A me è piaciuto: dal punto di vista stilistico è scritto bene, con gusto nella scelta di vocaboli e aggettivi (mio gusto personale: l'unico verbo che mi infastidisce è "abbisognare", cacofonico e desueto, che torna un paio di volte). Ci può stare la scelta narrativa della terza persona, in linea con il tenore generale di fiaba che attraversa il corto. Il racconto è scritto con piglio poetico e leggiadro, nonostante incomba - e in alcuni paragrafi, come il "brennaniano" 13, effettivamente giunga - l'ineluttabile sorte che colpirà i Ramas.
Solo, si intuisce che ad agire è un'attrice donna diretta da un regista uomo: alcune scelte o pensieri mi sono parsi eccessivamente schematici, quasi da romanzo rosa, quasi da uomo che pensa di aver capito qualcosa delle donne - ahilui!

Bella la comparsa di un LS "sempre distratto" imboscato in fondo all'aula e decisamente felice l'intuizione di costituire addirittura la causa della famosa punizione che ne determina la salvezza.

Graziosa l'impalcatura editoriale, con le varie scelte grafiche e l'inserimento dei titoli dei capitoli, anche se quest'ultimo fatto magari indirizza eccessivamente il lettore in un path che si delinea subito come forse troppo vincolato.
Ottimo, veramente ottimo, il lato ludico, con un (non) regolamento essenziale che non fa ricorso all'alea, l'inserimento delle regole nel corso della lettura (veramente apprezzato!), la simpatica scelta di oggetti tanto inconsueti e, soprattutto, un uso intelligente delle caratteristiche, il cui utilizzo viene richiesto nel momento in cui il lettore dà agli eventi una piega dale da giustificarne l'impiego.

Sono d'accordo con EGO sul fatto che sia fatto un utilizzo forse un po' contraddittorio dei poteri di alcuni anziani Ramas nel monastero - ma teniamo conto che lo stesso Dever, col progredire dei poteri di LS, che si fanno via via meno gestibili, si accartoccia non male nei cattivi o mancati utilizzi di alcune arti e quindi, per non fare il purista della continuity, a me sta bene così.
Ci sta invece che gli anziani, che hanno visto passare intere generazioni di cavalieri, non conoscano il nome di un allievo, mentre è più facile che l'allievo conosca i suoi compagni di corso (coi quali condivide il quotidiano) e gli anziani (per lui maestri ed esempi da imitare e raggiungere). Secondo me, nel momento in cui si ammette che a contorno della festa possa esserci una sorta di sagra paesana, è del tutto plausibile che nel variopinto mondo che corona simili eventi possano esserci personaggi dalla dubbia moralità: in fondo non stiamo parlando di uno stupratore seriale, ma solo di un soldataccio un po' ubriaco.

Per me è un 8 pieno.

l'autore non abbisogno di queste futili critiche...

Ho mandato una mail a Bruno Vespa... sono già pronti per il plastico.

PS: che strano sogno... ero su un treno, e fra le cose comprate per una fugace lettura, c'era un bel libretto, formato comic, con illustrazione grafica alla Leo Ortolani, e sopra una banda rossa con firma Prodocevano/Mornon... M'ero comprato un loro gdr? Un loro fumetto? Boh! Comunque... Good Mornon a tutti!

Comincio con dei sentiti complimenti all'autore per il suo coraggio: non è cosa da tutti partecipare ad un concorso il cui pubblico votante è di soli uomini, e il cui tema (ambientazione magnamund) è considerato sacro dai più, e sfornare qualcosa di rassomigliante ad un romanzo d'appendice. Queste sono palle ragazzo mio, tanto di cappello.

Passando alla storia: inizialmente ho storto un pochino (ma solo un poco) il naso, dato il titolo, non erano certo i sogni e i pruriti di una giovane sarta che mi attendevo. Dopo poco però ho dovuto riconoscere che la storia era abbastanza avvincente e di più, per la sua natura, adattissima a svilupparsi nello spazio ristretto di un "Corto". Molto bene quindi su questo punto, ed il giudizio è rinforzato dalle valutazioni precedenti sul coraggio

Dal punto di vista narrativo, la prosa è molto sciolta, e sebbene il tema rendesse facile scivolare in patetici clichè, questo non avviene, anzi alcune immagini sono veramente molto ben disegnate. Inoltre diventa cruda al momento giusto in determinate situazioni come lo stupro, la morte della protagonista, il rifiuto di volpe d'argento, l'attacco al monastero, ecc. Molto bene anche su questo punto.

Dal punto di vista della struttura del gioco il tutto mi è apparso estremamente ben congegnato e funzionante, sicuramente il risultato di un accurato testaggio: tutte e 3 le abilità sono utili, sebbene a mio dire l'arguzia sia di più vantaggiosa, come pure i 4 possibili oggetti, non capita mai di trovarsi in una situazione in cui viene chiesto di usare un determinato oggetto, mentre non sarebbe  possibile averlo (sono stato molto attento nel controllare questo, perchè mi era sembrato che arrivando alle stalle non si potesse avere il borsello, come invece viene domandato nel testo, ricontrollando, ho invece constatato come fosse possibile anche questa eventualità). Ho inoltre apprezzato l'inserimento della scelta delle abilità nel testo che ha velocizzato la lettura. ottima trovata considerata l'assenza di ulteriore regolamento.
Non ci sono veri combattimenti, ma data la natura della protagonista va bene così, impensabile uno scontro con qualcuno, se non nei termini in cui è stato descritto lo scontro con l'attentatore. Benissimo questo punto perciò.

L'attinenza al magnamund decisamente c'è,anzi,la storia si sviluppa in uno dei momenti cruciali del mondo di Lupo solitario, con la simpatica accortezza di infilare anche un giovane Lupo Silenzioso tra i comprimari. Molto bene anche questo punto quindi.
Mi permetto di aggiungere che ho molto gradito l'avver suddiviso la storia in capitoli (il che mi da anche un idea di chi possa essere l'autore) e la font usata per i titoli degli stessi, che riporta il tutto ad un tono un pò fiabistico (in senso buono) che ben s'attaglia la tema

Non male anche il finale, particolarmente la parte dell'attacco; il seguito è ingegnoso, e pure mi è piaciuto, però si poteva forse rendere meglio (ma insomma cerchiamo proprio il pelo nell'uovo)

cosa non mi è piaciuto? poco, quel poco sta qua di seguitoç:

1)non c'era in effetti uno zaino, ma vabbè qua su questa parte di regolamento se ne son viste di tutti i colori, e tutto sommato credo che questo racconto sia quello che meglio di ogni altro ha rispettato questa regola. Nessuna penalità quindi su questo punto

2)la scelta degli oggetti appare parzialmente priva di logia: ci viene detto che la protagonista torna a prendere degli oggetti per giustificarsi qualora la madre la trovi girozolante per l'accampamento, però non ci viene data nessuna informazione sul perchè dovremmo scegliere l'uno o l'altro di quei oggetti. posso arrivare velocemente a capire il senso del mantello rattoppato, al limite anche le forbici (ma gia meno) ma la secchia da latte?
se l'autore avesse specificato delle scuse sarebbe stato molto meglio, avremmo operato una scelta più consapevole

3)una cosa che proprio non ho digerito nella credibilità della storia è che i ramas riescano a riportare Eryn alla tenda e a capirne le intenzioni ma, non si rendono conto quando viene trovata nella cripta che con lei c'era stata un altra persona, e quando mente inventanto la pietosa storia del fratellino affamato non se ne accorgano...Queste due cose sono delle puttanate un pò grosse eh...

4)alcuni errori nel testo: sorvolo sugli errori di ortografia e grammatica, non ho mai analizzato questo punto, secondo me sono poco rilevanti ai fini del concorso, però non si deve mettere Falco d'argento laddove sarebbe invece Volpe d'argento, per evidente svista e confusione con il ramas Falco Temerario. confusione che si trasmette al lettore.

5)ad alcuni paragrafi si può arrivare attraverso diverse strade, ma il raccordo non è coerentissimo in tutti i casi
Alla luce di quanto detto, assegno al corto un voto certamente molto positio: 8,5

EGO ha scritto:

Ah, è vero, i raccordi. C'è soprattutto un punto particolare che andrebbe corretto: al paragrafo in cui incontriamo il mercenario, egli entra in scena pronunciando una frase. Tuttavia, è possibile arrivarci da un paragrafo in cui lui ha già pronunciato la stessa frase.

Esatto, questo è il difetto più grave, non fosse stato per questo gli avrei dato addirittura 9, nonostante il fatto che il tema del corto non fosse sicuramente il mio preferito.