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Ragazzi vi faccio una domanda al volo, al netto degli eventuali ritirati ecc. (non sono riuscito a seguire più di tanto il tutto) quanti sono i corti in gara?
Ovvero, questo è il quinto...quanti ne mancano?

Still
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Re:

Trovi la lista qui:
https://www.librogame.net/index.php/forum/topic?id=3985

ovvero mancano 8!

Seven_Legion
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Re:

monpracem ha scritto:

GGigassi ha scritto:

artefatto l’uso di un italiano arcaico o del latino maccheronico (il celebrato Gioco di Lionardo lo avrei stroncato solo per quello)

Quindi avresti stroncato il corto in testa alla classifica di tutti i tempi per una tua idiosincrasia? Interessante...

Assolutamente sì. Poi probabilmente avrei evitato di dare un voto per non urtare la suscettibilità dell'autore, adducendo magari attacchi informatici di hacker russi (o un virus su cui i tecnici stanno già lavorando o il passaggio del file da Word a Pdf o più genericamente lo stress)

GGigassi
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

ovvero mancano 8!

Grazie mille!

Still
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Re:

Aloona ha scritto:


Comunque, gli errori di impaginazione che avete notato devono essere dovuti alla conversione in PDF... qualcosa deve essere andato storto, perché posso confermare che l'originale era a posto.

Per quanto mi riguarda, questi errori di impaginazione non hanno influito minimamente nel mio giudizio.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Bel corto nella sua semplicità, che declina però proprio sul più bello.

L'autore ha dimostrato di conoscere e padroneggiare bene due temi: quello della commedia dolce-amara anni '50-'60, che in Italia ha avuto tanta fortuna (l'ammiccamento a Sordi è evidente fin dalla locandina, ma l'approccio mi ha ricordato anche altri attori che hanno fatto il Genere come Totò, De Filippo, Aldo Fabrizi) e quello della romanità genuina, un po' greve e soprattutto popolare del periodo, simpatica e misera, nobile e cattiva, in una parola umana, che principalmente Alberto Sordi ha trasposto così bene, quando diretto da registi all'altezza, nel nostro immaginario cinematografico.
Onestamente è difficile leggere la prima parte de Il Palazzinaro e non immaginarsi nella veste dell'imprenditore arrivista e arruffone de Il Marito o de Il Boom, e la stessa parlata della nostra controparte, certi ammiccamenti, alcuni rimandi, colgono a piene mani da questi film (anche se poi le citazioni abbondano: dal già citato Pozzetto, all'Elide di C'eravamo tanto amati, passando per molte altre piccole chicche che a un appassionato-drogato della settima arte come me non possono che fare piacere).
Detto questo, il racconto è pesantemente scisso, e questo mi fa pensare che sia stata utilizzata un'opera precedentemente concepita e adattata da un certo punto in poi per ricadere in quelli che erano i dettami del bando di quest'anno.
Mi spiego. La prima delle tre macrofasi della narrazione (quella del nostro inizio e dell'allisciamento dell'onorevole Mariotti) è curatissima. Al di là della semplicità dell'opera, che non indulge in regolamenti e si presenta come una sorta di Scegli la tua Avventura in chiave nazional-popolare nostrana, ci troviamo di fronte ad ambientazioni e personaggi estremamente dettagliati, a un andamento istrionico in cui i rimandi si sprecano, e l'ironia la fa da padrona, e in cui la cura dei particolari è evidente.
Oltretutto proprio in questa fase è presente l'unica, intelligentissima, dinamica di gioco vera e propria, ovvero l'esplorazione dell'ambiente che ci circonda allo scopo di scoprire di che pasta è fatto il buon Mariotti. Indagine che ci consentirà, nel momento clou, di decidere adeguatamente come acconciare la nostra casa per far colpo sul referente politico di turno (con tutte le icone del tempo: il busto di Benito in una fase in cui, sottobanco, la rivalutazione del personaggio era già iniziata e forse mai finita, il crocifisso, la moglie onesta e buona ma poco attraente, il quartiere popolare composto da baracche, la ricerca spasmodica del posto al sole).
Tutta questa cura tende a scemare già nella seconda fase: per andare avanti dobbiamo sposare in pieno il nostro ruolo di cattivo. Costruire con materiali di qualità ci porterà al fallimento, ma non basta preferire l'opzione da sciacalli (che ci trasformerà in assassini): bisognerà poi mettere da parte ogni morale e mandare qualcuno in galera al posto nostro per andare avanti. Qualsiasi tendenza a indulgere nel recupero del nostro lato umano verrà sanzionata senza pietà: questa scelta mi è piaciuta molto, l'ho trovata netta, coraggiosa, estrema; tuttavia andava dettagliata e approfondita molto di più perché declinata così poco fa intravedere molto per poi regalare poco. Ho trovato per esempio troppo blanda la decisione di lasciare a una nostra semplice scelta la possibilità di salvarci dalla galera o meno dopo il crollo della palazzina. Mi sarebbe piaciuta un'evoluzione simile a quella della prima parte, in cui fosse necessario un minimo di sbattimento e qualche scelta oculata per tirarsi fuori dai guai. Così come è stata strutturata la cosa in pratica ci viene chiesto "Vuoi andare in prigione?" e tocca a noi decidere se farlo o meno. Problemi di spazio con tutta probabilità che hanno impedito un maggior approfondimento da un certo punto in poi.
Tutti questi elementi inoltre ci distaccano completamente dall'abbrivio iniziale, perché, come ha detto Seven, Alberto Sordi al dunque lasciava sistematicamente che a trionfare fosse il lato umano; se operiamo in questo modo invece noi andiamo incontro a una fine prematura.
La cesura da quella che era la volontà iniziale si vede anche nella qualità dello scritto che tende a scemare e il declino prosegue anche nella terza e ultima fase, quella della nostra vecchiaia e dell'avvento apocalittico.
I paragrafi si fanno più brevi, tante situazioni non vengono approfondite, si scivola sempre di più verso l'accennato o il non detto (vedi la citazione di Telenauta, o i paragrafi finali in cui andiamo a trovare i nostri inquilini e le molte diramazioni possibili vengono solo accennate). Questa discrasia così netta fra l'accuratezza delle fasi iniziali e il "tirar via" di quelle finali mi fanno pensare che l'autore non abbia avuto adeguato tempo per terminare il lavoro o che, semplicemente, abbia adattato qualcosa di già concepiti ma giocoforza si sia trovato "stretto" nei paletti regolamentari e non sia risucito a esprimere in questo nuovo contesto tutta la verve che aveva denotato in prima battuta.
I tocchi di classe continuano a esserci (bellissimo per esempio l'epilogo che ci attende se ci affidiamo a un tardivo e ritrovato spirito religioso di fronte alle prime avvisaglie della fine del mondo, o l'easter egg del paragrafo 42, in cui l'autore ci spiega la sua idea di Apocalisse), ma la grande ironia e la cattiveria nero-comica, che sono i punti di forza de Il Palazzinaro, scemano.
Quando si sceglie una struttura così semplice è necessario giocoforza puntare tutto su una grande capacità narrativa, e se questa viene meno, anche se solo parzialmente, il racconto ne risente e rimane privo di armi.
Questo corto per i primi 20 paragrafi mi ha divertito come in poche altre occasioni i precedenza. Poi si è assestato su un livello medio, e alla fine le sensazioni che mi ha lasciato sono state più tiepide di quanto non mi sarei aspettato dopo l'entusiasmante partenza.
Rimane un buon lavoro di estrema intelligenza e che denota la capacità narrativa dell'autore, che è uno scrittore di ottimo livello: complessivamente però, pur valutandolo positivamente, avrei potuto candidarlo per la vittoria finale solo se l'eccelso ritmo iniziale, completo dei suoi corollari, si fosse mantenuto costante per tutti i 51 paragrafi.
E lo dico a malincuore, perché c'erano le carte in regola per sfornare un piccolo capolavoro.

Voto inviato a Babacampione

Prodo
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Re:

Questa volta sarò più rapido del solito perché Prodo ha già scritto tutto ciò che penso, parola per parola, o quasi.

STILE: Qui devo andare un pelino controcorrente. Sì, lo stile è bello, frizzante, ironico e arguto; ma molti passi del libro mi hanno sorpreso in negativo per la loro farraginosità. Esempio a caso dal paragrafo 1: "Gli proporrai i tuoi piani e gli lascerai credere che anche lui parteciperà, almeno con la gloria (fino ad adesso) al maggior lustro della città grazie alle pressioni che farà alla commissione per l’edilizia e alla concessione che ti darà." EEEEEEEEEEEEH (respiro per riprendere fiato).
Casi simili sono sparsi un po' ovunque nel racconto e tendono a far "scorrere oltre" un lettore con poca attenzione/pazienza come il sottoscritto. Più volte mi sono accorto che il mio occhio saltava tra le righe nei paragrafi più lunghi invece di immergersi in una lettura consapevole. Mi è sembrato di trovarmi di fronte a un autore molto bravo a esprimersi, ma che non ha riletto a sufficienza la sua opera sforbiciando lo sforbiciabile, oppure a un autore che tende a ingarbugliarsi in periodi troppo lunghi e arzigogolati.
Sia quel che sia, lo stile di Cuore di Ferro era migliore e la differenza sta più nella storia raccontata che nelle qualità letterarie dello scrittore.

STORIA: Bellissima, punto e basta. Non l'ho trovata né un'acuta satira politica, come Anima di Lupo, né eccessivamente qualunquista come GGigassi. E' semplicemente ciò che una storia del genere dovrebbe essere. Quanto meno nel primo atto. Nel secondo la fretta è stata cattiva consigliera mentre nel terzo... lo vedremo dopo.

(nota: io NON sono un fan dei film a cui questa storia si ispira. Ciononostante sono riuscito ad apprezzarla. E qui a mio avviso sta la differenza tra il citazionismo autoreferenziale e quello fatto bene).

GIOCO: Non è corretto dire che non ci sia. Il primo atto in cui bisogna cercare indizi su Mariotti mi ha coinvolto: alla prima partita ho sbagliato, rendendomi conto nella seconda di aver tralasciato alcuni dettagli che già possedevo, facendomi sentire stupido. Questo si chiama immersione.
Il grosso problema della parte gioco è che termina lì, con quel primo e unico "enigma". L'unica scelta presente nel secondo atto è scontata mentre nel terzo atto addirittura non ci sono scelte (EDIT: non è vero, c'è una ID nascosta, l'ho trovato solo dopo aver scritto il giudizio), solo vie diverse per giungere a diversi epiloghi (e anche qui quello "migliore" è citofonato). Sarebbe stato splendido se l'intero corto fosse stato un preambolo alla cena con Mariotti, con un gran finale fatto di quiz a trabocchetto. Ma non sarebbe rientrato negli estremi del concorso...

USO DELLE TEMATICHE: L'uso del cattivo come protagonista è perfetto. Forse è vero: un po' troppo eccessivo/caricaturale in certi paragrafi. Ma che ci vuoi fare.
Mentre per quanto riguarda

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
l'Apocalisse...
se questo corto fosse un gioco da tavolo si userebbe l'espressione "tema incollato con lo sputo". L'autore è stato bravo o se non altro coraggioso a cercare di mescolare due tematiche che non ci azzeccavano nulla l'una con l'altra, ma non posso dire che il risultato sia stato gradevole. Il vero problema di questo corto è la divisione in atti: l'autore ha passato troppo tempo sul primo non dedicando agli altri due la stessa attenzione. Questo fa sì che la lettura cominci con entusiasmo ma vada scemando verso il finale, specialmente se si decide di rileggere il corto. Forse sarebbe bastato permettere al lettore/giocatore qualche dinamica in più nella seconda/terza fase per mantenere l'attenzione alta fino alla fine.

IN DEFINITIVA: per me è il miglior corto in gara finora, ma, per le ragioni sopra esposte, non lo ritengo adatto alla vittoria. La speranza è che i prossimi racconti ci riservino una storia ugualmente interessante, uno stile ugualmente frizzante ma (si spera) più interazione e soprattutto un uso delle tematiche che non appaia forzato. Per adesso, mi duole dirlo, non abbiamo ancora avuto un corto degno di un concorso che ha ospitato l'anno scorso opere come L'Agone degli Erranti, Chronium e 11-09, ma Il Palazzinaro è quello che ci va più vicino.

Voto inviato ad Aloona.

EDIT: nel giudizio non ho tenuto conto degli errori di impaginazione, in quanto non dipesi dall'autore.

Zakimos
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Re:

Chiedo scusa, ma le Muse sono nove (Clio, Erato, Thalia, Euterpe, Calliope, Polyhymnia, Terpsichore, Urania, Melpomene), quindi il cinema sarebbe la decima arte.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Farren ha scritto:


Re: Concorso dei Corti 2017 - 5° racconto: Il Palazzinaro

Chiedo scusa, ma le Muse sono nove (Clio, Erato, Thalia, Euterpe, Calliope, Polyhymnia, Terpsichore, Urania, Melpomene), quindi il cinema sarebbe la decima arte.

Giusto, ma io mi rifaccio alla definizione data nel manifesto di Ricciotto Canudo (La nascita della settima arte) che, almeno in Italia, è diventata popolare per definire il cinema.
Per chi vuole approfondire la storia è spiegata qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Cinema

Prodo
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Re:

In realtà il testo di wikipedia è parecchio ambiguo.. Ricciotto Canudo stesso l'aveva definita la sesta arte poco prima...
Ma non mi sembra di doverci perdere il sonno. :-)

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Vabbè, mi faccio la terza

Nel senso che vuoi rifarti il seno???

Gazzettato! smile2

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Una nota a margine: finora come protagonisti dei Corti abbiamo avuto

*) un tecno-ninja senza identità che diventa un robot e se ne va alla fine della storia senza dare spiegazioni

*) un tizio che per salvare una ditta dal fallimento (ditta che scrive i suoi manuali con la virgola tra soggetto e verbo, quindi è giusto e sacrosanto che fallisca) deve diventare un robot femmina ed entrare nei sogni di una tizia per risolvere i suoi traumi che sono una specie di versione fantasy di Love Story

*) un infelice che vive in un mondo al collasso (sin troppo simile al nostro) dove subisce vessazioni  e discriminazioni, coinvolto in una storia che potrebbe non capire del tutto

*) una tizia persa tra citazioni pop e situazioni lovecraftiane/apocalittiche a cui non vuole credere

*) Alberto Sordi

Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

Farren ha scritto:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Purché non ci siano enigmi rolleyes

GGigassi
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Re:

Questo corto non parte alla grande, parte alla grandissima!
Il genere comico è poco sfruttato e declinarlo in un pecoreccio film d'antan è praticamente geniale!
La prosa è piacevole, scorrevole e divertente. L'idea di coprire quasi trentanni di vita del protagonista (e di storia italiana) è molto, molto azzeccata. L'idea di dividere il corto in tre atti, avendo di fatto tre-mini corti, è molto poco furba. Un corto già è corto di suo (e fin qui ;-) ) e, dividendolo in tre, si ottengono parti nette con poche ramificazioni. Inoltre, dopo un'interessante partenza, il tutto si esaurisce in un paio di scelte azzeccate nel primo atto per poi perdersi nel secondo e nel terzo, in cui la parte game ne risente a favore di quella narrativa.
Il tema Apocalisse è un po' appiccicato con la chicle.
Complessivamente godevole ma, viste le alte premesse, ci si poteva aspettare di più.

Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!
Scoprimi su Amazon https://www.amazon.it/Antonio-Costantini/e/B076VTJ3F7 !

Ubik
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Re:

GGigassi ha scritto:

Farren ha scritto:

GGigassi ha scritto:


Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.

Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)

Purché non ci siano enigmi rolleyes

Enigmi no, ma sento che sarà pieno zeppo di codici.  smile

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Recensione del "Palazzinaro"



Protagonista/Tema

Per la prima volta in questa edizione dei Corti, abbiamo un Cattivo: un uomo d'affari senza morale né scrupoli, uno che potrebbe vendere la propria madre per un avere il suo “posto al sole”... in poche parole, un vero e proprio figlio di sultana. Con questo antieroe, quest'autentica feccia umana, siamo agli antipodi del nemico di James Bond che ha il suo esercito privato, una tecnologia sofisticatissima o un piano folle per prendere il mondo in ostaggio. Ed è per questo che il Palazzinaro è ancora più detestabile: perché è reale. Questo Protagonista è il peggior prodotto della società post bellica e ce ne sono centinaia come lui in ogni grande città: potrebbe essere il deputato della vostra provincia, l'imprenditore con cui la vostra azienda ha concluso un affare... non ha tempo e non ha viso. Faccio i miei complimenti all'autore misterioso per aver ideato questo Cattivo, anche se ci sono delle cose con cui non si dovrebbe mai scherzare (parlo della Shoah e delle idee malsane del protagonista sulla figlia minorenne dei Rossi), come già evidenziato da Seven_Legion.

Comunque, mi è piaciuto quest'utilizzo del tema dell'Apocalisse: ci sono degli indizi che ci mettono sul giusto binario (la signora nella chiesa, i graffiti...) ma non sono palesi come in un videogioco, o il Corto precedente o una canzone di Holyhell. Il Protagonista bada ai suoi malaffari e la fine del mondo coglie tutti, senza avvertire prima; questo mi è piaciuto: infatti, semmai le profezie delle varie religioni sono vere, pensate che avremmo il tempo di prepararci alla fine del mondo? Non penso. Sempre ammettendo che queste profezie siano vere, immagino che la fine dei tempi sarà brutale come una ID e non potremmo fare niente per evitarla. Ho parlato di profezie, ma vale lo stesso per l'esplosione di un potentissimo ordigno nucleare, un terremoto come il Big One, una grossa meteorite (dimenticate Bruce Willis) o il ritorno degli One Direction.

Riassumendo: un Cattivo perfido, (troppo) realistico e un utilizzo originale del tema apocalittico... va bene, nonostante qualche punto sia discutibile.

Stile

Mi piacciono i film di Sordi, ma anche molte produzioni della “Commedia all'Italiana” che mostrano la vita e la società del vostro paese negli anni che hanno preceduto il Miracolo Economico. Queste pellicole sono sempre agrodolci, ironiche, ma così tanto umane e pochi attori hanno saputo illustrare questo periodo storico meglio di Alberto Sordi. L'idea di ritrarre più di vent'anni di storia e società italiana in un Corto è audace e brillante. Mi è piaciuta l'attenzione data ai dettagli e alle novità che compaiono poco a poco, nel bene o nel male (la critica di 2001: Odissea nello Spazio, per esempio). Inoltre, ho visto Roma solo un paio di giorni e vorrei tanto tornarvi e mi piace molto il dialetto romanesco, quindi questo “tocco romano” è una valore in più per questo Corto. I paragrafi sono vividi, ma alcuni sono troppo sbrigativi (tipo: “Bravo, c'è l'hai fatta a farla franca”; è un peccato perché rompe il ritmo del Corto).

Giocabilità

Nessuna regola, nessun dado da tirare, nessun punteggio, ma un racconto interattivo alla CYOA: per me va benissimo. Siamo gli unici maestri a bordo e non è il caso a decidere dei nostri successi o fallimenti. Penso che l'autore abbia voluto che ci calassimo veramente nei panni di questo Palazzinaro per saper prendere le decisioni giuste... bravo, un'ottima tattica! Ancora più valida perché qui dobbiamo tirar fuori il peggio di noi per campare sulle spalle degli altri e saper rigirare la frittata anche quando gli eventi ci remano contro. Più di un Corto, è quasi un manuale per peggiorare se stessi... alla faccia dei libri d'auto-aiuto che riempono gli scaffali della Feltrinelli!
Questo Corto ha una durata di vita media e ogni (dis)avventura ha il suo interesse: dal finale apocalittico alle simil-ID nelle quali il terreno non è più edificabile o al finale infame nel quale andiamo in prigione, ne usciamo e diventiamo dei paladini della giustizia e dei parac*li. Quindi, sono letture divertenti nelle quali si gioca a fare il cattivo.

Conclusione

Un racconto coraggioso, originale che rimarrà nelle nostre memorie per un po' di tempo. Il tema del Cattivo è difficile da trattare, ma l'autore ce l'ha fatta (anche se ci sono dei punti dolenti). Un buon Corto che merita il voto che gli assegnerò.

Voto inviato a Babacampione con PM (Poste del Mordor)

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Ed eccoci qua, con un corto senza dubbio originale e ricco di riferimenti alla nostra cultura: è davvero bella l'idea di ambientare l'avventura nella nostalgica "Italietta" che tutti noi abbiamo conosciuto solo nei racconti dei nostri genitori. Vediamo se l'autore ci è riuscito.

Il regolamento è semplice: non c'è. Tutto lo svolgimento è prettamente "testuale" e l'autore evita anche diusare codici e/o parole d'ordine, lasciando quindi la massima libertà di azione al lettore. Anche l'apparente "Easter Egg" legato alla bella locandina, non ha alcun esito sulla partita, ma è solo un "contenuto bonus" per il lettore più accorto. Io amo i regolamenti snelli, intendiamoci, e qui siamo a un minimalismo estremo che, per fortuna, funziona.
La formattazione è fatta male, ma per questo bisogna tirare le orecchie agli organizzatori (grazie al BAH) perché sono sicuro al 99,99% che l'originale in DOC avesse i titoli al posto giusto e non sfalsati di due righe verso l'alto.

La narrazione lascia a bocca aperta chiunque abbia minima conoscenza della Commedia all'Italiana, sia per la forma che per i contenuti. Però, pur non essendo romano, mi sento di fare un paio di appunti all'autore: al posto di "altri" vedrei megli "artri" (arrotando la "l") e la grafia a me familiare di "" è "ahò". Non ho effettuato approfondite ricerche, quindi potrei essere smentito.
C'è poi un problema con la voce narrante, che spesso si intromette troppo nelle vicende, quasi "à la Brennan". Il romanesco va bene nei discorsi diretti, ma non nelle descrizioni, anche se queste riportano i pensieri di Spartaco. Addirittura a un certo punto (par. 15) c'è un brutto "non so se mi spiego", in prima persona.
Il guaio diventa ancora più evidente nella caratterizzazione del protagonista, che ci viene mostrato con determinate caratteristiche, ma poi si esprime in modo ben diverso. Spartaco è chiaramente un parvenu, un villan rifatto e un nuoveau rich, lo dimostra chiaramente quando al par. 9 si vanta di non avere letto nemmeno un libro della propria libreria e al par. 2 non sa chi sia Moravia (all'epoca vivente e pubblicato da oltre vent'anni); eppure si lascia andare a considerazioni filosofiche inadatte a lui. Per esempio al par. 4 se ne esce con "Gli occhi smorti, spenti, opachi dell’usciere sembrano pozzi neri, finestre aperte su un mondo gelido e addormentato". Ma si può? A parte il trittico di aggettivi che rischia di spegnere i miei occhi, al massimo uno come Spartaco potrebbe definire il portiere un "rincojonito" e uscirsene con qualche massima popolare. Oppure al par. 3 abbiamo "quartiere in cui sorge questo esercizio" (sembra tratto da un manuale di urbanistica),"occhi fissi nel vuoto e ottenebrati dal vino, dalle bocche piegate di sguincio, dallo sguardo senza speranze e ambizioni" (all'autore piace molto l'immagine di questi occhi) e per finire uno "schiuma della terra, feccia"(insulti troppo colti per un palazzinaro). Anche qui, apparentemente l'autore si sostituisce al nostro protagonista, che probabilmente liquiderebbe tutti gli avventore con "anvedi 'sta manica de fraciconi".
Per le descrizioni l'autore se la cava con la locandina, che ci consente subito di immaginare le fattezze dei personaggi, associandole a quelle di notissimi attori. Mi sia consentito solo un appunto: Giovanna Ralli era tutto fuorché priva di fascino (par. 14).

A livello ludico, appurata l'agilità del regolamento, tutto il resto è piacere di esplorare e vedere ogni anfratto, conoscere ogni personaggio: i momenti in cui si può ottenere un istant death sono solo tre e tutti facilmente affrontabili. Il problema è l'inverosimiglianza delle vicende, cosa grave per un racconto che vorrebbe essere neorealista. Autore, vuoi farci credere che uno squalo come il nostro protagonista non sappia niente di questo Mariotti e scopra indizi fondamentali sulla sua personalità solo il giorno prima della cena, per di più limitandosi a cazzeggiare in chiesa o a Trastevere/Testaccio/Vattelappesca? No, non è assolutamente credibile. Così come non è credibile la figura del Mariotti stesso, se davvero è "zozzo" come si premura di dirci Spartaco, la presenza/assenza di Duce e/o crocifisso non dovrebbero fargli un baffo, interessando a lui solo profitti. Insomma, la mini-indagine iniziale è divertente, ma non funziona come struttura sulla quale reggere l'avventura.
Gli atti seguenti, purtroppo, abbandonano del tutto questo schema e riducono ancora di più le conseguenze delle azioni compiute. Il secondo atto è una carrellata di immagini provenienti dagli anni '60, il terzo non ha nemmeno quello (ma presenta un'insulsa istant death al 45). Il racconto si rilegge volentieri, ma solo, come accennavo, per il piacere di esplorare. I finali sono tirati via, quasi messi lì controvoglia.

Il tema del cattivo è stato centrato in pieno, dandone un'interpretazione originale. Sull'apocalisse, mi pare davvero c'entri poco: avrei preferito una disgrazia come il crac del mercato immobiliare, che al protagonista pare la "fine der monno" (locuzione che già si vede in alcune istant death precedenti).
Anche volendo attribuire gli ultimi paragrafi a un'allucinazione di Spartaco morente (in fondo potrebbe davvero essere un infarto o un ictus), ci vedo poco di apocalittico. Trovo poi abbastanza risicata la differenza tra il 46 e il 48 e, sempre riguardo al 46, il testo non ha senso se si proviene dal 43, essendo noi già ai Quartieri.

Insomma, questo racconto è sicuramente divertente e ben scritto, ma risulta carente nella parte ludica, avendo l'autore deciso di dedicarsi troppo alla narrativa (non senza alcune sbavature): è sicuramente un lavoro valido, ma non eccellente.

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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Quando mi sono trovato al paragrafo della instant death, dopo l'appellativo con cui si rivolge a noi la signora, ho subito pensato anche io a quello.

Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.

Farren
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Re:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re:

Seven_Legion ha scritto:

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 A proposito della "barzelletta". Se uno conosce la storia sa gia' che, appunto, per i Nazisti lo sterminio era un mero problema logistico (quindi dov'e la battuta?). Inoltre mi pare confonda Goebbels con Himmler (il primo fu ministro della "propaganda", il secondo fu l'effettivo incaricato di organizzare lo sterminio).
In sostanza, pur capendo l'intento di dipingere sgradevolmente i protagonisti del corto, suggerirei di trovare un altro modo, evitando di toccare argomenti delicati...

Invece io la ho trovata azzeccata. Il fatto di sbagliare personaggio, pescando un nazista "a caso", indica la superficialità dei due personaggi, in linea con i loro atteggiamenti. Io credo quindi che l'autore sapesse benissimo la differenza tra i due e che l'errore sia stato inserito di proposito (un po' come in un vecchio episodio Homer Simpson diceva che Einstein aveva inventato la lampadina).

Yaztromo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Rygar ha scritto:


(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
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 È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.

Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece

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 manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa  smile2

Da qui si vede quanto siete dei pivelli, librogamisticamente parlando. Quando ho visto che c'era una lista di vittime messa in quel modo sospetto, mi si sono subito alzate le antenne: era veramente un'instant death telefonata.

Già, l'autore mi ha messo nel sacco!

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Io invece ho scoperto della trappola solo leggendo i vostri commenti... per qualche assurda ragione nelle quattro partite che ho fatto non mi sono avventurato a casa Francusi 0_o.

Ho aggiunto un'EDIT al mio commento visto che a questo punto non è vero che nel terzo atto non c'è nessuna scelta.

Zakimos
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Re:

Questo corto è della tipologia "senza regolamento", quindi praticissimo si legge ovunque. Non può però, per lo stesso motivo, coinvolgere più di tanto il lettore perché la parte interattiva è composta solo ed esclusivamente dalle scelte a fine paragrafo. E' scritto molto bene, ed è ottima la caratterizzazione del personaggio che interpretiamo; l'unica pecca forse sono le eccessive inflessioni gergali in dialetto. Nel complesso riesce a divertire abbastanza ma non si dimostra affatto longevo. Secondo me l'autore doveva essere più breve e conciso su molti paragrafi per aver cosi' la possibilità di sfruttare al meglio l'unico motore del divertimento che ha scelto di usare, ossia i bivi. Avrebbe potuto crearne di più e quindi più scelte e più paragrafi.
La divisione in atti mi è parsa inutile e spesso non mi sono nemmeno reso conto di essere passato al successivo. Un finale almeno è troppo scialbo e la scelta più importante (come preparare la casa per l'ospite da convincere ) troppo facile da intuire.
Voto inviato a Babacampione

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Ottimo lavoro, ben scritto e divertente. Anche la "locandina" è egregiamente realizzata (scommetto che si tratta di una mano femminile!). Finora indubbiamente il mio personale campione del concorso... e se per caso non fosse così a causa di una "apocalisse" calzata un po a forza, l'autore potrà sempre dire:
“Sì, ho rubato: ma rubavano tutti.”
bigsmile

PS:

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 Mi par di capire che "l'apocalisse" a cui si riferisce il corto sia semplicemente la fine di un'epoca, vista dalla prospettiva del protagonista... credo che sia semplicemente mancato lo spazio per rendere bene la situazione.

monpracem
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Re:

Bel Corto davvero.
Al netto della tirata d'orecchi all'impaginatore (che non è l'autore, ci giuoco la paghetta settimanale) il racconto si fa proprio leggere bene. È inaspettato, originale, ben scritto.
Tanti dubbi e perplessità della prima lettura sono svaniti al secondo e terzo passaggio. Ok, alcune cose mi fanno storcere il naso, ma solo per quello che riguarda le mie opinioni personali: nulla a che vedere con gli aspetti tecnici della prosa, ergo nessun peso nella valutazione complessiva.

Corbezzoli, devo decidermi a mandare prima le valutazioni. Non voglio vincere il Tartarughino d'Oro! sad

Voto inviato a babacampione.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re:

Mi scuso con gli autori dei Corti pubblicati finora se non sono riuscito ad esprimere giudizi più articolati, ma in questo periodo è stato molto difficile.

Il palazzinaro mi è piaciuto.
PREGI:
- l'incredibile quantità di citazioni, sparse ovunque e tutte interessanti;
- una prima parte davvero eccellente;
- un bello spaccato della società degli anni '50-'60, anche se un'ambientazione di questo tipo non è certo quello che più preferisco;
- lo stile della scrittura, mi è piaciuto molto e tutto il corto l'ho trovato molto frizzante e divertente da leggere;
- il fatto di dover essere davvero cattivi per ottenere il meglio durante la storia.
DIFETTI:
- il Corto si mantiene su livelli molto alti, ma verso la fine la qualità cala;
- la conclusione non sono riuscito ad apprezzarla, ok che per tutto il corto sono presenti tanti riferimenti sull'apocalisse, ma presentarla in questo modo non mi ha entusiasmato per niente, e purtroppo durante la lettura mi ero immaginato un finale col botto, cosa che mi ha lasciato un po' interdetto.

Insomma, un lavoro davvero ben fatto, peccato per una conclusione che, a prima vista, avrei descritto come "scritta frettolosamente", ma che non so se le cose siano andate effettivamente così.

Voto inviato a babacampione.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Letto e completato al primo tentativo, questo corto mi ha lasciato l'amaro in bocca perché ho avuto un pessimo impatto con il finale. All'inizio pensavo di essermi perso qualcosa, ma anche rileggendo purtroppo la situazione non è migliorata.
Come tanti altri utenti del forun hanno fatto notare, infatti, delle tre parti in cui il corto è diviso, solo la prima è davvero ben congegnata, la seconda è piú o meno un riempitivo (ci sono spunti interessanti, ma ci si ritrova un po' spiazzati perché non si capisce dove si vuole andare a parare) e la terza è completamente fuori luogo e si lega malissimo al resto del testo, senza chiudere realmente la vicenda e rendendo di conseguenza tutto il resto della vicenda inutile.
Leggendo il finale e confrontandolo con l'inizio del corto, viene proprio da chiedersi perché lo scrittore abbia voluto far entrare a forza nel racconto un elemento fantastico che non aggiunge nulla alla trama e non. E la risposta è ovvia, per rientrare nei termini del concorso.
Se permettete, ne approfitto per esprimere i miei dubbi/considerazioni sul bando di quest'anno. A differenza da quanto detto da molti, a mio parere,  il bando è tremendamente restrittivo perché anche se teoricamente erano possibili 9 combinazioni, solo poche avevano senso, ed erano comunque molto restrittive. Questo avrebbe dovuto, in teoria, spingere gli autori a creare situazioni particolari, ma almeno in questo corto, ciò non è successo e secondo me è un difetto che pesa molto nel giudizio complessivo.
Per quanto riguarda stile di scrittura, invece, non c'è nulla da dire: grammaticalmente perfetto e molto scorrevole, davvero complimenti. Bella e immediata l'idea di evidenziare il dialetto con il corsivo.
L'umorismo a me, personalmente, non ha divertito, ma forse è perché  il dialetto non mi ha mai fatto ridere e perché non ho l'età per cogliere molte delle citazioni.
Neppure il personaggio mi ha convinto del tutto: in fondo non è realmente così "cattivo". Certo, è un personaggio che ricorre all'illegalità (ma basta essere illegali per essere cattivi?) e che mette il proprio guadagno personale al di sopra di tutto, ma non arriva mai a compiere gesti eclatanti, di violenza, di vendetta spietata, di tradimento, di stronzaggine o bastardaggine pura, se non in pochi punti, mentre per il resto è un semplice cafone che se ne frega delle leggi.
Lodevole l'opera di documentazione compiuta dall'autore, che rende sicuramente molto più tangibile l'ambientazione dando ancora più realismo alla storia.
La difficoltà, invece, è calibrata abbastanza male, risultando troppo facile, con poche possibilità di errore e scelte decisamente ovvie.
Al contrario, l'interazione è molto buona e spinge a rileggere più volte il corto.

Voto inviato ad Aloona

FinalFabbiX
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Re:

Ed ecco i nostri giudizi!

babacampione ha scritto:

È interessante il racconto di questa settimana, perché ci presenta un cattivo a cui noi lettori di librogme non siamo abituati. È un perfido arrivista, senza scrupoli che non esita a utilizzare ogni mezzo lecito e illecito per ottenere i propri scopi, calpestando i sentimenti degli altri e approfittandosi dei più deboli.
È un personaggio che per me definisce davvero lo stereotipo del cattivo contemporaneo.
Mi convince meno il tema dell'Apocalisse che poteva essere sfruttata meglio. Cosi come è usata, è un po' debole e pecca di ingenuità (o forse sono io a non averla capita appieno).
Il Corto tuttavia non ha molto altro da raccontare, dacché l'interattività è piuttosto scarna e si tratta essenzialmente di godersi la meschinità del protagonista, rileggendosi tutti i paragrafi per scoprire ogni possibile cattiveria perpetrata.
Niente regolamento e niente interattività, quindi, per una prova che sarebbe potuta essere vincente se fosse stata curata meglio sotto questi aspetti e che invece rimane una prova monca, di buon impatto, ma impossibilitata a vincere il concorso di quest'anno.
Ho apprezzato il lessico che fa largo uso del romanesco e della trivialità: secondo me ci sta alla perfezione.
Peccato quindi non potere assegnare al Corto un voto alto e faccio una tiratina d'orecchi all'autore: la prossima volta cura la parte ludica tanto quella narrata. Da parte mia riceverai un voto eccellente!

***

Hieronymus ha scritto:

Il Palazzinaro, tu mi hai provocato, e io ti recensisco!
Devo dire che questo corto a primo impatto mi ha proprio entusiasmato. L'incipit, la locandina, un bel primo impatto insomma. Peccato che ci sia anche il secondo impatto.
Ma andiamo per ordine.
La prima cosa che balza agli occhi è l'assenza di regolamento. Abbiamo un bel corto scegli la tua avventura, e secondo me va bene così. Il contenuto non sembra averne bisogno.
Originalità e ironia, tutto spalmato sul piatto Italia, che rende ogni storia cruda e amara. Un corto per niente banale che coinvolge ma alla lunga si perde. Alcuni paragrafi si dilungano troppo in descrizioni o elementi di poco conto e questo ha tolto la possibilità di inserire più paragrafi e di conseguenza di rendere il corto più longevo. Citazioni tante e di sicuro non le ho colte tutte, manca un pò di continuità. Ci sono paragrafi dove le battute si presentano a raffica e altre dove sono totalmente assenti.
Nel complesso un'opera che reputo degna di questo concorso e mi complimento con l'autore, che ci fa fare un bel viaggio nella storia del nostro paese.
Il finale manca d'impatto, a ogni modo il mio voto è... *CENSORED*

***

Aloona ha scritto:

Gran bella idea di fondo, ma che via via finisce per convincermi poco. Il tema è certamente rispettato, ma confesso che avrei preferito una bella invasione di palazzi e centri commerciali a un'apocalisse abbastanza scollata dal contesto, se non una coincidenza temporale con il fatidico anno dell'Acquario, ma che non ha nulla a che fare con le nostre azioni. Possiamo giusto arrivare a prenderla più o meno bene. Confesso che la cosa è un po' frustrante per un librogame, specie per l'occasione persa di poter influire realmente su di essa con più o meno sordide porcherie o scelte oneste che abbiamo a disposizione.
La confezione è promettente: un presunto film, con tanto di locandina; parodia abbastanza ben fatta dei classici del cinema italiano e un cattivo vero, nel senso più puro del realismo, di quelli che ti fanno venir voglia di fare le scelte peggiori per vedere cosa accade e… abbastanza prevedibilmente, purtroppo… scoprire che basta fare tutto il peggio possibile per arrivare all'esito giusto in poco tempo. O sono io che sono super (e lo escludo) o questo libro è fin troppo semplice, pur se con una discreta dose di rigiocabilità a salvarlo.

Dal punto di vista stilistico, la scrittura è fluida, ironica e rende bene la debosciata linea di pensiero del protagonista, con un solo, grande appunto: una delle prime e più importanti regole della scrittura insegna a scrivere secondo il modo di pensare del personaggio, come fosse naturale. Ora, il nostro personaggio pensa in romanesco, quindi che bisogno c'è di mettere in corsivo qualsiasi espressione tale? Alle lunghe, risulta fastidioso, dando più l'impressione che il protagonista "motteggi" un romano e non che lo sia. Ci può stare quando a parlare è il suocero, le cui espressioni milanesi suoneranno "bizzarre" o estranee al protagonista, non col proprio dialetto. Tra l'altro, le espressioni romanesche si accompagnano, in alcune occasioni, ad altre che un romano doc avrebbe per forza espresso in dialetto e vengono invece rese in italiano corretto, perdendo un po' di coerenza.

Nel complesso, non mi è dispiaciuto affatto, ma non mi ha certo entusiasmato come le premesse facevano sperare. Ha comunque molte potenzialità che potrebbero venire alla luce in una revisione post concorso, soprattutto l'idea di un librogame come film.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

L’idea del Corto mi è venuta leggendo in pdf dei vecchi numeri della rivista Dragon in cui si discuteva della possibilità o meno di interpretare dei personaggi di allineamento malvagio. Io non sono affatto contrario alla cosa (benché non ami farli in prima persona), perché ho sempre pensato che non è che per forza una persona “cattiva” vuole conquistare il mondo e fregare sistematicamente gli altri: i banchieri che hanno fottuto l’economia potrebbero benissimo essere Evil eppure sono apparentemente rispettabilissimi! E poi anche i cattivi hanno bisogno di amici e possono innamorarsi, quindi possono coltivare legami, fare favori, ecc.

Inoltre mi piaceva l’idea di usare l’Apocalisse così come viene intesa da alcune dottrine esoteriche e da alcune culture, cioè non come la fine di tutto ma come un momento di transizione da un mondo a un altro più illuminato. Rileggendo il Corto, però, mi sono reso conto che la cosa finiva per risultare un po’ buttata lì senza criterio se non si fossero raggiunti i paragrafi giusti ai bivi.

Il Corto è chiaramente un omaggio alla Commedia all’Italiana, la “farsa” della copertina non c’azzecca molto, tanto più che è in tre atti (nel cinema invece c’è un prologo, un centro con il turning point e poi la risoluzione).

Chiaramente attori e regista sono chi pensiate che siano, ho giusto cambiato un po’ i nomi per evitare noie. Noie assolutamente improbabili ma non si sa mai. Alessia Fiore è invece una mia bellissima amica che recitava a livello amatoriale.

I “Generoni”, il cognome del protagonista, erano una classe di possidenti terrieri che agivano nella Roma papalina a cavallo tra i secoli 18° e 19°. Questa notizia l’ho appresa da Wikipedia, quindi non posso garantire sulla sua autenticità.

Le citazioni tratte dalla Commedia all’Italiana (e non solo) sono tantissime ed è inutile e superfluo ricordarle tutte, solo l’elenco delle vittime è un profluvio di nomi presi da Brutti, Sporchi e Cattivi e tanti film coevi. Una curiosità: durante le ricerche che ho fatto per sapere quando è stato introdotto il telecomando in Italia, ho scoperto che uno dei supposti inventori avrebbe potuto essere tal Pace, che ho citato “mimetizzato” nei pensieri di Spartaco quando guarda la televisione! Per la cronaca, il telecomando era già disponibile in Italia prima del periodo in cui è ambientata quella scena.

Le parti più sforbiciate si sono concentrate alla fine. In origine la parte della visita al palazzo avrebbe dovuto essere un po’ più articolata, e la giovinetta a cui pensa lascivamente Spartaco avrebbe dovuto essere una sorta di giovane Ornella Muti, così come il pensionato avrebbe dovuto essere un omaggio a Umberto D. (come il film neorealista omonimo).

In effetti la barzelletta su Goebbels e la scena con la scritta sul muro (citazione di seconda mano, perché non ho visto nè ricordo il titolo del film da cui è tratta, ma ne ho solo letto su un libro di Storia del Cinema) occupano troppo spazio, ma ho voluto lasciarle così. Solo che a furia di sforbiciare il resto mi sono messo KO da solo! smile2

GGigassi
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Re:

Alla prima lettura mi son detto: questo corto vincerà!! Alla fine della prima lettura mi son detto: questo corto non può vincere!! Amico autore, Il Palazzinaro va posto nei libri di scuola come esempio di "tirarsi la zappa sui piedi da solo". I presupposti erano delle BOMBE!! Lo stile c'era tutto! Il personaggio principale era perfetto! Perché non l'hai introdotta meglio sta belin di Apocalisse? Volevo vedere Spartaco trattare con il Demonio, sentirmi malvagio fino alle unghie dei piedi, non ste due paroline in croce del finale eccheccazz!! Non sai quanto avrei voluto darti un voto più alto e quanto ci sia rimasto male quando ho capito che Il Palazzinaro non aveva goduto della giusta attenzione che meritava. E ti credo, impegnato com'eri con duecento mila progetti a tempo...

Zakimos
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Re:

Beh, vaghi riferimenti religiosi e new age c'erano, ma in effetti anch'io ho constatato rileggendolo che se non si trovavano i paragrafi giusti non si poteva cogliere il filone complessivo.

Tra l'altro mi stupisco da solo: sul serio avevo fatto quelle riflessioni leggendo Dragon? Non me lo ricordavo. (il file con le spiegazioni l'avevo preparato prima, ovviamente, non sono COSI' rincoglionito).

GGigassi
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