Gazzetta 2019
Delibera n. 10 (8 aprile 2019)
Si mettono all’ordine del giorno i seguenti punti:
- regola del silenzio;
- vincitore dei Corti 2019;
- vincitore del TotoAutori 2019;
- bilancio preventivo 2020;
- saluti conclusivi.
Un grido disumano della scimmia apre l’assemblea, annunciando il primo punto all’ordine del giorno.
Si stabilisce la regola del silenzio: questa assemblea dovrà svolgersi in un clima sobrio, tranquillo e pacato.
Bang!
La scimmia si affloscia su sé stessa, forse colpevole di aver infranto la sacra regola – infranta, per altro, prima che la stessa sia stata enunciata.
Ma tant’è: inutile discutere sulla retroattività di norme e cavilli, quando la vita ti è stata tolta.
ONOFRIO DEL GRILLO ripone nella tasca dei pantaloni un oggetto, fischiettando delicatamente al cielo.
Si verbalizza che la scimmia è andata.
Approvata per acclamazione la regola del silenzio, si stabilisce che si può passare al secondo punto all’ordine del giorno.
Il vincitore dei Corti 2019 è GGigassi.
A lui e al suo gruppo di lavoro vanno le congratulazioni dell’intera assemblea e di tre quarti della palazzina di fronte (quel che è rimasto dopo le precedenti esplosioni).
Ma l’assemblea, a maggioranza relativa, decide di dare menzione anche agli altri partecipanti, per cui si adopera affinché ognuno di essi abbia il giusto riconoscimento:
Congratulazioni ad Arkham Legacy per il suo secondo posto.
Congratulazioni a Pirata delle Alpi per il terzo posto de “Il destino di Warbled”.
Un po’ meno di congratulazioni a fzgbrvzzzz per il quarto posto, un po’ poco ma sicuramente meglio di...
Adriano! Al quale non va neanche mezza congratulazione, visto l’ultimo posto.
E, infine, DjMayhem, fuori concorso. Ma è fuori per non aver rispettato il tema? È fuori per aver inserito elementi di gioco come dadi o simili? No! È fuori per troppe parole! Dico, potevi scrivere un romanzo, visto che c’eri, no?
L’assemblea vota a grande richiesta (di chi??) una mozione di sfiducia. Colpevoli: tutti!
La questione è presto nota: nessuno dei corti in gara ha preso 10.
Al che, CHISSENEFOTT’ parte con uno sproloquio composto e garbato sulla deriva socio-psichiatrica dei corti, sostenendo tesi assurde sul fatto che i corti odierni non sono più in grado di sollevare moltitudini di 10 come in passato.
Ma EL LOCO, sempre gentilmente, fa notare che anche le torte alle mele fatte oggi non hanno l’aspetto genuino di quelle fatte 30 anni fa… Eppure ci si può sempre ingozzare.
A questo fottutissimo esempio di bacatura di mente, la segretaria perde le staffe e si denuda completamente, rivelando però un particolare osceno e obbrobrioso: un’inquietante sgommata sui suoi slip di pizzo.
Bang!
E tanti saluti a OXFORD!
In preda all’eccitazione, la segretaria si va a rinchiudere nello sgabuzzino dello stabile, ancora completamente nuda.
Si passa quindi in rassegna il terzo punto all’ordine del giorno, quand’ecco che ci si rende conto che la classifica del TotoAutori non è ancora stata rilevata!
EL LOCO, a questo punto, si sente in diritto di avventurarsi in una supercazzola criptica e complessa, l’esatto contrario dei corti di quest’anno!
E mentre tutto ciò avviene, ONOFRIO DEL GRILLO, con una signorilità invidiabile e uno stile quasi nobiliare, si avvia verso la gabbietta del canarino.
Bang!
Il canarino è scomparso, maestoso esempio di un criptico gioco di magia contemporaneo.
Si passa quindi al quarto punto all’ordine del giorno, e qui ci si rende conto che i conti della Gazzetta sono a posto.
Non sono i soliti conti in rosso...
Oddio! E’ un rosso sangue quello di questa Gazzetta, sicuramente la più sanguinaria di sempre.
Ed è per questo che, puramente a fini goliardici, ONOFRIO DEL GRILLO si avvicina a CHISSENEFOTT’.
“Dì ciao alla mammina!”.
“Ciao mammina”.
Bang!
Onore ad un grande uomo!
L’assemblea continua, seppur nel suo sobrio incedere, nell’allegria più spensierata: fuori non si sentono esplosioni, non ci sono cadaveri mutilati oltre la strada, né pennacchi di fumo da dietro il palazzo.
E’ tutto molto tranquillo.
E sono passi tranquilli quelli che conducono ONOFRIO DEL GRILLO davanti allo sgabuzzino, prima che l’apertura della porta riveli una scena di uno squallore inaudito.
La segretaria – che nel frattempo ha continuato a verbalizzare tutto – è ancora completamente nuda, intenta a defecare copiosamente.
Un tanfo immondo fuoriesce dallo stanzino, che neanche la pressione di un tasto rosso da uno dei fottuti telecomandini di EL LOCO potrebbe bonificare.
Bang!
E mentre il tanfo usciva, un minuscolo pezzo di piombo entrava.
I rimanenti componenti dell’assemblea concordano all’unanimità (se di unanimità si può ormai parlare!) che occorre trovare un sistema alternativo di verbalizzazione.
Al che EL LOCO estrae dalla tasca un piccolo registratore audio degli anni ’80, con tanto di nastro da 90 minuti, e preme REC.
La sua ansia si è sciolta: ha premuto il suo pulsante.
La verbalizzazione diventa audio.
“E bravo EL LOCO... anche oggi hai schiacciato il tuo maledetto pulsantino. Sarà l’ultimo che schiaccerai? Hai altro in dotazione”.
La risata maligna di EL LOCO non può essere impressa nel nastro audio, ma rimarrà impressa per sempre negli occhi di ONOFRIO DEL GRILLO come esempio di senso civico e posatezza.
“E quindi siamo alla fine...”
“Ti farò esplodere il culo dall’aldilà! Muahahaumuahuahauhauhua”.
“Tranquillo, mio vecchio pazzo... In verità, in verità ti dico: stanotte verrò a farti visita prima che il gallo canterà tre volte”.
E sono frasi sconnesse quelle che sta sentendo EL LOCO, un misto di sbigottimento e senso di de-ja-vu accompagnano questi momenti estasianti.
Bang!
“A più tardi, caro mio”.
“Qui è ONOFRIO DEL GRILLO parla, l’ultimo sopravvissuto della Nostromo”.
Il monologo, finora composto e con un suo senso logico, ora inizia a diventare delirante, unendo citazioni e un’atmosfera lugubre di fondo.
“E’ per me un onore potervi dare i saluti conclusivi. Quest’edizione dei Corti è stata... scoppiettante, non si può dire il contrario. Vi saluto, quindi. Lascio dietro di me una scia di sangue e maledizioni, lascio dietro di me tanti interrogativi. Lascio dietro di me il mio figlio illegittimo (indicando la scimmia a terra), lascio qui i miei amici più cari (indicando i cadaveri bucherellati post mortem a colpi di coltello), lascio il verbale di quest’assemblea, i conti in positivo e la puzza emanata da una cagna in uno sgabbuzzino.
Ma soprattutto, lascio a voi il dubbio: da questo pomeriggio in avanti, vi chiederete: ma chi sono stati quei quattro squilibrati che hanno creato quest’immondo scompiglio in qualcosa di così delicato come la Gazzetta? Questo, se permettere, non lo saprete mai! E ora, gentilmente, andatevene affan
Bang!
Dieci minuti dopo.
“EL LOCO, amico mio... Ma dove siamo?”.
“Beh, all’inferno, mio caro ONOFRIO”.
“Ah...”.
“Pensavi di essere in paradiso?”.
ONOFRIO DEL GRILLO alza le spallucce, intontito e deluso.
“Ma non devi essere deluso, carissimo amico mio. Noi qui, oggi, inizieremo a fare baldoria!”.
E quando ONOFRIO DEL GRILLO lancia a EL LOCO un’eloquente occhiata interrogativa, EL LOCO estrae un bustone di plastica grande quanto il sacco di Babbo Natale.
Telecomandi!
Un’intera collezione di telecomandi!
“Amico mio! Qui possiamo far esplodere tutto quello che ci pare”.
Il visino innocente di EL LOCO si illumina di una luce spettrale, mentre afferra un telecomando grigio e preme il suo primo pulsante rosso della sua nuova vita!