Re: LibroGame 2.0
Mornon ha scritto:Non c'è attualmente alcuna scuola o teoria di game studies e game design che confermi quel tipo di visione: gioco = cosa divertente e leggera da bambini
Ma nemmeno io la confermo. Non sono riuscito a spiegarmi, per me valgono queste tre equazioni:
1) gioco = cosa molto seria affrontata con lo spirito di un bambino
2) spirito di un bambino = trovare divertimento in un lavoro senza un altro scopo
Fammi lavorare a distruggere tutti gli zombi impazziti, va benissimo. Però dimmi che si tratta di un gioco, ricordamelo continuamente, "stai giocando, non è un racconto o un romanzo, è un gioco". Fammelo capire subito con la copertina, con i disegni, con i cambiamenti di prospettiva, con certi meccanismi che possono esserci solo dentro un gioco. Devo sapere che sono davanti a un gioco altrimenti non capisco come devo comportarmi. Devo avere l'atteggiamento giusto per giocare. Svegliami! Non mi descrivere la realtà, mettimela sotto forma di gioco. Invece di dirmi che il tempo sta finendo, costruisci un meccanismo che mi faccia capire che il tempo scorre. Dammi solo le informazioni che mi servono, però dammele. Non mi descrivere gli eventi, a quello ci penso io, fammeli giocare. Non ti divertire a raccontare, il tuo lavoro è quello di farmi giocare al meglio. Togli invece di aggiungere. Sorprendimi, il mondo che costruisco mentre gioco deve essere molto più grande di quello che mi descrivi a parole. Non mi puoi descrivere l'infinito ma puoi costruire un gioco che mi faccia capire com'è.
Poi questa seconda generazione di librogame ha una capacità incredibile di mimetizzarsi nel nulla.
E' uscito il nuovo librogame Mondadori che si perde nelle librerie insieme a tutti gli altri romanzi. Come faccio a sapere che è un gioco?
A Lucca Comics ho trovato i vari librogame solo perché sapevo che c'erano.
Sono irriconoscibili.
Tutti i giochi hanno una caratteristica, una scatola o una copertina che ti lampeggia davanti, colori vivaci, grossi caratteri, loghi simpatici, sovrapposizioni di immagini. Sono fatti così perché i bambini si devono fermare quando ci passano davanti. I bambini riconoscono subito un gioco quando lo vedono.
3) bambino = la parte di noi che gioca
e questa era la terza equazione
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Re: LibroGame 2.0
kenfalco ha scritto:per me valgono queste tre equazioni:
Su questo concordo, meno sul fatto che le tue equazioni valgano anche sul mercato :-) .
kenfalco ha scritto:Poi questa seconda generazione di librogame ha una capacità incredibile di mimetizzarsi nel nulla.
E' uscito il nuovo librogame Mondadori che si perde nelle librerie insieme a tutti gli altri romanzi. Come faccio a sapere che è un gioco?
A Lucca Comics ho trovato i vari librogame solo perché sapevo che c'erano.
Sono irriconoscibili.
Questa considerazione, corretta, è figlia della EL che ha dato ai suoi prodotti un brand riconoscibilissimo (e vincente). Ma le edizioni estere dei librogame non sono così, sono dei libri come tutti gli altri e vengono vendute nelle librerie assieme a tutti gli altri libri. Perchè sono libri venduti assieme ad altri libri, perchè se non li vendi assieme ai libri, che hanno un loro mercato, dove li vuoi vendere?
In America vendono anche i manuali di D&D assieme agli altri libri....
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Re: LibroGame 2.0
Ubik ha scritto:se non li vendi assieme ai libri, che hanno un loro mercato, dove li vuoi vendere?
Non "dove" li vuoi vendere ma "come". Come faccio a riconoscere un fumetto in libreria? Lo riconosco. Riconosco anche le guide turistiche, anche i libri di enigmistica, o i libri di ricette. E perché i librogame non li riconosco nemmeno in una mostra dedicata ai librogame?
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Re: LibroGame 2.0
Ok allora avevo travAsato (sic!). Comunque sul discorso delle copertine e della riconoscibilità sono d'accordo con te, sul fatto che non possa essere per dire "un serio romanzo d'amore interattivo" no. Tra il gioco - gioco (tipo i librigioco di Angiolino) e la storia esistenzialista interattiva (tipo il Frankenstein di Morris) io credo che ci sia spazio per tutti.
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: LibroGame 2.0
kenfalco ha scritto:E perché i librogame non li riconosco nemmeno in una mostra dedicata ai librogame?
Questa secondo me è una grande verità. Se un genere invece di essere raccolto in un settore, anche piccolo, specifico e offerto come tale, finisce nelle retrovie, sepolto da altri libri che non hanno nessuna attinenza diventa difficile per il lettore casuale anche solo accorgersi che esistono nuovi titoli interattivi acquistabili.
Purtroppo questo problema è dato anche dal fatto che nelle grandi librerie e nei loro circuiti al momento confluiscono un decimo dei librogame prodotti (Salani, Mondadori, Armenia e a tratti Raven, che però nemmeno si trova sempre). I titoli sono pochi e in questo modo è difficile, anche in presenza di un libraio "illuminato" creare uno spazio ad hoc.
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Re: LibroGame 2.0
gpet74 ha scritto:Sono in parziale disaccordo con kenfalco.
eheh ma perché sei in disaccordo con me visto che stai dicendo quello che dico io?
Dici che un librogame non è un genere letterario, ed è giusto, perché è un contenitore di generi non un genere. Poi, il luogo in cui metti i librogame è una scelta personale, per esempio se io fossi un libraio farei un po' di test e li lascerei nel punto in cui vengono venduti di più. Metti pure Lupo Solitario tra i fantasy, Il Necronomicon tra gli horror, e Watson della Mondadori tra i gialli per ragazzi.
Spesso trovo fumetti e anche manuali di gdr sparsi tra i libri, si riconoscono subito senza aprirli, ma sono sicurissimo che se mi trovassi tra le mani Freeway Warrior della Vincent, bella la copertina eh! mi immagino che sia un bel racconto? Se non lo apro, per me rimane un romanzo.
Immagina di entrare in un negozio di musica, e, tra le confezioni di CD, vedi anche CD di videogiochi musicali con le copertine identiche a normali CD audio. Ma perché mi fai queste cose? Eh..., perché parlano dello stesso argomento...
I libri sono a forma di libro, le scatole dei giochi sono studiate per essere a forma di scatola da gioco, e i librogame? Sono dei libri, è vero, ma mettici qualcosa che rimandi al gioco. 50 e 50, adesso siamo al 99,999% tendente all'infinito a favore del .....?
Non posso mica aprire tutti i libri che vedo per sapere se sono librogame! Il libraio mi guarda male... O me li metti tutti in un posto solo, e ci metti un cartello, oppure lavori sul singolo libro, e applichi un'etichetta, un simbolo visibile o quello che vuoi.
Se invece mi sto sbagliando e lo scopo è quello di nasconderli alla vista, allora complimenti perché ci stanno riuscendo benissimo.
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Re: LibroGame 2.0
Secondo me il discorso che state facendo ha dei passaggi corretti esaminando entrambe le posizioni.
Quello che dice Gpet è giusto, ma al fine della vendita e della diffusione poco proficuo proprio per i motivi che riporta Ken.
Se l'obiettivo ultimo è far sì che il verbo si diffonda (e i libri si vendono) li devi rendere immediatamente identificabili, facili da consultare e soprattutto reperibili nell'ambito della libreria.
Anche se concettualmente suddividerli per generi è più corretto secondo me è il modo migliore per impedire un adeguato numero di vendite.
kenfalco ha scritto:Non posso mica aprire tutti i libri che vedo per sapere se sono librogame! Il libraio mi guarda male... O me li metti tutti in un posto solo, e ci metti un cartello, oppure lavori sul singolo libro, e applichi un'etichetta, un simbolo visibile o quello che vuoi.
Questa è un'altra grande verità, però devo dire che gli ultimi prodotti in questo senso si sono evoluti, hanno loghi e banner che li rendono spesso abbastanza identificabili. Ma torniamo al discorso di prima: devi poterli vedere per riuscire a capire che sono LG.
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