Anche secondo me è stato il passaparola a diffonderli, in un'epoca senza multimedialità. Alla TV non se ne era mai parlato, il librogame viveva nell'underground culturale dei ragazzi, spesso osteggiato dalle mamme impaurite da titoli e copertine...Anche nel mio caso fu il passaparola di un amico, che aveva il fratello più grande già accanito lettore, a portarmi a conoscenza del fenomeno letterario.

Mi chiederei piuttosto come siano stati ostacolati, da insegnanti, genitori, parroci...

gabrieleud ha scritto:

Mi chiederei piuttosto come siano stati ostacolati, da insegnanti, genitori, parroci...

Io questo non lo ho visuto per niente, magari i miei genitori si seccavano perchè comunque non erano gratis, però li fregava il fatto che erano libri e non giochi quindi potevano pensare "mio figlio legge molto..".
Gabrieleud però prima DEVI dirci come gli hai conosciuti!!
Infine potremmo fare delle riflessioni sulla potenza commerciale del "passaparola" e dire che i Librogame hanno venduto moltissimo senza aver speso una lira in pubblicità, diventando un prodotto, o comunque un fenomeno di massa. Però non facciamo troppi trionfalismi perchè dobbiamo considerare che nel mondo dei libri questo succede spesso, i libri a volte scalano le classifiche senza pubblicità, la quale compare solo quando il titolo è già diventato "bestseller".

Cavoli! Possiamo dire che hai avuto la sfortuna di incontrare il lato più stupido e cretino del cattolicesimo fuso con il provincialismo. I genitori si bevevano tutto quello che gli raccontava la "maestra"??
Forse eravate solo un pò piccoli (elementari) i librogame, mia opinione, sono una lettura per pre-adolescenti (dagli 11 anni in su), se poi però penso a tutti i cartoni animati giapponesi con cui è cresciuta la mia generazione (tematiche: violenza, morte, sesso, mostri) i Librogame non mi sembrano poi così "diabolici"...

Mimimmi ha scritto:

incontrare il lato più stupido e cretino del cattolicesimo fuso con il provincialismo

Non solo riguardo i librogame, a causa dei quali sono stato apertamente deriso da mio padre, ma in generale è una cosa con la quale mi ritrovo a fare i conti piuttosto spesso. Non è esattamente un argomento di cui parlo volentieri.