Recensione di Sistema Enigma: Londra
L'autore può andare fiero del suo scritto perché, dopo attenta analisi, è risultato valido sotto molti aspetti e si accapparra il mio voto più alto fino ad ora. Ci sono però anche delle mancanze, che andrò a esporre in dettaglio, e che non permettono a questo Corto un voto d'eccellenza.
Regolamento
L'impatto con questa avventura, ambientata nella Londra di un futuro che spero non arrivi mai (lo sparo libero no, ragazzi, è troppo...), non è dei migliori perché l'autore misterioso ci spiattella davanti un regolamento spesso come i mattoncini che compongono certe abitazioni dell'odierna Londra (o almeno così si vede nei film, io non sono mai stato a Londra ).
Presentare la propria opera con una tale mole di informazioni è rischioso perché il lettore può avere la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa "da imparare" o "da studiare" piuttosto che un'avventura da intraprendere o una matassa da sbrogliare.
Manca, insomma, l'immersione nella storia. Non solo non c'è il Prologo ma non abbiamo alcun riferimento a dove siamo (Londra poteva essere anche un nome in codice, per quello che ne sapevo ed Enigma la famosa macchina dei codici della seconda guerra mondiale), a cosa facciamo e alla trama fino alla 4° pagina (!), dove viene buttato lì, quasi per caso, il nome del protagonista. L'autore dice: "il protagonista di questa storia, ad esempio, sarà Jay Huey, un poliziotto trentenne ecc...Ad esempio?! Cioè, il protagonista è un esempio? IO sono un esempio? Non mi sembra un bel modo di presentare l'attore principale. Scusate il paragone ma è come se Tolkien invece di scrivere un intero capitolo introduttivo al Signore degli Anelli, "A proposito degli Hobbit", avesse scritto: "Tra i protagonisti poi ci saranno piccoli ometti come ad esempio gli Hobbit"...E Tolkien non aveva grossi problemi di immedesimazione perché non scriveva librigame!
L'idea generale che mi sono fatto dopo le 5 pagine introduttive è che non siano molto importanti l’immedesimazione e la trama. L'autore segna una marcata linea di separazione tra chi legge e la storia.
L'unico altro esempio di questo tipo che mi viene in mente è il Fire* Wolf di Brennan, dove l'autore separava nettamente la storia dal lettore, parlava in terza persona (Fire*Wolf fa questo, Fire*Wolf fa quello...) e scriveva i rimandi in corsivo (guarda caso anche Sistema Enigma: Londra ha i rimandi in corsivo, coincidenza?).
Il regolamento, in conclusione, è dettagliato come fosse un manuale da studiare e mi ha trasmesso un certo messaggio, come dire: "non è molto importante cosa vai a leggere, l'importante è che applichi bene le regole".
Longevità e trama
La storia inizia piano e manca il Prologo, come già detto.
Anch'io fui criticato l'anno scorso per non aver messo un Prologo in 11/09 ma (in sole 2 pagine), presentai Matthew, introdussi la storia e spiegai le regole. Ora invece abbiamo l'intera sezione introduttiva formulata per spiegare il "gioco" e le sue dinamiche, accantonando la parte storia/ambientazione.
Questa mia sensazione si rafforza leggendo la frase: "spesso i racconti di questo tipo sono accompagnati dallo slogan IL PROTAGONISTA SEI TU, per rimarcare il carattere interattivo dell'opera. Beh, sappi che non è propriamente esatto....[..]...non sarai al 100% lui".
Questi concetti richiamano la realtà e sottolineano la finzione del tutto: "È solo carta, non ti emozionare e stai sereno" mi sembra di leggere tra le righe. L'esatto opposto dell'introduzione di Oniryca dove se non eri autorizzato dalla Oniryca Company non potevi neppure leggere il Corto! (A proposito Seven, hai ottenuto i giusti permessi? Se riuscito a leggere il racconto?).
Se vogliamo che la gente si emozioni e creda ai "mostri" di cui scriviamo, dobbiamo immergere il lettore fin da subito e mostrare la scena come usassimo una telecamera (fonte: Gamberetta).
Detto ciò, la parte centrale del racconto è scritta bene e l'autore mostra bene il protagonista e tutti gli altri personaggi (concordo con il ritratto dei personaggi fatto da Prodo nella sua recensione). Lo stile è diretto e le descrizioni sono al minimo. I refusi sono pochissimi e la pulizia del foglio ottima.
La trama in cui ci muoviamo è classica (io amo lei ma lei ha un figlio dall'altro e non mi ama, mi vede come un amico, sic) ma delineata bene e inserita in questa Londra by night dove la notte è rappresentata dal "problema" invasione (bravo l'autore per l'idea di associare l'invasione all'immigrazione).
Anche i riferimenti alla politica sono cauti, senza prese di posizione eccessive.
I tre Epiloghi, devo dire, non trasmettono molte emozioni ma li ho trovati coerenti con l'amara realtà della storia.
Non danno neppure chissà quali risposte o possibili sviluppi al problema immigrazione, anzi sembra che non cambi assolutamente nulla, e siano soltanto dei "prolungamenti" al lato tetro della storia.
Giocabilità
Passando alle dinamiche di gioco, il sistema scelto dall'utente è davvero ottimo.
Essenzialmente, abbiamo a che fare con l'utilizzo dei codici (3 Corti su 3 quest'anno, a dimostrazione di come questa "tecnologia" sia ormai fondamentale per cercare un'innovazione nel concetto "Librogame" e per creare una ramificazione del racconto adeguata alle esigenze più "adulte" dei lettori di racconti a bivi) utilizzabili in maniera sincrona a parole chiave da individuare nel testo.
L'autore, a mio avviso, crea un'opera abbastanza complessa e ben pensata. Per esplorare tutto il Corto ci ho messo tanto e ho notato (con piacere) che il grado di difficoltà è ottimo!
Sperando di non aver tralasciato nulla, ho dovuto mappare tutto con precisione per esplorare il Corto in lungo e in largo, anche dopo aver trovato tutti e tre gli Epiloghi:
ELENCO DI TUTTI I CODICI
A37 spari al tizio in metro
B21 accetti l'uscita con Rain
C30 resti in dipartimento e vai al 7
D41 fine del dialogo con Damian
E18 telefonata a Damian dove si risolve tutto
F 42 registrazione omicidio telecamere a Waterloo. Ci arrivi grazie al codice I64
G20 sfuriata di Zemechis in ufficio
H50 Rain mi vomita addosso
I16 Ricerca sul Web di Antoine Nader
I64 filmati su Waterloo
L18 parli con Larry di Antoine
K25 rapporto sui movimenti di Nader ci arrivi grazie al codice I16
J26 agenda sparita
Il poblema è che a un certo punto mi sono messo a setacciare palmo a palmo tutto il Corto cercando gli ultimi tasselli che mi mancavano, che sono: il codice
e la parola chiave per
nel percorso
70,77,81,25,65,88,Epilogo II
.
Tale Parola Chiave (
) mi ha fatto letteralmente amattire! Prima naturalmente ho provato Damian, Rain e Mark ma nada...poi ho continuato ad eliminazione.
In realtà potevano starci benissimo anche Waterloo o Antoine Nader. Anzi, sono quasi più calzanti queste ultime rispetto a
.
Come già detto da Prodo, i paragrafi "chiave" del Corto sono il 7 e il 70, ma io aggiungerei anche il 41:
PARAGRAFO 70: NOMI DI PERSONA (aggiungi 5 e il testo inizia con se)
-Damian 13 (Epilogo I oppure Epilogo III ma per quest'ultimo serve la Parola Chiave Mark)
-Rain 72 (Epilogo I oppure Epilogo II ma per quest'ultimo serve Parola Chiave Immigrazione)
-Mark 37 (nessun Epilogo ma puoi tornare al 70)
-Larry 47 (Epilogo I o Epilogo II)
-Rory 77 (Epilogo I)
-Zemechis 53 (Epilogo I)
PARAGRAFO 7: RICERCA WEB (aggiungi 7 e il testo inizia con trovi)
-Primo Ministro 67 (nessun codice)
-Immigrazione 33 (nessun codice)
-Antoine Nader 21 (prendi codice I16)
-Trattato 17 (nessun codice)
PARAGRAFO 41: LUOGHI (aggiungi 3 e il testo deve avere un senso)
-Waterloo 81 (prendi codice I64)
-South Kenghiston 51 (nessun codice)
-Camdem 3 (nessun codice)
-Dowining Street 18 (lunga chiacchierata con Damian: Codice D41)
-Saint James 52 NON è una Parola Chiave
Non sono sicuro di aver compreso bene il senso dei finali, l'Epilogo II serve soltanto a farci capire che ci sbagliavamo su Larry, giusto? Lui non è coinvolto in cose losche ma semplicemente andava a putt...
Nell’Epilogo I non cambia nulla (e forse è il migliore...anche se tutti i nostri dubbi e malesseri rimangono li con noi in effetti...) mentre nell'Epilogo III ce ne andiamo noi (positivo perché riusciamo a lasciarci la vecchia vita frustrante di un amore non corrisposto alle spalle o negativo perché perdiamo il lavoro?).
Totale
L'autore è riuscito a farmi piacere il suo racconto nonostante l'ambientazione non sia tra le mie preferite e i temi trattati siano spinosi e, almeno in parte, attinenti alla realtà.
La difficoltà è calibrata bene e il sistema di gioco collaudato per benino.
La sensazione di un'opera più grande "compressa" in un Corto c'è ma non è così marcata da stonare, come ad esempio accade a mio avviso in Cuore di Ferro.
I punti deboli che non fanno decollare la valutazione oltre un certo limite sono la trama (non entusiasmante), i raccordi bruschi tra alcuni paragrafi, la poca immedesimazione nel protagonista che ho percepito e l'ambientazione (nerd/futuristica) che non rientra tra le mie preferite.
Come aspetto
molto positivo sottolineo ancora una volta il fatto che l'autore abbia testato il suo scritto per calibrare bene giocabilità e difficoltà.
Concludo con i miei sinceri complimenti all’autore (o agli autori).
Voto inviato a Baba
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