Sempre in ritardo... ecco i nostri giudizi!
babacampione ha scritto:
La Prova del Negromante è un buon Corto che si inserisce nel classico filone fantasy, cosa che peraltro lo stesso autore non nasconde nell’Introduzione del racconto stesso.
Ne ho apprezzato l’atmosfera e il tentativo di rendere la protagonista una vera cattiva, che prova sentimenti di invidia e odio, con una sfumatura di timore, anch’esso caratteristico di colui/colei che guarda il mondo con occhi velati. A tale riguardo, tale Corto mi ha ricordato per certi versi il film Franklin, uscito qualche anno fa, e, forse, non pienamente apprezzato dalla critica.
L’autore scrive con buona proprietà di linguaggio, ma talvolta si fa prendere dalla foga di raccontare, trascurando la descrizione dei fatti.
E’ un peccato. Noi Organizzatori sapevamo che rendere i pensieri di un “cattivo” è molto più complesso di quelli di un “buono” e la nostra sfida agli autori era proprio in questo.
L’autore misterioso ha provato a farlo, senza però riuscirvi appieno e, forse proprio per la voglia di non rischiare l’esclusione dal Concorso per scarsa aderenza del personaggio principale alla tipologia prescelta, usa delle perifrasi che stonano molto con la narrazione.
L’avventura, per il resto, è divertente e mi sembra un grande true path, cosa che comunque non penalizza la fruibilità dell’opera che, anzi, gode di una longevità, per scoprire tutte le possibili strade che ci conducono al traguardo.?Ciò è facilitato anche dalla struttura non troppo complessa del racconto, che non giudico nè positivamente nè negativamente. L’autore ha scelto così e il racconto scorre via senza problemi.
Il regolamento è un punto forte: semplice, tale da non richiedere quasi di segnarsi nulla.
Davvero piacevole anche il rompicapo con i tanti frammenti di indici lasciati nei vari paragrafi e che conducono al paragrafo nascosto. A tal proposito mi ricorda forse il più grande capolavoro della storia del Concorso dei Corti (La luce del Buio), senza però averne la forza immaginifica e folle di.
In definitiva, assegno un'ampia sufficienza ad un’opera che non mi ha esaltato, ma che ha molti spunti interessanti e che serve come incoraggiamento all’autore per proseguire nella sua passione di scrittore.
Hieronymus ha scritto:
Titolo e introduzione mi han dato subito l'idea di un'opera poco originale ma il fantasy è sempre il fantasy e ho pregustato qualcosa di coinvolgente.
Regolamento ben fatto, si riconosce l'impegno per la creazione degli incantesimi ma per un corto mi sono sembrati eccessivi.
Lo stile narrativo si adatta all'ambientazione, così come le parti descrittive le ho trovate troppe e troppo lunghe, così come i paragrafi, e questo rallenta il ritmo e porta a qualche facile sbadiglio.
Di interessante e originale ho trovato la protagonista (di maghi cattivi ne avevamo piene le scatole, lasciamo spazio alle stronz... alle donne).
La struttura del corto è stata ben studiata, trovo molto equilibrio e anche se le scelte ricadono quasi esclusivamente sull'uso degli incantesimi, abbiamo la sensazione finale di aver usato la testa per arrivare all'epilogo. Epilogo che si raggiunge con difficoltà (io al quarto tentativo) e che lascia sorpresi. I contenuti ironici si discostano dal resto del testo e questo non è per forza un male.
Durante la lettura più che la sensazione di leggere un librogioco ho avuto quella di leggere la sceneggiatura per uno scenario di un gdr classico. C'è stato un effetto nostalgia, che mi ha riportato agli anni '80 e '90, ma questa è un'altra storia...
In conclusione, un corto sufficiente ma che non fa gridare alla novità. Lodo l'impegno che trasuda da ogni paragrafo.
Aloona ha scritto:
Bene, bene, un altro tentativo di corruzione di giuria, grazie ad una bella cattiva… tranquillo, autore, ho gradito e non ti denuncerò (per stavolta). ;D
Confesso che se, in un primo momento, la femminilità della protagonista mi è apparsa piuttosto ininfluente, nel corso della storia recupera un certo spessore, grazie ad alcune sottigliezze: l'abbondanza di monili magici dal gusto tutto femminile (adorabile il Talismano Felino), le considerazioni nella sala degli specchi e quelle in presenza del nostro ex amante; apprezzabile l'ironia con cui la nostra eroina si conferma intelligente anche nella scelta dei compagni, se è vero il detto… ma soprattutto è apprezzabile il ruolo, che una volta tanto esula dalla solita spalla o eroina romantica e che finora, ammettiamolo, è stato "osato" fin troppo poco anche nel corso delle varie edizioni dei Corti.
Ma passiamo agli aspetti più tecnici: giocabilità ben equilibrata, grazie a un sistema snello e veloce, corredato da un "libro degli incantesimi" che mette d'accordo sia gli amanti del "diceless" che quelli del classico "D&D" e si rivela perfettamente adatto a un Corto. Un po' di amarezza, sempre, per lo scarso sfruttamento dei "potenti mezzi" di Word, che avrebbero consentito di creare una tabella editabile direttamente nel Corto, risparmiando al lettore di ricopiarsela altrove, al fine di cancellare man mano le magie.
La padronanza di scrittura non manca, anche se lo stile è troppo "spiccio" per i miei gusti e i personaggi decisamente troppo tagliati con l'accetta. L'intento dell'autore non è chiaramente creare del vero "drama" e ritengo voluta la mancanza di complessità psicologica (specialmente in virtù del paragrafo nascosto "rivelatore" di cosa siano realmente), ma si poteva forse andare un pizzico oltre. Non è tuttavia imperdonabile: in fondo non ci è dato conoscere l'età della "paziente giocatrice" e da giovani siamo passati tutti per i classici personaggi standard.
Difficoltà complessiva: fattibile, ma non tanto eccessiva da rendere scontati gli esiti. La scelta degli incantesimi richiede una certa oculatezza e un'accurata lettura dei loro effetti è realmente utile, soprattutto al fine di non sprecare quelli che contro certi nemici potranno rivelarsi addirittura gli unici possibili a salvarci la pelle.
Note dolenti: a parte gli aspetti puramente stilistici già menzionati, l'idea di base è simpatica, ma non particolarmente incisiva. La scoperta del paragrafo segreto consente, appunto, di rivalutare sotto nuova luce lo stile scelto per l'avventura e i suoi protagonisti; ma c'è da considerare anche l'ipotesi che non venga scoperto e, anche quando ciò avvenga, non si grida al miracolo, al massimo alla maggior simpatia.