Più che True Path citato tra i primi commenti mi ha ricordato 11/09, un po’ per il sottotesto engagé e un po’ per lo stile di scrittura amaro e senza orpelli, che arriva dritto al punto.
Se in Oniryca avevo ravvisato delle somiglianze con alcune avventure in solitario di Tunnel & Troll, Sistema Enigma: Londra mi ha ricordato un po’ uno dei primi Scegli La Tua Avventura (credo fosse Chi ha ucciso Harlow Trombey?), visto che per sciogliere il mistero di quello che è accaduto non basta giungere alla fine ma raccogliere i vari indizi sparsi e associarli. Così come quel libro presentava (se la memoria non mi fa troppo difetto) un capitolo finale in cui il protagonista diceva “Ho risolto il caso” senza nessuna ulteriore specifica, così i tre Epiloghi non rivelano praticamente nulla di illuminante sulla situazione che si trova a vivere Jay. Senza offesa per l’autore, ovviamente: ho paragonato il suo Corto a quel libro per ragazzi solo per questo aspetto, non perché mi sia sembrato semplice o infantile!
L’ambientazione e i personaggi mi sono piaciuti molto, belli e inaspettati i riferimenti a situazioni di scottante attualità e bella anche la rivelazione a sorpresa sull’identità razziale del protagonista, oltretutto piazzata nel momento giusto senza tirarla troppo per le lunghe.
Il personaggio e tutta la storia, con le cose che si affastellano senza apparente soluzione di continuità e lui indifferente e apatico, mi hanno ricordato l’esistenzialismo dello Straniero di Camus. L’atmosfera straniante è stata creata molto bene, insomma, ma proprio per il “non detto” che coinvolge il protagonista, ovvero lo statuto conoscitivo programmaticamente carente da parte del giocatore (ottima trovata, comunque!), a volte certi passaggi risultano nebulosi: è intuitivo ad esempio che
da Downing Street (parola chiave 18) si può andare al 21, ma io inizialmente pensavo di aver sbagliato perché veniva citato un Damian mai sentito prima; vedi nello stesso paragrafo anche il riferimento a Rain.
Diciamo che come meccanismo generale funziona molto bene, ma probabilmente non era questo il Corto ideale in cui usarlo, ma uno dall’impostazione più classica, in cui i paragrafi di destinazione contenessero elementi immediatamente chiari per il lettore.
Questo problema l’ho però riscontrato anche con il paragrafo #27, comunque, e vedo da un commento di questa mattina che anche l’autore è consapevole di questa situazione.
A una prima lettura le regole risultano molto complesse e inizialmente pensavo che l’autore avrebbe dovuto mettere qualche esempio in più per chiarire meglio come ottenere le Parole Chiave. A me inoltre non era del tutto chiaro che le Parole Chiave dovessero essere solo nomi di persone o luoghi, benché in effetti sia scritto a chiare lettere! Ho dovuto leggere più volte la parte relativa alle Parole Chiave (e che brutto l’elenco numerato, quasi fosse un regolamento condominiale) temendo che non mi sarei goduto il Corto, invece devo dire che, una volta messe in pratica, le regole funzionano molto bene e in maniera naturale e automatica. Sin troppo, però: la frenesia di trovare e segnare tutte le parole con l’iniziale maiuscola e calcolarne il valore fa perdere tempo e distoglie dalla lettura, interrompendola magari in un punto cruciale. La mia prima partita (esito: I Epilogo) è durata circa un’ora e anche le altre sono andate per le lunghe. Mi rendo conto che l’intento dell’autore non fosse quello di far impazzire il lettore (come ha dichiarato sin dall’inizio) ma io non ho saputo trattenermi, pensando di rischiare di perdermi informazioni vitali.
A livello di meccaniche di gioco, molto ben congegnato il passaggio dal #41 al #7 con la possibilità di raccogliere informazioni su elementi specifici anche se qualche paragrafo prima si fosse scelto un altro percorso.
Ci sono certi elementi ricorrenti, come il tema
, che tornano in maniera ondivaga e non regolare nel corso di letture successive con percorsi diversi: a seconda delle scelte fatte possono diventare delle vere costanti oppure dei semplici elementi di contorno di scarso rilievo che possono correre il rischio di sembrare buttati lì (vedi
il finale del II Epilogo proprio in riferimento al compleanno
). Questa cosa riguarda anche la seconda giornata di Jay, di cui a una prima lettura in cui non ero andato a bere con Rain non sapevo a cosa attribuire il suo pesante mal di testa. Inoltre è possibile giocare una prima volta senza approfondire la conoscenza di Larry (o addirittura quasi senza incontrarlo) e quindi le sue apparizioni successive in quella partita risulteranno meno incisive, oppure caratterizzate da un’atmosfera ben diversa (all’inizio Larry ci viene presentato come un simpatico tontolone, per poi ricomparire in maniera più neutra se non proprio inquietante). Dei percorsi più guidati forse avrebbero reso la lettura più efficace e coerente, anche se appunto più letture successive permettono di farsi la giusta idea dell’insieme. E forse era proprio questo l’intento dell’autore
Lo stile di scrittura è senz’altro valido, anche se certe formule usate dall’autore non mi sono piaciute, per quanto grammaticalmente corrette:
#13 “la musica distolga i tuoi pensieri”, forse era meglio “la musica ti distolga dai tuoi pensieri”
#48 “sguardi degni più di” da parte dell’osservatore e non del soggetto
#69 “il più rapido possibile”, avrei preferito “il più rapidamente possibile”
A volte l’ironia colpisce con successo (“un cinese, come nei più biechi stereotipi”), a volte mi è sembrata forzata (Larry gonfio di orgoglio “e non solo di quello, viste le dimensioni”).
Nei dialoghi l’autore è indeciso tra gli apici (corretti) e le virgolette accompagnate dal testo del dialogo in corsivo, che utilizza in almeno due occasioni. È chiaro che il secondo utilizzo serve a “visualizzare” i pensieri di Jay (che poi diventano il richiamo del capo) o il testo di un sms, ma li ho trovati comunque stonati.
Nel giudicarne la qualità letteraria, non ho potuto fare a meno di paragonarlo ai due altri Corti che lo hanno preceduto: è innegabile che non ha la scioltezza di
, ma l’errore da matita rossa trasale/trasalisce (oltretutto in bella vista proprio nel primo paragrafo) scompare davanti allo stupro della lingua italiana perpetrato in
con quelle virgole tra soggetto e verbo. Più gravi i rimandi “al epilogo” o “al 8X”… forse il problema è che si può generare un link solo da parole intere, e Word legge come un’unica parola due parole unite da un apostrofo, ma una soluzione differente mi sarebbe risultata meno stridente.
In definitiva un Corto interessante, decisamente valido sia a livello di ambientazione che di regole ma a tratti frustrante per il giocatore.
Dettagli/spigolature:
Il colpo d’occhio della scheda è comunque sufficiente, ma non sarebbe stato meglio mettere le lettere in ordine alfabetico per agevolarne la consultazione?
Invece di fare il registro in Excel o qualsiasi altro sistema l’autore abbia usato, avrei preferito che fosse un’immagine, così da copiarmela più agevolmente con lo strumento selezione di Acrobat Reader e poi tenerla aperta comodamente in un file Paint.
Resta la curiosità per il titolo: immagino che “Sistema Enigma” sia il sistema di regole elaborato dall’autore e Londra la prima ambientazione trattata in previsione di una serie di LibriNostri.