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Recensione

Zakimos System 1: Fortezza Europa - Londra
Edizione Libri Autoprodotti 2019
autore/i Marco Zamanni
Recensore Prodo

Tra enigmi e investigazione in un mondo decadente


A volte la capacità degli autori di intravedere evoluzioni storiche e sociali future e declinarle con virtù profetiche nell’ambito delle loro opere è sorprendente. Esistono esempi importanti in tutta la storia della narrativa, azzeccati e meno azzeccati: 1984 di George Orwell o Fahrenheit 451 di Ray Bradbury sono tra i più capitali e conosciuti.
Declinazioni simili compaiono però di tanto in tanto anche nell’ambito della narrativa interattiva, nonostante questo tipo di letteratura sia spesso considerata più “semplice” o “infantile” rispetto ad altra. In passato c’era capitato di intrattenerci con grandi classici capaci di analizzare trascorsi storici e prevedere evoluzioni future con lucidità e precisione: Cuore di Ghiaccio di Dave Morris, riproposto proprio in questi giorni (stiamo scrivendo nel mese di giugno del 2019) da Edizioni Librarsi in una nuova edizione ne è un esempio.


Fermandoci agli autori nostrani Fortezza Europa – Londra di Marco “Zakimos” Zamanni, vecchia conoscenza per tutti coloro che frequentano abitualmente la community di LGL, non solo riesce a proporre tematiche storico-sociali in divenire sorprendentemente simili a quelle attualmente in essere in Europa e nel mondo, ma lo fa anche con piglio vaticinante, se è vero come è vero che le basi di questo volume nascono nel 2006.
In quell’anno infatti Marco comincia a pensare a una storia che unisca elementi investigativi ed esplorativi a un’ambientazione decadente. La tematica poi continua a ronzargli in testa per anni e trova il suo primo sviluppo “pubblico” in un racconto a bivi implementato e proposto per l’edizione 2017 del concorso I Corti di LGL. L’opera si classifica seconda ed entra nel novero di quelle selezionate per la collana Dedalo, allora pubblicata da Tombolini Editore. L’ottimo risultato ottenuto spinge Marco a rimettere mano a questa base, ampliarla e perfezionarla: il racconto si trasforma in un vero e proprio librogame.

Le vicissitudini che hanno colpito Tombolini Edizioni spingono poi l’autore a riappropriarsi della disponibilità della sua opera e confezionare in totale autonomia, avvalendosi del supporto di alcuni amici incontrati in anni di militanza nel settore interattivo in generale e su Librogame’s Land in particolare, una versione autoprodotta del titolo. A maggio del 2019 tale versione viene diffusa dapprima in formato digitale poi in quello cartaceo, quest’ultimo disponibile al prezzo di 10 euro e 60 circa sia su Amazon che su Lulu.

La trama che fa da sfondo alla vicenda è, come accennato, estremamente attuale oltre che intrigante. Siamo in un futuro non meglio precisato, ma decisamente prossimo, e il problema dell’immigrazione ha raggiunto nel nostro continente livelli di guardia mai toccati prima. Tutte le principali metropoli risultano sovraffollate e travolte da innumerevoli problemi. Londra non fa eccezione ed esattamente la capitale del Regno Unito fa da sfondo alle peripezie del nostro alter-ego. Vestiremo i panni di Jay Huey, poliziotto trentenne con una vita insoddisfacente, costretto a sopportare le vessazioni a cui lui, come gran parte dei cittadini neri, non si può sottrarre a causa del suo status sociale e della forte componente xenofoba che ha attecchito nel modo di pensare della maggioranza della popolazione.

Jay si trova al centro di un caso molto intricato, in cui scivola all’inizio quasi senza rendersene conto: senza entrare troppo in particolari o lanciarsi in spoiler che sarebbero mortiferi parlando di un libro-gioco investigativo, possiamo senza dubbio anticipare che il lettore si troverà davanti a molti elementi contrastanti che dovrà mettere insieme con grande attenzione, sapendo scegliere quelli che hanno un reale valore nell’ambito dell’investigazione e scartandone invece altri, ideati appositamente per farci perdere tempo, nella migliore delle ipotesi, o guidarci su una falsa pista che ci farà fallire completamente nella missione, nella peggiore.
La sensazione di oppressione, legata a una società che non va, pregna di problemi, è chiaramente percepibile fina dalle prime pagine del libro. Londra appare sporca, caotica, cupa, sovraffollata; i segnali di una criminalità forte e ramificata si colgono quasi in ogni paragrafo, così come quelli della nostra impotenza. Noi stessi siamo figure grigie, ben lontani dall’eroe senza macchia e votato al bene, tipico di tante avventure simili: spesso saranno intenti piuttosto meschini a guidarci, decisioni che riguardano la nostra mera convenienza personale. Anche però sforzandosi di affrontare il caso con piglio positivo, andando a scegliere di volta in volta evoluzioni votate alla risoluzione dello stesso, all’obiettivo di scoperchiare la pentola e andare a rimestare nel marcio che essa contiene, non sarà affatto facile incidere davvero.

In questo l’autore è stato magistrale: l’avventura procede massiccia e via via più opprimente, rispecchiando perfettamente la realtà sociale, politica ed economica di una nazione in piena decadenza, come è l’Inghilterra descritta nell’opera. Ad aumentare questa sensazione contribuiscono i principali personaggi che ci circondano. Il nostro collega e fraterno amico Larry, un inglese sovrappeso e pasticcione che pensa principalmente a tenersi fuori dai guai. Dotato di facoltà investigative molto modeste si è perfettamente adagiato nel ruolo di imbelle “ruba-stipendio” e sarà complesso smuoverlo in qualche modo da questa sua attitudine decadente.

Conosceremo poi, durante la lettura, Damian, nostro amico di una vita, cresciuto in orfanotrofio con noi e compagno di scorribande fin dall’adolescenza. A differenza di noi Damian è bianco, ma viene dal nulla e ha avuto una vita dura. Le sue capacità istrioniche e la sua indole determinata gli hanno consentito di affermarsi in politica e quando inizia l’avventura è si è da poco insediato come primo ministro. Roddy invece sarà la nostra nemesi: un irlandese dal piglio odioso, compagno di stanza del protagonista e acerrimo rivale in prospettiva di fare carriera.
A questa compagine maschile si aggiunge Rain: una cara amica da cui siamo fortemente attratti e che amiamo, più o meno segretamente, da anni. La ragazza è problematica e forastica: detesta la maggior parte delle persone che la circondano e ha un figlio affetto da una grave disabilità. Si appoggia a noi confidando nella nostra capacità di capirla e supportarla, soprattutto quando vuole staccare e scordarsi della sua quotidianità insoddisfacente. Rain infatti, poliziotta e nera come noi, è bloccata in un ruolo di carriera da cui non potrà progredire a causa della sua etnia e del colore della pelle, e questo le crea diversi tipi di ostacoli, nonché la frustrazione di essere costantemente relegata a incarichi di secondo piano.

La caratterizzazione dei personaggi è stata resa ancora una volta con grande perizia: ognuno di essi avrà lati buoni e altri cattivi, a volte si comporterà nobilmente altre volte con meschinità, esattamente come accade nella vita reale. Ci siamo fermati ad analizzare più nel dettaglio le figure che circondano Jay perché costituiscono un eccellente specchio del buon lavoro fatto da Zamanni nel costruire il mondo di Fortezza Europa –Londra. La realtà quotidiana opprimente e in pieno tracollo infatti oltre a condizionare le ambientazioni e i personaggi collaterali influenza moltissimo noi stessi e i nostri più cari amici. La società è allo sbando e ci sono poche speranze in un futuro più luminoso. Questo accade certamente a causa di gravi problemi economici, politici e sociali, su cui abbiamo poco controllo e quasi nessuna possibilità di influenza. Ma si verifica, una volta di più, per l’incapacità, nostra in prima persone e in seconda battuta di tutti coloro che ci sono vicini e che amiamo di più, di operare per migliorare la situazione. Di sollevarsi dall’immobilismo e cercare di fare qualcosa: di lottare per migliorare un mondo che sta andando a rotoli e di cui noi facciamo parte, invece di accettarne passivamente il precipizio.

Il parallelismo con la problematica realtà in cui viviamo oggi e i gravi problemi, ancora una volta economici, politici e sociali, è evidente. Quando parliamo di parallelismo, è bene sottolinearlo, non ci riferiamo alla riproposizione di fatti nudi e crudi, presi dalle notizie di cronaca attuali: non sarebbe stato nemmeno possibile, visto che i primordi del libro risalgono a un periodo vecchio di tredici anni. Ma alla capacità che l’autore ha avuto di racchiudere nell’opera tutte le angosce, le difficoltà, gli ostacoli, l’immobilismo, che l’uomo moderno deve affrontare vivendo in una realtà ormai sovranazionale, come è quella europea, ma allo stesso tempo ancora pesantemente condizionata da particolarismi, difficoltà nel superare idee antiche e divisorie e quella generale tendenza a scaricarsi la coscienza da ogni responsabilità, addossando la colpa dei nostri guai sempre e costantemente agli “altri”. Che poi questi altri siano un governo inerte, una classe di privilegiati che si arricchiscono sempre di più sulle spalle delle persone comuni, o popoli interi di disperati che emigrano dal paese di origine per sfuggire a guerre, carestie, malattie, fame, poco importa. L’essenziale è scovare sempre e comunque un capro espiatorio che ci alleggerisca la coscienza. Persino Jay a tratti lo farà (o tenterà di farlo): in questo, una volta di più, il poliziotto è molto “noi”. Raramente abbiamo trovato, in tanti anni e in un librogame, una simile abilità nel rispecchiare e proporre dinamiche (e problematiche) così complesse e realistiche.

Del libro questi sono gli elementi che ci hanno colpito maggiormente e su questi abbiamo incentrato la recensione. Non si può non citare tuttavia, in chiusura, l’ottimo lavoro che Marco ha fatto nello sviluppare un sistema di gioco, lo Zakimos System appunto, semplice, adatto quasi a ogni tipo di lettore, e allo stesso tempo funzionale. Non si tirano dadi, non ci sono tabelle, non esistono punteggi: tutto il sistema è basato su un sistema di parole chiave e di eventi. Le parole chiave sono evidenziate in grassetto: dobbiamo appuntarle e poi impiegarle, ogni qual volta ci verrà chiesto, sfruttando un intelligente sistema di elenchi numerici. In tali elenchi a ogni consonante corrisponde un numero: dovremo accoppiare le cifre delle prime due consonanti relative alla parola che vogliamo approfondire per recarci al paragrafo corrispondente. Sistema intelligente sia per evitare che il lettore “disonesto” possa andare a leggere paragrafi che non dovrebbe poter raggiungere, sia per introdurre alcuni semplici ma stimolanti elementi crittografici, in grado di rendere più divertente la fase ludica.

A questa trovata si aggiunge quella degli eventi: evoluzioni evidenziate dal testo sottolineato e che dovremo di volta in volta appuntare. In certi snodi avere segnato o meno sul registro un evento cambierà il flusso o addirittura il concretizzarsi degli accadimenti che ci attendono. Altra idea piuttosto lineare, ma molto ben sviluppata, che aggiunge elementi di varietà importanti e contribuisce a migliorare l’esperienza di gioco.
In conclusione: Fortezza Europa – Londra è un libro ricco di pregi: ha una storia molto ben sviluppata, delle dinamiche ludiche non complesse, ma divertenti, e adatte tanto ai lettori esperti quanto ai “casual”, riesce a essere realistico e piacevole, si legge in tempi relativamente brevi, ma si presta a numerose sessioni aggiuntive, ma soprattutto costituisce un’esperienza di lettura-gioco immersiva e appagante. Oltre a ciò offre spunti di riflessione e tematiche attuali che spingono alla rielaborazione e a farsi domande. E tutto questo è molto di più di quello che accade nella maggior parte dei librogame.

Longevità 7.5: 

Completare le indagini e raggiungere uno dei possibili epiloghi non ci richiederà molto tempo. Ma fermarsi dopo una sola lettura è un delitto: il volume offre molti elementi che è impossibile scoprire in una singola sessione, e che sarebbe imperdonabile perdersi, soprattutto se si vuole avere una visione complessiva dell’intera vicenda. La rigiocabilità è garantita e a ogni nuovo tentativo si scopre qualcosa di nuovo.

Difficoltà 8: 

Molto ben calibrata. Lo Zakimos System funziona bene e, pur nella sua semplicità, riesce a essere stimolante e divertente da gestire. Alcuni finali, anche soddisfacenti, saranno alla portata di tutti: per scovare quelli più completi (e nascosti) ci sarà da sudare un po’.

Giocabilità 8: 

Dell’ottimo sistema di gioco abbiamo già detto. A questo si aggiunge un’ambientazione oscura e opprimente, dei personaggi credibili, una vicenda intricata e interessante. Dovreste proprio odiare il genere per non divertirvi, anche se alcuni passaggi investigativi più complessi potrebbero scoraggiare chi non ama ragionare troppo confrontandosi con un librogame.

Chicca: 

Ce ne sarebbero tante da citare, ma una in particolare rispecchia perfettamente la natura realistica, adulta e introspettiva del libro. Pensando alla sua amica Rain e alla frustrazione che prova non potendola avere, Jay, durante una doccia, si lascia ad andare a fantasie erotiche spinte e alle conseguenti azioni provocate dall’eccitazione. Si tratta probabilmente della prima e fino a oggi unica scena di masturbazione nella storia del librogame (se non contiamo la trilogia di Squilibrio ovviamente).

Totale 8: 

Se ancora ce ne fosse bisogno questo libro è la conferma definitiva che quell’antico adagio, secondo cui solo lavori che hanno alle spalle una casa editrice sono validi, è un po’ una favoletta. Probabilmente è stato così per anni, ma ora i tempi sono cambiati. Non tutte le autoproduzioni sono di questo livello, ovvio, ma Fortezza Europa – Londra non ha nulla da invidiare a molti dei prodotti commerciali più blasonati. Fatevi un bel regalo e procuratevelo, non ve ne pentirete.