Questo corto mi ha messo in difficoltà, non perché mi sia stato particolarmente ostico, ma per il motivo diametralmente opposto.
Dopo una prima morte, ho avuto un'intuizione su cosa avrei dovuto fare per vincere, l'ho fatta e ho vinto. E il corto è finito, lasciandomi in uno stato d'animo che non riuscivo a descrivere.
Mi ero fatto un'idea di cosa dargli, ma stavolta mi sono imposto di vedere che ne pensassero gli altri utenti.
Sono riuscito (miracolosamente) a leggere le 2 pagine di recensioni, e devo dire che mi è servito a capire molte cose:
1) questo corto è stato largamente frainteso. Ho letto di gente che diceva che bisogna andare a caso o simili per arrivare alla conclusione quando in realtà non è così
A me pareva abbastanza ovvio, dopo la prima partita, chi fossimo:un nanorobot immesso nel flusso sanguigno che improvvisamente ha sviluppato una coscienza autonoma e che per questo potrebbe risultare pericoloso. E mi pareva anche ovvio che, per portare a termine la missione, bisognasse soffocare questa coscienza. Basta tenere a mente questo e si raggiunge il 38 senza problemi.
ESEMPIO
Vuoi fermarti alla ricerca di te stesso? -> chiaramente no, sto tentando di reprimere la mia coscienza autonoma
Cos'è che ti porta a fare le scelte giuste? -> chiaramente non il cuore o l'anima
Ed è tutto così. Che ci trovate di aleatorio?
2) ci sono collegamenti esterni a canzoni che non ho compreso. Io odio le citazioni inutili, per cui ignorerò questo dettaglio. Forse facendo così mi perdo una parte importante del corto(considerando che il titolo contiene le parole "canzone triste", e che anche rileggendo non ho capito quale ne sia il significato)
3) molti hanno lodato il fatto che questo racconto sia corto. Tralasciando che secondo me essere corti non è un pregio e francamente non capisco come si ritenerlo tale essere prolissi, questo racconto non è affatto corto, anzi, occupa uno spazio mostruoso e dice davvero molte cose: le partite possono essere molto lunghe se si esamina bene il testo.
Anche leggendo gli altri, però, continuavo a sentirmi confuso. Alla fine però ho tratto una conclusione.
Questo corto mi ha lasciato deluso.
Mi ha lasciato deluso perché ci sono una serie di cose che non ho cpito, e avrei voluto capire. E pure rileggendo e capendo tutto quello che il corto ha da dire, ci sono una serie interminabile di quesiti a cui non trovo risposta.
(DA QUI IN POI CONTIENE SPOILER)
Per quanto riguarda la trama:
Perché il robot pensa?
Che cosa ha causato la mutazione?
Perché solo noi pensiamo e gli altri robot no?
E perché, soprattutto, lo facciamo secondo canoni umani che non hanno alcun valore per una macchina (es: il concetto di vedere)?
Com'è possibile che ci inceppiamo perché non conosciamo la parola anima? Se non la conosciamo, allora perché questa è una scelta possibile?
Per quanto riguarda l'impaginazione:
che cosa significano i segni uguali = prima del paragrafo?
Ha un senso il testo impaginato a sinistra/centrato?
Per quanto riguarda la realtà:
Come fa un robot ad avere la capacità fisica di pensare? Quanto è complesso il suo circuito? Ma allora quanto grande è questo robot?
Come fa un robot a essere della stessa grandezza (più o meno) di una cellula cancerogena?
Ma è veramente un robot allora? Quali caratteristiche ne conserva?
Per quanto riguarda il messaggio:
Il 38 è veramente il good ending?
Ma quindi il corto ci sta dicendo che dovremmo rinunciare a noi stessi per un bene maggiore?
E gli altri finali? Spetta al lettore decidere quali sono buoni e quali no?
Sinceramente non so che voto dare.