Nel complesso questo è un bel corto: assolutamente divertente nel suo sistema di gioco, che ho apprezzato tantissimo, trovandolo molto adatto al mio stile di gioco. L’idea di “pianificare” l’uso di incantesimi, e di basare la parte game del corto sull’attenzione a certi dettagli che risulteranno poi utili a scegliere l’incantesimo migliore, mi è piaciuta molto. Il rovescio della medaglia è che, capito il meccanismo e quali opzioni sono migliori incerti frangenti, la rigiocabilità ne risente. Ma poco male: le partite sono state tutte belle e combattute.
Il true path “logico” non mi è dispiaciuto, anzi, è sempre bello vedere una sorta di true path “camuffato” non basato sulla pura fortuna (vai a destra: muori): qui ci sono dei ragionamenti da fare, e un regolamento da leggere con estrema attenzione (un po’ come avveniva in Sortilegio) prima di iniziare a giocare.
Scendendo nei vari aspetti del corto, però, sembra che qualcosa non torni.
PARTE GAME
Basare tutto il gioco solo sulla gestione di incantesimi mi sembra un po’ poco. Magari un altro parametro avrebbe ampliato un po’ il gioco. Da qui una domanda alla quale l’autore non ha dato risposta: perché le magie si consumano? Cos’è che causa l’impossibilità a ripetere un incantesimo? Ecco, dare una risposta a questa domanda avrebbe potuto aiutare con il secondo parametro. Così come ce la pone l’autore, sembra un po’ forzata come cosa. Il problema è che troppo spesso una singola scelta di una magia sbagliata determini la morte (es: quello che succede al paragrafo 2 se si sceglie RIVELA MAGIA): ok che con la logica ci si arriva, ma magari si poteva fare ferire la protagonista (esempio di secondo parametro da utilizzare), facendola morire alla seconda ferita. Insomma, così le cose avvengono troppo a bruciapelo.
I nemici spesso sembrano comparire in maniera arbitraria, e dopo un colpo finisce tutto (o muori tu o muoiono loro): magari un minimo di background o la costruzione di retroscena articolati avrebbero potuto dare più struttura a certe scene, che altrimenti sembrano troppo “trovi-colpisci-ammazza-non se ne sa più nulla”.
REGOLAMENTO
Mi è piaciuto molto nella sua semplicità, l’unica cosa che non ho apprezzato è quando l’autore introduce il mancato possesso di tutte le facoltà mentali per giustificare alcune probabili incongruenze del testo. Magari in alcuni casi è costruito anche bene, ma appena l’ho letta mi è venuto da pensare “Il testo magari porta a loop e/o rimandi incongruenti con quanto appena accaduto, quindi introduco il mancato possesso delle facoltà mentali per metterci una pezza”. Ripeto, magari non è così, ma mi ha dato questa impressione.
ASPETTO REALISTICO
Troppo spesso i combattimenti sono privi di spiegazioni, dialoghi, ragionamenti; potrebbe andar bene in un dungeon in cui ti compare davanti il mostro di turno, non ragiona e vuole solo ammazzarti, ma qui si affrontano persone che si conoscevano, che alla fine ti attaccano a testa bassa senza fare altro. Del tipo: Emirical parte a testa bassa e attacca, possibile che non abbia niente da dire, minacce, controproposte, o altro? No, testa bassa e giù botte.
Per quanto io possa avere amnesie, possibile che non ci sono spiegazioni di dettaglio sul talismano felino? Cos’è? Da dove viene? Che poteri ha?
Mi accodo ai ragionamenti sulla protagonista e sui limiti dei suoi poteri (solo 12 incantesimi?) e sull’assenza di subalterni (3 città di un regno, in effetti dove sono gli eserciti?).
Probabilmente è sfuggito a me, ma perché alcune parole hanno le lettere ripetute? Ad esempio: DdDdDemone, rifleeeeeesse. Sono errori o ci sono spiegazioni inerenti al gioco?
In conclusione, una parte ludica che mi ha fatto davvero divertire e scervellare nell’utilizzo degli incantesimi, ma alcuni aspetti di contorno perfettibili.
Voto inviato a Hieronymus.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".