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Recensione

Squilibrio 1: El Cucador
Edizione Librogame's Land 2007
autore/i Adriano Cecconi,Alberto Orsini,Aldo Rovagnati,Francesco Di Lazzaro,Matteo Poropat
Recensore ilsaggio79

Il primo volume della serie squilibrio nasce dalla fervida e malata mente degli stimati leader della community di Librogame's Land, i quali portano in scena un opera volutamente grottesca, sboccata, e demenziale che nonostante le situazioni spesso surreali ha il pregio di fotografare in maniera accurata e puntuale certi tipi di ambienti e le situazioni ad essi correlati.

  Dopo una doverosa introduzione, dove si precisano al lettore i contenuti osceni e politicamente scorretti del libro, e dove si da un assaggio del tono dell' opera, gli autori passano al prologo, dove tratteggiano in modo veloce ma efficace il nostro personaggio: siamo dei disperati senza prospettive nella vita, con una macchina fabbricata all' epoca dell' invenzione della ruota, ed in tasca mediamente l'ammontare bastante per un panino con la porchetta ed un gazzosino. Chiaro che con queste premesse l' unico contatto che abbiamo avuto con una donna risale a quando nostra madre ci allattava al seno...  
Ma non importa! Spinti dall' astinenza, e armati di ingiustificata fiducia, abbiamo deciso di tentare il tutto per tutto e di lanciarci in un assalto all' arma bianca contro le sculettanti avventrici di una discoteca. Bardati di tutto punto, con un abbigliamento rigorosamento tarocco, varchiamo quindi l'ingresso.
  Un volta dentro ci muoviamo goffi in un ambiente che, pur non essendo descritto minutamente, con facilità ci rimanda a qualcuna delle chiassose e sordide discoteche in cui qualche sabato sera tutti ci siamo ritrovati. Il ghigno ironico dei narratori ci accompagna nei nostri infruttuosi tentativi di rimorchio tra il bar e la pista da ballo, dove diamo prova di quello che siamo: Tony Manero reincarnato nel corpo di Luca Giurato! Tutto questo finchè qualcuno non viene in nostro aiuto suggerendoci la mossa risolutiva per la serata: pare che esista un cocktail, dall' esplicativo nome “El cucador”, che dona a chi lo beve la capacità di calamitare qualsiasi forma di vita femminile nelle vicinanze, insomma un filtro magico dei tempi nostri. Per confezionarlo però è necessario possedere degli improbabili ingredienti e una certa quantità di moneta. Ecco quindi che la nostra serata si trasforma in una affannosa ricerca, per altro non scevra di pericoli. Se difatti tutto ciò che serve a preparare la nostra bevanda è rinvenibile nel locale, impossessarcene non sarà cosa facile, dovremo fare i conti con una galleria di personaggi che racchiude l' intera scala dell' assurdità e della perversione umana, ci sono tutti, dal nano sodomita con l' enigmatico nome di Jimmy La Troia, al mastodontico buttafuori detto Eclisse, passando per ragazzine pasticcare, perversi sfruttatori di animali, vecchie bagasce sadomaso, misteriosi cyborg orientali e chi più ne ha più ne metta. Alcuni custodiranno uno dei preziosi ingredienti, altri saranno solo fonte di guai, in entrambi i casi nessuno è da prendere sottogamba, infatti come scopriremo presto, a trattare con questi figuri si rischia di fare la fine di certi musicisti che andarono per suonare la tromba e invece vennero “trombati”! Occhio quindi e giocare d'astuzia.
Alla fine se ci saremo dimostrati all' altezza dell' eterogenea popolazione della discoteca e se, cosa forsa ancora più importante, saremo riusciti a mantenere il controllo su noi stessi, potremo tornare al bancone del bar da vincitori e consegnare i sospirati ingredienti al barman che con sciamanica presenza preparerà la portentosa bevanda e ci permetterà di accedere alle grazie della più strepitosa pupa che ci sia mai capitato di incontrare.
Questa i sintesi la trama.

Per quel che concerne l' aspetto ludico de“El cucador”, l' argomento può venire esaurito rapidamente, infatti, come rudemente ci annunciano gli autori nell' introduzione, questo librogame non necessita ne di matita nè di dadi per essere giocato dal momento che la sua struttura è quella di un semplice libro a bivi. Tutto ciò che dobbiamo fare per portare a termine la nostra missione è cercare di intuire la scelta giusta ad ogni situazione che ci si para innanzi, cosa tutt'altro che facile, dato che la linea demenziale del libro ci espone di continuo a pittoresche e imprevedibili morti istantanee.
Nonostante il meccanismo di gioco sia quanto di più semplice possibile gli autori riescono però a commettere un madornale errore: non creano paragrafi alternativi per il transito nel medesimo luogo cosicchè ogniqualvolta ci capiterà, per esempio, di transitare per i bagni, ci troveremo a vivere fastidiosamente sempre la medesima situazione in una sorta di zona del crepuscolo. La cosa è resa tanto più odiosa dal ristretto numero di ambienti all' interno del quale si svolge la vicenda. Si sarebbe dovuto fare uno sforzo in più nella stesura finale per garantire una serie di paragrafi paralleli che evitassero tale inconveniente. Questo è il principale difetto di un opera altrimenti pregevole.

Longevità 10: 

Avrete sicuramente voglia di sviscerare fino in fondo questo volume a causa della sua travolgente ilarità e dello stile narrativo molto curato ed è efficace nel trasportarci nel caledoiscopico mondo dei locali da ballo, perciò lo rileggerete finchè non avrete scovato anche il paragrafo più nascosto con la sua immancabile battuta, e di quando in quando lo rigiocherete per farvi qualche bella ghignata. Doveroso quindi il punteggio pieno.

Difficoltà 8: 

Portare a termine il libro nei primi tentativi è impresa non certo impossibile ma neppure facile, infatti è costellato di imprevedibili morti istantanee. Tuttavia vanno fatte notare due cose: primo, in un libro a bivi le morte istantanee sono l' unica maniera di sconfiggere il giocatore e divengono quindi una componente essenziale; secondo, in un opera goliardica come questa le morti istantanee sono una delle componenti più divertenti. Si sarebbero però potuti trovare più espedienti che ci permettessero di recuperare a situazioni di difficoltà (come quando rimaniamo senza calzoni). Tuttosommato penso che il livello di difficoltà scelto dagli autori sia abbastanza adeguato.

Giocabilità 5: 

Oltre al fatto che se si ripassa nei medesimi luoghi si rivivono le medesime situazioni, c'è spesso un raccordo brusco tra i vari paragrafi, soprattutto in quelli dove si converge da più punti. Se questo potrebbe essere tollerabile in un librogame più complesso, diventa una pecca molto grave in un librogame il cui meccanismo si basa solo su scelte alternative. Non si raggiunge quindi per questo parametro la sufficienza.

Chicca: 

A parte i nomi dei vari personaggi, di irresistibile comicità, va citato il fatto che gli autori compaiono in dei camei sparsi qua e là nel libro


Totale 7.5: