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Recensione

Grecia Antica 2: Alla Corte di Minosse
Edizione EL 1987
autore/i David Honigmann,John Butterfield,Philip Parker
Recensore spadadelsole

L’inizio del secondo volume della serie Grecia Antica è quanto di più spiazzante ci si sarebbe potuto immaginare
Dopo i trionfi del primo capitolo, tutto ci si sarebbe aspettati meno di essere arrestati allo sbarco dalla nave che ci ha condotti a Creta!
E conviene anzi, farsi prendere, perché una fuga troppo prolungata rischia solo di portarci alla morte, a causa di un malaugurato volo in un burrone.
Ovviamente, finiti in galera, cercheremo subito di uscirne e molti saranno i modi per farlo Un mezzo sicuro è aver fatto amicizia con la regina delle amazzoni nel volume precedente, così da ottenere l’aiuto della sua subordinata che è anche guardia personale della principessa Arianna.
In ogni modo, alla fine, riusciremo ad ottenere libertà e riabilitazione e Minosse stesso ci inviterà a partecipare alle attività che caratterizzano le giornate nel suo palazzo reale.

Ben presto scopriremo come la vita dorata della corte nasconda in realtà numerosi intrighi orditi sia da Minosse stesso che dai suoi cortigiani, e noi stessi potremmo svolgere tanto il ruolo di carnefici entrando a far parte di questa logica complottistica, quanto quello di vittime, perché non saranno pochi i momenti in cui ignoti nemici cercheranno di farci fuori.

E’ impossibile descrivere tutti gli eventi e i personaggi, perché la vicenda è molto articolata e i cortigiani così tanti che nemmeno i più accaniti fan sono riusciti con facilità a farne un censimento preciso e definitivo.
La cosa certa sarà la nostra storia d’amore con Arianna, desiderosa d’aiutarci ma, ancor più, di sfuggire dal controllo del padre , descritta in modo enigmatico esattamente come molti altri personaggi della serie, tanto che scopriremo solo nel terzo volume d’averla messa incinta.
La vita di corte, però, avrà anche i suoi lati positivi, tanto che saremo tentati di parteciparvi e rinunciare alla nostra missione di entrare nel labirinto per uccidere il Minotauro. Aspettare sarà saggio perché dovremo cercare un oggetto che ci aiuti nella difficile impresa: potrebbe essere una torcia, una mappa del labirinto o un gomitolo… la scelta è piuttosto vasta e tutti questi utensili hanno una loro utilità.

In ogni caso, trovatone uno sarà meglio gettarsi subito nell’impresa e non aspettare l’incontro di pancrazio a cui Minosse ci proporrà di partecipare allo scopo di eliminare il suo scomodo figlio Cremtone. L’incontro potrebbe infatti rivelarsi mortale e, comunque, verremmo ugualmente gettati disarmati nell’infido luogo (anche se una premonizione avuta al momento giusto potrebbe consentirci di salvare almeno armi e armatura).
Il sotterraneo è descritto in maniera semplice e realistica, ma allo stesso tempo suggestiva Ci vorrà molto tempo e pazienza per raggiungere il nostro nemico, o meglio, per esserne sorpresi alle spalle.

Non che ci si potesse aspettare un facile duello, ma la lotta sarà davvero epica e disperata perché, oltre al vantaggio della prima mossa che, si sa, non è cosa da poco, e punteggi altissimi, il bestione morirà solo dopo essere stato colpito quattro volte invece delle consuete tre. Anche se saremo in possesso delle armi di Efesto, guadagnate nel primo capitolo della triologia, non risulterà assolutamente facile avere ragione del mostruoso figlio di Poseidone, e sarà necessario spendere i punti d’onore a valanga per avere qualche speranza di concludere vittoriosi lo scontro.
Prevalere ci darà una soddisfazione incredibile e ben quindici punti d’onore ma riuscirci sarà solo il preludio ad altri guai.
Un terremoto verrà scatenato a causa della rabbia di Poseidone, genitore del mostro, irritato non per l’uccisione in sé ma per il modo troppo cruento in cui è avvenuta. La sua furia, perciò, oltre a farci scappare come conigli, ci perseguiterà a lungo, per tutta la prima metà del terzo e ultimo capitolo della saga.
Anche scappando ci imbatteremo in molte ulteriori possibili avventure, tra cui l'eventualità di uccidere Minosse in duello, strappandogli l’anello del potere e diventando i legittimi sovrani dell’isola. In ogni caso dei e uomini sono contro di noi e non ci resterà che lasciare Creta e tornare ad Atene insieme ad Arianna.

La condanna del true path anche se di vero true path non si può affatto parlare. Non c’è altro modo di descrivere questo volume. La vicenda scorre attraverso orizzonti amplissimi, tanto da rendere impossibile un riassunto completo, o anche solo l’elenco dei personaggi. Non è nemmeno possibile dire cosa sia poco importante o meno, perché tutto è così affascinante e ben descritto, così vivido da sembrare di essere davvero alla corte di Minosse.
Anche i rapporti con coloro che incontreremo saranno descritti in maniera estremamente reale e profonda, e la psicologia ha un ruolo importante nella vicenda. Il tono, invece, è più cupo rispetto al primo volume.
A prima vista l’opera è perfetta, ma, ad un occhiata più attenta soffre di un difetto serio in termini di giocabilità. Chi non ha letto In Viaggio verso Creta si troverà ad affrontare un'impresa impossibile, dato che non possiederà né delle armi di Efesto, né i punti di onore che ci serviranno come l'oro e in gran quantità nel duello decisivo. C'è sempre la possibilità di evitarlo, seguendo un tortuoso percorso che ci fa uscire dal labirinto senza misurarci con la bestia a seguito di un crollo, ma è inutile dire che terminare il libro senza aver ucciso il Minotauro lascia una forte sensazione di insoddisfazione e incompletezza.
Inoltre non sarà praticamente possibile fare amicizia con nuovi dei, il che è una grave pecca in una serie in cui l'appoggio degli immortali è fondamentale.
Tutto ciò porta a concludere che Grecia Antica, al pari di Sortilegio, sia una sorta di enorme librogame unico, suddiviso per ragioni di spazio in tre volumi differenti.
Inoltre continuano aperseguitarci le severe leggi di questo mondo antico, per cui subiremo sanzioni durissime in caso cattivo comportamento. Memorabile, a questo proposito, la scena della danza. Durante un ballo a corte cercheranno di ucciderci con una lama nascosta sotto il sandalo: che fare? Se non ci ribelliamo moriremo, ma, se reagiremo, ci verranno appioppati ben due punti d’infamia per aver rovinato la danza!
Certo Grecia Antica è una serie che può piacere o non piacere, ma per cui non si può provare indifferenza.
Personalmente ho trovato questo volume molto bello e ottimamente congegnato, in perfetta linea con i canoni della serie: un’opera dall’alta longevità, un capolavoro nell’ambito dei libri gioco, minato solo dall’eccessiva difficoltà, soprattutto per chi non ha letto il volume precedente.

Longevità 10:  Non solo è complicato e lungo terminare l'avventura ottenendo i migliori risultati, ma esistono diverse strade per conseguirli, alcune sapientemente nascoste. La rilettura quindi è un obbligo, se non si vuole correre il rischio di perdere passaggi fondamentali o comunque molto interessanti.

Difficoltà 8:  Ottimamente bilanciata per gran parte del libro, raggiunge picchi esagerati nello scontro finale con il Minotauro. Anche essere ben armati e impiegare moltissimi punti di onore per sconfiggere il mostro non garantisce la vittoria. Se i lanci di dado dell'avversario infatti saranno passabili non ci sarà possibilità di salvarsi. Situazione riscattata in parte dal fatto che esiste un percorso che consente di terminare il volume evitando di scontrarsi con la terribile bestia. Comunque si tratta di una pecca in un libro altrimenti ottimamente settato.

Giocabilità 9:  Forse è il libro meglio strutturato della serie. Moltissimo da esplorare, ambientazioni e personaggi descritti in modo superbo, molte missioni alternative non obbligatorie ma utilissime per superare al meglio l'incontro di pancrazio e lo scontro con il Minotauro. Perdersi nel palazzo regala sensazioni indescrivibili, e per quanto lo si rilegga questo volume lascia sempre la sensazione di avere ancora qualcosa da offrire agli appassionati.

Chicca:  /

Totale 9:  C'è chi non lo ama, secondo me è uno dei libri-gioco più belli in assoluto.