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Recensione

Dimensione Avventura 5: Il Covo dei Pirati
Edizione EL 1990
autore/i Andrew Chapman
Recensore Yanez

E dire che ti trovavi nella tua bella bettola al porto, a dilapidare gli ultimi risparmi guadagnati con le oneste azioni di pirateria dell’ultima scorribanda quando una volta di più ti sei fatto prendere la mano!
Nessuno può chiamarti fifone o dire che tu non sei il più grande filibustiere che abbia insanguinato le acque del mondo conosciuto. Gli affari dalle tue parti, si sa, vengono risolti al bancone con sgabellate in faccia o a furia d’insulti e così, ancora una volta salpi l’ancora per battere il tuo acerrimo rivale Abdul il Temerario in una corsa contro il tempo; avrai cinquanta giorni, saranno cinquanta pagine del tuo diario di bordo che veloci scorreranno e sulle quali annoterai minuziosamente il bottino che ammasserai lungo la crociera.
Scorretto oltre ogni dire, tu, Capitano pirata della nave Banshee, lascerai una scia di cadaveri dietro di te e coloro che non ucciderai li renderai schiavi. Sarai l’antitesi dell’eroe, sull’albero della tua barca sventolerà la bandiera della filibusta; solcherai l’onda e la sua spuma ti schizzerà in faccia, sfiderai mostri, tempeste, tutto questo prima di arrivare all’estrema isola di Nippur per infine sventagliare il tuo forziere pieno di preziosi davanti al naso del tuo acerrimo rivale.

La città di Tak è il ricettacolo dei peggiori avanzi di galera: disperati, ladri e tagliagole, costretti a fuggire dal mondo civilizzato. In questa città ci sono due pirati tristemente famosi per le loro imprese efferate, per la loro spaventosa ferocia, per la smodata sete di denaro. Entrambi aspirano al titolo di Re dei Pirati, ma solo una delirante scommessa, degna di simili furfanti, stabilirà chi è il vincitore. 

Andrew Chapman ambienta questo libro nella parte più meridionale di Titan: nella zona sud del continente oscuro di Khul. Questa scelta gli permette di sviluppare una storia ricca di riferimenti alla cultura mediterranea e araba , ai miti greci, alle mille e una notte, ai nomi tipicamente mesopotamici delle città. Un variegato mondo fantasy popolato da dei, maghi e mostri! Nelle vesti di un capitano pirata dovremo gestire la nostra ciurma che, in base al numero di componenti, ci porterà benefici o dolori negli scontri campali e negli arrembaggi. L’aspetto strategico assumerà quindi un risvolto fondamentale per proseguire nell’avventura, al pari della gestione del tempo (Log) messo come contatore ultimo per portare a termine la ricerca, pena il fallimento. Una ricerca alla cui fine questa volta ci si può arrivare veramente seguendo varie strade: l’autore ci concede di poter effettuare le nostre scorribande ovunque noi vogliamo sulla mappa con una totale libertà, per una volta si ha quindi sempre l’impressione di decidere noi dove andare (un vero marinaio non perde mai la strada, casomai perde solo quella della propria casa) e non di essere guidati obbligatoriamente nelle scelte dallo scrittore. Abbiamo quindi un libro molto vario, ricco di incontri nei quali dovremo riuscire ad estorcere il massimo del ricavabile con ogni mezzo a nostra disposizione. Se arriveremo in tempo a Nippur dovremo affrontare un’ultima sfida con il guardiano finale: un ciclope tirato fuori direttamente dall’odissea. Sarà questo un memorabile scontro a mani nude alla continua ricerca di un modo per superare la difesa del nostro nemico, un omaggio alla lotta libera e al wrestling degli anni 80, nella quale servirà una bella dose di fortuna. Bob Harvey, lo storico disegnatore della serie Ninja, è l’illustratore incaricato di riempire queste pagine da libro di bordo con le sue tavole caratteristiche e vitali. Emblematico è il suo disegno di Abdul il Temerario nella scena finale: egli riesce a risollevare la bruttezza e la brevità del paragrafo che Chapman ci propina insulsamente come premio conclusivo. E’ un libro leggero e cattivo che fa bene il suo lavoro, i paragrafi corti e asciutti non scoraggiano ad un ulteriore lettura in vista di nuove avventure per l’arcipelago del mare del sud. Infine bisogna dire che ancora una volta in fase di traduzione Angela Izzo ha rovinato un volume che poteva risultare molto più reale e godibile: a parte scelte incomprensibili di termini come Log, quando sarebbe stato più pertinente “diario di bordo”, anche il titolo non ci azzecca un accidente, tutto un altro significato rispetto all’originale (Seas of Blood). Il libro, poi, è pieno di errori grossolani e di rimandi sbagliati da far accapponare la pelle. Quest’ultimo fatto, unito al vizio di Chapman di concepire trappole e trabocchetti contro ogni logica, nelle quali si può uscire solo andando controsenso o imponendo dei “tenta la fortuna” sconsiderati che se falliti si rivelano spesso mortali, con alcuni errori di struttura che ci costringono a passare in modo obbligato alla città dei giochi e lì sfoggiare una fortuna sfacciata ai dadi se vogliamo battere Abdul, abbassa il valore di un libro dalle enormi potenzialità.

Longevità 8.5:  Alta. E’ possibile sperimentare la varie rotte manovrando la nave da un isola o da una costa all’altra. Il Covo dei Piratisi presta a più letture anche in virtù della sua varietà e libertà concessa al lettore. C’è un'unica strada che porta alla vittoria ma fino alla fine saremo tenuti sul filo di lana, solo alla conclusione sapremo se avremo vinto o meno!

Difficoltà 8:  Medio Alta.Qui i combattimenti saranno veramente difficili, la media è di 9 punti di Abilità per ogni scontro; serviranno punteggi alti ed una fortuna sfacciata alla città dei giochi di Calah se si vuole portare a termine l’avventura in modo vittorioso e non vedere il finale in cui Abdul ci mostra di averlo più grosso del nostro..tesoro. Quello che salva il libro da un difficoltà eccessiva di concepimento è il fatto che non sarà necessario imbroccare il true-path per vederlo fino alla fine.

Giocabilità 8:  Godibile.Saltare da un ponte ad un altro con il coltello in mezzo ai denti! L’aspetto strategico nella gestione dell’equipaggio e del tempo…chi non ha mai desiderato di essere un Capitano Pirata?

Chicca:  /

Totale 8:  Originale! Libro agli antipodi di quelli di Livingstone, nessun eroe, siamo un perfetto delinquente feccioso. Questo è sicuramente il miglior titolo che Chapman abbia scritto per la serie Fighting Fantasy. L’ambientazione piratesca e varia spazia dalla cultura araba a quella mediterranea e africana, il tutto condito con un pizzico di fantasy magico; mancherebbero solo i cannoni per celebrare i fasti della pirateria dissennata decantata nella letteratura e nel cinema; sicuramente un esperienza diversa dai soliti librogames . Occhio al capestro, filibustieri della costa del mare di Khul.