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Un Corto con variante "romanaccia": bello, non vedo l'ora di leggerlo.
Il materiale per la Gazzetta scorre copioso tra le righe. smile

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Della serie: semplice ma efficace. La domanda che mi dovrò porre da qui a domenica prossima non è tanto "questo corto è valido?" (lo è, punto) ma "questo corto merita di vincere il concorso?".

Perché dopo aver penalizzato Cuore di Ferro per la sua eccessiva semplicità non sarebbe giusto lasciar correre in questo caso solo perché il tema mi piace di più.

Per il resto tanto di cappello, anche se la parte finale è un po' buttata lì.

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Mi rendo conto non sia stato facile inserirla, ma DOVENDO farlo tanto valeva curarla meglio.

Zakimos
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Re:

Questo Corto mi sta piacendo molto.
Anch'io, come Zakimos, sto notando una certa semplicità di fondo. Dovrò valutare quanto farla pesare nel giudizio.

Intanto, ho due considerazioni da porre.
1) Il paragrafo 33 finisce appiccicato al 34. Secondo regolamento non doveva esserci almeno una riga bianca di spazio?

2) Sempre al 33, "prescia" significa "fretta" in dialetto romano?

Più in generale, visto i molti utenti capitolini presenti su LGL, questo racconto sarà visionato attentamente.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Anima di Lupo ha scritto:

Anch'io, come Zakimos, sto notando una certa semplicità di fondo. Dovrò valutare quanto farla pesare nel giudizio.

Questo è un racconto in cui la semplicità non mi è pesata per nulla, anzi avrei visto male un regolamento più complesso. Le mie riserve riguardano altre cose ma ci rifletterò sopra prima di esprimerle.

Però è indubbio che nel momento in cui ho valutato negativamente altri corti per un determinato aspetto non posso evitare di farlo per gli altri.

Zakimos
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Re:

Questo è il primo corto di quest'anno che mi ha realmente fatto divertire e non solo svagare!!!

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Zakimos ha scritto:

Anima di Lupo ha scritto:

Anch'io, come Zakimos, sto notando una certa semplicità di fondo. Dovrò valutare quanto farla pesare nel giudizio.

Questo è un racconto in cui la semplicità non mi è pesata per nulla, anzi avrei visto male un regolamento più complesso. Le mie riserve riguardano altre cose ma ci rifletterò sopra prima di esprimerle.

Però è indubbio che nel momento in cui ho valutato negativamente altri corti per un determinato aspetto non posso evitare di farlo per gli altri.

La semplicità a me non pesa mai, casomai è la difficoltà estrema che mi pesa, sono su DA 17 da tre settimane! smile2
Il mio commento era riferito al fatto che scrivere un racconto con meccaniche semplici è un conto, scriverne uno più complesso è un altro.

Sul finale:

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 L'Apocalisse sembra messa lì con poca grazia, proprio per rientrare nel tema del Bando. Comunque, oggi pomeriggio riparto con la lettura.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

L'impaginazione però non si può vedere. Mi stavo chiedendo come mai non trovassi gli altri due Atti: semplice, la posizione degli incipit è totalmente sminchiata.

Zakimos
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Re:

Mi sono proprio divertito a leggerlo! Grazie, autore misterioso!
Invece di volerci stupire con gli effetti speciali di trovate tenniche sparse qua e la' nel corto, hai preferito servirci una storia divertentissima e piena di gag... grazie mille! Questo approccio proprio ci mancava, in questo concorso dei corti, per cui, grazie mille per aver colmato cosi' bene questa lacuna!

Voto mandato ad Abeas per via telepatica.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Anima di Lupo ha scritto:

2) Sempre al 33, "prescia" significa "fretta" in dialetto romano?

Io uso più "Sto a annà de corsa!", comunque si, significa fretta.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Adriano ha scritto:

Anima di Lupo ha scritto:

2) Sempre al 33, "prescia" significa "fretta" in dialetto romano?

Io uso più "Sto a annà de corsa!", comunque si, significa fretta.

Grazie. wink


Sul finale devo confermare la precedente impressione:

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  L'Apocalisse si "materializza" in maniera un pò brusca all'interno di un Corto veritiero e, senza dubbio, di stampo storico.
Anche se in certi punti l'autore ha cercato di anticipare qualcosina (come al 14, in chiesa, dove viene suggerito dalla ragazza con i capelli lunghi e lisci l'arrivo dell'Apocalisse) non si può dire che l'impatto sia morbido.
Oltretutto l'Apocalisse porta con sé un elemento fantastico (o presunto tale) all'interno di un Corto in tutto per tutto realistico.
Comunque sia, questo stacco nel finale da una parte mi è piaciuto perché apprezzo i finali shock, per così dire, ma dall'altra avrei desiderato un finale "in tema" con la storia, pur consapevole che ciò avrebbe comportato l'esigenza di rientrare nel Bando con un altro escamotage
In effetti ho trovato altri errori d'impaginazione (come ad esempio tra il paragrafo 40 e ATTO TERZO) ma in compenso non ho ancora riscontrato refusi all'interno di un testo scritto davvero magnificamente: scorrevole ma ricercato e ironico ma riflessivo. Davvero uno dei migliori Corti che abbia mai letto dal punto di vista narrativo.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

famoso il detto: la gatta presciolosa fece i gattini ciechi  (ovvero, le cose fatte in fretta vengono male)

Seven_Legion
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Re:

Si comincia rolleyes

Prima partita:

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 ho desistito dall’andare in municipio e ho fatto una passeggiata per “I Quartieri” che si è rivelata abbastanza illuminante. La sera ho contattato il tizio losco e quindi al momento di cenare ho fatto due più due e ho superato il primo blocco.
A Milano sono andato con la prostituta più navigata e poi a casa ho guardato Telenauta 69 (grande citazione dei grandi Lillo & Greg!). Ho seguito il consiglio di Gassman e quando è successo il patatrac ho continuato a fare lo stronzo e ho superato anche il secondo blocco.
La terza parte mi è scivolata addosso praticamente senza che mi rendessi conto che era finita…
Bah!

Seconda partita (TOTALMENTE DIVERSA):
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 vado in chiesa e trovo la tizia che annuncia l’apocalisse (prima la cosa mi era sembrata veramente buttata lì così, adesso ha un senso!), chiedo info in chiesa e trovo l’indizio che tanto non mi serve perché so già come muovermi. Cenetta con l’adorabile suocero (un’orgia di citazioni dalla commedia all’italiana che ho apprezzato oltremodo!) e altro pezzo di informazioni per risolvere la cena del giorno dopo. Passo di nuovo il primo blocco.
A Milano vado a vedere 2001 di Kubrick e, francamente, non sono riuscito a cogliere la citazione riferita a Celentano. Stavolta alla televisione mi guardo il programma RAI e becco un altro riferimento all’apocalisse!
Provo i materiali da costruzione buoni e ovviamente il corto finisce. Finale un po’ amarognolo ma tutto sommato simpatico, in cui oltretutto compare un’altra citazione dell’apocalisse.
Pazzesco: prima sono arrivato all’apocalisse senza nessuna avvisaglia e adesso che non ho nemmeno finito il corto ho beccato ben tre elementi “apocalittici”.
Terza partita:
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 stavolta tento la carta dell’usciere che però risulta inutile, poi vado al bar e ascolto le chiacchiere locali ma non trovo nulla di utile! In pratica stavolta ho fatto un giro interamente a vuoto e arrivo al 13 senza NESSUN indizio. Se avessi fatto questo percorso all’inizio avrei dovuto affidarmi interamente al caso… preferisco avere l’“intuizione” giusta e procedo verso il secondo blocco. Però, ripeto, se avessi fatto queste scelte come prima partita avrei avuto solo il 25% di probabilità di superare la prima parte (sempre ammesso che non ci siano altre vie d’uscita nelle altre 3 opzioni, cosa che verificherò a suo tempo).
Da Milano torno a casa in anticipo (era l’unica macro-opzione che mi mancava) e, oltre a una previsione ruspante sul futuro di Pasolini, ribecco la ragazza della chiesa che mi annuncia nuovamente l’apocalisse! Però l’ho beccata nella partita precedente, qui per come è descritta la sua apparizione mi sembra che perda un po’ di mordente. Non guardo la televisione ma vado subito a letto con Elide, e interpretiamo una commovente scena di C’eravamo tanto amati. Mi rivela i guai di suo padre, ma come indizio per superare questa parte mi sembra deboluccio, forse non ci avrei fatto molto caso se non avessi giocato in precedenza.
Comunque arrivo alla terza parte e stavolta non vado a riscuotere l’affitto, così SCOPRO IL RETROSCENA DEL CORTO. A ben guardare, c’era già un indizio nel paragrafo 38.
Arrivata l’apocalisse vado in chiesa, e qui mi aspetta un finale di “sconfitta” che però mi sembra simpatico! smile2
Quarta partita:
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 comune – prostituta (nessun indizio, ma c’è un collegamento con una scena della seconda parte), poi bar – bevuta (no indizio, ma citazione di Seven_Legion!). Faccio l’indiano e passo comunque alla seconda parte.
Milano – bordello – giovinette (nessun indizio ma rimando alla ragazza dell’apocalisse e frecciatina a Berlusconi smile2 ), poi letto con Elide – altra opzione rispetto al padre (nessun indizio) e stavolta mi costituisco: è la fine del Corto, ma il finale è fighissimo! lol

GGigassi
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Re:

Bellissima la citazione a Renato Pozzetto  wink

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

Bellissima la citazione a Renato Pozzetto  wink

Canistracci-Oil?  wink

GGigassi
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Re:

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Che poi non è che Pozzetto c'entri molto con la Commedia all'Italiana, ha fatto dei bellissimi film agli inizi come "Faccia di Merda" e "Oh, Serafina", ma è principalmente noto per le commediacce anni '70 e quelle degli anni '80.

Vabbè, mi faccio la terza bigsmile2

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Vabbè, mi faccio la terza

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Vabbè, mi faccio la terza

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

Doppio senso bordellesco smile  comunque questa terza partita è cominciata proprio male, l'autore forse non ha calibrato bene la possibilità di scegliere i paragrafi.

GGigassi
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Re:

Credo di averlo sviscerato abbastanza bene (cfr. cronaca delle partite in seconda pagina), adesso provo a vedere le varie diramazioni che non ho preso tanto per curiosità.

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 Ci sarà solo un finale "positivo"?

GGigassi
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Re:

Illuminazione: la "locandina" ha una sua ragion d'essere. Ma probabilmente ve ne sarete accorti ben prima di me. hmm

GGigassi
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Re:

Il Palazzinaro: un film di carta.
Non sembra possibile partecipare alla lettura di questo corto senza che esso vi strappi almeno un sorriso, o nel mio caso qualche sonora risata; ci troviamo davanti ad un’opera sicuramente molto ingegnosa, e non per certo per la sua complessità di regolamento che è praticamente assente, così come la presenza di qualunque tiro di dado. Fin qui sembra Realtà & Fantasia, ma no, no, no, quello che rende molto speciale questo racconto é la cura nei dettagli che l’Autore ci presenta nella sua narrazione, la sua capacità di adattare frasi e citazioni al contesto e di aprirci una piccola finestra su un’Italia che non c’è più, anche se quella moderna non è poi così differente.
La scelta di parodiare, anche se parodia non è, un certo filone cinematografico può forse sembrare una comoda scorciatoia ad alcuni, ma non credo sia troppo facile, inoltre il rischio di insuccesso è molto elevato.
L’Autore ci presenta un ipotetico lavoro di  Giorgio Strehler, (ma anche Dino Risi poteva starci), che ammicca pesantemente e gradevolmente alla “Commedia all’Italiana”: una corrente cinematografica che indica tutti quei film nati sulla linea del realismo, ma che guardano alla realtà con un occhio più comico o tragicomico e che si sviluppa alla fine degli anni’50 e per tutti gli anni ’60; davvero nulla a che vedere con l’odierna comicità, anche se sono indubbiamente imparentate.
Ed é così che abbiamo a che fare con i peccati e le fortune di un Personaggio molto, molto particolare, un cattivo, ma non del modello super villain con mantello e armatura sgargiante, super tecnologie, eserciti privati, satelliti in orbita, guardie del corpo e l’originale progetto di conquistare/dominare il pianeta; ma con un personaggio mefistofelico molto più vicino alla nostra realtà di quanto immaginiamo e quindi più forte,  magari persone simili le incrociamo mentre andiamo al lavoro ignorando completamente la loro natura. Infatti sembra di interpretare uno di quei “Mostri” contemporanei di cui ci aveva avvisato P.P.P. , e che vivono tra noi (“Il fascismo non è stato neanche lontanamente in grado di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuova fascismo, attraverso i mezzi di comunicazione e di informazione, per appunto la televisione, non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, buttata per sempre”). Eppure in tutto questo non manca di divertirci, di farci incuriosire e di darci la voglia per esplorare tutti gli ipotetici finali; e solo avendo “fede” nella blanda filosofia di vita di questo protagonista così strano eppure così vero, si può vivere appieno il senso del racconto.
Vi è una pecca però, un neo sul sole, una macchia che offusca un quadro altrimenti molto vicino alla perfezione: il tema finale apocalittico e in particolare il terzo atto, pare un lavoro di limatura e incollatura, spinto con forza in un contenitore troppo piccolo, probabilmente per esigenze del concorso, ma questa cosa si nota e si fa sentire. E anche assolutamente vero però che non volendo uscire dal genere e dal filone, si trovano spesso finali non troppo esaustivi e lontanissimi dal lieto fine, anche se non credo compaiano mai interventi divini o apocalittici.

Voto inviato ad Aloona, che tra  l'altro ringrazio per il tempo! ;-) Waz waz waz.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Certamente un bel corto, meritevole di ampia sufficienza, questo "il palazzinaro" mi mette pero' in crisi circa il voto da assegnare al momento di farne ad un'analisi piu' approfondita. Mi pare un lavoro molto buono nei suoi punti "forti" ma anche nettamente carente nei punti "deboli".

Comincio dagli aspetti negativi:

Intanto c'e' un'equivoco creato dalla "locandina" iniziale, per cui uno gia' pregusta un corto presentato come fosse un film "su carta", di  quelli degli "anni d'oro" con l' Albertone nazionale! Sembra la classica genialata ...ma, dopo aver giocato e rigiocato, proprio su questo aspetto son rimasto insoddisfatto. Per dare un tono "cinematografico" al racconto, sarebbe stato meglio  impostarlo sul modello "Show, don't tell", invece che su un narratore che spiega esplicitamente ogni cosa. Soprattutto, manca l'importante dualismo dei film di Sordi, cioe' la parabola di un rampante furbetto che pero', nella disgrazia, mostra il lato umano e torna ad essere uno di noi. Questa dimensione intimista purtroppo latita nel racconto e certi passaggi echeggiano piu' a scene alla"er monnezza" con Tomas Milian (vedi Par. 16). Temo infatti sia stata la necessita' di dover far ricadere il corto nella filone dei "cattivi" (per esigenze di concorso) che abbia forzato la mano all'autore misterioso, con evidenti scivoloni in cui vediamo, ad esempio, il presunto "Sordi" diventare da donnaiolo a pedo-lolitaro (!) e persino concedersi battute sugli ebrei, cose che probabilmente gli autori di cinecitta' dei tempi d'oro avrebbero accuratamente evitato.

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 A proposito della "barzelletta". Se uno conosce la storia sa gia' che, appunto, per i Nazisti lo sterminio era un mero problema logistico (quindi dov'e la battuta?). Inoltre mi pare confonda Goebbels con Himmler (il primo fu ministro della "propaganda", il secondo fu l'effettivo incaricato di organizzare lo sterminio).
In sostanza, pur capendo l'intento di dipingere sgradevolmente i protagonisti del corto, suggerirei di trovare un altro modo, evitando di toccare argomenti delicati...
Altro aspetto debole del corto, a mio avviso, e' l'aver puntato quasi tutto sul meccanismo (satirico) del malcostume-corruzione-politica. Questione di esperienze personali in fatto di LibriGioco: qualcuno lo trovera' innovativo, a me ha ricordato: "il presidente del Consiglio sei tu", dove pero' i meccanismi di gioco erano fatti molto meglio.
La rinuncia a punteggi o anche semplici abilta', rende infatti il corto simile ad uno SLTA e rende arduo implementare buoni meccanismi di gioco...  oltre a cio', ho l'impressione che il misterioso autore sia andato a briglia sciolta coi paragrafi, concedendosi numerose divagazioni "di colore" ma facendo poco per predisporre uno schema di gioco (anche minimale, basato su indizi nel testo). Tipica di questa struttura poco "oculata" e' poi la necessita' di tagliare bruscamente gli sviluppi, (operazione detta anche "taglio dell'abero") che, effettivamente arriva puntuale, col protagonista improvvisamente coinvolto nell'  ..."apocalisse" e una serie di finali che tirano ben pochi fili della vicenda e che, immagino, lascieranno insoddisfatto piu' di un lettore.
( Vabbe'... diamo sempre la colpa alla necessita' di rispettare i temi del concorso! )

Vediamo gli aspetti positivi:
Comincio dalla "locadina" iniziale... e' favolosa, non so se e' ricavata da una foto o cosa, ma veramente complimenti al disegnatore!
Lo stile di scrittura e' molto buono. Le continue citazioni  i riferimenti storici, pur essendo anche questi poco nelle corde del presunto genere "cinematografico", sono godibili e dimostrano che l'autore ha l'occhio attento e buona memoria. L'impressione e' che certo non si tratti di un ragazzino, comunque! smile
Buonissimo il passaggio del Par. 13, dove dobbiamo decidere cosa nascondere o mostrare... e' stato un momento in cui l'aver fatto certe scelte in precedenza ha avuto un effetto... penso dovrebbero esserci piu' momenti cosi' nel corto!
In definitiva l'idea c'e'... ed e' molto bella, si tratterebbe solo di limarla con maggior finezza (magari rivedendosi qualche film di Sordi per entrare maggiormente nel mood). Sganciandola dai temi del concorso oppure rivedendo almeno i finali, per renderli meno "aleatori".

In conclusione, come detto, un corto convincente sulle potenzialita' di scrittura ma assai meno per gli scarsi meccanismi di gioco. Penso daro' un voto simile a quello di "Apocalisse!", altro corto con varie idee geniali ma anche aspetti che potevano riuscire meglio.
Voto inviato ad Aloona.

Seven_Legion
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Re:

GGigassi ha scritto:

    Vabbè, mi faccio la terza

Yaztromo ha scritto:

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

io credo stesse semplicemente annunciando la sua specialita' sul forum, ovvero quella dei tre post consecutivi, con la scusa che non trova il pulsante "modifica" !  smile

Seven_Legion
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

GGigassi ha scritto:

    Vabbè, mi faccio la terza

Yaztromo ha scritto:

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

io credo stesse semplicemente annunciando la sua specialita' sul forum, ovvero la quella dei tre post consecuitivi con la scusa che non trova il pulsante "modifica" !  smile

smile2 ragazzi mi fate morire dal ridere

Recensione de "Il Palazzinaro"

Regolamento
Il Regolamento non esiste: nessun dado, nessun protagonista con caratteristiche da calcolare, nessun codice ecc...Solo bivi con domande a cui rispondere dopo una breve riflessione. Il fatto che tali domande siano ben fatte non cancella la semplicità dell'opera, che punta tutto (o quasi) sul tema scelto, sulla trama e sullo stile narrativo.
La struttura alla SLTA rapisce il lettore e scorre via liscia come l'olio fino al termine del Corto ma strutturare un Corto simile non è la stessa cosa di creare un'opera come, ad esempio, Sistema Enigma: Londra. Spesso mi è sembrato di avere davanti un racconto esclusivamente da leggere e ciò capita ogni volta che la giocabilità viene ridotta ai minimi termini.

Trama e Longevità
Assolutamente il punto forte del racconto. Non solo il testo è scritto magnificamente ma la storia è davvero appetibile, riflessiva, ironica e longeva. L'autore equilibria bene questi elementi e crea uno spaccato dell'Italia che fu davvero ben riprodotto. Tante sono le citazioni ricercate e lo stile è impeccabile, da professionista.
Zero refusi (almeno per quello che ho visto) ma peccato per gli errorini di impaginazione precedentemente segnalati. Tutta la parte sul clientelismo e sugli appalti truccati è spaventosamente attuale ma preferisco non continuare a commentare per evitare di sfociare in discorsi sulla politica e sui politici (vietati su LGL).
Il paragrafo 32 (dove finiamo in galera) è veramente qualcosa di favoloso e riassume bene la cruda realtà.
L'autore misterioso scrive benissimo e mi fa capire che è ora che io la smetta di scrivere.
Davvero uno dei migliori comparti narrativi mai letti durante i 4 anni di Corti a cui ho partecipato.  applauso
La parte in "romanaccio" poi...spettacolare!

Massimo dei voti in questa sezione, senza dubbio.

Giocabilità e Difficoltà
L'unica parte giocabile del Corto è rappresentata dalle scelte ai bivi. Esse sono per lo più buone, fanno pensare a come muoverci e si capisce alla perfezione che siamo NOI il cattivo questa volta. Cito, tra i tanti, il passaggio dove scegliamo (consapevolmente) di utilizzare materiali scadenti. Della serie "vuoi vincere?" "Allora comportati male": bando rispettato alla perfezione.

L'autore ha cercato di vivacizzare ogni bivio con scelte differenti e interessanti e comunque rimanendo sempre in tema ma non sempre c'erano sufficienti indizi o motivazioni per scegliere quella via o quell'altra. Senza essere troppo severo, penso che alcune scelte siano del tipo "Vai qua" o "Vai la" per poi trovare gustosissimi paragrafi dal punto di vista nozionistico ma scarsi come "necessità". Cioè, a volte non è importante dove tu vada perché poi la vera scelta da fare è intuitiva e non ti servono veramente gli indizi raccolti.
Il risultato di questa giocabilità è che il Corto risulta semplice da portare a termine (basta seguire la logica del "cattivo a ogni costo") e la scelta più "fatale", secondo me, è quella del paragrafo 13 a inizio storia che, anche se molto bella come idea, è abbastanza facile da intuire:

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Chi non sa che LA MAGGIOR PARTE dei politici dei partiti italiani dal dopoguerra a oggi ha usato l'ideologia solo come una bandiera per farsi propaganda pubblicamente ma poi, nelle "private stanze", contava solo il profitto/tornaconto/clientelismo?
La scelta più logica è andare dunque al p.2 (dal 13) e togliere di mezzo sia il busto di Mussolini che la Croce.
Il politico affarista guarda il sodo e il proprio interesse (e quello degli amici) specie se in ambiente privato. Quindi schierarsi in pubblico va bene ma "meglio non schierarsi" in privato, come è la cena a casa nostra
Totale
Guidizio finale più che positivo.
Così come Sistema Enigma: Londra mi era piaciuto di più per lo schema dei Codici che per la trama, qua ho preferito la narrativa alla parte game.
Però in entrambi i casi l'anello debole (la narrativa per SEL e la giocabilità per Il Palazzinaro), pur non essendo assolutamente fatto male, non raggiunge l'eccellenza.

Sui finali, confermo quello già espresso ieri.
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L'Apocalisse si "materializza" in maniera un pò brusca all'interno di un Corto veritiero e, senza dubbio, di stampo storico.
Anche se in certi punti l'autore ha cercato di anticipare qualcosina (come al 14, in chiesa, dove viene suggerito dalla ragazza con i capelli lunghi e lisci l'arrivo dell'Apocalisse) non si può dire che l'impatto sia morbido.
Oltretutto l'Apocalisse porta con sé un elemento fantastico (o presunto tale) all'interno di un Corto in tutto per tutto realistico.
Comunque sia, questo stacco nel finale da una parte mi è piaciuto perché apprezzo i finali shock, per così dire, ma dall'altra avrei desiderato un finale "in tema" con la storia, pur consapevole che ciò avrebbe comportato l'esigenza di rientrare nel Bando con un altro escamotage
I miei complimenti all’autore!

Voto inviato a Baba


Notare che ho scritto tre argomenti differenti in un unico post. Impara GGigassi! teach

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Anima di Lupo
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Re:

Non avete capito niente. È chiaro che GGigassi posta così per omaggio alla Triade e che sia un codice per comunicare con noi messaggi incomprensibili ai più.

Comunque, gli errori di impaginazione che avete notato devono essere dovuti alla conversione in PDF... qualcosa deve essere andato storto, perché posso confermare che l'originale era a posto.
In questo caso, ci scusiamo per il disagio, ma ci deve essere sfuggito o il programma con cui è stato convertito evidentemente da qualche sfasamento imprevedibile e incorreggibile. L'anno scorso ebbi lo stesso problema con la Gazzetta, usando PDF converter, pare che il problema lo diano le immagini.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Il pregio principale (probabilmente l’unico) di questo Corto è l’originalità, anche se per i motivi che dirò in seguito è un’originalità relativa. Di certo il protagonista si discosta molto da quello che ci si aspetterebbe in un librogame, e anche nella categoria “cattivo” risulta originale come già evidenziato da Farren.

Superato lo “shock value” della scelta del protagonista e dell’ambientazione originale, rimane un Corto abbastanza (abbastanza) ben congegnato a cui fa evidentemente difetto la durata standard imposta dal bando di concorso: dopo una magniloquente prima parte e una godibile seconda parte, non rimane che il lumicino di storia con cui si spegne la terza parte. È molto rischioso partire “alti”, perché è facile non mantenere costante la qualità (o le aspettative che si sono generate) ma soprattutto si rischia come in questo caso di afflosciarsi sul finale deludendo il lettore che si era conquistato all’inizio. Il tema dell’Apocalisse può sembrare “buttato lì” se a una prima lettura il leggiocatore non fa le scelte giuste (e perché dovrebbe farle, se una vale l’altra?), giudicandolo inserito a forza nella trama come è successo a me durante la prima partita. In realtà, giocando varie volte e prendendo altre strade (cfr. il mio post in seconda pagina, a cui rimando anche i Savonarola del tasto MODIFICA) si vede come si tratta di un tema costante di tutto il Corto, che però può passare del tutto inosservato fino alla fine!
Per questo ho scritto che il Corto è “abbastanza” ben congegnato: l’autore avrebbe potuto/dovuto predisporre qualche sistema per far incontrare la parte “giusta”, cioè inerente all’Apocalisse, nella seconda parte se la si era persa nella prima (penso ad esempio a un sistema di codici: se all’inizio non sei andato in chiesa segnati “X”, e se arrivi nella seconda parte con la “X” allora devi accedere a un paragrafo in cui si citi l’apocalisse). L’invito velato che ci dà l’autore al paragrafo 48 (che come finale è più illuminante di quello al 46) potrebbe servire proprio a farci ricostruire la “vera” storia, ma è un mezzuccio un po’ stucchevole.
È anche vero che abbiamo il paragrafo nascosto citato nella locandina, in cui viene svelato il sottotesto del Corto, ma credo che la maggior parte degli utenti di LGL si siano divisi in due categorie al riguardo: quelli che avranno preso l’illustrazione come semplicemente decorativa (come inizialmente me, vedi sotto) e quelli che avranno colto l’indizio ma avranno pensato: “Ma dai, lo stesso sistema usato da

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Steve Jackson con la pergamena del Serpente del Tempo!
L’autore non può essere stato così scontato!” senza dare quindi seguito all’indizio.

Prima ho accennato a una originalità “relativa”: il fatto è che attingendo a piene mani dal ricco serbatoio della Commedia all’Italiana (e anche da altro che però c’entra come i cavoli a merenda, per quanto possa risultare divertente: puro fan service, insomma) l’autore ha ripreso tic, battute e intere sequenze di film. Per cui, si può davvero parlare di “originalità” quando invece è più preponderante l’aspetto citazionista? Concedo all’autore il beneficio del dubbio.
Ben più lodevole l’originalità (questa sì che lo è) del punto di vista con cui si è scelto di interpretare l’Apocalisse, cioè quella filtrata dalle filosofie New Age. Peccato che per cogliere questo aspetto bisogna leggere più volte il Corto o avere la fortuna di capitare sin dalla prima lettura nei paragrafi “giusti”, oppure leggere prima il paragrafo nascosto.

L’uso del dialetto in generale non mi piace molto, così come trovo artefatto l’uso di un italiano arcaico o del latino maccheronico (il celebrato Gioco di Lionardo lo avrei stroncato solo per quello) ma in questo caso non è troppo invasivo e si lascia leggere. Ho notato però che l’autore tende a ripetersi, e ha usato sin troppe volte la parola “poracci” e un’altra che curiosamente ho usato anch’io in uno dei primi commenti – improbabile che si scopra qual è vista l’abitudine a non leggere mai i post delle pagine precedenti (altrimenti i Savonarola del tasto MODIFICA non lancerebbero le loro infamanti accuse tongue ).
Oltretutto non sempre i termini in corsivo sono prettamente dialettali, ma semplicemente forme sbagliate di usare l’italiano. Se fossi romano avrei anche potuto offendermi.

Una cosa che invece ho veramente apprezzato del Corto è il lavoro di documentazione che si è accollato l’autore: ho controllato alcune cose e in effetti non ci ha raccontato balle (la TETI è esistita veramente insieme ad altre società di telefonia e copriva proprio l’area in cui dovrebbe svolgersi il Corto, Cinecittà nel 1953 era già operativa nonostante io credessi che l’avessero fondata dopo, ecc.). Ovviamente non mi sono messo a controllare tutti i dettagli, ma l’impressione che ho avuto mi basta ad apprezzare questo aspetto del Corto, ben più delle semplici citazioni fatte dall’autore.

Il Corto mi ha lasciato però un po’ di amaro in bocca: non tanto (o non solo) per il finale affrettato e raffazzonato quanto perché racchiudere quarant’anni di storia italiana in un Corto non è ovviamente possibile (e forse non era nemmeno l’intenzione dell’autore) e alla fine si scade inevitabilmente nel qualunquismo – anche se a leggere il giudizio di Anima di Lupo forse questa è stata solo una mia impressione.

Altra fonte di dispiacere: la formattazione (si dice così?) disastrosa. Probabilmente avrete notato anche voi uno spazio doppio tra un paragrafo e l’altro verso la fine, che con ogni probabilità “bilancia” il 34 attaccato al paragrafo precedente. Ho voluto sperare che la ragione di questa situazione infelice sia il passaggio dal formato Word al Pdf cui ci hanno ignominiosamente costretti gli organizzatori, ed Aloona ha confermato questo sospetto (per quanto questa spiegazione ricordi l’immarcescibile scusa dei tecnici informatici quando in ufficio non funziona qualcosa: “Sì, ne siamo informati, è un virus e ci stiamo già lavorando”, oppure l’ossessivo riferimento a un fantomatico “stress” da parte dei medici che non riescono a stilare una diagnosi corretta).
Cionondimeno, l’autore avrebbe dovuto progettare meglio le intestazioni degli “atti”, magari scrivendole dopo i numeri dei paragrafi.
Sono commosso e rincuorato nel vedere che c’è qualcuno ancora più impedito di me in queste faccende tecniche, ma alla fine questo elemento dona al Corto un’aria sciatta e ancor più raffazzonata che non gli fa certo onore.

Una nota finale sulla “copertina”: inizialmente mi ha piuttosto infastidito, perché alla proposta di un mio elaborato con alcuni disegnetti gli organizzatori sono stati molto solerti nel rispondere che non erano ammesse illustrazioni “sciolte” e solo poi ho notato l’imbeccata sul paragrafo nascosto. Ciò detto, all’ultima Lucca (Goblins & Caves) ho visto una bellissima mostra sulle locandine cinematografiche e posso ben dire che l’autore deve farne ancora molta di strada!

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GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

artefatto l’uso di un italiano arcaico o del latino maccheronico (il celebrato Gioco di Lionardo lo avrei stroncato solo per quello)

Quindi avresti stroncato il corto in testa alla classifica di tutti i tempi per una tua idiosincrasia? Interessante...

monpracem
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Re:

Ragazzi vi faccio una domanda al volo, al netto degli eventuali ritirati ecc. (non sono riuscito a seguire più di tanto il tutto) quanti sono i corti in gara?
Ovvero, questo è il quinto...quanti ne mancano?

Still
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Re:

Trovi la lista qui:
https://www.librogame.net/index.php/forum/topic?id=3985

ovvero mancano 8!

Seven_Legion
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Re:

monpracem ha scritto:

GGigassi ha scritto:

artefatto l’uso di un italiano arcaico o del latino maccheronico (il celebrato Gioco di Lionardo lo avrei stroncato solo per quello)

Quindi avresti stroncato il corto in testa alla classifica di tutti i tempi per una tua idiosincrasia? Interessante...

Assolutamente sì. Poi probabilmente avrei evitato di dare un voto per non urtare la suscettibilità dell'autore, adducendo magari attacchi informatici di hacker russi (o un virus su cui i tecnici stanno già lavorando o il passaggio del file da Word a Pdf o più genericamente lo stress)

GGigassi
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

ovvero mancano 8!

Grazie mille!

Still
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Re:

Aloona ha scritto:


Comunque, gli errori di impaginazione che avete notato devono essere dovuti alla conversione in PDF... qualcosa deve essere andato storto, perché posso confermare che l'originale era a posto.

Per quanto mi riguarda, questi errori di impaginazione non hanno influito minimamente nel mio giudizio.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Bel corto nella sua semplicità, che declina però proprio sul più bello.

L'autore ha dimostrato di conoscere e padroneggiare bene due temi: quello della commedia dolce-amara anni '50-'60, che in Italia ha avuto tanta fortuna (l'ammiccamento a Sordi è evidente fin dalla locandina, ma l'approccio mi ha ricordato anche altri attori che hanno fatto il Genere come Totò, De Filippo, Aldo Fabrizi) e quello della romanità genuina, un po' greve e soprattutto popolare del periodo, simpatica e misera, nobile e cattiva, in una parola umana, che principalmente Alberto Sordi ha trasposto così bene, quando diretto da registi all'altezza, nel nostro immaginario cinematografico.
Onestamente è difficile leggere la prima parte de Il Palazzinaro e non immaginarsi nella veste dell'imprenditore arrivista e arruffone de Il Marito o de Il Boom, e la stessa parlata della nostra controparte, certi ammiccamenti, alcuni rimandi, colgono a piene mani da questi film (anche se poi le citazioni abbondano: dal già citato Pozzetto, all'Elide di C'eravamo tanto amati, passando per molte altre piccole chicche che a un appassionato-drogato della settima arte come me non possono che fare piacere).
Detto questo, il racconto è pesantemente scisso, e questo mi fa pensare che sia stata utilizzata un'opera precedentemente concepita e adattata da un certo punto in poi per ricadere in quelli che erano i dettami del bando di quest'anno.
Mi spiego. La prima delle tre macrofasi della narrazione (quella del nostro inizio e dell'allisciamento dell'onorevole Mariotti) è curatissima. Al di là della semplicità dell'opera, che non indulge in regolamenti e si presenta come una sorta di Scegli la tua Avventura in chiave nazional-popolare nostrana, ci troviamo di fronte ad ambientazioni e personaggi estremamente dettagliati, a un andamento istrionico in cui i rimandi si sprecano, e l'ironia la fa da padrona, e in cui la cura dei particolari è evidente.
Oltretutto proprio in questa fase è presente l'unica, intelligentissima, dinamica di gioco vera e propria, ovvero l'esplorazione dell'ambiente che ci circonda allo scopo di scoprire di che pasta è fatto il buon Mariotti. Indagine che ci consentirà, nel momento clou, di decidere adeguatamente come acconciare la nostra casa per far colpo sul referente politico di turno (con tutte le icone del tempo: il busto di Benito in una fase in cui, sottobanco, la rivalutazione del personaggio era già iniziata e forse mai finita, il crocifisso, la moglie onesta e buona ma poco attraente, il quartiere popolare composto da baracche, la ricerca spasmodica del posto al sole).
Tutta questa cura tende a scemare già nella seconda fase: per andare avanti dobbiamo sposare in pieno il nostro ruolo di cattivo. Costruire con materiali di qualità ci porterà al fallimento, ma non basta preferire l'opzione da sciacalli (che ci trasformerà in assassini): bisognerà poi mettere da parte ogni morale e mandare qualcuno in galera al posto nostro per andare avanti. Qualsiasi tendenza a indulgere nel recupero del nostro lato umano verrà sanzionata senza pietà: questa scelta mi è piaciuta molto, l'ho trovata netta, coraggiosa, estrema; tuttavia andava dettagliata e approfondita molto di più perché declinata così poco fa intravedere molto per poi regalare poco. Ho trovato per esempio troppo blanda la decisione di lasciare a una nostra semplice scelta la possibilità di salvarci dalla galera o meno dopo il crollo della palazzina. Mi sarebbe piaciuta un'evoluzione simile a quella della prima parte, in cui fosse necessario un minimo di sbattimento e qualche scelta oculata per tirarsi fuori dai guai. Così come è stata strutturata la cosa in pratica ci viene chiesto "Vuoi andare in prigione?" e tocca a noi decidere se farlo o meno. Problemi di spazio con tutta probabilità che hanno impedito un maggior approfondimento da un certo punto in poi.
Tutti questi elementi inoltre ci distaccano completamente dall'abbrivio iniziale, perché, come ha detto Seven, Alberto Sordi al dunque lasciava sistematicamente che a trionfare fosse il lato umano; se operiamo in questo modo invece noi andiamo incontro a una fine prematura.
La cesura da quella che era la volontà iniziale si vede anche nella qualità dello scritto che tende a scemare e il declino prosegue anche nella terza e ultima fase, quella della nostra vecchiaia e dell'avvento apocalittico.
I paragrafi si fanno più brevi, tante situazioni non vengono approfondite, si scivola sempre di più verso l'accennato o il non detto (vedi la citazione di Telenauta, o i paragrafi finali in cui andiamo a trovare i nostri inquilini e le molte diramazioni possibili vengono solo accennate). Questa discrasia così netta fra l'accuratezza delle fasi iniziali e il "tirar via" di quelle finali mi fanno pensare che l'autore non abbia avuto adeguato tempo per terminare il lavoro o che, semplicemente, abbia adattato qualcosa di già concepiti ma giocoforza si sia trovato "stretto" nei paletti regolamentari e non sia risucito a esprimere in questo nuovo contesto tutta la verve che aveva denotato in prima battuta.
I tocchi di classe continuano a esserci (bellissimo per esempio l'epilogo che ci attende se ci affidiamo a un tardivo e ritrovato spirito religioso di fronte alle prime avvisaglie della fine del mondo, o l'easter egg del paragrafo 42, in cui l'autore ci spiega la sua idea di Apocalisse), ma la grande ironia e la cattiveria nero-comica, che sono i punti di forza de Il Palazzinaro, scemano.
Quando si sceglie una struttura così semplice è necessario giocoforza puntare tutto su una grande capacità narrativa, e se questa viene meno, anche se solo parzialmente, il racconto ne risente e rimane privo di armi.
Questo corto per i primi 20 paragrafi mi ha divertito come in poche altre occasioni i precedenza. Poi si è assestato su un livello medio, e alla fine le sensazioni che mi ha lasciato sono state più tiepide di quanto non mi sarei aspettato dopo l'entusiasmante partenza.
Rimane un buon lavoro di estrema intelligenza e che denota la capacità narrativa dell'autore, che è uno scrittore di ottimo livello: complessivamente però, pur valutandolo positivamente, avrei potuto candidarlo per la vittoria finale solo se l'eccelso ritmo iniziale, completo dei suoi corollari, si fosse mantenuto costante per tutti i 51 paragrafi.
E lo dico a malincuore, perché c'erano le carte in regola per sfornare un piccolo capolavoro.

Voto inviato a Babacampione

Prodo
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Re:

Questa volta sarò più rapido del solito perché Prodo ha già scritto tutto ciò che penso, parola per parola, o quasi.

STILE: Qui devo andare un pelino controcorrente. Sì, lo stile è bello, frizzante, ironico e arguto; ma molti passi del libro mi hanno sorpreso in negativo per la loro farraginosità. Esempio a caso dal paragrafo 1: "Gli proporrai i tuoi piani e gli lascerai credere che anche lui parteciperà, almeno con la gloria (fino ad adesso) al maggior lustro della città grazie alle pressioni che farà alla commissione per l’edilizia e alla concessione che ti darà." EEEEEEEEEEEEH (respiro per riprendere fiato).
Casi simili sono sparsi un po' ovunque nel racconto e tendono a far "scorrere oltre" un lettore con poca attenzione/pazienza come il sottoscritto. Più volte mi sono accorto che il mio occhio saltava tra le righe nei paragrafi più lunghi invece di immergersi in una lettura consapevole. Mi è sembrato di trovarmi di fronte a un autore molto bravo a esprimersi, ma che non ha riletto a sufficienza la sua opera sforbiciando lo sforbiciabile, oppure a un autore che tende a ingarbugliarsi in periodi troppo lunghi e arzigogolati.
Sia quel che sia, lo stile di Cuore di Ferro era migliore e la differenza sta più nella storia raccontata che nelle qualità letterarie dello scrittore.

STORIA: Bellissima, punto e basta. Non l'ho trovata né un'acuta satira politica, come Anima di Lupo, né eccessivamente qualunquista come GGigassi. E' semplicemente ciò che una storia del genere dovrebbe essere. Quanto meno nel primo atto. Nel secondo la fretta è stata cattiva consigliera mentre nel terzo... lo vedremo dopo.

(nota: io NON sono un fan dei film a cui questa storia si ispira. Ciononostante sono riuscito ad apprezzarla. E qui a mio avviso sta la differenza tra il citazionismo autoreferenziale e quello fatto bene).

GIOCO: Non è corretto dire che non ci sia. Il primo atto in cui bisogna cercare indizi su Mariotti mi ha coinvolto: alla prima partita ho sbagliato, rendendomi conto nella seconda di aver tralasciato alcuni dettagli che già possedevo, facendomi sentire stupido. Questo si chiama immersione.
Il grosso problema della parte gioco è che termina lì, con quel primo e unico "enigma". L'unica scelta presente nel secondo atto è scontata mentre nel terzo atto addirittura non ci sono scelte (EDIT: non è vero, c'è una ID nascosta, l'ho trovato solo dopo aver scritto il giudizio), solo vie diverse per giungere a diversi epiloghi (e anche qui quello "migliore" è citofonato). Sarebbe stato splendido se l'intero corto fosse stato un preambolo alla cena con Mariotti, con un gran finale fatto di quiz a trabocchetto. Ma non sarebbe rientrato negli estremi del concorso...

USO DELLE TEMATICHE: L'uso del cattivo come protagonista è perfetto. Forse è vero: un po' troppo eccessivo/caricaturale in certi paragrafi. Ma che ci vuoi fare.
Mentre per quanto riguarda

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
l'Apocalisse...
se questo corto fosse un gioco da tavolo si userebbe l'espressione "tema incollato con lo sputo". L'autore è stato bravo o se non altro coraggioso a cercare di mescolare due tematiche che non ci azzeccavano nulla l'una con l'altra, ma non posso dire che il risultato sia stato gradevole. Il vero problema di questo corto è la divisione in atti: l'autore ha passato troppo tempo sul primo non dedicando agli altri due la stessa attenzione. Questo fa sì che la lettura cominci con entusiasmo ma vada scemando verso il finale, specialmente se si decide di rileggere il corto. Forse sarebbe bastato permettere al lettore/giocatore qualche dinamica in più nella seconda/terza fase per mantenere l'attenzione alta fino alla fine.

IN DEFINITIVA: per me è il miglior corto in gara finora, ma, per le ragioni sopra esposte, non lo ritengo adatto alla vittoria. La speranza è che i prossimi racconti ci riservino una storia ugualmente interessante, uno stile ugualmente frizzante ma (si spera) più interazione e soprattutto un uso delle tematiche che non appaia forzato. Per adesso, mi duole dirlo, non abbiamo ancora avuto un corto degno di un concorso che ha ospitato l'anno scorso opere come L'Agone degli Erranti, Chronium e 11-09, ma Il Palazzinaro è quello che ci va più vicino.

Voto inviato ad Aloona.

EDIT: nel giudizio non ho tenuto conto degli errori di impaginazione, in quanto non dipesi dall'autore.

Zakimos
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Re:

Chiedo scusa, ma le Muse sono nove (Clio, Erato, Thalia, Euterpe, Calliope, Polyhymnia, Terpsichore, Urania, Melpomene), quindi il cinema sarebbe la decima arte.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Farren ha scritto:


Re: Concorso dei Corti 2017 - 5° racconto: Il Palazzinaro

Chiedo scusa, ma le Muse sono nove (Clio, Erato, Thalia, Euterpe, Calliope, Polyhymnia, Terpsichore, Urania, Melpomene), quindi il cinema sarebbe la decima arte.

Giusto, ma io mi rifaccio alla definizione data nel manifesto di Ricciotto Canudo (La nascita della settima arte) che, almeno in Italia, è diventata popolare per definire il cinema.
Per chi vuole approfondire la storia è spiegata qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Cinema

Prodo
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Re:

In realtà il testo di wikipedia è parecchio ambiguo.. Ricciotto Canudo stesso l'aveva definita la sesta arte poco prima...
Ma non mi sembra di doverci perdere il sonno. :-)

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Vabbè, mi faccio la terza

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

Gazzettato! smile2

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Una nota a margine: finora come protagonisti dei Corti abbiamo avuto

*) un tecno-ninja senza identità che diventa un robot e se ne va alla fine della storia senza dare spiegazioni

*) un tizio che per salvare una ditta dal fallimento (ditta che scrive i suoi manuali con la virgola tra soggetto e verbo, quindi è giusto e sacrosanto che fallisca) deve diventare un robot femmina ed entrare nei sogni di una tizia per risolvere i suoi traumi che sono una specie di versione fantasy di Love Story

*) un infelice che vive in un mondo al collasso (sin troppo simile al nostro) dove subisce vessazioni  e discriminazioni, coinvolto in una storia che potrebbe non capire del tutto

*) una tizia persa tra citazioni pop e situazioni lovecraftiane/apocalittiche a cui non vuole credere

*) Alberto Sordi

Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Farren ha scritto:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Purché non ci siano enigmi rolleyes

GGigassi
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Re:

Questo corto non parte alla grande, parte alla grandissima!
Il genere comico è poco sfruttato e declinarlo in un pecoreccio film d'antan è praticamente geniale!
La prosa è piacevole, scorrevole e divertente. L'idea di coprire quasi trentanni di vita del protagonista (e di storia italiana) è molto, molto azzeccata. L'idea di dividere il corto in tre atti, avendo di fatto tre-mini corti, è molto poco furba. Un corto già è corto di suo (e fin qui ;-) ) e, dividendolo in tre, si ottengono parti nette con poche ramificazioni. Inoltre, dopo un'interessante partenza, il tutto si esaurisce in un paio di scelte azzeccate nel primo atto per poi perdersi nel secondo e nel terzo, in cui la parte game ne risente a favore di quella narrativa.
Il tema Apocalisse è un po' appiccicato con la chicle.
Complessivamente godevole ma, viste le alte premesse, ci si poteva aspettare di più.

Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!
Scoprimi su Amazon https://www.amazon.it/Antonio-Costantini/e/B076VTJ3F7 !

Ubik
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Re:

GGigassi ha scritto:

Farren ha scritto:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Purché non ci siano enigmi rolleyes

Enigmi no, ma sento che sarà pieno zeppo di codici.  smile

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Recensione del "Palazzinaro"



Protagonista/Tema

Per la prima volta in questa edizione dei Corti, abbiamo un Cattivo: un uomo d'affari senza morale né scrupoli, uno che potrebbe vendere la propria madre per un avere il suo “posto al sole”... in poche parole, un vero e proprio figlio di sultana. Con questo antieroe, quest'autentica feccia umana, siamo agli antipodi del nemico di James Bond che ha il suo esercito privato, una tecnologia sofisticatissima o un piano folle per prendere il mondo in ostaggio. Ed è per questo che il Palazzinaro è ancora più detestabile: perché è reale. Questo Protagonista è il peggior prodotto della società post bellica e ce ne sono centinaia come lui in ogni grande città: potrebbe essere il deputato della vostra provincia, l'imprenditore con cui la vostra azienda ha concluso un affare... non ha tempo e non ha viso. Faccio i miei complimenti all'autore misterioso per aver ideato questo Cattivo, anche se ci sono delle cose con cui non si dovrebbe mai scherzare (parlo della Shoah e delle idee malsane del protagonista sulla figlia minorenne dei Rossi), come già evidenziato da Seven_Legion.

Comunque, mi è piaciuto quest'utilizzo del tema dell'Apocalisse: ci sono degli indizi che ci mettono sul giusto binario (la signora nella chiesa, i graffiti...) ma non sono palesi come in un videogioco, o il Corto precedente o una canzone di Holyhell. Il Protagonista bada ai suoi malaffari e la fine del mondo coglie tutti, senza avvertire prima; questo mi è piaciuto: infatti, semmai le profezie delle varie religioni sono vere, pensate che avremmo il tempo di prepararci alla fine del mondo? Non penso. Sempre ammettendo che queste profezie siano vere, immagino che la fine dei tempi sarà brutale come una ID e non potremmo fare niente per evitarla. Ho parlato di profezie, ma vale lo stesso per l'esplosione di un potentissimo ordigno nucleare, un terremoto come il Big One, una grossa meteorite (dimenticate Bruce Willis) o il ritorno degli One Direction.

Riassumendo: un Cattivo perfido, (troppo) realistico e un utilizzo originale del tema apocalittico... va bene, nonostante qualche punto sia discutibile.

Stile

Mi piacciono i film di Sordi, ma anche molte produzioni della “Commedia all'Italiana” che mostrano la vita e la società del vostro paese negli anni che hanno preceduto il Miracolo Economico. Queste pellicole sono sempre agrodolci, ironiche, ma così tanto umane e pochi attori hanno saputo illustrare questo periodo storico meglio di Alberto Sordi. L'idea di ritrarre più di vent'anni di storia e società italiana in un Corto è audace e brillante. Mi è piaciuta l'attenzione data ai dettagli e alle novità che compaiono poco a poco, nel bene o nel male (la critica di 2001: Odissea nello Spazio, per esempio). Inoltre, ho visto Roma solo un paio di giorni e vorrei tanto tornarvi e mi piace molto il dialetto romanesco, quindi questo “tocco romano” è una valore in più per questo Corto. I paragrafi sono vividi, ma alcuni sono troppo sbrigativi (tipo: “Bravo, c'è l'hai fatta a farla franca”; è un peccato perché rompe il ritmo del Corto).

Giocabilità

Nessuna regola, nessun dado da tirare, nessun punteggio, ma un racconto interattivo alla CYOA: per me va benissimo. Siamo gli unici maestri a bordo e non è il caso a decidere dei nostri successi o fallimenti. Penso che l'autore abbia voluto che ci calassimo veramente nei panni di questo Palazzinaro per saper prendere le decisioni giuste... bravo, un'ottima tattica! Ancora più valida perché qui dobbiamo tirar fuori il peggio di noi per campare sulle spalle degli altri e saper rigirare la frittata anche quando gli eventi ci remano contro. Più di un Corto, è quasi un manuale per peggiorare se stessi... alla faccia dei libri d'auto-aiuto che riempono gli scaffali della Feltrinelli!
Questo Corto ha una durata di vita media e ogni (dis)avventura ha il suo interesse: dal finale apocalittico alle simil-ID nelle quali il terreno non è più edificabile o al finale infame nel quale andiamo in prigione, ne usciamo e diventiamo dei paladini della giustizia e dei parac*li. Quindi, sono letture divertenti nelle quali si gioca a fare il cattivo.

Conclusione

Un racconto coraggioso, originale che rimarrà nelle nostre memorie per un po' di tempo. Il tema del Cattivo è difficile da trattare, ma l'autore ce l'ha fatta (anche se ci sono dei punti dolenti). Un buon Corto che merita il voto che gli assegnerò.

Voto inviato a Babacampione con PM (Poste del Mordor)

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Ed eccoci qua, con un corto senza dubbio originale e ricco di riferimenti alla nostra cultura: è davvero bella l'idea di ambientare l'avventura nella nostalgica "Italietta" che tutti noi abbiamo conosciuto solo nei racconti dei nostri genitori. Vediamo se l'autore ci è riuscito.

Il regolamento è semplice: non c'è. Tutto lo svolgimento è prettamente "testuale" e l'autore evita anche diusare codici e/o parole d'ordine, lasciando quindi la massima libertà di azione al lettore. Anche l'apparente "Easter Egg" legato alla bella locandina, non ha alcun esito sulla partita, ma è solo un "contenuto bonus" per il lettore più accorto. Io amo i regolamenti snelli, intendiamoci, e qui siamo a un minimalismo estremo che, per fortuna, funziona.
La formattazione è fatta male, ma per questo bisogna tirare le orecchie agli organizzatori (grazie al BAH) perché sono sicuro al 99,99% che l'originale in DOC avesse i titoli al posto giusto e non sfalsati di due righe verso l'alto.

La narrazione lascia a bocca aperta chiunque abbia minima conoscenza della Commedia all'Italiana, sia per la forma che per i contenuti. Però, pur non essendo romano, mi sento di fare un paio di appunti all'autore: al posto di "altri" vedrei megli "artri" (arrotando la "l") e la grafia a me familiare di "" è "ahò". Non ho effettuato approfondite ricerche, quindi potrei essere smentito.
C'è poi un problema con la voce narrante, che spesso si intromette troppo nelle vicende, quasi "à la Brennan". Il romanesco va bene nei discorsi diretti, ma non nelle descrizioni, anche se queste riportano i pensieri di Spartaco. Addirittura a un certo punto (par. 15) c'è un brutto "non so se mi spiego", in prima persona.
Il guaio diventa ancora più evidente nella caratterizzazione del protagonista, che ci viene mostrato con determinate caratteristiche, ma poi si esprime in modo ben diverso. Spartaco è chiaramente un parvenu, un villan rifatto e un nuoveau rich, lo dimostra chiaramente quando al par. 9 si vanta di non avere letto nemmeno un libro della propria libreria e al par. 2 non sa chi sia Moravia (all'epoca vivente e pubblicato da oltre vent'anni); eppure si lascia andare a considerazioni filosofiche inadatte a lui. Per esempio al par. 4 se ne esce con "Gli occhi smorti, spenti, opachi dell’usciere sembrano pozzi neri, finestre aperte su un mondo gelido e addormentato". Ma si può? A parte il trittico di aggettivi che rischia di spegnere i miei occhi, al massimo uno come Spartaco potrebbe definire il portiere un "rincojonito" e uscirsene con qualche massima popolare. Oppure al par. 3 abbiamo "quartiere in cui sorge questo esercizio" (sembra tratto da un manuale di urbanistica),"occhi fissi nel vuoto e ottenebrati dal vino, dalle bocche piegate di sguincio, dallo sguardo senza speranze e ambizioni" (all'autore piace molto l'immagine di questi occhi) e per finire uno "schiuma della terra, feccia"(insulti troppo colti per un palazzinaro). Anche qui, apparentemente l'autore si sostituisce al nostro protagonista, che probabilmente liquiderebbe tutti gli avventore con "anvedi 'sta manica de fraciconi".
Per le descrizioni l'autore se la cava con la locandina, che ci consente subito di immaginare le fattezze dei personaggi, associandole a quelle di notissimi attori. Mi sia consentito solo un appunto: Giovanna Ralli era tutto fuorché priva di fascino (par. 14).

A livello ludico, appurata l'agilità del regolamento, tutto il resto è piacere di esplorare e vedere ogni anfratto, conoscere ogni personaggio: i momenti in cui si può ottenere un istant death sono solo tre e tutti facilmente affrontabili. Il problema è l'inverosimiglianza delle vicende, cosa grave per un racconto che vorrebbe essere neorealista. Autore, vuoi farci credere che uno squalo come il nostro protagonista non sappia niente di questo Mariotti e scopra indizi fondamentali sulla sua personalità solo il giorno prima della cena, per di più limitandosi a cazzeggiare in chiesa o a Trastevere/Testaccio/Vattelappesca? No, non è assolutamente credibile. Così come non è credibile la figura del Mariotti stesso, se davvero è "zozzo" come si premura di dirci Spartaco, la presenza/assenza di Duce e/o crocifisso non dovrebbero fargli un baffo, interessando a lui solo profitti. Insomma, la mini-indagine iniziale è divertente, ma non funziona come struttura sulla quale reggere l'avventura.
Gli atti seguenti, purtroppo, abbandonano del tutto questo schema e riducono ancora di più le conseguenze delle azioni compiute. Il secondo atto è una carrellata di immagini provenienti dagli anni '60, il terzo non ha nemmeno quello (ma presenta un'insulsa istant death al 45). Il racconto si rilegge volentieri, ma solo, come accennavo, per il piacere di esplorare. I finali sono tirati via, quasi messi lì controvoglia.

Il tema del cattivo è stato centrato in pieno, dandone un'interpretazione originale. Sull'apocalisse, mi pare davvero c'entri poco: avrei preferito una disgrazia come il crac del mercato immobiliare, che al protagonista pare la "fine der monno" (locuzione che già si vede in alcune istant death precedenti).
Anche volendo attribuire gli ultimi paragrafi a un'allucinazione di Spartaco morente (in fondo potrebbe davvero essere un infarto o un ictus), ci vedo poco di apocalittico. Trovo poi abbastanza risicata la differenza tra il 46 e il 48 e, sempre riguardo al 46, il testo non ha senso se si proviene dal 43, essendo noi già ai Quartieri.

Insomma, questo racconto è sicuramente divertente e ben scritto, ma risulta carente nella parte ludica, avendo l'autore deciso di dedicarsi troppo alla narrativa (non senza alcune sbavature): è sicuramente un lavoro valido, ma non eccellente.

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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

GGigassi
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GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Quando mi sono trovato al paragrafo della instant death, dopo l'appellativo con cui si rivolge a noi la signora, ho subito pensato anche io a quello.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

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 A proposito della "barzelletta". Se uno conosce la storia sa gia' che, appunto, per i Nazisti lo sterminio era un mero problema logistico (quindi dov'e la battuta?). Inoltre mi pare confonda Goebbels con Himmler (il primo fu ministro della "propaganda", il secondo fu l'effettivo incaricato di organizzare lo sterminio).
In sostanza, pur capendo l'intento di dipingere sgradevolmente i protagonisti del corto, suggerirei di trovare un altro modo, evitando di toccare argomenti delicati...

Invece io la ho trovata azzeccata. Il fatto di sbagliare personaggio, pescando un nazista "a caso", indica la superficialità dei due personaggi, in linea con i loro atteggiamenti. Io credo quindi che l'autore sapesse benissimo la differenza tra i due e che l'errore sia stato inserito di proposito (un po' come in un vecchio episodio Homer Simpson diceva che Einstein aveva inventato la lampadina).

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Già, l'autore mi ha messo nel sacco!

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Rygar
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Re:

Io invece ho scoperto della trappola solo leggendo i vostri commenti... per qualche assurda ragione nelle quattro partite che ho fatto non mi sono avventurato a casa Francusi 0_o.

Ho aggiunto un'EDIT al mio commento visto che a questo punto non è vero che nel terzo atto non c'è nessuna scelta.

Zakimos
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Re:

Questo corto è della tipologia "senza regolamento", quindi praticissimo si legge ovunque. Non può però, per lo stesso motivo, coinvolgere più di tanto il lettore perché la parte interattiva è composta solo ed esclusivamente dalle scelte a fine paragrafo. E' scritto molto bene, ed è ottima la caratterizzazione del personaggio che interpretiamo; l'unica pecca forse sono le eccessive inflessioni gergali in dialetto. Nel complesso riesce a divertire abbastanza ma non si dimostra affatto longevo. Secondo me l'autore doveva essere più breve e conciso su molti paragrafi per aver cosi' la possibilità di sfruttare al meglio l'unico motore del divertimento che ha scelto di usare, ossia i bivi. Avrebbe potuto crearne di più e quindi più scelte e più paragrafi.
La divisione in atti mi è parsa inutile e spesso non mi sono nemmeno reso conto di essere passato al successivo. Un finale almeno è troppo scialbo e la scelta più importante (come preparare la casa per l'ospite da convincere ) troppo facile da intuire.
Voto inviato a Babacampione

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sancio
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Re:

Ottimo lavoro, ben scritto e divertente. Anche la "locandina" è egregiamente realizzata (scommetto che si tratta di una mano femminile!). Finora indubbiamente il mio personale campione del concorso... e se per caso non fosse così a causa di una "apocalisse" calzata un po a forza, l'autore potrà sempre dire:
“Sì, ho rubato: ma rubavano tutti.”
bigsmile

PS:

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 Mi par di capire che "l'apocalisse" a cui si riferisce il corto sia semplicemente la fine di un'epoca, vista dalla prospettiva del protagonista... credo che sia semplicemente mancato lo spazio per rendere bene la situazione.

monpracem
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Re:

Bel Corto davvero.
Al netto della tirata d'orecchi all'impaginatore (che non è l'autore, ci giuoco la paghetta settimanale) il racconto si fa proprio leggere bene. È inaspettato, originale, ben scritto.
Tanti dubbi e perplessità della prima lettura sono svaniti al secondo e terzo passaggio. Ok, alcune cose mi fanno storcere il naso, ma solo per quello che riguarda le mie opinioni personali: nulla a che vedere con gli aspetti tecnici della prosa, ergo nessun peso nella valutazione complessiva.

Corbezzoli, devo decidermi a mandare prima le valutazioni. Non voglio vincere il Tartarughino d'Oro! sad

Voto inviato a babacampione.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re:

Mi scuso con gli autori dei Corti pubblicati finora se non sono riuscito ad esprimere giudizi più articolati, ma in questo periodo è stato molto difficile.

Il palazzinaro mi è piaciuto.
PREGI:
- l'incredibile quantità di citazioni, sparse ovunque e tutte interessanti;
- una prima parte davvero eccellente;
- un bello spaccato della società degli anni '50-'60, anche se un'ambientazione di questo tipo non è certo quello che più preferisco;
- lo stile della scrittura, mi è piaciuto molto e tutto il corto l'ho trovato molto frizzante e divertente da leggere;
- il fatto di dover essere davvero cattivi per ottenere il meglio durante la storia.
DIFETTI:
- il Corto si mantiene su livelli molto alti, ma verso la fine la qualità cala;
- la conclusione non sono riuscito ad apprezzarla, ok che per tutto il corto sono presenti tanti riferimenti sull'apocalisse, ma presentarla in questo modo non mi ha entusiasmato per niente, e purtroppo durante la lettura mi ero immaginato un finale col botto, cosa che mi ha lasciato un po' interdetto.

Insomma, un lavoro davvero ben fatto, peccato per una conclusione che, a prima vista, avrei descritto come "scritta frettolosamente", ma che non so se le cose siano andate effettivamente così.

Voto inviato a babacampione.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Letto e completato al primo tentativo, questo corto mi ha lasciato l'amaro in bocca perché ho avuto un pessimo impatto con il finale. All'inizio pensavo di essermi perso qualcosa, ma anche rileggendo purtroppo la situazione non è migliorata.
Come tanti altri utenti del forun hanno fatto notare, infatti, delle tre parti in cui il corto è diviso, solo la prima è davvero ben congegnata, la seconda è piú o meno un riempitivo (ci sono spunti interessanti, ma ci si ritrova un po' spiazzati perché non si capisce dove si vuole andare a parare) e la terza è completamente fuori luogo e si lega malissimo al resto del testo, senza chiudere realmente la vicenda e rendendo di conseguenza tutto il resto della vicenda inutile.
Leggendo il finale e confrontandolo con l'inizio del corto, viene proprio da chiedersi perché lo scrittore abbia voluto far entrare a forza nel racconto un elemento fantastico che non aggiunge nulla alla trama e non. E la risposta è ovvia, per rientrare nei termini del concorso.
Se permettete, ne approfitto per esprimere i miei dubbi/considerazioni sul bando di quest'anno. A differenza da quanto detto da molti, a mio parere,  il bando è tremendamente restrittivo perché anche se teoricamente erano possibili 9 combinazioni, solo poche avevano senso, ed erano comunque molto restrittive. Questo avrebbe dovuto, in teoria, spingere gli autori a creare situazioni particolari, ma almeno in questo corto, ciò non è successo e secondo me è un difetto che pesa molto nel giudizio complessivo.
Per quanto riguarda stile di scrittura, invece, non c'è nulla da dire: grammaticalmente perfetto e molto scorrevole, davvero complimenti. Bella e immediata l'idea di evidenziare il dialetto con il corsivo.
L'umorismo a me, personalmente, non ha divertito, ma forse è perché  il dialetto non mi ha mai fatto ridere e perché non ho l'età per cogliere molte delle citazioni.
Neppure il personaggio mi ha convinto del tutto: in fondo non è realmente così "cattivo". Certo, è un personaggio che ricorre all'illegalità (ma basta essere illegali per essere cattivi?) e che mette il proprio guadagno personale al di sopra di tutto, ma non arriva mai a compiere gesti eclatanti, di violenza, di vendetta spietata, di tradimento, di stronzaggine o bastardaggine pura, se non in pochi punti, mentre per il resto è un semplice cafone che se ne frega delle leggi.
Lodevole l'opera di documentazione compiuta dall'autore, che rende sicuramente molto più tangibile l'ambientazione dando ancora più realismo alla storia.
La difficoltà, invece, è calibrata abbastanza male, risultando troppo facile, con poche possibilità di errore e scelte decisamente ovvie.
Al contrario, l'interazione è molto buona e spinge a rileggere più volte il corto.

Voto inviato ad Aloona

FinalFabbiX
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Re:

Ed ecco i nostri giudizi!

babacampione ha scritto:

È interessante il racconto di questa settimana, perché ci presenta un cattivo a cui noi lettori di librogme non siamo abituati. È un perfido arrivista, senza scrupoli che non esita a utilizzare ogni mezzo lecito e illecito per ottenere i propri scopi, calpestando i sentimenti degli altri e approfittandosi dei più deboli.
È un personaggio che per me definisce davvero lo stereotipo del cattivo contemporaneo.
Mi convince meno il tema dell'Apocalisse che poteva essere sfruttata meglio. Cosi come è usata, è un po' debole e pecca di ingenuità (o forse sono io a non averla capita appieno).
Il Corto tuttavia non ha molto altro da raccontare, dacché l'interattività è piuttosto scarna e si tratta essenzialmente di godersi la meschinità del protagonista, rileggendosi tutti i paragrafi per scoprire ogni possibile cattiveria perpetrata.
Niente regolamento e niente interattività, quindi, per una prova che sarebbe potuta essere vincente se fosse stata curata meglio sotto questi aspetti e che invece rimane una prova monca, di buon impatto, ma impossibilitata a vincere il concorso di quest'anno.
Ho apprezzato il lessico che fa largo uso del romanesco e della trivialità: secondo me ci sta alla perfezione.
Peccato quindi non potere assegnare al Corto un voto alto e faccio una tiratina d'orecchi all'autore: la prossima volta cura la parte ludica tanto quella narrata. Da parte mia riceverai un voto eccellente!

***

Hieronymus ha scritto:

Il Palazzinaro, tu mi hai provocato, e io ti recensisco!
Devo dire che questo corto a primo impatto mi ha proprio entusiasmato. L'incipit, la locandina, un bel primo impatto insomma. Peccato che ci sia anche il secondo impatto.
Ma andiamo per ordine.
La prima cosa che balza agli occhi è l'assenza di regolamento. Abbiamo un bel corto scegli la tua avventura, e secondo me va bene così. Il contenuto non sembra averne bisogno.
Originalità e ironia, tutto spalmato sul piatto Italia, che rende ogni storia cruda e amara. Un corto per niente banale che coinvolge ma alla lunga si perde. Alcuni paragrafi si dilungano troppo in descrizioni o elementi di poco conto e questo ha tolto la possibilità di inserire più paragrafi e di conseguenza di rendere il corto più longevo. Citazioni tante e di sicuro non le ho colte tutte, manca un pò di continuità. Ci sono paragrafi dove le battute si presentano a raffica e altre dove sono totalmente assenti.
Nel complesso un'opera che reputo degna di questo concorso e mi complimento con l'autore, che ci fa fare un bel viaggio nella storia del nostro paese.
Il finale manca d'impatto, a ogni modo il mio voto è... *CENSORED*

***

Aloona ha scritto:

Gran bella idea di fondo, ma che via via finisce per convincermi poco. Il tema è certamente rispettato, ma confesso che avrei preferito una bella invasione di palazzi e centri commerciali a un'apocalisse abbastanza scollata dal contesto, se non una coincidenza temporale con il fatidico anno dell'Acquario, ma che non ha nulla a che fare con le nostre azioni. Possiamo giusto arrivare a prenderla più o meno bene. Confesso che la cosa è un po' frustrante per un librogame, specie per l'occasione persa di poter influire realmente su di essa con più o meno sordide porcherie o scelte oneste che abbiamo a disposizione.
La confezione è promettente: un presunto film, con tanto di locandina; parodia abbastanza ben fatta dei classici del cinema italiano e un cattivo vero, nel senso più puro del realismo, di quelli che ti fanno venir voglia di fare le scelte peggiori per vedere cosa accade e… abbastanza prevedibilmente, purtroppo… scoprire che basta fare tutto il peggio possibile per arrivare all'esito giusto in poco tempo. O sono io che sono super (e lo escludo) o questo libro è fin troppo semplice, pur se con una discreta dose di rigiocabilità a salvarlo.

Dal punto di vista stilistico, la scrittura è fluida, ironica e rende bene la debosciata linea di pensiero del protagonista, con un solo, grande appunto: una delle prime e più importanti regole della scrittura insegna a scrivere secondo il modo di pensare del personaggio, come fosse naturale. Ora, il nostro personaggio pensa in romanesco, quindi che bisogno c'è di mettere in corsivo qualsiasi espressione tale? Alle lunghe, risulta fastidioso, dando più l'impressione che il protagonista "motteggi" un romano e non che lo sia. Ci può stare quando a parlare è il suocero, le cui espressioni milanesi suoneranno "bizzarre" o estranee al protagonista, non col proprio dialetto. Tra l'altro, le espressioni romanesche si accompagnano, in alcune occasioni, ad altre che un romano doc avrebbe per forza espresso in dialetto e vengono invece rese in italiano corretto, perdendo un po' di coerenza.

Nel complesso, non mi è dispiaciuto affatto, ma non mi ha certo entusiasmato come le premesse facevano sperare. Ha comunque molte potenzialità che potrebbero venire alla luce in una revisione post concorso, soprattutto l'idea di un librogame come film.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

L’idea del Corto mi è venuta leggendo in pdf dei vecchi numeri della rivista Dragon in cui si discuteva della possibilità o meno di interpretare dei personaggi di allineamento malvagio. Io non sono affatto contrario alla cosa (benché non ami farli in prima persona), perché ho sempre pensato che non è che per forza una persona “cattiva” vuole conquistare il mondo e fregare sistematicamente gli altri: i banchieri che hanno fottuto l’economia potrebbero benissimo essere Evil eppure sono apparentemente rispettabilissimi! E poi anche i cattivi hanno bisogno di amici e possono innamorarsi, quindi possono coltivare legami, fare favori, ecc.

Inoltre mi piaceva l’idea di usare l’Apocalisse così come viene intesa da alcune dottrine esoteriche e da alcune culture, cioè non come la fine di tutto ma come un momento di transizione da un mondo a un altro più illuminato. Rileggendo il Corto, però, mi sono reso conto che la cosa finiva per risultare un po’ buttata lì senza criterio se non si fossero raggiunti i paragrafi giusti ai bivi.

Il Corto è chiaramente un omaggio alla Commedia all’Italiana, la “farsa” della copertina non c’azzecca molto, tanto più che è in tre atti (nel cinema invece c’è un prologo, un centro con il turning point e poi la risoluzione).

Chiaramente attori e regista sono chi pensiate che siano, ho giusto cambiato un po’ i nomi per evitare noie. Noie assolutamente improbabili ma non si sa mai. Alessia Fiore è invece una mia bellissima amica che recitava a livello amatoriale.

I “Generoni”, il cognome del protagonista, erano una classe di possidenti terrieri che agivano nella Roma papalina a cavallo tra i secoli 18° e 19°. Questa notizia l’ho appresa da Wikipedia, quindi non posso garantire sulla sua autenticità.

Le citazioni tratte dalla Commedia all’Italiana (e non solo) sono tantissime ed è inutile e superfluo ricordarle tutte, solo l’elenco delle vittime è un profluvio di nomi presi da Brutti, Sporchi e Cattivi e tanti film coevi. Una curiosità: durante le ricerche che ho fatto per sapere quando è stato introdotto il telecomando in Italia, ho scoperto che uno dei supposti inventori avrebbe potuto essere tal Pace, che ho citato “mimetizzato” nei pensieri di Spartaco quando guarda la televisione! Per la cronaca, il telecomando era già disponibile in Italia prima del periodo in cui è ambientata quella scena.

Le parti più sforbiciate si sono concentrate alla fine. In origine la parte della visita al palazzo avrebbe dovuto essere un po’ più articolata, e la giovinetta a cui pensa lascivamente Spartaco avrebbe dovuto essere una sorta di giovane Ornella Muti, così come il pensionato avrebbe dovuto essere un omaggio a Umberto D. (come il film neorealista omonimo).

In effetti la barzelletta su Goebbels e la scena con la scritta sul muro (citazione di seconda mano, perché non ho visto nè ricordo il titolo del film da cui è tratta, ma ne ho solo letto su un libro di Storia del Cinema) occupano troppo spazio, ma ho voluto lasciarle così. Solo che a furia di sforbiciare il resto mi sono messo KO da solo! smile2

GGigassi
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Re:

Alla prima lettura mi son detto: questo corto vincerà!! Alla fine della prima lettura mi son detto: questo corto non può vincere!! Amico autore, Il Palazzinaro va posto nei libri di scuola come esempio di "tirarsi la zappa sui piedi da solo". I presupposti erano delle BOMBE!! Lo stile c'era tutto! Il personaggio principale era perfetto! Perché non l'hai introdotta meglio sta belin di Apocalisse? Volevo vedere Spartaco trattare con il Demonio, sentirmi malvagio fino alle unghie dei piedi, non ste due paroline in croce del finale eccheccazz!! Non sai quanto avrei voluto darti un voto più alto e quanto ci sia rimasto male quando ho capito che Il Palazzinaro non aveva goduto della giusta attenzione che meritava. E ti credo, impegnato com'eri con duecento mila progetti a tempo...

Zakimos
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Re:

Beh, vaghi riferimenti religiosi e new age c'erano, ma in effetti anch'io ho constatato rileggendolo che se non si trovavano i paragrafi giusti non si poteva cogliere il filone complessivo.

Tra l'altro mi stupisco da solo: sul serio avevo fatto quelle riflessioni leggendo Dragon? Non me lo ricordavo. (il file con le spiegazioni l'avevo preparato prima, ovviamente, non sono COSI' rincoglionito).

GGigassi
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