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Recensione

Lupo Solitario 5: Ombre sulla Sabbia
Edizione EL 1986
autore/i Joe Dever
Recensore Pelgrana

Anno 1987: con pazienza e attenzione i miei occhi scorrevano la costina di tutti i volumi presenti nella piccola biblioteca di classe all'interno dell'armadio di metallo. Fino ad allora la mia educazione letteraria si era formata soprattutto sui libri d'avventura di Jules Verne e Jack London ereditati da mio padre, sul leggendario L'Isola del Tesoro di Stevenson e su molti racconti gotici. Con trepidazione, quindi, cercavo un racconto che mi avvicinasse a quelle atmosfere e a quella catarsi che avvolge tali letture.

Non so se fu il Fato o il puro caso, ma le mie mani finalmente afferrarono con un'inaspettata decisione un piccolo volumetto colorato, in buona compagnia in mezzo ad altri volumi con lo stesso aspetto. Il titolo esotico, la copertina raffigurante un solitario cavaliere ed il breve riassunto in quarta di copertina mi fecero scegliere senza esitazione proprio quel volumetto azzurro, e fu l'inizio di una lunghissima passione mai sopita.

La trama mi rapì completamente: non solo mi calai nei panni di Lupo Solitario con una identificazione nel personaggio mai provata prima, ma addirittura ero Lupo Solitario! La novità narrativa mi lasciò stupefatto e divorai presto il libro.

La mia missione diplomatica era fallita sul nascere: la fiducia del popolo di Vassagonia venne tradita dal diabolico sultano Kimah e dal suo scellerato patto con le Tenebre! Sudato e con tutti i sensi all'erta mi aggiravo quindi nelle strade di Barrakesh, nelle lerce fogne, nei fiabeschi corridoi del palazzo fin su, sulle alte torri dove stavano appollaiati gli Itikar. E poi la sabbia fece da padrona nei villaggi, sul viso degli ambigui personaggi, nel lungo cammino verso Ikaresh e verso la tomba del Majhan.

400 paragrafi fitti fitti d'avventura fino all'epico duello finale: non conoscevo ancora la caratura dei Signori delle Tenebre ed il fascino del mondo e della storia del Magnamund, ma già mi era tutto chiaro ed ero più che mai deciso a farne parte. Di lì a poco l'intera serie mi stregò, ma pochissimi episodi risultarono in qualche modo paragonabili all'intensità, al ritmo adrenalinico, alle arabeggianti atmosfere di questo quinto volume.

Ombre sulla Sabbia non rappresenta solo la fine della prima saga (quella Ramas), ma anche un ponte verso l'impegnativa serie Ramastan e quindi verso la completa maturità del personaggio, che nelle mani del lettore si trasforma da grande avventuriero a epico eroe che la Storia dovrà ricordare.

E' proprio in questa saggia e fortunata intuizione di Joe Dever che si crea il longevo successo di Lupo Solitario: il ritrovamento del Libro del Ramastan (l'obiettivo finale del volumetto) funge da consolidamento alle prime letture/avventure e pone le basi per una lunga, affezionata e coinvolgente prova di fedeltà (che mai verrà tradita) a Lupo Solitario, espressione massima dell'immedesimazione in un qualunque personaggio letterario. Sì, perchè con Lupo Solitario si superano difficili prove e combattimenti letali, ma mai si perde l'umanità, il timore, contrappostp al coraggio di affrontare l'ignoto, così come nella vita reale si affrontano le difficoltà di tutti i giorni. Quando alla fine del libro ho finalmente combattuto con Haakon, la paura era accompagnata da vera e sincera determinazione... e con me c'erano tutti i ragazzini che erano Lupo Solitario.

Se la prova narrativa di Dever, in questo senso, è superlativa (anche se manca ancora qualche passo alle definitive eccezionali descrizioni dell'ambientazione di alcuni volumi successivi), non si deve dimenticare l'apporto del disegnatore Gary Chalk, evocativo nella sua semplicità, nelle piccole illustrazioni didascaliche, nei suoi minacciosi primi piani dei guerrieri Charkassi, nei suoi ritratti quasi caricaturali (l'ormai celebre Nano di Bor della figura 19 o la folle espressione dell'agitatore della figura 13).

Tutto in questo libro è perfetto: la bellissima copertina, l'ambientazione, il ritmo, la narrazione asciutta ed essenziale, l'immedesimazione, il diabolico fascino dei guerrieri Drakkar, l'appagamento finale nell'uscire dalla tomba con, tra le mani impolverate, il leggendario Libro del Ramastan... ma mai si potrà dimenticare il vile sultano Kimah!

I primi 4 volumi di Lupo Solitario ci hanno consegnato un ragazzo con la ferrea volontà di realizzare il suo giuramento di vendetta verso i Signori dell Tenebre, questo quinto volume afferma che questo ragazzo ha effettivamente tutto il potere di farlo, solo se noi saremo con lui. Perchè Lupo Solitario è tutti noi, tutti noi siamo Lupo Solitario.

Longevità 10: 

La prima parte ha due percorsi ben distinti, e gli stessi si articolano in modo vario. La seconda è più lineare ma di gran suggestione: la stessa suggestione che caratterizza l'intero libro e lo rende una lettura così affascinante da riprendere più volte.

Difficoltà 9: 

Impegnativo ma non frustrante.

Giocabilità 10: 

La prima parte è magistrale nella sua varietà; metodo e narrazione sono sempre ben bilanciati e rimane, ovviamente, l'ottimo sistema di regole che contraddistingue l'intera serie.

Chicca: 

Uscire lercio dalle fogne e ritrovarsi in un bagno pubblico è veramente piacevole. Spesso Dever, nella serie, indugia magistralmente in  queste pause ristoratrici che danno valore alla difficoltà delle imprese.

Totale 10: 

Gareggia indiscutibilmente per la medaglia d'oro al miglior librogame mai letto: per me sul podio si accompagna a La Zona Omega e a Il Regno dell'Ombra.