Come per tutti gli altri corti, parto da ciò che si nota al primo impatto.
E qui le cose che si notano sono due, e sono entrambe eccezionali:
la prima è che questo corto ha un regolamento molto complicato, ma così intuitivo che si riesce a comprendere dal primo paragrafo senza che ci venga spiegato. Questo aspetto, secondo me, è incredibile e molto innovativo (è il primo corto in cui vedo realizzata una meccanica di deduzione delle regole, o almeno è il primo in cui vedo realizzata questa meccanica così bene), tanto da spingermi a pensare che, in questo ambito, il corto sia riuscito a fare molto meglio de "La nebbia" (che prendo ad esempio perché è considerato da molti il miglior corto ad enigmi) in cui, malgrado ci fosse un regolamento che spiegava punto per punto, mi ci sono volute quattro letture prima di capire appieno le indicazioni per passare da un paragrafo all'altro.
Subito dopo aver osservato il testo nella sua interezza, il mio occhio è stato inevitabilmente attirato dal titolo del paragrafo "evacua": e qui, autore misterioso, ti dirò la verità, mi sono commosso. Sarà che sono stato io ad imbattermi in quella parola, ma sei stato davvero geniale ad inserire lo stesso enigma di True Path in chiave parodistica.
Sono fiero di affermare che, sotto molti aspetti, questo corto è il Fi'a'za del 2017.
E per me non potrebbe esserci complimento migliore.
Innovativo, geniale, folle, questo corto ha reinventato a livello logico il concetto di librogame come non succedeva da almeno due anni.
Anche lo stile, frizzante e allegro -quasi mai banale - contribuisce a rendere l'opera ancora più godibile, con un umorismo tagliente che sicuramente riesce a strappare qualche risata.
Se il primo impatto è grandioso e fenomenale, leggendo più volte, però, ci si rende purtroppo conto che l'idea iniziale dell'autore non è supportata da una realizzazione all'altezza e che spesso vari spunti non sono stati sfruttati come avrebbero meritato: tutto ciò trasforma il corto da eccezionale a buono/mediocre.
La storia è abbastanza banale e stereotipata, con un finale, purtroppo, molto approssimativo, in cui non si spiega bene cosa sia successo (quasi nessuna sottotrama della protagonista viene chiusa per bene).
La stessa protagonista (ma in generale tutti i personaggi) non è credibile perché ha una psicologia che non è coerente con il suo background: fidati autore, te lo dice un diciassettenne liceale, che ti assicura che una mentalità del genere è di una ragazza delle medie, non di fine superiori.
Gli enigmi, e in particolare tutti gli enigmi che non sono sciarade, non sono così ben pensati (mi dissocio, però, da chi ha addirittura cercato l'immagine della lapide su google: dai ragazzi, strabuzzando un po' gli occhi si risolve benissimo!).
La longevità è sicuramente un punto dolente visto che il corto è brevissimo (tu stesso, autore, lo ammetti dandoti la zappa sui piedi) e la rigiocabilità è zero dato che c'è un unico true path.
Persino i paragrafi nascosti, in cui l'autore aveva interamente carta bianca su cosa scrivere, diventano il peggiore degli incubi per il recensore che, per essere sicuro di non essersi perso niente, si mette a leggerli tutti dall'inizio alla fine. L'unico che mi ha un po' intrattenuto, penso sia stato quello della barzelletta, ma mi aspettavo sicuramente di più.
Voto inviato ad Aloona, con la speranza che l'autore rimetta mano a questo corto che potrebbe diventare un vero capolavoro.