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Questo libro ha fama di essere l'opera maxima di Steve Jackson, la più completa e la più difficile da portare a termine con successo. Con tale premessa mi sono cimentato nella sua lettura, sapendo che alcune persone in molti anni non hanno avuto la pazienza di portarlo a termine e l'hanno finito per odiare. Ritroviamo in queste pagine il sistema messo a punto e perfezionato all'ennesima potenza dal padre dei Fighting Fantasy, che, dopo vari numeri di Dimensione Avventura e la famosa tetralogia “Sortilegio”, impegnerà il lettore nella ricerca dell'unica via possibile per arrivare alla conclusione dell'avventura. Fin dall'inizio ci si rende conto di aver tra le mani qualcosa di diverso: l'introduzione all'avventura è piuttosto complessa e si dipana per 19 pagine con un prologo lungo e ricco di spunti, dove l'autore non manca di seminare indizi e aneddoti (veri o falsi, al giocatore il compito di accertarsene) sulla regione di Allansia, con personaggi curiosi e accattivanti, alcuni noti e altri meno. Percorse queste pagine iniziali si va verso qualcosa di unico... non vestiremo i panni di un avventuriero famoso, né di un mago investito di una missione, non impersoneremo il buon paladino, né il pirata in cerca di tesori...ci ritroveremo ad essere una cosa, un mostro, una creatura che ha appena aperto gli occhi e che ancora non prende coscienza di sé; eloquente è la frase che ci catapulta verso il paragrafo numero 1 : Col procedere dell'avventura comincerai a porti delle domande che tutti devono porsi nel corso della propria vita: chi sono? Da dove vengo? Perché mi trovo qui? Ci ritroveremo in un sotterraneo angusto, illustrato dal bravo Langford, il cui stile si sposa bene con quest'ambiente imbruttito e decadente, dove all'inizio non comprenderemo nulla di quello che ci viene detto, non saremo in grado di avere coscienza e padronanza delle nostre azioni essendo queste ultime in balia della sorte e dei risultati dei dadi; dovremo andare avanti e risolvere il rebus proposto dall'autore prima di riuscire ad essere artefici dei nostri movimenti ed avere infine la padronanza del linguaggio; saremo però solo agli inizi, poiché anche se lo scrittore ci affida una creatura che è una vera e propria macchina da guerra, che subisce soltanto un punto di danno ad ogni assalto perso e uccide sul colpo qualsiasi avversario se gli esce un numero doppio lanciando due dadi, non è detto che vedremo la luce alla fine del sotterraneo; in perfetto stile Jacksoniano, abbiamo infatti un libro One-True-Path, ossia un libro che ha una sola via giusta per arrivare in fondo, in cui la minima deviazione da questo percorso infido e difficilissimo da scovare comporta la perdita di un oggetto fondamentale o di un indizio indispensabile, o ci conduce, più o meno brevemente, ad una fine prematura. Se infine riusciremo ad uscire dal dungeon sotterraneo, ci confronteremo con una nuova parte dell'avventura, ambientata all'aperto ma non per questo più facile o meno bella, ove prendendo sempre più coscienza scopriremo mano a mano il nostro destino, andando per boschi, pianure, villaggi, paludi e altro. Questo rischia di essere frustrante a lungo andare e comporta una lettura attenta e concentrata del libro, non adatta a chi predilige librogame dalla struttura aperta o più romanzata, ma chi ha la pazienza di goderselo nei suoi minimi dettagli e di portarlo a termine, scoprirà una storia bellissima, ricca di colpi di scena fino al paragrafo finale, ed avrà una sensazione di soddisfazione unica.
Longevità 9:
Elevata. Il libro presenta diversi percorsi che conducono più o meno rapidamente a fine prematura in quanto, come detto sopra, vi è un strada unica che conduce al finale migliore; poiché questo finale è difficile da trovare se non dopo svariate letture, si dovranno fare più tentativi o rigiocare il libro più volte; aggiungo che può essere anche divertente vedere in che modo il vecchio Steve Jackson ha pensato di farci la pelle, ove questi imbuti della morte non sono illustrati da semplici paragrafetti finali, anzi, spesso arrivano quando pensiamo di essere sulla strada giusta a dimostrarci che non è così! Essi contribuiscono a perfezionare, fino a farne radicalmente parte, l'atmosfera complessiva del libro.
Difficoltà 10:
Altissima. Difficile e anche di più. Senza ombra di dubbio è il librogame più complesso e difficile che mi è capitato di avere tra le mani. Ci troviamo di fronte ad un percorso unico ( One-True-Path ) in perfetto stile Steve Jackson, solo che questa volta, tale percorso è più nascosto e criptico del solito, il che potrebbe scoraggiare gli impazienti o chi non ama questo scrittore o questo tipo di letture. Dentro “ La Creatura del Male” è in pratica racchiusa tutta l'indole visionaria e l'ingegno nel creare enigmi che l'autore ha affinato dalla “Rocca del Male” fino alla “Corona dei Re”. I nervi del lettore rischiano di essere messi a dura prova e il volume di fare una fine prematura... questa volta però vale veramente la pena arrivare fino in fondo.
Giocabilità 9:
Eccellente. Ci trovimo di fronte al classico regolamento di Dimensione Avventura ma la creatura nelle nostre mani è davvero un portento nei combattimenti (uccide ottenendo un numero doppio in un lancio di dadi e subisce solo un punto di danno). Questo a mio giudizio comporta anche il fatto che si può terminare l'avventura con punteggi medio/alti (ma non troppo bassi causa incidenti di percorso quali cali di abilità o check di fortuna). Si ha davvero la sensazione di evolversi nel corso dei paragrafi, evoluzione la nostra che arriva gradualmente, con naturalezza, fino alla rivelazione finale. Piccola annotazione: di solito nella serie Dimensione Avventura è possibile recuperare punti Resistenza con i pasti...in quest'avventura i nostri pasti saranno costituiti dalle nostre vittime! In particolare giovani e teneri hobbit o tenebrosi avventurieri, orripilanti creature.. insomma il menù è piuttosto vario e gustoso! Perfetto inoltre lo stile di scrittura. Il libro è piuttosto consistente essendo anche fisicamente il più grosso della serie Dimensione Avventura, con un numero anomalo di 460 paragrafi tutt'altro che stringati. Questa volta lo stile di Jackson è un poco più letterario e meno asciutto nelle descrizioni deliranti che partorisce; l'autore ha anche elaborato una bella serie di leggende e storie nella lunga e curata introduzione che ci immerge da subito nella lettura. La traduzione di Mariangela Bruna, che mi sembra abbia mantenuto lo stile originario dell'autore e italianizzato alcuni termini, è di buon livello.
Chicca:
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Totale 9.5:
Un Capolavoro. Avevo delle riserve prima di avvicinarmi a questo libro e invece l'ho apprezzato fin da subito, tanto da considerarlo ora il mio favorito. O lo si ama o lo si odia; indiscutibilmente è tra i migliori della collana della E.L. Da provare anche solo per interesse storico essendo l'ultima opera di un vero maestro del genere
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