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Recensione

L'altrove 1: Fuga dall'altrove
Edizione Librogame's Land 2007
autore/i Matteo Poropat
Recensore spadadelsole

“Ma l’incubo può essere in agguato dovunque, prova a pensare…”.  Così il catalogo della casa editrice E. Elle, pubblicato all’inizio degli anni ’90, introduceva l’unica collana a sfondo horror presente nel suo parco titoli, la sempre apprezzata (almeno dagli amanti del genere) Oltre l’Incubo; Anche questa piccola serie, L’Altrove, composta a oggi da un unico volume, Fuga dall’Altrove, che ripercorre mote delle dinamiche e delle situazioni della sopracitata antenata, ci mostra quanto l’incubo possa afferrarci anche nei momenti più banali.

Un  venerdì sera come tanti, nel garage aziendale, pronti a sfrecciare fuori e vivere il week end, ci accorgeremo che la nostra auto è sparita; mentre ci guardiamo in giro scuotendo la testa perplessi saremo avvicinati da due tipi vestiti in tutto e per tutto come i Blues Brothers: farebbero ridere, se non fosse che indossano mascherine e ci costringono a salire sulla loro macchina per affari non meglio precisati.

Ci risveglieremo prigionieri in un’umida e fetida cella: riusciremo presto a scappare e, dopo aver affrontato un percorso iniziale abbastanza lineare (in cui scopriremo elementi di una strana congiura ordita contro tutta la popolazione della nostra città) entreremo in delle grotte, simili a quelle che abbiamo visto a ne Il Regno dell’Ombra, primo capitolo del suddetto Oltre l’Incubo.

A quel punto ci accorgeremo che i nostri guai sono solo all’inizio: un misterioso segugio extratemporale infatti si porrà, inesorabile, sulle nostre tracce e, a meno di non aver appreso precedentemente quale fosse il suo punto debole, eliminarlo sarà un’impresa ai limiti dell’impossibile.  La battaglia, qualora si riesca a sopravvivere, ci lascerà privi di forze ma carichi di dubbi, che l’onirico epilogo contribuirà ad amplificare più che a sciogliere. Uno strano evento dimensionale infatti si verificherà e noi, attraversato un portale, ci troveremo in una valle sconosciuta e sinistra, pronti ad affrontare il secondo step dell’avventura, che era in cantiere e che purtroppo non è ancora stato scritto.

Fuga dall’Altrove rappresenta un grazioso omaggio a Oltre l’incubo e più in generale a tutta la letteratura tardo-gotica e oscura, con chiari rimandi a grandi autori del genere come Poe, Lovecraft e Hawtorne.
Encomiabile il tentativo di recuperare atmosfere inquietanti e spaventose e calarle in contesti attuali e contemporanei, allo scopo di replicare in chiave moderna l’angoscia e il terrore che i grandi maestri riuscivano a trasmettere nei loro scritti, ambientati tra il diciannovesimo e il primo scorcio del ventesimo secolo.

Purtroppo però la brevità della prima avventura  e il fatto che il secondo volume, La Valle dell’Incubo, che non ha mai visto la luce, non permettono di valutare adeguatamente la qualità dell’opera. Intendiamoci, questo primo libro della serie è assolutamente godibile, serrato nel ritmo, ricco di situazioni inquietanti e ben narrato, ma la sua intera struttura è in divenire, e si percepisce chiaramente che il disegno congegnato è ampio, e si sarebbe sviluppato completamente nei successivi capitoli. Questo non è accaduto, e noi ci troviamo di fronte a un’opera tronca, che, per quanto gradevole, non può non lasciare dell’amaro in bocca.

Allo stato attuale delle cose si può definire Fuga dall’Altrove un volumetto grazioso e accattivante che lascia troppe cose in sospeso, e risulta troppo breve, per affermarsi nei canoni dell’eccellenza. Confidiamo che prima o poi l’autore decida di regalarci il seguito promesso, passaggio fondamentale per fa sì che questo lavoro abbia la possibilità di essere valutato oltre l’onesta sufficienza, che comunque gli compete nel momento in cui stiamo scrivendo questo pezzo.

Longevità 5.5: 

Il vero tallone d’Achille del libro: davvero troppo facile e veloce sviscerarlo a fondo e raggiungere la conclusione, a dispetto della complessità elevata.

Difficoltà 6.5: 

Abbastanza alta, ma il fatto che sia settata a livelli ostici rende il volume stimolante; considerata infatti la rapidità con cui si raggiunge l’epilogo l’eccessiva semplicità sarebbe stata una pecca devastante.

Giocabilità 6.5: 

Ottima ambientazione, buon comparto regolamentare e vivace la verve narrativa dell’autore. Tutte le caratteristiche positive però vengono limitate dalla brevità dell’opera e dal senso di incompletezza che si percepisce durante la lettura.

Chicca: 

/

Totale 6: 

Non male, ma il giudizio positivo non può andare oltre la sufficienza. L’opera è infatti, allo stato attuale delle cose, decisamente troppo breve e poco elaborata. Confidiamo speranzosi in un seguito.