Nel primo libro della collana Dragonwolf faremo la conoscenza di... Wolf, ladruncolo riciclatosi in mercenario, nonché dei quattro regni in cui è diviso il suo mondo. Ogni cento anni la pietra degli antichi viene affidata ad uno dei quattro re a capo di ognuno dei suddetti reami, così da mantenere, grazie ai suoi enormi poteri distruttivi, la pace nel martoriato e bellicoso universo in cui il nostro vive.
La pietra è stata appena consegnata al monarca dell’est quando il malvagio sire dell’ovest la ruba, uccidendo migliaia di soldati. Solo Wolf è sopravvissuto a questo massacro, per pura fortuna, e suo sarà il compito di recuperare la pietra riacciuffando il re dell’ovest prima che si rifugi nel suo regno.
Il primo volume, nella sua brevità (è composto infatti da appena 200 paragrafi, peraltro piuttosto compatti) tratterà della lunga marcia nella foresta e dell’attraversamento delle caverne che congiungono l’est all’ovest. Un inseguimento al cardiopalma con molti percorsi, una direttrice narrativa principale corredata da tantissime varianti secondarie ma comunque utili e interessanti; inoltre ci capiterà molto spesso di dover ricorrere all'arma per superare determinate situazioni, specialmente nelle fasi finali dell'avventura.
Abbondano le citazioni, più o meno volontarie, e le scene evocative, che si rifanno a piene mani ad alcuni grandi classici della letteratura fantasy in generale, e interattiva in particolare. Un esempio su tutti, l’ultima battaglia del volume, quella che si svolge nella caverna, che non può non ricordare l’uccisione di Haakon in Ombre sulla Sabbia, quinto capitolo dell'immortale saga Lupo Solitario: la differenza sarà nell'epilogo, che in questa occasione sarà ben diverso rispetto a quello del libro di Joe Dever.
Ogni situazione che affronteremo, e la nostra stessa missione, avranno un minimo comun denominatore: la forte dose di umorismo costantemente presente, con continui rimandi alle classiche serie di librogame.
Un approccio scanzonato e volutamente ironico, che fa in modo di inserire una componente paradossale e comica come elemento costitutivo del libro, e in un certo modo dell'intera saga, a cui Viaggio in Occidente fa solo da preambolo, per la verità ancora un po' acerbo.
Prova ne sia il fatto che, alla fine di questo primo capitolo, la nostra avventura sarà appena iniziata: non potremo tuttavia che provare una gran soddisfazione per il misto di combattimenti ostici, ma divertenti, e il certo numero di deliziose ghignate che la lettura ci avrà assicurato.
Nonostante la non estrema lunghezza, alla fine la longevità del volume non risulta certo bassa, visti i vari percorsi e sottopercorsi presenti. Inoltre sarà piacevole rileggerlo anche più di una volta, soprattutto per gustarsi con calma e con il giusto spirito il gran umorismo che permea l'opera dalla prima all'ultima pagina.
Longevità 7.5:
Premessa: il libro potrebbe essere concluso in appena mezz’ora, e quindi il parametro potrebbe essere valutato come insufficiente. Tuttavia leggerlo e rileggerlo tutto sarà una tentazione forte, visto che esistono parecchie diramazioni alternative. Inoltre la verve umoristica dell'autore è mirabile, e merita di essere gustata nella sua interezza.
Difficoltà 7:
Non certo facile, poiché le istant death sono poche ma i combattimenti prosciugheranno i nostri punti di vita inesorabilmente e arrivare a fine libro con ancora qualche riserva di energia richiederà un certo impegno.
Giocabilità 7.5:
Alta, non solo per la complessità della struttura e la varietà delle situazioni, ma soprattutto grazie all’ottima immedesimazione e il grande umorismo presente quasi in ogni pagina. A tratti sembrerà di leggere un libro del grande Brennan, anche considerato l'arguto stile narrativo.
Chicca:
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Totale 7.5:
Forse un voto generoso, ma il tentativo di puntare su un approccio umoristico va davvero premiato, anche considerato il perfetto equilibrio tra la serietà deveriana e l’ironia di un ispirato Brennan.
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