Letto e sviscerato, come amo dire.
Questo racconto secondo me sposa completamente un'impostazione narrativa, lasciando al comparto ludico poco e niente. Non ha regolamento, non ha enigmi, non ha combattimenti: si concede la licenza dei bivi, e questo lo contraddistingue come interattivo, ma per il resto è assimilabile a un qualsiasi racconto, peraltro molto ben scritto, caratterizzato da tematiche futuristico-malavitose.
Questo elemento si nota anche se analizziamo la struttura del corto: esistono principalmente due macro-vie da seguire, e le scelte che si compiono una volta imboccato un percorso non pesano che blandamente sull'evoluzione dello stesso, a meno che non si incappi ovviamente in una delle istant death presenti. A questa regola non scritta fanno eccezione due bivi, tra l'altro contraddistinti da un criterio di selezione completamente casuale, che consentono di accedere ai gli unici due finali positivi del lavoro (uno completamente soddisfacente, l'altro solo parzialmente).
Se vogliamo in queste due considerazioni appena espresse sono racchiusi i difetti del volume: lo scarso interesse, sicuramente voluto dall'autore, per la caratterizazione ludica di Viatico, e il fatto che la differenza tra un finale negativo e uno apprezzabile è data esclusivamente da due scelte accessorie, che possono peraltro essere fatte solo imboccando percorsi secondari della storia, che possono essere tranquillamente saltati e che di fatto non hanno nessun tipo di condizionamento, al di là di quello già notificato, sull'esito della nostra missione.
Una scelta questa che non so valutare quanto sia stata voluta: nel caso in cui l'autore abbia optato per questa impostazione di proposito non si può non riscontrare in lui una certa punta di sadismo
.
Al di là di tali considerazioni quel che rimane dello scritto mi è piaciuto: alla già ottima verve narrativa si aggiunge un'eccellente caratterizzazione dei personaggi, descritti senza peli sulla lingua nella crudezza dei loro comportamenti.
C'è stata anche nell'ideare i trascorsi di ognuno di loro, così come nel descrivere la tossicodipendenza del protagonista, che può evolversi anche in un finale "a sorpresa", anticipato in parte da alcune frasi della nostra compagna sulla natura mentale di tutte le dipendenze.
Bella anche la figura di Ariel, nei panni del boss rotto a ogni esperienza, e della nostra preda ed ex-amico Lahore, che sarà possibile riuscire a freddare solo accettando un epilogo negativo anche per noi.
Ottima, come già avevo accennato, l'idea di suddividere i paragrafi per orario e non per numero, così come quella di creare due filoni realmente differenti tra loro, perché in uno affronteremo l'avventura da soli e nell'altro spalleggiati dalla rasata e poco attraente Kuntul.
E non manca il desiderio di continuare a leggere il racconto dopo l'esaurimento dello stesso: una delle due conclusioni positive è apertissima, e il desiderio di sapere perché la nostra "amica", feroce e spietata come e peggio di noi, si scioglie alla vista di un bambino down e decide di rivestire improvvisamente panni muliebri e cambiare vita permane forte anche dopo aver scandagliato a fondo ogni possibile evoluzione della storia.
Una piccola nota negativa è rappresentata dall'impiego di alcune espressioni sintattiche un po' grezze, tendenti a tratti al dialetto, che però in certe circostanze (ma non in tutte) si sposano bene con il linguaggio rude e poco curato che vige nel mondo della mala.
Complessivamente il racconto mi è piaciuto: se fosse stato in concorso probabilmente non l'avrei premiato con la prima piazza, ma secondo il mio personale giudizio sarebbe certamente salito sul podio, penalizzato, ma appena un po', dall'assenza totale (o quasi) di elementi ludici che vadano al di là della scelta multipla, caratteristica questa ampiamente compensata dall'ottima cura dedicata alla narrazione, all'intreccio, all'evoluzione e alla caratterizzazione della vicenda.
E poi parliamoci chiaro: anche tra gli Scegli la tua Avventura non mancano i piccoli capolavori, e nessuno si è mai sognato di denigrarli per l'assenza di regolamento o di strutture ludiche elaborate.
Non gli assegno, però, come già detto, un voto numerico: ritengo che il numero rappresenti una sintesi utile se c'è da stilare una classifica, ma ridondante nel caso in cui non ci sia tale necessità. E che si tratti di un buonissimo lavoro credo che si evinca ampiamente leggendo il commento.