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Recensione

Oltre l'Incubo 2: Nel Vortice del Tempo
Edizione EL 1987
autore/i Clive Bailey,Ian Bailey
Recensore spadadelsole

Il secondo volume di Oltre l'Incubo segue una logica opposta a quella del primo: non avventure in un luogo circoscritto, ma un vero vortice d’eventi che ci sballottolerà attraverso mezza Europa.

Inizieremo inseguendo la mano misteriosa, incontrata alla fine del primo capuitolo della saga, nel British Museum, poi in una grande casa di campagna. Scopriremo che il nostro avversario è il barone Von Aschenbach, adepto della grande oscurità , che vuole servirsi di una piramide misteriosa per riconsegnare all’oscurità il suo pieno potere. Richiamato Charles Petrie per chiedere consiglio e comunicare le nostre scoperte, partiremo per un viaggio in aereo (memorabile la scena in cui troveremo il pilota morto, ucciso da un ragno grosso come un gatto) e poi trasborderemo sul dirigibile Lucrezia, ove incontreremo il colonnello Schroeder, un ufficiale americano (a dispetto del nome di ceppo tedesco) ex adepto della grande oscurità che ci rivelerà alcuni inquietanti segreti.

Il gioco in cui ci siamo messi non sarà affatto semplice da affrontare, nemmeno per un paladino della luce come noi. Finiremo infatti per affrontare, dopo aver parlato con il militare, un durissimo, ma non decisivo, scontro con il barone austriaco (non è consigliabile usare la bacchetta per chiamare i cacciatori, pena una prematura dipartita). Giunti al Cairo e liberato dal laboratorio del nemico il giovane Harold Lathers, che si rivelerà un prezioso aiutante, entreremo nella grande piramide, supereremo prove difficili, in cui potremo ricevere dal dio Thot la nomina ufficiale a campioni, oltre a preziosi suggerimenti e aiuti.
Entreremo poi nel regno dei morti (in stile egizio, ma il traghettatore sarà Caronte) fino a raggiungere la sfida finale.
Breve ma bella la conclusione, ove ci ritroveremo di nuovo nella realtà, con accanto Charles, e, in mano, una statuetta, segno di gratitudine di Thot.

Molto complesso è questo secondo volume della serie, o meglio, della "bilogia".
Parecchie cose cambiano: l’orrore non è più Lovercraftiano ma ricorda di più lo stile di Stephen King, dato che trovandosi nelle circostanze più normali si può passare, in un attimo, a sprofondare nell ’incubo più surreale come, appunto, sparare al ragno sull'aereo come già accennato. Altro esempio del genere si riscontra pensando all’indimenticabile colloquio con il colonnello: vederlo togliersi gli occhiali e scoprire che non è cieco, ma ha gli occhi di un serpente, eredità della grande oscurità, è un'esperienza davvero scioccante.

Ho imparato qualcosa da queste sue parole: “Mi dispiace, capisco il vostro avvilimento, so che siete venuto da me per trovare delle risposte che risolvessero tutti i vostri dubbi invece ne uscite solo con domande ancora più grandi” .
Anche il tipo di avventura strizza di più l’occhio a Indiana Jones che a X-Files, anche se il tema delle indagini nel mondo del paranormale, in stile detective del soprannaturale, rimane.
Il livello di difficoltà è decisamente più equilibrato: non ci sono check troppo difficili e molte sono le occasioni per recuperare i punti persi, oltre che per reperire armi interessanti. Anche il fatto di poter usare una pistola più efficace a nove colpi invece che a sei è un elemento che simboleggia la volontà dell'autore di semplificarci la vita rispetto ai nostri trascorsi in Galles della precedente avventura.
In una parola, chi possiede punteggi medi o alti non dovrebbe incontrare particolari problemi.
Ho trovato questo libro dotato di un fascino ed un'atmosfera diversi rispetto al precedente, anche se resta al gusto del lettore il compito di decidere chi sia il migliore, poiché è una scelta molto personale, tra atmosfere lugubri e atmosfere a volte più solari ma non meno inquietanti, anzi, per certi versi più disturbanti.
In ogni caso io continuo a preferire il primo dei due volumi.
Un’opera per molti versi antesignana, già nel 1985, del fenomeno “La mummia” e della riscoperta dell’antico Egitto.
La longevità è alta, sia perchè non sarà facile scoprire ogni indizio e visitare tutti i luoghji possibili, sia perché è sempre un piacere rileggere un libro così ben fatto e complesso.
Forte, comunque, è il rammarico per la fine così immediata di una serie che avrebbe potuto dare ancora molto, data l’ottima impostazione, la qualità tematica e narrativa.
Indubbiamente entrambi i volumi svettano per la ricchezza di elementi variegati e apparentemente incompatibili che invece risultano mescolati alla perfezione e che rendono la serie un’imperdibile perla nel mondo dei librogame; un mondo reo, forse, di aver puntato troppo sul fantasy e di non aver capito le grandi potenzialità di certe opere caratterizate da una tematica a sfondo orrorifico.
Per quanto arrivato troppo presto, il finale rimane, comunque, ottimo.

Longevità 9:  Sempre bello scoprire nuovi luoghi precedentemente non visitati, o anche solo rileggere l'avventura, che in virtù della piacevole scorrevolezza che la contraddistingue si presta a essere rigiocata più e più volte.

Difficoltà 7:  Ben calibrata, anche se a tratti tendente a un'eccessiva facilità che contrasta con la grande complessità del primo capitolo della saga. Complessivamente però meglio settata che in precedenza.

Giocabilità 8.5:  C'è molto da esplorare, qualche enigma da risolvere e diversi nemici da affrontare. L'ottima qualità narrativa aiuta molto a immedesimarsi nell'opera, che risulta perciò divertente e piacevole anche nel lungo periodo.

Chicca:  /

Totale 8:  Un ottimo volume, resta il rammarico per una serie interrotta troppo presto, quando aveva ancora molto da regalare agli appassionati.