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Peter Pan è un librogame a tema fiabesco pubblicato nel 2024 da Tora Edizioni. L’autore dei testi e del regolamento è Davide Toccafondi e le belle illustrazioni, interne e di copertina, sono di Ludovica Liera. Il libro si presenta come un bel brossurato a colori con bandelle, e la storia si sviluppa in 275 paragrafi, più alcune pagine iniziali dedicate a un semplice regolamento e alla scheda. Il tema è ripreso dalle storie dello scrittore inglese J. M. Barrie, pubblicate nel secolo scorso, le cui vicende principali sono già state oggetto anche di celebri riduzioni cinematografiche e televisive. Anche l’editoria libroludica aveva già visto alcune versioni interattive di questo ciclo e dei suoi più iconici personaggi: un Peter Pan nell’Isola che non c’è in traduzione nella collana Scegli la tua avventura con Walt Disney della Mondadori, un Vola con Peter Pan localizzato tra i Fantastica Game della Giunti Marzocco e un Neverland – Here be monsters! di Jonathan Green e ACE Gamebooks sono in giro a testimoniarlo. La collana di Tora Edizioni è invece quella degli Adventure Book, già abbastanza nutrita, e Peter Pan è la seconda uscita dello stesso team dopo La Regina delle Nevi (tutti i titoli sono indipendenti tra loro). I due volumetti sono stati pubblicati lo stesso anno a pochi mesi di distanza e rappresentano un po’ una collana nella collana, dedicata a personaggi fiabeschi antichi e moderni: autore e illustratrice sono gli stessi, il regolamento e lo stile sono grossomodo identici, e perfino il numero di paragrafi è rimasto inalterato. Per questo motivo, confrontare La Regina delle Nevi con Peter Pan è istintivo, e il paragone risulta tutto a favore del secondo e più recente titolo, oggetto di questa recensione. Davide Toccafondi ha migliorato ancora il suo stile rispetto al primo volume, che comunque non era affatto un titolo mediocre: la scrittura si è fatta più fluida e vivace, l’andamento della prosa più lineare, la vicenda è più serrata, più gustosa e più incalzante, oltre che ricca di colpi di scena che hanno sorpreso perfino un lettore come il sottoscritto, con più pelo sullo stomaco di un gorilla. Un’altra questione di stile assolutamente lodevole è l’abbandono della prima persona singolare nel corpo del testo, che rendeva un po’ traballante il primo volume, e l’approdo a una seconda persona che ci riporta all’approccio classico e si rivela molto più funzionale al gioco e alla lettura. Insomma, in questo libro Peter Pan sei TU! Questo rende anche più facile l’immedesimazione del lettore in un tale straordinario protagonista, così fuori dalle righe: un neonato di sette giorni volato via su un’isola immaginaria per non diventare mai grande *(vedi nota a fine pezzo) e poi cresciuto fino a divenire un eterno preadolescente impegnato in ogni sorta di scorribanda avventurosa, implausibile e fiabesca. Di certo, non un personaggio in cui è facile entrare in connessione, specialmente per degli adulti (ahinoi…)
Un’ulteriore differenza rispetto a La Regina delle Nevi è il fatto che quel titolo permette ai lettori di ripercorrere la fiaba originaria da cui prende il nome, mentre Peter Pan inizia dopo la fine delle vicende del libro (e dei film), quando Wendy e i fratelli sono tornati a Londra, e Peter all’Isola che non c’è. Questo favorisce molto l’originalità delle vicende e delle situazioni, e permette di “andare avanti” rispetto a una storia già conosciuta, inserendo colpi di scena e sorprese. Nonostante questo, tutti i temi delle storie originali, così come i personaggi e i luoghi chiave, sono stati inseriti nel librogame in maniera impeccabile, riconoscibili ma cambiati, in un lavoro di worldbuilding e storytelling encomiabile. Questa recensione non vi rivelerà nulla di quello che c’è da scoprire della trama, ma preparatevi a “una nuova storia” di Peter Pan, che potrebbe degnamente concludere tutte le vicende del personaggio. Inoltre, devo assolutamente segnalarlo, l’autore ha indugiato su molti temi importanti del ciclo e lo ha fatto in maniera abile e leggera: lo scorrere del tempo, il confronto con il nostro doppio oscuro, l’invecchiamento di certi personaggi, i dilemmi tra crescere e rimanere eterni bambini, tra avventura e responsabilità, tra realismo e immaginazione, tra riscatto e ossessione, sono tutti presenti e toccati con maestria. Dopotutto Peter Pan non vuole crescere o forse ha paura di crescere? E un eroe non dovrebbe forse affrontare le sue paure? Tutti questi temi possono essere esplorati nel librogame, grazie alle possibilità uniche offerte dalle storie a bivi, grazie alle quali, ad ogni scelta che compiamo, la storia del nostro Peter Pan prende un percorso diverso e sempre interessante. Come nel titolo precedente, le regole di gioco sono semplici e adeguate alla vicenda fiabesca che andiamo ad affrontare. C’è un contatore di cui tenere nota i cui estremi sono Realismo e Immaginazione, un elenco di parole chiave da segnare nella Scheda, per un totale di undici, più un inventario limitato per oggetti vari e polvere di fata. Anche i finali sono diversi: a parte qualche morte ingloriosa, la rassegna dei finali veri e propri tiene conto di quanto detto prima sulle scelte che il nostro Peter può compiere, e sulla gradazione di Realismo e Immaginazione della sua impresa. La prima parte della vicenda, dopo un gustosissimo inizio in media res, procede per checkpoint (con molte alternative) fino al principale colpo di scena della storia, per poi diramarsi su tre tronconi che si ricongiungono solo intorno al finale. Una struttura ben pensata per una vicenda che diventa così ricca di alternative ed estremamente interessante da rigiocare. Numerosi gli indovinelli sparsi per il libro: non sono troppi e sono tutti gustosi, ma sarebbe stato meglio presentarli in maniera più organica nella trama, piuttosto che un banale “Rispondi al mio indovinello e ti aiuterò”.
Come per La Regina delle Nevi, le illustrazioni a colori di Ludovica Liera sono di ottima fattura, perfettamente in stile con l’argomento trattato.
Due parole a fine pezzo sulla narrazione: è molto buona ed è sensibile la crescita artistica dell’autore dal primo al secondo titolo. La prosa è vivida, il ritmo incalzante e le scene sono molto coinvolgenti. *Allusione, edulcorata dalla fiaba, delle tante sconfortanti vicende di abbandono e di mortalità neonatale nella Londra di fine Ottocento
Longevità 9:
Molte scelte aprono a percorsi veramente alternativi e a tante conclusioni delle vicende del personaggio coinvolgenti e ben pensate. Affrontare ciascuno dei tre tronconi principali della seconda parte del libro almeno una volta è davvero necessario per godersi le tante alternative pensate dall’autore.
Difficoltà 9:
La difficoltà è ben calibrata, né banale né ostica. Un giocatore esperto non avrà problemi a raggiungere uno dei finali migliori anche al primo tentativo, e il sistema non dovrebbe risultare punitivo neppure per lettori alle prime armi.
Giocabilità 9:
Le meccaniche sono semplici, si apprendono subito e scorrono benissimo. Tenere al minimo gli elementi ludici è perfettamente adeguato al tipo di storia raccontata.
Chicca:
Tanti gli indovinelli, i colpi di scena, i cammei e le situazioni coinvolgenti. Citiamo con gusto le sfide di insulti che si possono trovare in un paio di situazioni, una volta contro Capitan Uncino e un’altra contro il letale Coccodrillo…
Totale 9:
Un ottimo librogioco per ragazzi e appassionati, ben scritto e molto coinvolgente, splendidamente illustrato, di ottima fattura editoriale e con una bella storia dentro, supportata da un sistema semplice e adeguato.
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