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Recensione

Scegli la tua Avventura 18: La Tana del Drago
Edizione Mondadori 1987
autore/i Richard Brightfield
Recensore Prodo

Al contrario di quello che accade in ambito Librogame (e con il termine intendiamo la collana edita dalla EL di Trieste) le opere a sfondo fantasy non abbondano tra gli Scegli la tua Avventura della Mondadori, almeno se consideriamo i 42 tradotti e commercializzati in Italia. Le eccezioni a tale regola non scritta sono solo due: Il Castello Proibito e La Tana del Drago, volume che andiamo ad analizzare in questa recensione.

Il taglio di questo diciottesimo titolo della serie è di quelli decisamente classici: vestiremo infatti i panni di un cavaliere errante, che vaga tra vari piccoli reami in cerca di avventure e guadagni. Una sera, entrato in una taverna, il nostro alter-ego si accorgerà che due esili ragazzetti, più o meno suoi coetanei, stanno discutendo animatamente intorno a quella che ha tutta l'aria di essere la mappa di un tesoro. Avvicinatosi al tavolo il nostro riuscirà in breve a conquistarsi la fiducia della coppia di giovani, che gli racconteranno una storia molto interessante.

Sembra infatti che la cartina che uno dei due nasconde in uno stivale conduca dritta a una tana ricca di tesori, celata nel cuore della vicina Montagna del Drago. Ovviamente il massiccio non è stato denominato così per caso: è infatti abitato da decine di giganteschi rettili sputafuoco che costituiscono certamente un grosso disincentivo per chiunque voglia mettere mano su oro e gemme. Uno dei nostri due nuovi compagni infatti, dopo qualche considerazione di questo tipo, si chiamerà fuori dalla ricerca: resteremo solo noi, con Boke e la sua mappa, pronti ad affrontare la difficile missione, spinti da sogni di gloria e avidità. Ci accorgeremo piuttosto presto però che molti dei nostri piani andranno rivisti, poiché gli eventi che ci troveremo a vivere raramente corrisponderanno alle nostre previsioni; lo stesso Boke dopo pochi paragrafi ci svelerà il suo segreto: non è un uomo, ma un'attraente ragazza di nome Virgana.

Inizia così la nostra cerca, che procederà secondo i più canonici criteri della letteratura fantasy: fin dalle prime battute ci accorgeremo che l'autore, Richard Brightfield, non ha esitato un momento ad attingere a piene mani da tutti i classici del genere, cominciando dal gioco di ruolo Dungeons & Dragons, passando per i cicli arturiani, per arrivare fino al Signore degli Anelli. La narrazione abbonda di cliché: lo stregone benefico e potente, che con la sua saggezza ci farà da mentore e ci aiuterà a crescere (in stile Gandalf), il popolo degli gnomi che vive nel sottosuolo, rinomato per l'abilità nell'estrarre dal cuore della roccia ricchezze inenarrabili, il monarca moderatamente ottuso circondato da guardie non proprio affidabili e a loro volta poco intelligenti; seguendo poi un determinato percorso potremmo incontrare persino una maga pericolosa e avvenente, rivale del nostro protettore Zarkon, dal sedicente nome di Mordana (impossibile non pensare al dualismo tra Morgana e Merlino tipico di molte della opere ispirate alla leggenda di King Arthur).

L'unica vera ventata di novità riguarda la caratterizzazione della figura di Tarlane, il Signore dei Draghi, che affronteremo in diverse delle possibili diramazioni del libro. Quest'uomo infatti non è esattamente quello che sembra: potremo accorgerci, se ci muoveremo con sufficiente astuzia, che proviene addirittura dal futuro, e che molte delle stranezze che lo circondano e dei suoi poteri non sono magici, ma tecnologici.

La narrazione prosegue piacevole a prescindere dal bivio che si sceglie: l'autore è animato da un'ottima verve descrittiva e riesce a trasmetterci, pur in uno stile semplice, la sensazione di vivere in prima persona le avventure del cavaliere che ci troviamo a impersonare; non ci sono mai lungaggini e, a dispetto dei già citati e frequenti elementi piuttosto stantii, l'evoluzione della trama è abbastanza imprevedibile e raramente scontata.

I problemi del lavoro sono più che altro strutturali: il primo dei bivi presenti risulterà già decisivo. Se opteremo per una delle due scelte possibili affronteremo un filone piuttosto ampio della trama (impegna infatti circa il 50% degli epiloghi disponibili) che ci renderà di fatto impossibile la scoperta della tana dei draghi e il recupero del tesoro. La migliore possibilità a nostra disposizione ci consentirà semplicemente di evitare la morte e proseguire per la nostra strada, lasciandoci un certo amaro in bocca e un'evidente insoddisfazione di fondo.

Altro difetto tangibile e ancora una volta di carattere strutturale è legato all'illogicità che caratterizza alcune scelte: molto spesso infatti rischiare in modo scriteriato condurrà a risultati migliori che non tentare approcci più ragionati e logici. Il tutto accade senza che ci siano indizi minimi o connessioni consequenziali che ci aiutino a decidere con una sufficiente cognizione di causa.

Fortunatamente queste pecche, che sarebbero state pesantissime se ci fossimo trovati innanzi a un'opera più complessa, finiscono per condizionare poco la godibilità del racconto proprio in virtù della sua semplicità: se si incappa in un vicolo cieco o si muore prematuramente è molto facile e veloce ricominciare l'avventura ed esplorare un altro percorso. Oltretutto la difficoltà è calibrata molto bene: al di là delle scelte c'è un certo equilibrio, a livello numerico, tra epiloghi pienamente positivi, finali solo parzialmente soddisfacenti e conclusioni nefaste. Al contrario di quello che accade in altre occasioni queste ultime portano quasi sempre a una morte tragica e solo raramente al fallimento della missione puro e semplice, denotando una certa vena "sadica" dell'autore che personalmente ho alquanto apprezzato.

Capitolo disegni: il tratto di Paul Abrams non è entusiasmante perché troppo semplice e un po' piatto. Il suo stile non si sposa male con il contesto fantasy del volume e di certo il comparto grafico non fa gridare allo scandalo, ma devo dire che ho visto lavori migliori nell'ambito della stessa collana, a cominciare da quelli di Granger, che illustrano diversi altri capitoli. La qualità è comunque in media altalenante: si alternano ottime tavole ad altre decisamente sottotono.

Concludendo, abbiamo per le mani un lavoro onesto, che pur senza raggiungere picchi di eccellenza garantisce un paio d'ore di piacevole lettura, condizionata solo parzialmente dai già citati limiti strutturali. Sicuramente non ci troviamo di fronte a un prodotto innovativo né stupefacente, e altrettanto certamente ci sono Scegli la tua Avventura migliori e più interessanti. Tuttavia La Tana del Drago si fa apprezzare per quello che è: un'opera semplice e fresca, che senza esaltare garantisce divertimento, soprattutto agli appassionati del genere fantasy.

Longevità 6.5: 

I bivi non sempre sensati ci costringeranno a più di una sessione, allo scopo di scovare gli epiloghi migliori. In ogni caso, trattandosi di una lettura piacevole, è probabile che non si riponga il volume nello scaffale prima di averlo sviscerato a fondo, esplorando tutte le possibili diramazioni.

Difficoltà 7: 

Ben calibrato il livello di complessità: equilibrio tra epiloghi positivi e negativi e presenza di diramazioni "neutrali" che ci portano a conclusioni non definitive. Tale indeterminatezza spinge a riprovare l'avventura, con una certa voglia, compiendo scelte differenti: questo non può essere che un bene.

Giocabilità 6: 

Qualche pecca strutturale legata all'insensatezza di alcuni bivi e alla ripartizione del volume in due filoni distinti, di cui uno vincente e uno "inutile", limitano un po' le possibilità interattive. Per fortuna la semplicità dell'opera e la buona verve narrativa di Brightfield contengono i possibili danni ed evitano che il libro diventi pesante e ingiocabile.

Chicca: 

L'illustrazione del paragrafo 25 che rappresenta il mago Zarkon è da manuale del perfetto giocatore di Dungeons & Dragons: tunica larga e variopinta, bastone legnoso con pietra incastonata, sguardo intenso, cranio calvo e lunga barba bianca. E' probabilmente la rappresentazione definitiva di tutti i cliché fantasy legati alla figura dello stregone accumulati in 70 anni di letteratura di genere.

Totale 6.5: 

Non aspettatevi un capolavoro, ma, soprattutto se amate il fantasy, La Tana del Drago non vi deluderà.