Pensavate, avendo letto El Cucador di aver toccato l’abisso massimo della cafoneria, del surreale, del grottesco, delle morti insensate della scurrilità, e di quant'altro di scorretto e sgradevole possa venirvi in mente?
Pensavate di essere diventati una sorta di John Rambo dell’assurdo? Bene, Love Boat vi insegnerà perfettamente, oltre ogni ragionevole dubbio, quanto la massima filosofica del “non c’è limite al peggio” sia assolutamente vera. Ma andiamo con ordine; dopo la grande vittoria del volume precedente il nostro sogno di rimorchiare una splendida fanciulla si è trasformato in realtà: ma presto la realtà virerà verso l'incubo.
La ragazza perfetta infatti finirà per rivelarsi non esattamente perfetta: ma, soprattutto, come è possibile addormentarsi la sera prima nel salottino privato di un locale, e svegliarsi il giorno dopo, su una nave da crociera in mezzo all’oceano senza che siano trascorse nemmeno 10 ore? Roba da far impallidire anche la più surreale creazione di Lovecraft.
Assetati di vendetta ci imbatteremo in un personaggio bislacco che degraderemo immediatamente a ruolo di nostro capro espiatorio: come accade al Rasputin di Horror Classic dovremo decidere se ucciderlo o portarcelo dietro per il resto dell’avventura, andando a zonzo per la nave, alla ricerca dei quattro versi di una misteriosa quartina (vi ricorda niente?) per poter aprire una porta dietro cui si nasconde… l’arcimago di Mampang? Non proprio ma quasi, come avremo modo di accorgerci...
Incontreremo i tizi più disparati e surreali, dal bimbetto in stile esorcista, al disegnatore metallaro vestito in frac, al discotecaro produttore di film porno che, per darci il verso della quartina ci farà compiere molte scelte sul filo del rasoio in uno stile estremo che ricorda quello di Steve Jackson. Lotteremo contro Jimmy ed Eclisse in uno scontro all’ultimo sangue e rischieremo anche di essere inseguiti dai nazisti... per fortuna che potremo contare sull'aiuto del protagonista di una delle più belle serie di librogame di ogni tempo, niente di meno che Rupert il Selvaggio... E niente paura, nulla potrà eguagliare il giovane geriatra Tuorl conte di uov. Più che in squilibrio qui siamo in pieno delirium...
Alla fine riusciremo a comprendere molte cose: l'informazione più importante riguarderà il nostro nemico giurato il barman Maurizio, che scopriremo nascondersi a Las Vegas; tutte queste notizie, è bene dirlo, saranno pagate a carissimo prezzo...
Oltre che per l'abbondanza di situazioni paradossali, il secondo volume della collana Squilibrio si distingue per la presenza di un protagonista più attivo e aggressivo, che non mancherà di uccidere e torturare avversari come si trovasse in Vietnam, e affrontare i nemici storici con piglio più determinato, spinto forse dal sentimento di rivalsa maturato dopo l'umiliante epilogo della prima avventura. Questo approccio ci porterà a vivere situazioni infinitamente più surreali, in cui abbonderanno gustose citazioni di cartoni animati giapponesi che non potranno non piacere ai fan del genere.
Geniale la scena in cui non si sa se i personaggi dell'anime Yattaman fanno la parodia della pubblicità di una noto mobilificio o viceversa; bellissima anche la citazione di Ken il guerriero, che potrà improvvisamente fare la sua comparsa e farci esplodere con una delle sue mosse se avremo sfortuna con un lancio di dadi.
Ma la cosa più notevole è la tendenza a ironizzare sul mondo dei librogame, che si palesa in una valanga di battute e situazioni, nonché degli autori stessi a prendersi in giro. Esemplare in tal senso questo dialogo: “Ora estrai la spada di Lodge!” ci dice il narratore; "Ma non ce l’ho!" rispondiamo, e ci sentiamo ribattere "Non importa, dico io che ce l ’hai ed è solo per questo paragrafo, poi scomparirà". Altro punto molto comico ma allo stesso tempo terribile sarà quello in cui ci incontreremo con Saetta Eretta, il cavallo porno-attore, situazione da cui non potremo uscire vincitori e che ci vedrà dipartire miseramente.
Tra i problemi presenti nel primo capitolo ho constatato con sollievo che è stato risolto quello del passaggio obbligato per i bagni, brillantemente superato grazie all'impiego di un paragrafo riepilogativo in cui ci viene chiesto di scegliere quale ambiente della nave vogliamo visitare. Non si conteranno le situazioni boccaccesche in cui l'eroe non riuscirà mai a consumare l'atto sessuale fino in fondo; in compenso non mancheranno dolorose e frequenti esperienze in cui il nostro malcapitato sarà costretto a subire abusi e vessazioni di ogni tipo. Un ottimo libro, un vero successo, da gustare sviscerando ogni paragrafo. Personalmente mi sento di fare un unico appunto: non mi è piaciuto l'uso a dir poco disinvolto di allusioni e umorismo religioso, davvero a mio parere infastidente; peccato, perché sarebbe stato evitabilissimo, e avrebbe consentito all'opera di raggiungere picchi di godibilità ancora più alti.
Longevità 7.5:
True path stretto, difficile scovare il percorso vincente in mezzo a un ginepraio di possibilità. Il libro non molto lungo consente comunque di uscirne senza eccessiva frustrazione, anche se sarà necessaria più di una lettura per scovare l'unico finale positivo (?) dell'opera.
Difficoltà 8.5:
Davvero molto alta, anche considerando che il libro rispecchia lo stile stretto e irto di problemi tanto caro a Steve Jackson. Tuttavia la necessità di leggere e rileggere in un libro in cui conta morire dal ridere, oltre che morire, diventa un valore aggiunto più che una pecca.
Giocabilità 8:
Il comparto narrativo è davvero adeguato al delirio della situazione, anche se l’umorismo può essere in alcuni punti irritante e finire per offendere i lettori più sensibili. Le possibilità di interazione sono a livelli altissimi, così come la caratterizzazione di luoghi e personaggi, che si alternano in un helzapoppin delirante e irresistibile.
Chicca:
Impossibile individuarne una sola: il libro pullula di rimandi, citazioni e riproposizioni tutte da scoprire e gustare.
Totale 8:
Ma potrebbe anche essere 0: dipende dal punto di vista religioso e da quanto certi argomenti "estremi" possano urtare la vostra suscettibilità.
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