo Fighting Fantasy classico (con le sue chiavi numerate, le sue scelte sinistra-destra, i suoi enigmi grafici, gli oggetti da raccogliere e che permettono di sconfiggere il nemico finale...).

Ci sono pero' anche degli aspetti sorprendenti e che citano apertamente gli ACDRA di Brennan: il mago di corte Morris evoca magicamente il lettore un po' come fa Merlino nei librogame di Brennan, e la fedele (ma brontolona e permalosa...) spada intelligente di chiama Edge anziche' EJ...

Si tratta solo di un caso? Direi di no, visto che la saga di Brennan e' stata pubblicata quasi un decennio prima...

Longevità 6.5: 

Probabilmente un giovane lettore leggera' e rileggera' questo librogame, ma per chi ha qualche primavera in piu' sulle spalle, poche letture saranno sufficienti.

Difficoltà 8: 

Questo librogame e' piu' difficile di quel che si possa pensare (in piena scuola Fighting Fantasy e Ian Livingstone...)

Giocabilità 6.5: 

Se ci si lascia prendere dalla storia con richiami sia alle fiabe che a Fighting Fantasy, la giocabilita' non e' per niente male.

Chicca: 

Gli enigmi grafici a colori: ottimi per catturare l'attenzione e coinvolgere i giovani lettori.

Totale 6.5: 

Non e' di certo un capolavoro, ma all'epoca e' stato un onestissimo tentativo di coinvolgere lettori giovanissimi e, nonostante la storia ci dica che ha mancato l'obiettivo e che pochissimi se ne ricordano ancora, il suo fallimento era probabilmente dovuto al mutare dei tempi e dei gusti dei lettori, piu' che alle pecche di questo librogame.