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babacampione ha scritto:

Vi ricordo che il quarto racconto in gara (Il Palazzinaro) è ancora disponibile per i vostri giudizi e voti fino a domenica 12 Marzo alle 23.59.

Ma non era il quinto? O qualcuno nel frattempo è finito fuori concorso?

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

E' chiaramente un lapsus, d'altra parte la sequenza dei racconti e' chiarissima nella sezione del forum, qui

Seven_Legion
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Re:

Rygar ha scritto:

babacampione ha scritto:

Vi ricordo che il quarto racconto in gara (Il Palazzinaro) è ancora disponibile per i vostri giudizi e voti fino a domenica 12 Marzo alle 23.59.

Ma non era il quinto? O qualcuno nel frattempo è finito fuori concorso?

Errore mio.
Già sistemato in prima pagina

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re:

Rygar ha scritto:

babacampione ha scritto:

Vi ricordo che il quarto racconto in gara (Il Palazzinaro) è ancora disponibile per i vostri giudizi e voti fino a domenica 12 Marzo alle 23.59.

Ma non era il quinto? O qualcuno nel frattempo è finito fuori concorso?

Secondo me Mornon adesso sta tremando al pensiero di poter perdere a breve il titolo di Precisino Della Fungia del sito... wink

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Bene, l'ho finito verso il quinto o sesto tentativo e ho anche individuato l'autore misterioso. Un'ambientazione più "classica" è un toccasana, dopo tutta una serie di scenari poco convenzionali.
Per tornare al dibattito sul true path, io ne ho riscontrato uno nel senso più ampio del termine: fare certe scelte (ovvero non farne altre) pregiudica il successo dell'avventura.
Adesso voglio giocarci un altro di paio di volte per valutarne l'eventuale flessibilità, ma sono già pronto a esprimere un giudizio.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Io l'ho finito al primo colpo. Come si vede che sono parte della TRIADE. bigsmile

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Finalmente un po' di quota rosa fra i cattivoni!
Bella l'idea di una signora ex-buona che si trova ad affrontare i suoi ex-compagni di party. Tutto molto meta-gioco, mi piace!
Buffo che nell'introduzione alle regole si parta da ciò che non occorre fare... Ma finalmenta si passa al libro degli incantesimi. Cioè, una negromante abituata a limonare duro con le più alte gerarchie infernali avrà tipo... 12 incantesimi!? Va be' dai, facciamo finta di niente e subito il testo indica che l'avventura può terminare per mancanza di scelte, senza manco un mezzo-paragrifino di consolazione. Dopo 5 pagine (!) di descrizione degli incantesimi, due belle note che distolgono un po' troppo l'immedesimazione siamo pronti per spaccare un po' dei nostri ex-compagni.
E qui il tutto scricchiola più forte. Leggendo il regolamento il meccanismo di gioco mi pareva comunque interessante, invece il motore è solo uno "scegli l'incantesimo fra questi, se scegli quello giusto procedi (ma magari ti servià obbligatoriamente dopo...) oppure muori". E non tutte le scelte sono dettate dalla logica.
Inoltre, i nostri ex-amici sono arrivati nelle nostre terre, nei nostri palazzi e hanno fatto i comodi porci loro riempiendoli di trappole mentre noi eravamo a... boh? Comunque, quando loro hanno finito di sistemare tutto, pronti via per gettarci di persona nelle trappole che hanno predisposto.
Credo che una trama del genere possa funzionare in un testo ironico, dove si prendono palesemente in giro gli stereotipi di certi fantasy.

Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!
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Ubik
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Re:

La prova del Negromante mi è piaciuto.
E' un racconto semplice e abbastanza lineare, che non ha pretese di introdurre chissà quali novità e soprattutto rifugge dalla complicazione e da situazioni eccessivamente contorte.
L'idea è quella di offrire una storia che sia avvincente e che riesca a introdurre delle dinamiche ludiche senza ricorrere alla sorte legata al lancio di dadi o a meccaniche arzigogolate.
Siamo dei cattivi quasi stereotipati tanto ricadiamo nei canoni dei GDR più classici, ma questo, da vecchissimo giocatore di D&D prima edizione, non solo mi è piaciuto, ma mi ha aiutato a immedesimarmi di più nell'atmosfera.
La meccanica è ben studiata: si rifà a quella lineare di alcuni volumi di Compact, ma al contrario del taglio che troviamo nei suddetti volumi (in cui troppo spesso le decisioni e i bivi sono affidati alla sorte e non regolati da nessuna logica) in questo caso l'autore è stato bravo a dettagliare, nel lungo prologo e nell'imprescindibile manuale, le caratteristiche dei singoli incantesimi, consentendo al lettore che si è dedicato con pazienza a scorrere i paragrafi introduttivi, di scegliere quale potere impiegare e come comportarsi in determinati bivi sempre con cognizione di causa.
Questo approccio mi è piaciuto particolarmente: forse sarò stato fortunato ma ho finito il racconto al primo tentativo, e ogni volta che ho ragionato su determinate situazioni la logica impiegata, basata appunto sulla lettura del prologo e del libro di magia, si è rivelata sempre azzeccata.
Faccio degli esempi:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Ho scelto di affrontare come primo avversario il guerriero, e quando mi sono trovato di fronte alla possibilità di utilizzare il rivela magia o il rivela invisibilità ho deciso di soprassedere rifacendomi al fatto che nei giochi di ruolo classici i guerrieri detestano le arti magiche. la scelta si è rivelata azzeccata. Affrontando poi Boris ho optato per il Fulmine Magico; è chiaramente spiegato che nel corpo a corpo siamo scarsi, e ho cercato di impiegare l'incantesimo che potesse colpire dalla distanza un avversario forte nella mischia e allo stesso tempo salvaguardare la mia incolumità: altra scelta che si è rivelata vincente. Nel prosieguo la donna-demone di Bistrinia, inespressiva e capace di mutarsi, improvvisamente e senza prevviso, mi ha messo in allerta immediatamente, e ho pensato si trattasse di un'illusione: da qui l'idea di usare il rivela-magie. Al momento di affrontare il ladro, trovandomi di fronte a 13 specchi, ho cercato di ricorrere a un potere che mi consentisse di colpirli tutti insieme, quindi un attacco multiplo. Dardo incantato sarebbe stato insufficiente per distruggerli tutti, gli altri disponibili poco utili, da qui l'idea di evocare i non morti.
Più avanti, nella roccaforte dell'Elfo, ero consapevole della potenza della spada del mio ex-compagno e della necessità di non affrontarlo con il suo brando in pugno. Ho optato quindi per il passaggio segreto seguendo questa logica e provando a sorprenderlo, quindi ho deciso di volare superando Forester senza combatterlo, in modo da non allarmare Leon con il rumore dello scontro e di non perdere tempo, e, una volta arrivatogli alle spalle e scopertolo intento in una sorta di rituale al cospetto della sua spada demoniaca, ho deciso di colpirlo con tocco di morte per ucciderlo rapidamente e non dargli il tempo di impugnare l'arma. Tutte scelte perfettamente razionali e desumibili da una lettura attenta del prologo e del manuale come già accennato.
Mi è piaciuto, inoltre, anche il modo in cui lo scrittore ha approcciato il concetto di true path. Esistono delle scelte obbligate, ma sono molto logiche: allo stesso tempo ha lasciato discrezione al giocatore di decidere, in diverse occasioni, come superare le avversità. Un ottimo equilibrio tra libertà di azione e necessità di scovare il percorso giusto, che, a mio parere, risulta impegnativo senza essere frustrante, e costituisce un valore aggiunto per l'opera.
Mi è piaciuta anche l'ironia di fondo e la caratterizzazione dei personaggi, classica fin quasi alla macchietta ma che ben si sposa con l'atmosfera del lavoro. La protagonista è piena di sé fin quasi a scoppiare, in perfetto stile personaggio nero caotico del D&D. Non solo si considera potente e superiore agli altri, ma anche una "strafica" per cui gli uomini perdono la testa. Addirittura nell'antro del ladro si specchia volentieri rimirando le sue superbe forme. Ironico e molto adatto al personaggio. E lo stesso si può dire per il potente e poco intelligente, anche se fine stratega in battaglia, guerriero, per il mellifluo e inafferrabile ladro, e per il misterioso e temibile elfo. E per alcuni artefatti che la nostra si porta addosso: chi non ha sognato almeno una volta di possedere il potente talismano catastale, in grado di svelare la planimetria e il valore in euro di qualsiasi immobile al solo sguardo?
Passiamo ai lati negativi: purtroppo ce ne sono e sono anche determinanti.
1) La prosa non è delle migliori. Alcune frasi sembrano abbastanza improbabili (e non mi riferisco agli indizi per l'epilogo "alternativo" disseminati qui e là e solo apparentemente insensati), non mancano certi errori sintattici, un paio di link saltati e in generale alcune scelte a livello di periodi e concetti che risultano poco felici. Si tratta comunque di difetti assolutamente minori che cito più che altro per completezza.
2)La struttura prescelta se da un lato è stata ben gestita dall'altro ha creato una situazione poco adatta a un corto. Il racconto si ramifica in tantissimi bivi, nessuno dei quali introduce variazioni reali rispetto alla direttrice principale o alternative determinanti. La maggior parte semplicemente ci rimanda a scelte errate nella selezione dei poteri che ci portano alla morte, o a dover compiere una nuova scelta perché l'incantesimo usato ha cristallizato la situazione senza risolverla. Questo taglio di fondo secondo me è completamente inadatto a un lavoro così breve. Si è costretti a "sacrificare" moltissimi paragrafi sull'altare della struttura di gioco senza poterli impiegare altrimenti. Il racconto risulta per questo fin troppo breve e poco approfondito, e lascia un bel po' di amaro in bocca perché introduce tanti elementi senza, di fatto, scavarne a fondo, anche minimamente, quasi nessuno.
3)In nome della semplicità e dell'immediatezza l'autore ha probabilmente presentato un racconto che è piacevole e divertente, ma che non da mai l'impressione di potersi davvero elevare a livelli eccelsi. La struttura, la profondità delle situazioni e delle ambientazioni, l'intreccio narrativo, le scelte in campo ludico: è tutto gradevole e coinvolgente, ma tutto "limitato". Questa linearità di fondo lo rende un provvidenziale intermezzo tra opere più complesse e seriose, e talvolta anche ben più noiose, ma allo stesso tempo lo condanna in partenza a non avere i mezzi per potersi imporre come miglior racconto. Io credo che l'autore questo lo sapesse bene quando si è iscritto e abbia partecipato soprattutto con l'intento di ben figurare, consapevole che difficilmente sarebbe riuscito a raggiungere la vetta della classifica.

Qualche parola a parte merita il finale "easter egg", a cui approdiamo dopo aver colto di tanto in tanto dei rimandi lungo il nostro percorso che ci fanno capire che l'avventura fantasy che stiamo vivendo non esaurisce completamente la vicenda

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 La nostra controparte infatti si scopre essere una ragazza sotto osservazione psichiatrica, che si è alienata completamente dal mondo e ha deciso di vivere nella realtà virtuale scaturita dalle sue campagne di Dungeons & Dragons. Alcune frasi lasciate lì in mezzo, apparentemente distaccate dalla vicenda che stiamo vivendo, costituiscono gli indizi per comprendere certe implicazioni della storia, implicazioni che vengono definitivamente svelate al paragrafo 18 (numero che si ottiene sommando le X che troviamo scritte nel testo, apparentemente senza troppo senso, dopo aver battuto ognuno dei tre boss). Devo dire che questo elemento aggiuntivo, che introduce l'argomento nerd nel racconto, altrimenti assente, non mi ha entusiasmato più di tanto. Il colpo di scena finale mi ha blandamente stupito, ma non ha cambiato l'essenza di quello che mi aveva trasmesso La Prova del Negromante, né l'ho trovato così rivoluzionario da ribaltare l'opinione che mi ero fatto sul racconto fino a quel momento, o modificare le sensazioni provate  e quanto mi aveva trasmeso, in positivo e negativo, la narrazione. Lo considero un tocco di classe aggiuntivo, che modifica poco il valore complessivo dell'opera: continuo a considerare la riproposizione di una tematica fantasy classica e "pura" il suo lato migliore
Concludendo, La Prova del Negromante merita un buon giudizio perché complessivamente è un buon racconto. Gli manca qualcosa però per competere per i primissimi posti della graduatoria.

Voto inviato a Babacampione

Prodo
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Re:

Recensione di "La prova della negromante"



Protagonista/Tema

In vari anni a viaggiare nei vari mondi fantasy, non ho mai incontrato una negromante: sembrava che fosse un circolo privato da uomini brutti e calvi, psicopatici con la lunga barba sporca, tipi loschi con i sai neri ammuffiti o scheletri alti 3 metri con lo sguardo infuocato  (chi ha riconosciuto l'ultimo?). Ma no, c'è almeno una ragazza che ha intrapreso il viaggio senza ritorno della negromanzia, ma non si conoscono le ragioni. Forse voleva diversificare i suoi poteri con la negromanzia bianca (visto che siamo in un ambiente di D&D) ma ha sentito il richiamo del Lato Oscuro? non si sa bene, ma non importa perché è diventata una cattiva con tutti i crismi: ha diritto di vita e di morte su quasi tutto il continente, ha migliaia di sudditi (con tanta di materia prima per i sacrifici), un arsenale magico da far piangere Gandalf e la classica "Sindrome di Vegeta" di molti cattivi (ossia "Io sono Er Più, tu non vali niente"). Purtroppo, nonostante questo profilo interessante della nostra negromante, c'è qualcosa che non va: visto che ha un potere assoluto, dovrebbe avere dei subalterni che potrebbero fare il lavoro sporco per lei, no? ci sono tre rimbambiti che hanno preso tre città, allora perché non inviare un battaglione appoggiato da demoni o non-morti, visto che lo potrebbe fare? dopotutto Sauron non va fare la guerra alla Terra di Mezzo da solo, Nagash aveva dei discepoli e dei generali, Freezer inviava i Saian per devastare i pianeti in nome suo, Blofeld ha tutti i soldati dello S.P.E.C.T.R.E
Avete capito dove voglio arrivare? la negromante (che mi fa sempre pensare a Malefica) mi sembra troppo potente per questo tipo di missione ed è un peccato. Inoltre, il suo elenco d'incantesimi non è adatto per una maga del suo livello: vista la sua descrizione, potrebbe far schiantare la Luna sul suo pianeta quando vuole. conoscerà allora più di 12 incantesimi!

Questo tipo d'invasione è classico, ma funziona bene: è da tempo che volevo leggere un fantasy classico e questo Corto è capitato a fagiolo!

Stile/Narrazione

Non ho molto da dire sullo stile: è semplice, efficace e descrive bene le varie situazioni ed il pensiero della Protagonista, sottolineando la sua essenza caotica-malvagia (o caotica-neutrale? mi perdo sempre con questi concetti...). Quando ho letto questo Corto, ho fatto un viaggio nel tempo: mi sono ritrovato ragazzino a leggere i miei primi LG fantasy o, un po' più tardi, le avventure "solitarie" della buona vecchia scatola rossa di Dungeons&Dragons... questo mi è piaciuto molto: trappole, nemici da sconfiggere non soltanto con la forza, oggetti magici che ti avvertono del pericolo al momento giusto... è stato bello.
Peccato la presenza di frasi che sembrano senza senso (al Paragrafo 6, se non erro, con "Sono la veste azzurra" che non ho capito molto) nuoce alla narrazione.

Giocabilità

Quasi nessun regolamento, niente dadi, niente combattimenti... ma è un fantasy? ah, sì c'è un elenco di incantesimi! ancora una volta, un tuffo nel passato : rileva magia, levitazione, dardo incantato (Fire*Wolf, te l'hanno fregato!)... tutta la mia gioventù! peccato che non ci sia il disco volante (sempre della scatola rossa) o la Ragnatela (troppo forte!). Gli incantesimi sono al centro della storia e dobbiamo pensare come un vero mago: ognuno ha la sua utilità e deve essere utilizzato bene. Infatti, è così: si tratta più di un Corto di logica che di fantasy. Non si può parlare di un vero True Path, ma dobbiamo scoprire il giusto utilizzo di ogni incantesimo per vincere. E se fosse questo questa "Prova della negromante"? è facile ottenere potere con dei mezzi discutibili (patti infernali e compagnia bella), avere un potere assoluto, ma utilizzare bene questo potere, possederlo senza farsi possedere da lui... è tutta la difficoltà. Anche se il Corto esaurisce il suo interesse una volta che abbiamo capito come fare, offre varie possibilità di partite divertenti che ci ricordano i nostri primi passi nel mondo del gioco. Una durata di vita media, ma un buon divertimento.

Conclusione

"La prova della negromante" è un buon corto di taglio classico che spezza il ritmo di quest'edizione dei Corti nella quale gli autori si sono scervellati per sfornare delle ambientazioni originali e/o uniche. Una protagonista come quelle una volta, una trama con il tema del dungeon incorporato in quello dell'invasione ed un regolamento semplice ma efficace che mi ricorda il buon vecchio tempo... un buon lavoro tradizionale... oppure no?

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Amico autore, ti faccio davvero i miei complimenti! pensavi di averci fregato facendoci credere che si trattasse solo di un Corto fantasy? mi è piaciuto l'avvertimento sulla salute mentale della negromante: mi ha messo la pulce all'orecchio. Inoltre, gli indizi che hai seminato sono originali e bastava seguire i breadcrumbs per arrivare all'enigma ed avere il vero finale... bravo, questo mi è piaciuto molto ed ha aumentato il mio voto per questo tuo lavoro: anche se la negromante odia gli illusionisti, ma tu autore, fai parte di loro! bravissimo!

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Pirata, mi hai fatto tornare in mente una parte del commento che mi ero mentalmente preparato e che ho poi dimenticato al momento della "recensione" di scrivere. L'ho integrata adesso nella mia valutazione. Ti ringrazio per l'imbeccata involontaria smile.

Prodo
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Re:

La Prova della Negromante è il primo racconto in gara a centrare davvero l'obiettivo. Dirò di più: è il primo corto in gara ad essere davvero un "corto" e non un librogame in misura ridotta per venire incontro ai limiti imposti dal concorso. Difficile immaginarlo ampliato in qualcos'altro, difficile pretendere qualcosa di più dal poco (ma buono) che offre. O forse no? Vediamo.

STILE: Partiamo con uno dei due elementi negativi che penalizzano il racconto: lo stile di scrittura non è il massimo. Non si può dire che questo racconto sia scritto male, allo stesso tempo non si può sostenere il contrario. La narrazione è molto amatoriale e non sempre scorre come dovrebbe. Non sarebbe un problema così grave, anche grazie all'impianto di gioco all'altezza, se si trattasse di un piccolo corto a bivi in un blog sconosciuto; ma vista la partecipazione a un concorso (che vanta un certo standard qualitativo) è un difetto che non può essere trascurato.

STORIA: Sorprendentemente mi è piaciuta non poco, perché nella sua semplicità è FUNZIONALE al gioco. Mi spiego meglio: quando dico che non sopporto fantasy e fantascienza voglio dire che reggo a fatica l'inserimento di elementi fantastici "tanto per", per dare un senso di "esotico" alla narrazione o (peggio!) per far rientrare la storia nelle fredde gabbie di un genere prestabilito. In questo caso ogni elemento della storia è addirittura necessario per portare a compimento la missione: il prologo non è la classica sbrodolata da "sì, sono anche uno scrittore oltre che un autore di giochi, beccatevi quanto so introdurre bene la mia storia" ma è parte integrante del gioco/narrazione, e il fantasy un modo per dotare la nostra protagonista di un arsenale semplice e chiaro da gestire sin dalla prima partita.

GIOCABILITA': da tempo sogno la possibilità di creare un sistema "senza dadi" che NON si basi sulla ripetizione/costanza/ottimizzazione (come nel caso di Realtà Virtuale, per intenderci) bensì sulla strategia a lungo termine. In questo concorso ne ho trovati addirittura due: Sistema Enigma: Londra, declinato più come investigativo, e La Prova della Negromante, l'unico librogioco che abbia letto a dover essere affrontato in modo strategico, e non solo tattico!

La scelta di ogni singolo incantesimo non è dipesa soltanto da una valutazione su ciò che poteva essere utile in quel momento, ma anche pensando a ciò che mi sarebbe servito DOPO, progettando in anticipo un percorso che mi avrebbe permesso di ottimizzare le mosse sulla base delle informazioni in mio possesso.

A questo punto avrei voluto inserire il mio percorso nella prima e seconda partita per farvi capire cosa intendo, ma ho visto che è stato lo stesso identico di Prodo (abbiamo solo invertito il ladro con l'elfo), per cui evito di ripeterlo. Vi basti sapere che raramente mi sono sentito così coinvolto in una scelta, perché raramente in un lg ho avuto la possibilità di muovermi in modi diversi dall'andare a tentoni, specie nelle prime partite.

E questo è un pregio davvero notevole, anche se porta con sé un limite inevitabile: una longevità molto ridotta. Ma che importa, nel momento in cui quel poco che si gioca è divertente, coinvolgente e lascia pienamente soddisfatti?

USO DELLE TEMATICHE: Tutto rosa e fiori a parte lo stile, quindi? Purtroppo no. Se da un lato l'uso del personaggio "cattivo" è apprezzabile, l'"invasione" non si percepisce quasi per nulla. E dire che sarebbe bastato così poco: far invadere alla nostra protagonista i tre regni governati dagli ex compagni, uno dopo l'altro in puro stile videogioco. O qualche altra idea balorda, magari tirando a mezzo l'Apocalisse o l'Europa: insomma, abbiamo un soggetto di pura fantasia e l'autore pensa di cavarsela con così poco? Mi spiace dirlo, ma fino ad ora soltanto Sistema Enigma: Londra e Apocalisse! hanno saputo costruire qualcosa intorno alle loro tematiche obbligatorie. Gli altri corti le hanno inserite a forza accanto al protagonista, costruendo la struttura solo intorno a quest'ultimo; La Prova rientra purtroppo nella seconda categoria.

IN DEFINITIVA: Ho giocato dal primo all'ultimo paragrafo con il sorriso sulle labbra. Ho vinto al secondo tentativo per abilità e non per fortuna, perdendo al primo per una mia mancanza. Il mio giudizio è molto positivo, al netto dei pochi difetti riscontrati.

Sulla questione "spoiler"

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Il finale nascosto mi ha fatto sorridere, più per l'uso dell'archetipo nerd che per il resto. Mi è piaciuto in particolare che sia stato inserito come "chicca" nascosta e non come finale ufficiale: nel secondo caso avrebbe rischiato di dare al tutto un sottotesto moraleggiante poco adatto a un racconto di questo tipo.
Voto inviato a babacampione.

Zakimos
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Re:

Mah, finirete per farmelo apprezzare. Per il momento, però, sto solo trovando errori più o meno fastidiosi:

Il paragrafo 30 dovrebbe rimandare al 19 e non al 63 (errore grave ma non gravissimo perché lo story-arc in cui si viene rimandati è lo stesso ed è facile ricostruire il percorso).

Il link dal 51 al 2 non funziona.

C’è un mezzo loop nell’incontro con Forester:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 se dopo aver lanciato INVOCA NON-MORTI si usa DARDO INCANTATO invece che FULMINE MAGICO, si può tornare “in carreggiata” e incontrare Leon senza che si accorga di noi, quando invece dalla descrizione al paragrafo 75 è evidente che l’intenzione dell’autore non fosse questa.
Lo stile usato dall’autore è un po’ ingannevole: si riferisce ai nomi degli incantesimi anteponendo sempre (o spessissimo, non ho controllato) l’articolo indeterminativo, cosa che potrebbe rivelarsi appunto ingannevole: “un” DARDO INCANTATO sono in realtà più dardi magici, “un” EVOCA NON-MORTI ne invoca ovviamente più di uno. Può sembrare una cosa da poco ma in alcuni frangenti la cosa può aver condizionato il mio giudizio nella conseguente scelta.

Ci sono poi degli errori di altro tipo, diciamo logici: il sacerdote ci viene descritto con una barba in cui i peli neri sono ancora più numerosi di quelli grigi (o una cosa così). Ma in realtà i peli “grigi” non esistono: sono un risultato percettivo dell’alternarsi di bianco e nero sui capelli e le barbe.

Cosa ben più grave: durante l’incontro con
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 il demone-minotauro all’inizio del Corto, l’evocazione di un demone “nostro” tramite l’incantesimo non sortisce l’effetto che avrebbe dovuto avere, almeno secondo me. Il nostro nemico è un’illusione, non un vero demone: perché il nostro demone non lo attacca facendoci morire? Forse gli effetti dell’illusione sono così potenti da infinocchiare anche un demone? Se fosse così l’autore avrebbe dovuto scriverlo.
Mi riservo ancora un po’ di tempo prima di giudicarlo, con la recondita speranza che gli errori che ho elencato siano anche in questo caso dovuti alla conversione da Word a Pdf (soprattutto quello dei peli grigi). lol

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Ma in realtà i peli “grigi” non esistono: sono un risultato percettivo dell’alternarsi di bianco e nero sui capelli e le barbe.

Credo che questo ti valga il nobel per il PDF

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Ma in realtà i peli “grigi” non esistono: sono un risultato percettivo dell’alternarsi di bianco e nero sui capelli e le barbe.

Credo che questo ti valga il nobel per il PDF

Ma prima ero in formato Word. Vedi le conversioni cosa fanno?  sad2

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Ci sono poi degli errori di altro tipo, diciamo logici: il sacerdote ci viene descritto con una barba in cui i peli neri sono ancora più numerosi di quelli grigi (o una cosa così). Ma in realtà i peli “grigi” non esistono: sono un risultato percettivo dell’alternarsi di bianco e nero sui capelli e le barbe.

Se in quest'ambientazione esistono i demoni, perché non possono esistere anche i peli grigi?

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Ubik
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Re:

Avrei dato 10 a questo corto, ma dato che ha detto "peli grigi" credo che il mio voto calerà parecchio! bigsmile bigsmile bigsmile  neutral  tongue

monpracem
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Re:

Ubik ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Ci sono poi degli errori di altro tipo, diciamo logici: il sacerdote ci viene descritto con una barba in cui i peli neri sono ancora più numerosi di quelli grigi (o una cosa così). Ma in realtà i peli “grigi” non esistono: sono un risultato percettivo dell’alternarsi di bianco e nero sui capelli e le barbe.

Se in quest'ambientazione esistono i demoni, perché non possono esistere anche i peli grigi?

Annosa questione: in un’opera fantastica o fantascientifica sono programmaticamente concesse delle deroghe alle normali leggi della Fisica (i giganti non potrebbero avere forma umanoide perché per la legge cubo/quadrato si spezzerebbero le vertebre, gli insetti giganti non possono esistere perché la trachea diverrebbe inservibile o dannosa, ecc.) ma i dettagli “mondani” saltano subito agli occhi. È una sospensione dell’incredulità di secondo livello, diciamo così.
Poi è ovvio che non è certo questo dettaglio il difetto più grave di tutto il Corto, e in ogni caso sono sicuro che è stato generato in fase di conversione da Word a Pdf.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

gli insetti giganti non possono esistere perché la trachea diverrebbe inservibile o dannosa

Meno male che la meganeura monyi del carbonifero non sapeva di avere la trachea inservibile, altrimenti non sarebbe mai riuscita a sopravvivere. bigsmile

monpracem
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Re:

monpracem ha scritto:

GGigassi ha scritto:

gli insetti giganti non possono esistere perché la trachea diverrebbe inservibile o dannosa

Meno male che la Meganeura monyi del carbonifero non sapeva di avere la trachea inservibile, altrimenti non sarebbe mai riuscita a sopravvivere. bigsmile

Visto? Non è riuscita a sopravvivere.

GGigassi
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Re:

comunque, a parte gli scherzi, oggigiorno gli insetti non possono superare certi limiti di grandezza proprio a causa dei problemi respiratori citati da Ggrassi ma questo non è per forza vero in tutti i tempi (infatti nel carbonifero gli insetti giganti c'erano eccome) e ancor più in un mondo fantasy. wink
Chiedo scusa per la digressione.
Tornando al corto, una delle cose che mi ha stonato leggermente, dopo aver letto la premessa che ci avverte della palese ispirazione al mondo di D&D, è proprio il fatto che il libro di incantesimi in qualche modo si "consumi" impedendoci di utilizzare più volte la stessa magia. Certo, la si può vedere diversamente, ossia: il mago in questione ha "caricato" una sola copia di ogni magia presente nel libro, ma anche questo stona un po, dato che in questo caso la cosa giusta sarebbe lasciare al lettore la scelta di quali incantesimi caricare. Rimanendo nell'ottica di D&D, sarebbe bastato considerare il protagonista come "stregone" e tutto sarebbe stato risolto. wink Postmetto che in fondo questo genere di dettagli lo ritengo comunque alquanto irrilevante nella valutazione complessiva!  teach

monpracem
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:

scheletri alti 3 metri con lo sguardo infuocato  (chi ha riconosciuto l'ultimo?)

Nagash...?

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Rygar ha scritto:

Nagash...?

Bravo!

hai vinto un viaggio per due a Naghashizzar! una meta dove si va con un biglietto di sola andata!

Mi scuso con l'autore e con il BAH per questo stupidissimo OT

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Un Corto banale sin dal titolo, che offre ben poco in termini di inventiva e originalità rispetto a quanto visto in precedenza. L’ambientazione, l’atmosfera e anche la situazione di base sono identiche a quelle di miliardi di altri prodotti (romanzi, film, avventure per gdr) simili.
L’uso della “invasione” è velleitario e non ha nessuna rilevanza particolare: se il tema fosse stato “le spade magiche” o “i meccanismi di teletrasporto” il Corto avrebbe potuto benissimo essere presentato così com’è.
Difatti l’autore, bontà sua, ci ricorda ossessivamente all’inizio che è in corso questa benedetta invasione (tre persone bastano a fare un’invasione? Boh) per poi perdersi per strada e non citarla più.
Ma questo discorso per me vale anche per Cuore di Ferro, in cui l’elemento relativo all’invasione non l’ho proprio colto: solo che qui anche la tipologia di protagonista non mi sembra proprio l’esempio più calzante di “cattiva”. Ci viene detto che è una negromante (classe che oltretutto non è necessariamente votata alla malvagità, volendo essere pignoli) e poi ci vengono accennate alcune turpitudini che avrebbe perpetrato nelle sue terre, però in ultima analisi l’avventura si riduce semplicemente a limitare l’assalto dei nemici.
Lo stile di scrittura è po’ moscetto, non decolla. Ok, in alcuni punti mi sono pure divertito (come quando un demone guarda perplesso la negromante prima che questa muoia), ma non sono sicuro che fosse questo l’intento dell’autore. La protagonista stessa è piuttosto scialba e poco approfondita. Ma d’altra parte posso capire che lo spazio era quello che era e immagino che curare l’“architettura” dei bivi (mi pare che TUTTI i paragrafi permettano almeno una scelta) abbia determinato una minore cura della parte narrativa.

Ecco, la struttura del Corto…
Il gioco che ci propone l’autore è quello di studiarci gli effetti degli incantesimi, confrontandoli con le descrizioni degli ambienti e dei nemici per capire quale sia la soluzione più adatta per affrontare le singole prove. Al di là del puro e meccanico nozionismo, l’idea può anche avere un suo aspetto simpatico e gratificante per il lettore che ha “fatto i compiti”, solo che l’autore (checché ne dica Prodo) è stato disonesto e in almeno due occasioni non abbiamo nessun elemento per determinare come uscire da una data situazione: mi riferisco all’incontro col demone/donna che in realtà è un’illusione (ideato forse per farci consumare incantesimi utili?) e più in generale agli inviti a usare gli incantesimi di individuazione, che in realtà sono utili solo

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 col mago invisibile, “checkpoint” in cui DOBBIAMO avere l’individuazione dell’invisibilità per procedere – ma potremmo benissimo averlo usato all’inizio di uno degli altri due percorsi
. Ripensandoci, le motivazioni addotte da Prodo per l’uso degli incantesimi giusti nei punti giusti non fanno una grinza, ma evidentemente Prodo ha un punteggio di Saggezza di 18 e io non posso dire altrettanto!
Che sia stretto o largo, manifesto o nascosto, per me non cambia molto: questo Corto è pur sempre un fottuto true path, e presenta anche il peggior difetto che per me può avere un librogame, ovvero un “ramo” della storia
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 (arrivare dall’elfo “annunciati”)
in cui si muore sempre e comunque nonostante le finte scelte che ci vengono proposte.

Anche la rivelazione del paragrafo nascosto non è poi questa gran cosa, rientra in quell’ottica di banalità che avvolge tutto il Corto (sarà che un sistema del genere lo usa anche Yaztromo nel suo Corto fuori concorso, anche se lì non sono riuscito a venirne a capo). E comunque
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Etlidam non è neppure l’esatto contrario di Matilde…
Per finire segnalo ancora come un oggetto magico che si chiama “Anello Catastale” sia il top del ridicolo (anche qui, umorismo volontario?) e che secondo me l’autore ha creato i nomi dei demoni pigiando tasti a caso sulla tastiera.

voto inviato a Babacampione

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Corto banale

GGigassi ha scritto:

offre ben poco

GGigassi ha scritto:

stile di scrittura è po’ moscetto

GGigassi ha scritto:

“Anello Catastale” sia il top del ridicolo (anche qui, umorismo volontario?)

GGigassi ha scritto:

banalità che avvolge tutto il Corto

Ora, a rischio di polemizzare, ti dico che questo genere di commenti andrebbe risparmiato: non ha senso rischiare di insultare l'autore, ne in caso si tratti di una specie di rivalsa sui corti in concorso ne che si tratti di puro ed onesto sentimento di repulsione per il corto.
Cerchiamo di usare un linguaggio più rispettoso dei corti, degli autori e del pubblico, ma soprattutto: quando ci lanciamo in commenti denigratori su soggetti opinabili, sarebbe bello avere la buona grazia di aggiungerci un "a mio parere" o "secondo me".

monpracem
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Re:

Beh, mi scuso con l'autore se l'ho offeso (eventualmente sarà lui a dircelo) ma è implicito che ogni commento in un thread, tanto più se si tratta di una recensione, va letto con un grande IMHO.
E poi alcune frasi le hai espunte dal contesto (come disse Homer Simpson quando Bart fece vedere un filmato in cui Homer lo inseguiva brandendo una mazza ferrata e urlando "Adesso ti ammazzo, bacarospo!")

GGigassi
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:

(...) dovrebbe avere dei subalterni che potrebbero fare il lavoro sporco per lei, no? ci sono tre rimbambiti che hanno preso tre città, allora perché non inviare un battaglione appoggiato da demoni o non-morti, visto che lo potrebbe fare?

Come si vede che non sei donna... ma è chiarissimo: uno dei tre è un suo EX! Quale donna al mondo si perderebbe l'occasione di ammazzarlo con le proprie mani??

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Recensione de La Prova della Negromante

Regolamento
Semplice da capire e da applicare.

Longevità e Trama
Il Corto non è longevo e tutto si porta a termine in poco tempo. La trama è carina e ho apprezzato lo sforzo dell'autore di cercare di caratterizzare meglio possibile i personaggi. Lo stile è semplice e scorrevole mentre l'ambientazione non mi ha colpito. Mi aspettavo di più come atmosfera. Ho percepito poco la malvagità della Negromante.

Giocabilità e Difficoltà
L'unica abilità richiesta è collegare gli indizi sugli incantesimi ai tre nemici da abbattere. Ciò è carino e moderatamente stimolante. Avendo una lista limitata di incantesimi, bisogna spulciare di volta in volta quello utilizzato e tenendo in considerazione che molto probabilmente non potrà essere riutilizzato.

Totale
Un buon Corto. Complimenti all'autore.  applauso

Voto inviato a Baba

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Aloona ha scritto:

Come si vede che non sei donna... ma è chiarissimo: uno dei tre è un suo EX! Quale donna al mondo si perderebbe l'occasione di ammazzarlo con le proprie mani??

Ma pure se lo ha usato a suo piacimento e poi lo ha scartato come un guanto vecchio? Dopo tutto questo ha pure bisogno di ucciderlo con le sue mani? smile

Prodo
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Re:

Nel complesso questo è un bel corto: assolutamente divertente nel suo sistema di gioco, che ho apprezzato tantissimo, trovandolo molto adatto al mio stile di gioco. L’idea di “pianificare” l’uso di incantesimi, e di basare la parte game del corto sull’attenzione a certi dettagli che risulteranno poi utili a scegliere l’incantesimo migliore, mi è piaciuta molto. Il rovescio della medaglia è che, capito il meccanismo e quali opzioni sono migliori incerti frangenti, la rigiocabilità ne risente. Ma poco male: le partite sono state tutte belle e combattute.
Il true path “logico” non mi è dispiaciuto, anzi, è sempre bello vedere una sorta di true path “camuffato” non basato sulla pura fortuna (vai a destra: muori): qui ci sono dei ragionamenti da fare, e un regolamento da leggere con estrema attenzione (un po’ come avveniva in Sortilegio) prima di iniziare a giocare.
Scendendo nei vari aspetti del corto, però, sembra che qualcosa non torni.

PARTE GAME
Basare tutto il gioco solo sulla gestione di incantesimi mi sembra un po’ poco. Magari un altro parametro avrebbe ampliato un po’ il gioco. Da qui una domanda alla quale l’autore non ha dato risposta: perché le magie si consumano? Cos’è che causa l’impossibilità a ripetere un incantesimo? Ecco, dare una risposta a questa domanda avrebbe potuto aiutare con il secondo parametro. Così come ce la pone l’autore, sembra un po’ forzata come cosa. Il problema è che troppo spesso una singola scelta di una magia sbagliata determini la morte (es: quello che succede al paragrafo 2 se si sceglie RIVELA MAGIA): ok che con la logica ci si arriva, ma magari si poteva fare ferire la protagonista (esempio di secondo parametro da utilizzare), facendola morire alla seconda ferita. Insomma, così le cose avvengono troppo a bruciapelo.
I nemici spesso sembrano comparire in maniera arbitraria, e dopo un colpo finisce tutto (o muori tu o muoiono loro): magari un minimo di background o la costruzione di retroscena articolati avrebbero potuto dare più struttura a certe scene, che altrimenti sembrano troppo “trovi-colpisci-ammazza-non se ne sa più nulla”.

REGOLAMENTO
Mi è piaciuto molto nella sua semplicità, l’unica cosa che non ho apprezzato è quando l’autore introduce il mancato possesso di tutte le facoltà mentali per giustificare alcune probabili incongruenze del testo. Magari in alcuni casi è costruito anche bene, ma appena l’ho letta mi è venuto da pensare “Il testo magari porta a loop e/o rimandi incongruenti con quanto appena accaduto, quindi introduco il mancato possesso delle facoltà mentali per metterci una pezza”. Ripeto, magari non è così, ma mi ha dato questa impressione.

ASPETTO REALISTICO
Troppo spesso i combattimenti sono privi di spiegazioni, dialoghi, ragionamenti; potrebbe andar bene in un dungeon in cui ti compare davanti il mostro di turno, non ragiona e vuole solo ammazzarti, ma qui si affrontano persone che si conoscevano, che alla fine ti attaccano a testa bassa senza fare altro. Del tipo: Emirical parte a testa bassa e attacca, possibile che non abbia niente da dire, minacce, controproposte, o altro? No, testa bassa e giù botte.
Per quanto io possa avere amnesie, possibile che non ci sono spiegazioni di dettaglio sul talismano felino? Cos’è? Da dove viene? Che poteri ha?
Mi accodo ai ragionamenti sulla protagonista e sui limiti dei suoi poteri (solo 12 incantesimi?) e sull’assenza di subalterni (3 città di un regno, in effetti dove sono gli eserciti?).

Probabilmente è sfuggito a me, ma perché alcune parole hanno le lettere ripetute? Ad esempio: DdDdDemone, rifleeeeeesse. Sono errori o ci sono spiegazioni inerenti al gioco?

In conclusione, una parte ludica che mi ha fatto davvero divertire e scervellare nell’utilizzo degli incantesimi, ma alcuni aspetti di contorno perfettibili.

Voto inviato a Hieronymus.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

La prova della negromante e' un corto di fantasy classico molto buono; il regolamento e' semplice e comprende una sola caratteristica, le magie a nostra disposizione, finite le quali non potremo più proseguire. Sarà necessario quindi scegliere bene quando e quale usare.
E' facile morire, ma date le molte scelte nel corso della storia e la rapidità con cui si può ricominciare, si rigioca volentieri svariate volte. La difficoltà è ottimamente bilanciata, l'ho finito al settimo tentativo.
Apprezzabile la scelta di creare un protagonista femmina, in cui ci si immedesima bene anche essendo dell'altro sesso. Sarà perché è cattiva.
La prosa scorre bene ed e' godibile, ma senza picchi o accellerate di ritmo che la rendano veramente eccitante.
I punti deboli sono nella caratterizzazione dei personaggi, non proprio memorabili e dei fatti che fanno da contorno alla vicenda principale; sembrano un po' buttati lì. E l'anello catastale non si può proprio leggere!
In conclusione lo ritengo un ottimo lavoro che mi ha divertito. I miei complimenti all'autore.
Voto inviato a Hieronymus

Votiamo In Enciclopedia!
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sancio
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Re:

sancio ha scritto:

La difficoltà è ottimamente bilanciata, l'ho finito al settimo tentativo.

Grazie, mi rincuori, visti i commenti degli altri pensavo di essere l'uinco a non averlo finito al primo o secondo colpo!

GGigassi
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Re:

Rygar ha scritto:

Adesso voglio giocarci un altro di paio di volte per valutarne l'eventuale flessibilità, ma sono già pronto a esprimere un giudizio.

Odio quando la vita reale si intromette nel mondo di fantasia (tanto per restare in tema).

Allora, come accennavo un racconto "classico" dopo tante sperimentazioni è un vero toccasana. Qui nel forum siamo tutti più o meno nerd anni '70/'80 e abbiamo passato ore col vecchio D&D, quindi le citazioni e strizzatine d'occhio non vengono mai sprecate. L'autore ha deciso di giocare "in casa", scelta rispettabile.
L'atmosfera è classica che più classica non si può, ma non la vedo come una debolezza, perché si percepisce in tutto il racconto un'ironia di fondo: il nostro scrittore misterioso (che forse tanto misterioso non è) sta di proposito riproponendo tutti gli stereotipi del fantasy classico, non certo per mancanza di fantasia.
La meccanica di gioco senza dadi funziona bene e, eccezion fatta per i tre "checkpoint" (usare un determinato incantesimo), viene concessa al lettore una discreta libertà di azione. Le scelte non vengono effettuate mai a caso, ma richiedono sempre un ragionamento logico, obbligando a leggere quindi il manuale all'inizio.
Il problema con questo approccio, però, è che molti paragrafi devono essere utilizzati per descrivere l'esito di varie scelte "sbagliate": ciò va benissimi in libri lunghi ("La Corona dei Re" non a caso ha 800 paragrafi), stona un po' in un corto.
Il tema dell'invasione è senz'altro ben gestito, un po' meno quello della "cattiveria", visto che si tratta di un attributo raccontato e non mostrato. Ok, la nostra eroina sa di essere malvagia e ricorda volentieri cose brutte che ha fatto, ma poi nella narrazione questo non ha alcun peso e il racconto avrebbe senso anche con la maga bianca che sconfigge gli invasori barbari.
Per finire, l'easter egg finale (scoperto grazie a Prodo) mi ha fatto piacere, oltre a spiegare il nome della protagonista: un mezzo punto in più se lo è meritato per questo.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Una volta terminato il corto - al primo colpo! - ne ho riletto diverse parti per testare i vari bivi: qui di seguito il mio giudizio.

CONTRO
1) ...c'ho pensato un po' e sinceramente non ho trovato dei "contro" veramente significativi. Anche quelli che ho letto nelle recensioni precedenti non mi hanno convinto per niente: mi sembra che si "accusi" il corto di non essere qualcosa che semplicemente questo corto NON voleva e NON poteva essere.
Non mi interessa ovviamente "contestare" le critiche che ho letto fino ad ora, diciamo semplicemente che non ne condivido quasi nessuna.
Questo non significa che sia perfetto - non lo è - ma nonostante la mia pignoleria grossi difetti non ne ho trovati.

PRO:
1) Il regolamento è veramente ECCELLENTE e ben si adatta a un "corto" (lo dico anche per chi ha criticato i "soli" 12 incantesimi...metterne 200 per qualche decina di paragrafi non credo avrebbe avuto molto senso!)
2) A livello di struttura il tutto è molto molto ben bilanciato tra libertà d'azione e true path (che ogni tanto ci vuole, perchè un librogame un pochino deve anche far incazzare) e molte delle scelte si possono fare usando la logica, come ben evidenziato da Prodo nella sua recensione
3) Veramente OTTIMO livello di scrittura: sarà che per una volta non ho visto il solito orrendo "sciame" di virgole messe completamente a caso, ma l'ho trovata un paio di spanne sopra la media - e ho trovato strano che in molti abbiano invece bocciato all'unisono questo elemento
4) Non male la "semplicità" di fondo della storia che mi ha vagamente ricordato i gdr per PC "de na vorta" (quelli cartacei non li ho mai giocati), quando non c'era bisogno di n-mila spiegoni o chissà quali intrighi per avere un buon motivo per andare in giro a spaccare teste. Lo si faceva e basta!
Non dico che non possano esistere anche cose ben più complesse, anzi, ma fa piacere ogni tanto vedere un po' di sana "old school".
5) Carino il finale "nascosto": mi ha riportato alla mente il secondo Legend of Grimrock che prevedeva anch'esso un finale nascosto veramente ma veramente difficile da trovare
Forse inizia solo ad essere un po' noioso questo continuo indicare come "nerd" qualsiasi ragazza/donna che giochi al pc/gdr/ecc. - cosa presente in almeno un altro corto.

Il mio giudizio nel complesso è molto positivo, lo ritengo il migliore tra i 4 corti che ho valutato.

Sia chiaro, non è che non si potesse "fare di meglio" - si può sempre fare di meglio - ma diciamo che se tutti i corti fossero così ci metterei la firma.

Voto inviato a Babacampione

Still
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Re:

Still ha scritto:


perchè un librogame un pochino deve anche far incazzare

smile2

GGigassi
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Re:

"La prova del Negromante" è un librogame che si rifà ad alcune meccaniche care a sortilegio (mi pare anche ad un Golden Dragon ambientato ad Atlantide, anche se ora mi sfugge il titolo) in un'ambientazione che è la più classica possibile.
La trama è molto semplice (una negromante che deve sconfiggere tre eroi avversari + chicca finale): un vero e proprio pretesto per il gioco, che consiste nel capire quale l'incantesimo fra quelli a disposizione della protagonista è il più adatto per la situazione.
Sicuramente sulla storia si poteva fare meglio, perché, essendo un pretesto, l'autore aveva molta libertà: sono quindi ingiustificabili le ingenuità come il fatto che il protagonista vada da solo pur essendo il capo di un impero, e non abbia alcun sottoposto o alcuna risorsa al di fuori da oggetti ed incantesimi. Altra pecca il fatto che, a differenza degli incantesimi, che vengono giustamente spiegati prima dell'avventura, il lettore abbia un vuoto assoluto su talismani protettivi e simili in possesso della negromante, oggetti che in alcuni casi appaiono come un fulmine a ciel sereno diventando a tutti gli effetti "Deus ex machina".
Il gioco, che è ciò su cui il corto punta più che in ogni altro aspetto, funziona, ma non sempre è perfetto e ci si ritrova a storcere il naso per le conclusioni di alcune situazioni e inoltre, a mio gusto personale, gli incantesimi fra cui scegliere di volta in volta sono decisamente troppi: sarebbe stato meglio limitarli a un numero inferiore stile sortilegio o comunque organizzarli in modo più accattivamente anzichè elencarli ogni volta.
Le ID, tante e disseminate in gran numero ad ogni paragrafo, sono tutte abbastanza spiritose, il che è un grande punto a favore considerando che diminuiscono la frustrazione dovuta alle ripetute morti.
Lo stile non è male, ma non è neppure bene, nel complesso accettabile.
Il tema è abbastanza centrato, ma anche qui si poteva fare di meglio (la storia dell'invasione è resa in modo farragginoso da morire); come al solito ribadisco che non basta far compiere azioni scorrette per essere cattivi, oltretutto considerando che andiamo ad uccidere gente che non è molto meglio di noi (un ladro che è diventato ricco a furia di rubare e ingannare, un elfo che combatte con un potere demoniaco e un cavaliere che usa la forza per risolvere i problemi). Su due piedi, mi verrebbe da dire che bastava cambiare l'incipit e scrivere "Sei una negromante e sei stata assoldata da un tiranno per eliminare i re confinanti al suo dominio con la magia in cambio di vile denaro e del sacrificio di 40 innocenti" e metà dei problemi erano risolti.
Certo le cose teoricamente cambiano una volta letto il finale, ma non abbastanza da riconsiderare tutto il resto.
La conclusione della vicenda per chi, come me, ha l'occhio di falco del complottista, si intuiva (come si intuiva che quelle X non erano messe a caso, anzi) ma mi ha fatto piacere, molto piacere, perché è scritta in modo leggero e coerente con l'opera, cosa che francamente non mi aspettavo.

FinalFabbiX
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Re:

Sempre in ritardo... ecco i nostri giudizi!

babacampione ha scritto:

La Prova del Negromante è un buon Corto che si inserisce nel classico filone fantasy, cosa che peraltro lo stesso autore non nasconde nell’Introduzione del racconto stesso.
Ne ho apprezzato l’atmosfera e il tentativo di rendere la protagonista una vera cattiva, che prova sentimenti di invidia e odio, con una sfumatura di timore, anch’esso caratteristico di colui/colei che guarda il mondo con occhi velati. A tale riguardo, tale Corto mi ha ricordato per certi versi il film Franklin, uscito qualche anno fa, e, forse, non pienamente apprezzato dalla critica.
L’autore scrive con buona proprietà di linguaggio, ma talvolta si fa prendere dalla foga di raccontare, trascurando la descrizione dei fatti.
E’ un peccato. Noi Organizzatori sapevamo che rendere i pensieri di un “cattivo” è molto più complesso di quelli di un “buono” e la nostra sfida agli autori era proprio in questo.
L’autore misterioso ha provato a farlo, senza però riuscirvi appieno e, forse proprio per la voglia di non rischiare l’esclusione dal Concorso per scarsa aderenza del personaggio principale alla tipologia prescelta, usa delle perifrasi che stonano molto con la narrazione.
L’avventura, per il resto, è divertente e mi sembra un grande true path, cosa che comunque non penalizza la fruibilità dell’opera che, anzi, gode di una longevità, per scoprire tutte le possibili strade che ci conducono al traguardo.?Ciò è facilitato anche dalla struttura non troppo complessa del racconto, che non giudico nè positivamente nè negativamente. L’autore ha scelto così e il racconto scorre via senza problemi.
Il regolamento è un punto forte: semplice, tale da non richiedere quasi di segnarsi nulla.
Davvero piacevole anche il rompicapo con i tanti frammenti di indici lasciati nei vari paragrafi e che conducono al paragrafo nascosto. A tal proposito mi ricorda forse il più grande capolavoro della storia del Concorso dei Corti (La luce del Buio), senza però averne la forza immaginifica e folle di.
In definitiva, assegno un'ampia sufficienza ad un’opera che non mi ha esaltato, ma che ha molti spunti interessanti e che serve come incoraggiamento all’autore per proseguire nella sua passione di scrittore.

Hieronymus ha scritto:

Titolo e introduzione mi han dato subito l'idea di un'opera poco originale ma il fantasy è sempre il fantasy e ho pregustato qualcosa di coinvolgente.
Regolamento ben fatto, si riconosce l'impegno per la creazione degli incantesimi ma per un corto mi sono sembrati eccessivi.
Lo stile narrativo si adatta all'ambientazione, così come le parti descrittive le ho trovate troppe e troppo lunghe, così come i paragrafi, e questo rallenta il ritmo e porta a qualche facile sbadiglio.
Di interessante e originale ho trovato la protagonista (di maghi cattivi ne avevamo piene le scatole, lasciamo spazio alle stronz... alle donne).
La struttura del corto è stata ben studiata, trovo molto equilibrio e anche se le scelte ricadono quasi esclusivamente sull'uso degli incantesimi, abbiamo la sensazione finale di aver usato la testa per arrivare all'epilogo. Epilogo che si raggiunge con difficoltà (io al quarto tentativo) e che lascia sorpresi. I contenuti ironici si discostano dal resto del testo e questo non è per forza un male.
Durante la lettura più che la sensazione di leggere un librogioco ho avuto quella di leggere la sceneggiatura per uno scenario di un gdr classico. C'è stato un effetto nostalgia, che mi ha riportato agli anni '80 e '90, ma questa è un'altra storia...
In conclusione, un corto sufficiente ma che non fa gridare alla novità. Lodo l'impegno che trasuda da ogni paragrafo.

Aloona ha scritto:

Bene, bene, un altro tentativo di corruzione di giuria, grazie ad una bella cattiva… tranquillo, autore, ho gradito e non ti denuncerò (per stavolta). ;D
Confesso che se, in un primo momento, la femminilità della protagonista mi è apparsa piuttosto ininfluente, nel corso della storia recupera un certo spessore, grazie ad alcune sottigliezze: l'abbondanza di monili magici dal gusto tutto femminile (adorabile il Talismano Felino), le  considerazioni nella sala degli specchi e quelle in presenza del nostro ex amante; apprezzabile l'ironia con cui la nostra eroina si conferma intelligente anche nella scelta dei compagni, se è vero il detto… ma soprattutto è apprezzabile il ruolo, che una volta tanto esula dalla solita spalla o eroina romantica e che finora, ammettiamolo, è stato "osato" fin troppo poco anche nel corso delle varie edizioni dei Corti.
Ma passiamo agli aspetti più tecnici: giocabilità ben equilibrata, grazie a un sistema snello e veloce, corredato da un "libro degli incantesimi" che mette d'accordo sia gli amanti del "diceless" che quelli del classico "D&D" e si rivela perfettamente adatto a un Corto. Un po' di amarezza, sempre, per lo scarso sfruttamento dei "potenti mezzi" di Word, che avrebbero consentito di creare una tabella editabile direttamente nel Corto, risparmiando al lettore di ricopiarsela altrove, al fine di cancellare man mano le magie.
La padronanza di scrittura non manca, anche se lo stile è troppo "spiccio" per i miei gusti e i personaggi decisamente troppo tagliati con l'accetta. L'intento dell'autore non è chiaramente creare del vero "drama" e ritengo voluta la mancanza di complessità psicologica (specialmente in virtù del paragrafo nascosto "rivelatore" di cosa siano realmente), ma si poteva forse andare un pizzico oltre. Non è tuttavia imperdonabile: in fondo non ci è dato conoscere l'età della "paziente giocatrice" e da giovani siamo passati tutti per i classici personaggi standard.
Difficoltà complessiva: fattibile, ma non tanto eccessiva da rendere scontati gli esiti. La scelta degli incantesimi richiede una certa oculatezza e un'accurata lettura dei loro effetti è realmente utile, soprattutto al fine di non sprecare quelli che contro certi nemici potranno rivelarsi addirittura gli unici possibili a salvarci la pelle.
Note dolenti: a parte gli aspetti puramente stilistici già menzionati, l'idea di base è simpatica, ma non particolarmente incisiva. La scoperta del paragrafo segreto consente, appunto, di rivalutare sotto nuova luce lo stile scelto per l'avventura e i suoi protagonisti; ma c'è da considerare anche l'ipotesi che non venga scoperto e, anche quando ciò avvenga, non si grida al miracolo, al massimo alla maggior simpatia.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Era già venuto fuori anni fa, è stato presente nella mia firma per un certo tempo:

VROZANDACK è un volgare ladro, un vagabondo che nella vita si è fatto strada con le sue doti di borseggiatore e di infingardo

Si è fatto strada con le sua dote di pigro? E perché io, che quanto a pigrizia potrei battere chiunque al mondo, non mi sono fatto strada e sono un misero fallito? Una vera ingiustizia!

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re:

Ehy, questa faccenda del vocabolo "infigardo" che non e' quel che sembra(*) s'era gia' affrontata a suo tempo! bigsmile


(*) infigardo: soggetto "infido" e armato di spingarda!

Seven_Legion
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

Ehy, questa faccenda del vocabolo "infigardo" che non e' quel che sembra(*) s'era gia' affrontata a suo tempo! bigsmile


(*) infigardo: soggetto "infido" e armato di spingarda!

Repetita iuvant.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Il Corto nasce come una sorta di omaggio scherzoso a una campagna di D&D Classico (il BECMI, per capirci) a cui gioco circa due volte all’anno quando viene a trovarci un amico che fa il Matematico in Francia. Tutti i personaggi a parte la protagonista sono proprio i nostri personaggi, di cui ho ripreso alcuni tic: io ad esempio sono Forester, un forester (appunto) tratto dal Gazetteer di Alphatia e Thyatis. Alcuni dei personaggi sono rimasti esclusi dal Corto e alcuni miei amici mi hanno presentato le loro rimostranze in tal senso, ma lo spazio era quello che era.

Lue e Chram sono una cittadina e un mondo di campagna che avevo ideato rispettivamente per i giochi di ruolo Tunnel & Troll e Advanced D&D Seconda Edizione. Le Sette Terre Verdi non so da dove mi siano venute. Etlidam è il nome di un personaggio non-giocante (una matrona drow) di una campagna che portavo avanti con un amico.

In origine il Corto avrebbe dovuto intitolarsi “Kibu, vostra signora”, in omaggio al Philip K. Dick di “Ubik, mio Signore”, ma non mi suonava bene e il nome mi sembrava ridicolo. Considerando che proprio con l’inizio di questo concorso dei Corti si sarebbe iscritto un utente di nome Ubik, sarebbe stato invece un bel colpo di serendipità!

Bistrinya è la trasposizione fantasy della frazione in cui abito, così come Holy Cross lo è della frazione in cui ha abitato un mio amico. Sukyskin è invece l’avamposto delle terre selvagge dove si svolge buona parte dell’avventura B10 “L’Oscuro Terrore della Notte” che è quella che stiamo giocando da alcuni anni. Non preoccupatevi per eventuali questioni legali relative all’utilizzo del nome: quello corretto, e comunque sicuramente non registrato, è Sukiskyn con la I e la Y invertite rispetto alla grafia che ho usato io. Gli episodi riportati sono basati su situazioni avvenute nella campagna.
Ho usato i giocatori come playtester, specificando (vedi sotto) che questo è il tipo di librogame che mi piace di meno e che avrei capito se non avessero voluto sviscerarlo fino in fondo.

Credo che tutti quelli che hanno letto le NOTE all’inizio abbiano capito che il riferimento a eventuali elementi strani nei paragrafi andava inteso come invito a cercare informazioni segrete, che in questo caso conducevano al paragrafo segreto 18. In qualsiasi ordine si siano svolte le missioni il risultato dell’operazione che ne sarebbe risultata (3x3x2 o 3x2x3 o 2x3x3) era lo stesso.
Nel dettaglio i paragrafi in cui si trovavano questi indizi nascosti erano 2 – 8 o 9 – 55 – 68 (percorso di Vrozandack), 11 o 12 – 29 o 34 o 37 – 53 – 62 (percorso di Leon) e 4 – 54 – 65 – 76 (percorso di Boris).
Sì, non molto raffinato come giochetto, ma almeno era molto semplice. Inizialmente pensavo di non mettere tutte quelle x ma inserire ossessivamente nel testo dei paragrafi la parola “moltiplicare” sarebbe stato ancora meno raffinato! (oltre il fatto che si sarebbe mangiato un po’ di spazio).
Non ricordo chi aveva notato che le X sarebbero proprio 18 come il numero del paragrafo segreto! È un puro caso, giuro.

Come anticipato, questo tipo di librogame “true path” è quello che mi piace di meno: è solo una sfida dell’autore e la parte letteraria passa in secondo piano. Da bambino c’ero rimasto malissimo la prima volta che avevo giocato a La Rocca Infernale e non potevo andare avanti perché non avevo trovato l’informazione giusta… Perlomeno, non mi piace per niente quando lo gioco: idearne uno e immaginare quanto gli altri ne sarebbero rimasti frustrati è stato abbastanza divertente! Anche se vecchie volpi come voi non hanno avuto assolutamente problemi a finirlo, spesso al primo o secondo colpo.

“mestruo di sacerdotessa drow”: questo è un rimando a un’altra campagna di Greyhawk che portavo avanti con un amico, la sua nipotina e una compagna di classe della nipote: all’epoca della scrittura del Corto era ambientata nell’Underdark e i personaggi erano drow.
I drow, se qualcuno non li conoscesse, sono elfi scuri cattivissimi. Vivono in una società matriarcale paranoica in continua lotta fra di loro per il potere. Il ruolo di sacerdotesse è riservato alle femmine, e le sacerdotesse drow costituiscono la crema della cattiveria di questa razza. Il mio amico interpretava una drow maga che per una concomitanza di motivi (si è trovato a partire con 0 monete d’oro, ha come familiare un pipistrello che si illudeva di poter utilizzare come mantello, voleva fare lo spiritoso) se ne va in giro nuda per grotte e caverne. Questo ha portato le ragazze a fare delle battutacce: “Ma quando ti viene il ciclo lasci una scia di sangue ed è facile seguirci!”, “Quando hai il ciclo senza protezioni attirerai con l’odore mostri erranti!”.
Il che tra l’altro ci ha portato a disquisire sulla possibilità o meno che le drow, e le elfe in generale, abbiano il ciclo mestruale: da tutta ‘sta storia l’origine della battuta in bocca a Boris, che rimanda comunque a una simile nel fumetto Udo di Acquascura di Giuseppe Ferrandino.

GGigassi
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Re:

Mi sento in profondo imbarazzo per due ragioni:

1) Per me questo è il miglior corto dell'intero concorso, miei compresi, nessuna questione. E' l'unico che mi abbia divertito SUL SERIO mentre lo giocavo, l'unico a essere davvero un corto e non qualcosa di più massiccio ridotto a forza per venir incontro ai limiti del concorso. Oddio, probabilmente anche uno dei miei mi avrebbe divertito dall'altra parte della barricata ma facciamo finta di nulla. Sapere che per l'autore è stato un prodotto così così, uno dei tanti corti da lui buttati fuori in questa edizione mi fa pensare a cosa sarebbe potuto venir fuori se GGigassi si fosse concentrato solo su questo, magari riducendo ancora di più il (poco) true path esistente e sviluppando maggiormente il concetto di invasione. Non gli ho dato il massimo possibile solo per via dei vari refusi e qui andiamo al secondo motivo di imbarazzo.

2) Questo racconto è talmente pieno di storture verbali che ho pensato alla prima lettura fosse stato scritto da una persona che non parla italiano come prima lingua  smile2 Non è scritto COSI' male, chiariamoci, ma la presenza del Pirata tra gli autori in gara mi ha fatto subito pensare a lui. So che il Pirata vive in Francia ma non ho la minima idea non conoscendolo se sia francofono o italiano d'origine: fatto sta che ho ritenuto giusto nel dubbio non penalizzare troppo il corto, nel timore di far pesare all'autore un difetto a lui poco imputabile. Tutto bellissimo, se non fosse che così facendo mi sono ritenuto libero di massacrare tutti gli altri racconti per il loro stile di scrittura - primo su tutti Fermate Monna Lisa!, ossia il vero racconto scritto dal Pirata  lol

Questo dimostra che quanto detto da Anima da Lupo nel topic principale è sacrosanto: ho commesso un grave errore a cercar di "personalizzare" i voti sulla base del possibile autore, errore che ho commesso più volte ma che per fortuna non porterà danni per quanto attiene alla vittoria finale. Non avrei comunque dovuto farlo e mi scuso con tutti gli autori coinvolti.

Zakimos
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Re:

Zakimos ha scritto:

2) Questo racconto è talmente pieno di storture verbali che ho pensato alla prima lettura fosse stato scritto da una persona che non parla italiano come prima lingua   Non è scritto COSI' male, chiariamoci, ma la presenza del Pirata tra gli autori in gara mi ha fatto subito pensare a lui.

Vorrei sottolineare una cosa importante: è vero che faccio errori all'orale o allo scritto (e con i Corti è ancora peggio visto che è difficile scrivere una storia interattiva in così poco tempo). Ma anche degli utenti LGL italiani fanno degli errori quando stendono i loro Corti o scrivono i loro post. Inoltre anche i giornalisti della stampa cartacea (il Giornale, il Corriere Adriatico), dei siti d'informazione (news di Yahoo, MSN) e anche la redazione dei TG della RAI o della Mediaset fanno errori. E anche i politici: l'italiano parlato da Antonino di Pietro, quello di Antonio Razzi e compagnia bella. Questi sono al senato, vi rappresentano e non sanno parlare correttamente. Penso sia sbagliato pensare che un testo con refusi sia stato scritto da me, perché sbagliate anche voi. Anche Il Corto vincente di questa edizione è stato  criticato per l'uso errato di alcuni termini.


Zakimos ha scritto:

So che il Pirata vive in Francia ma non ho la minima idea non conoscendolo se sia francofono o italiano d'origine: fatto sta che ho ritenuto giusto nel dubbio non penalizzare troppo il corto, nel timore di far pesare all'autore un difetto a lui poco imputabile.

Sono francese e vivo in Italia da anni. Sono appassionato di scrittura ed ho scelto di sfidarmi scrivendo in italiano. So che con i Corti non valgo molto, ma me la cavo meglio con la narrativa "classica". Ma in ogni caso, non devo assolutamente avere un trattamento di favore: i miei errori valgono quanto quelli degli altri utenti. Allora non esitare: critica in un modo intelligente e costruttivo, come lo hai fatto con gli altri!

Zakimos ha scritto:

Tutto bellissimo, se non fosse che così facendo mi sono ritenuto libero di massacrare tutti gli altri racconti per il loro stile di scrittura - primo su tutti Fermate Monna Lisa!, ossia il vero racconto scritto dal Pirata   

Bè, la giustizia è stata resa! GGigassi deve ringraziarmi allora! accetto la Visa, MasterCard, American Express...

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Allora non ho capito proprio un cazzo, oltre ad aver sbagliato ad attribuire il testo a qualcuno sulla base di semplici sensazioni :-D. Chiedo di nuovo scusa, a te in particolare. Il mio commento a ben vedere è anche offensivo senza volerlo essere.

Zakimos
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:


Sono francese e vivo in Italia da anni.

Accidenti, mi dispiace per te sad

Eri tu l'utente a cui avevo risposto via PM dicendo che non avevo nessun Corto in gara? Se vuoi al prossimo concorso ne scriviamo uno insieme! wink  (vale anche per Zakimos)

GGigassi
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Re:

Complimenti GGigassi, non ho letto tutti i corti (solo 6-7) ma questo per me era il migliore, nonché l'unico voto 10 che ho assegnato!

Still
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