Ed ecco a voi il misterioso Gittes!!!!!
Viste le molteplici richieste pervenute, mi sembra giusto intervenire ed esprimere il mio commento riguardo “La danza delle ombre”.
Lungi da me l’idea di creare un racconto che avesse un’ambientazione originaria, l’intenzione era quella creare un fantasy classico, prendendo come riferimento le mie serie preferite di libri-game (Lupo Solitario, Misteri d’Oriente, Ninja), utilizzando il sistema di combattimento che ritenevo più congeniale (praticamente quello di Md’O) e introducendo la possibilità di scelta tra tre personaggi che differenziassero nelle tre caratteristiche.
Trattandosi di un libro-game a mio avviso la componente ludica era fondamentale e ho ritenuto importante creare dei bivi che invogliassero il giocatore ad effettuare una seconda lettura del racconto, ovviamente a discapito della longevità della storia.
Rivedendo il racconto a mente fredda, rimango comunque soddisfatto della struttura della storia e del bilanciamento dei tre personaggi: il combattente è avvantaggiato nei vari duelli (molti cmq facoltativi), l’acrobata può sfruttare i maggiori punti di destrezza nelle relative prove ed infine l’illusionista, svantaggiato nel corso di tutta la storia per i bassi punteggi delle caratteristiche, usufruisce di importanti “situazioni” bonus.
La parte del leone avrebbe dovuto essere il combattimento finale: in una prima stesura si trattava di una sorta di “triello” tra i tre protagonisti principali, idea poi scartata visto che avrebbe richiesto l’utilizzo di troppi paragrafi.
Senza alcun dubbio la fase che più mi ha dato soddisfazione è stata quella iniziale, con la creazione della struttura della storia con i vari bivi, abbozzando solamente poche righe di racconto, cercando di far quadrare il tutto nello spazio di 40 paragrafi.
I problemi maggiori sono quindi sorti nel dover affinare il testo dei vari paragrafi; mi sono reso conto di avere ben poca dimestichezza nella tipologia e nel livello di scrittura necessari per scrivere un racconto, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi.
L’utilizzo del te in luogo del tu è parte di quelle brutte consuetudini che si acquistano nel contesto quotidiano (è corretta l’ipotesi che sono toscano).
Mio malgrado mi sono reso conto di aver sottovalutato l’impegno richiesto per scrivere questi 40 paragrafi, per realizzare qualcosa di buono serve un costante entusiasmo che probabilmente non sono riuscito a mantenere in tutto il processo di produzione del racconto.
Devo quindi prendere atto che il risultato complessivo è stato molto peggiore di quanto auspicato, vista l’unanimità dei commenti.
Ringrazio comunque tutti gli utenti che hanno speso parte del loro tempo per leggere e commentare il mio corto; ovviamente un ringraziamento particolare per quelli che hanno evidenziato anche gli aspetti positivi del racconto.
Per quanto il risultato finale non sia stato favorevole, direi che partecipare al concorso è stata un’esperienza interessante (molto difficilmente sarà però ripetuta).
Riguardo la revisione del racconto, viste le mie appurate scarse capacità grammaticali, il massimo che posso fare è recepire buona parte delle numerose osservazioni pervenute; se poi qualche anima pia si offrisse volontaria per migliorare l’esposizione del testo (per quanto consentito dal regolamento) sarebbe ben accetta.
Magari prossimamente, nel thread apposito, esprimerò il mio pensiero riguardo i risultati del concorso…
Capitolo scacchi x BenKenobi
Come giustamente hai fatto notare l’enigma degli scacchi è facoltativo, non superarlo non pregiudica assolutamente il proseguo della storia.
Vincere la partita, azzeccando la mossa corretta, permette di recuperare un oggetto che fornisce un aiuto nel combattimento finale e mi sembrava il giusto premio per la risoluzione dell’enigma scacchistico alla portata uno scacchista medio.
Visto l’esiguo numero di paragrafi a disposizione sono stato costretto a strutturare l’enigma nella suddetta maniera, alternativamente era possibile proporre una decina (o più) di mosse con relativi paragrafi di rimando.
Non di facile risoluzione la questione della partecipazione dei “profani” degli scacchi, premettendo l’ovvia necessità di conoscere le regole, sarebbe possibile proporre dei quesiti scacchistici più semplici, non fornendo però un adeguato livello di sfida agli scacchisti più capaci…
Se non ricordo male un enigma scacchistico è contenuto anche in un LG della Giunti.