Alla fine della terra è stato scritto in due sere, il 27 e 28 febbraio. Avevo saputo il 27 sera del bando e mi ero messo a scrivere furiosamente attirato dal tema e della modalità di navigazione "narrativa", priva di punteggi. Mi faceva anche piacere partecipare al sito e a una iniziativa della comunità.
L'idea di "alla fine della terra" è quella di rappresentare il giorno in cui avviene la fine del mondo, basandosi sulle scritture sacre dei Sumeri: se il mondo si era creato quando il cielo e la terra si erano separati, la fine del mondo - ho pensato - vedrà il cielo e la terra unirsi di nuovo per dare vita a un ennesimo impasto. Mi piaceva molto l'immagine della terra e del cielo che si uniscono per dare vita a una nuova materia di cui non conosciamo nulla, che va oltre l'uomo.
Quindi il lettore cammina in questo mondo in cui il tempo è stato annullato, Sumeri, Greci, Isidoro di Siviglia, tutti si incontrano nello stesso posto, e anche interno ed esterno non hanno più senso, quindi il lettore mescola ciò che vede all'esterno con la parte privata di se stesso: il suo passato, la moglie, i figli.
Anche gli dei sono attoniti, anche loro sono stati creati come noi umani e quindi non sanno come gestire la fine di ogni cosa.
La terra ritorna quindi in questa scena di distruzione e rinnovamento, ma anche nell'atto dello scrivere: prima della scrittura non c'è memoria, e la scrittura rimane quando qualcuno fa dei segni nella terra, tavolette di argilla che durano millenni e ci portano questo virus che è il non poter dimenticare. Gli scribi.
L'altro tema della terra è quello degli inferi, il personaggio, scacciato da un mondo in distruzione cerca scampo nel sottosuolo. Anche lì il mondo è in subbuglio, si alternano sogni interiori del personaggio, elementi di meta-scrittura (il librogame che parla del suo essere librogame), e il desiderio di trovare una via di scampo, una vittoria diremmo nel lessico dei librogame. La seconda parte è costruita a "avventura testuale" con zone percorribili, e una via di scampo: infilare la chiave nel portone e ritornare all'ingresso degli inferi. In questo caso la fine del mondo ci prenderà con se, ci confonderemo con l'argilla che sta dando vita al nuovo mondo e quindi il dna umano in qualche modo ritornerà anche in questo. Gli altri finali possibili sono quelli di essere annichiliti dalla chiave stessa (un finale tagliato per via del tempo, mi spiace) e quello di perdersi con Isidoro di Siviglia nei meandri della terra per vedere l'ultimo viaggio del sole da occidente ad oriente.
Il testo è stato scritto in due giorni ma non improvvisato, è stata una naturale messa in codice di una serie di pensieri che avevo in mente da molti mesi, tanto che alcune descrizioni sono "riscritture" di alcuni stati facebook postati da qualche tempo a questa parte.
Non ho avuto tempo per la revisione, ho mandato anzi tutto pochi minuti prima dello scadere del termine. Alcuni difetti sono dovuti a questo, non parlo di errori materiali, quanto di elementi strutturali che avrei dovuto gestire con tempistiche diverse.
Ultimo appunto: grazie per tutti i commenti scritti qua. Sono stati una vera sorpresa e alcuni molto molto utili.
Fabrizio