Il Corto nasce come una sorta di omaggio scherzoso a una campagna di D&D Classico (il BECMI, per capirci) a cui gioco circa due volte all’anno quando viene a trovarci un amico che fa il Matematico in Francia. Tutti i personaggi a parte la protagonista sono proprio i nostri personaggi, di cui ho ripreso alcuni tic: io ad esempio sono Forester, un forester (appunto) tratto dal Gazetteer di Alphatia e Thyatis. Alcuni dei personaggi sono rimasti esclusi dal Corto e alcuni miei amici mi hanno presentato le loro rimostranze in tal senso, ma lo spazio era quello che era.
Lue e Chram sono una cittadina e un mondo di campagna che avevo ideato rispettivamente per i giochi di ruolo Tunnel & Troll e Advanced D&D Seconda Edizione. Le Sette Terre Verdi non so da dove mi siano venute. Etlidam è il nome di un personaggio non-giocante (una matrona drow) di una campagna che portavo avanti con un amico.
In origine il Corto avrebbe dovuto intitolarsi “Kibu, vostra signora”, in omaggio al Philip K. Dick di “Ubik, mio Signore”, ma non mi suonava bene e il nome mi sembrava ridicolo. Considerando che proprio con l’inizio di questo concorso dei Corti si sarebbe iscritto un utente di nome Ubik, sarebbe stato invece un bel colpo di serendipità!
Bistrinya è la trasposizione fantasy della frazione in cui abito, così come Holy Cross lo è della frazione in cui ha abitato un mio amico. Sukyskin è invece l’avamposto delle terre selvagge dove si svolge buona parte dell’avventura B10 “L’Oscuro Terrore della Notte” che è quella che stiamo giocando da alcuni anni. Non preoccupatevi per eventuali questioni legali relative all’utilizzo del nome: quello corretto, e comunque sicuramente non registrato, è Sukiskyn con la I e la Y invertite rispetto alla grafia che ho usato io. Gli episodi riportati sono basati su situazioni avvenute nella campagna.
Ho usato i giocatori come playtester, specificando (vedi sotto) che questo è il tipo di librogame che mi piace di meno e che avrei capito se non avessero voluto sviscerarlo fino in fondo.
Credo che tutti quelli che hanno letto le NOTE all’inizio abbiano capito che il riferimento a eventuali elementi strani nei paragrafi andava inteso come invito a cercare informazioni segrete, che in questo caso conducevano al paragrafo segreto 18. In qualsiasi ordine si siano svolte le missioni il risultato dell’operazione che ne sarebbe risultata (3x3x2 o 3x2x3 o 2x3x3) era lo stesso.
Nel dettaglio i paragrafi in cui si trovavano questi indizi nascosti erano 2 – 8 o 9 – 55 – 68 (percorso di Vrozandack), 11 o 12 – 29 o 34 o 37 – 53 – 62 (percorso di Leon) e 4 – 54 – 65 – 76 (percorso di Boris).
Sì, non molto raffinato come giochetto, ma almeno era molto semplice. Inizialmente pensavo di non mettere tutte quelle x ma inserire ossessivamente nel testo dei paragrafi la parola “moltiplicare” sarebbe stato ancora meno raffinato! (oltre il fatto che si sarebbe mangiato un po’ di spazio).
Non ricordo chi aveva notato che le X sarebbero proprio 18 come il numero del paragrafo segreto! È un puro caso, giuro.
Come anticipato, questo tipo di librogame “true path” è quello che mi piace di meno: è solo una sfida dell’autore e la parte letteraria passa in secondo piano. Da bambino c’ero rimasto malissimo la prima volta che avevo giocato a La Rocca Infernale e non potevo andare avanti perché non avevo trovato l’informazione giusta… Perlomeno, non mi piace per niente quando lo gioco: idearne uno e immaginare quanto gli altri ne sarebbero rimasti frustrati è stato abbastanza divertente! Anche se vecchie volpi come voi non hanno avuto assolutamente problemi a finirlo, spesso al primo o secondo colpo.
“mestruo di sacerdotessa drow”: questo è un rimando a un’altra campagna di Greyhawk che portavo avanti con un amico, la sua nipotina e una compagna di classe della nipote: all’epoca della scrittura del Corto era ambientata nell’Underdark e i personaggi erano drow.
I drow, se qualcuno non li conoscesse, sono elfi scuri cattivissimi. Vivono in una società matriarcale paranoica in continua lotta fra di loro per il potere. Il ruolo di sacerdotesse è riservato alle femmine, e le sacerdotesse drow costituiscono la crema della cattiveria di questa razza. Il mio amico interpretava una drow maga che per una concomitanza di motivi (si è trovato a partire con 0 monete d’oro, ha come familiare un pipistrello che si illudeva di poter utilizzare come mantello, voleva fare lo spiritoso) se ne va in giro nuda per grotte e caverne. Questo ha portato le ragazze a fare delle battutacce: “Ma quando ti viene il ciclo lasci una scia di sangue ed è facile seguirci!”, “Quando hai il ciclo senza protezioni attirerai con l’odore mostri erranti!”.
Il che tra l’altro ci ha portato a disquisire sulla possibilità o meno che le drow, e le elfe in generale, abbiano il ciclo mestruale: da tutta ‘sta storia l’origine della battuta in bocca a Boris, che rimanda comunque a una simile nel fumetto Udo di Acquascura di Giuseppe Ferrandino.