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Recensione

Asimov Galactic Foundation Game 5: Il Leone della Ventesima Flotta
Edizione Mondadori 1992
autore/i Leonardo Felician
Recensore spadadelsole

Con il quinto volume della serie Asimov, Il Leone della XX flotta, lasceremo il primo capitolo della trilogia della fondazione per entrare nella prima parte del secondo, intitolato Il crollo della galassia centrale.  In quest’opera faremo la conoscenza di Bel Riose, ultimo generale dell’impero, nonché uno dei personaggi più carismatici dell’intera saga.

Noi saremo invece un giovane mercante che in breve tempo dovrà diventare il capo della fondazione, seguendo le orme di Hober Mallow, così da guidare la resistenza all’impero nel modo giusto.

Per prima cosa dovremo decidere se schierarci con i mercanti indipendenti o con i ben più quotati seguaci del principe dei mercanti, per poi iniziare a vagabondare per i pianeti alla ricerca di informazioni su Riose. Poi, se otterremo il potere, dovremo scegliere le strategie più adatte per giungere al felice epilogo… Tutto facile no?

Da fan sfegatato del ciclo della fondazione in generale e del generale Riose in particolare, non potevo certo farmi sfuggire questo librogame e devo dire che il risultato finale è stato davvero agrodolce. Dolce perché come storia è davvero interessante e ben scritta e riesce ad ampliare ciò che nel ciclo della fondazione non era stato detto. Anche il processo identificativo con il giovane mercante risulta molto efficace.

Tuttavia ci sono dei difetti evidenti che rendono l'esperienza di lettura non esaltante, soprattutto perché il sistema di gioco è semplicemente disastroso. In primis a causa del nostro personaggio, che avrà dieci punti da distribuire tra ben dieci caratteristiche e scegliere le misure giuste non sarà facile, anche per i veterani che, con i libri precedenti, avessero conquistato cinque punti in più.

Inoltre, non si guarderà ai punteggi delle singole caratteristiche, ma solo se sono bassi (fino a tre punti)  medi (da quattro a sette) o alti  (almeno otto).  Certo, i punteggi potranno aumentare molto, ma non sarà facile ugualmente perseguire un epilogo positivo.

Inoltre ci saranno tantissimi indovinelli matematici in stile "settimana enigmistica", che contribuiranno ulteriormente ad aumentare il livello di complessità. Poi, frustata finale, non sarà improbabile subire , subito prima del sospirato epilogo, la perdita di sette punti di vita, eventualità che potrebbe facilmente portarci a una morte prematura a un passo dall'obiettivo.

La difficoltà lo rende di fatto ingiocabile ed è davvero un peccato, perché la storia e la caratterizzazione di Riose e dei personaggi sono davvero ottimi.

Longevità 5: 

Impossibile da valutare, perché i percorsi sono davvero infiniti, ma il true path strettissimo e la difficoltà proibitiva invogliano a leggere subito la soluzione.

Difficoltà 4: 

Davvero troppo alta: un libro adatto solo ai fan sfegatati del ciclo, dotati di una pazienza sovrumana.

Giocabilità 6: 

L'interattività è buona perché, anche se la storia è quello che è, Riose resta Riose ovvero il co-protagonista del libro e ciò da una marcia in più all'evolversi della vicenda. Inoltre il clima particolare e l’investigazione contribuiscono ad aumentarne la godibilità: in questo aiuta anche l'ottimo stile narrativo. Purtroppo la struttura di gioco ai limiti dell'umano impedisce a questi elementi positivi di fare la differenza.

Chicca: 

/

Totale 5: 

Per Riose e la fedeltà allo stile di Asimov, la validità della storia e le splendide atmosfere meriterebbe 8; il sistema di gioco invece mi farebbe propendere per il 2. Fate voi la media.