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Recensione

Soulkey 1: Lo Specchio di Eblis
Edizione Librogame's Land 2010
autore/i Federico Righi
Recensore firebead_elvenhair

Il primo volume della serie Soulkey, Lo Specchio di Eblis, si apre con una lunga introduzione relativa alla storia del regno di Sirdania, ambientazione del libro, narrata direttamente tramite stralci di libri fittizi. Gli accenni a personaggi ed eventi, che si estendono ben al di là dell’angolo di mondo che vivremo in prima persona, danno l’impressione che Sirdania fosse stata pensata per essere sfruttata molto più a lungo di soli due numeri, purtroppo.

In breve, il regno è in crisi: il re è in coma da anni, e le potenti cinque Gilde, che di fatto reggono il potere, non riescono più a mantenere l’ordine. Il misterioso Manonera, presentatosi come eroe popolare, si è rivelato a capo della Gilda degli Oscuri, intenzionata a far cadere il Regno: nonostante non si avessero sue notizie da anni, è riuscito a porre una maledizione sul capo dei cinque Anziani della Gilde che, se non interrotta, li ucciderà in breve tempo. Spetterà quindi a noi, quali allievi prediletti della propria Gilda, intrufolarci nel covo di Manonera e mettere fine alla sua minaccia.

La nostra missione si svolge secondo tappe ben delineate. La prima ci vede attraversare la foresta che ci condurrà al villaggio di Festerheim. Giunti qui, il sindaco avrà modo di informarci che la nostra missione rischia di essere compromessa, in quanto una spia si annida nel villaggio. Dopo un attacco nottetempo, dovremo individuare ed eliminare la spia, in un episodio che non può non far ricordare Traversata Infernale di Lupo Solitario (sebbene non risolto in modo altrettanto brillante).

Una volta fatto ciò, potremo finalmente partire per le colline di Whyred, dove si trova il covo di Manonera. La guida che ci condurrà lungo gli aspri sentieri sarà Loreena, la figlia del sindaco. A causa di un imprevisto, la stessa sarà costretta a seguirci anche nel covo di Manonera, dove dovremo affrontare l’obiettivo della nostra missione.

Tuttavia, le cose non sono affatto così semplici: in quello che viene comunemente definito “Disc 1 Boss Fight”, Manonera riuscirà a sfuggirci. Verremo quindi a sapere da Sallyan, il mago di corte fatto prigioniero dal bandito, che ormai Manonera non è altro che una sorta di fantoccio, manovrato da un antico e misterioso manufatto dai poteri sconosciuti, la Chiave delle Anime che dà il nome alla serie. L’obiettivo della Chiave/Manonera è di raggiungere la Porta dei Mondi che conduce al reame degli Dei, da cui riplasmare il mondo a proprio piacimento. Per far ciò, avrà bisogno dello Specchio di Eblis (da cui il nome del libro), nascosto da qualche parte nel cuore di Eblis, un’antica città sommersa dal mare, nella quale il tempo si è fermato e su di cui grava la punizione divina. Dovremo quindi inseguire il nostro nemico in questa misteriosa città senza tempo, cercando di impedirgli di mettere le mani sullo Specchio.

Come si può intuire dal breve riassunto qui sopra, l’avventura che ci attende è discretamente lunga e ricca di colpi di scena. Di contro, è soggetta ad una pesante linearità, che consente al giocatore poche scelte di particolare rilevanza durante il percorso preordinato. In sostanza, è rimessa al giocatore la possibilità di esplorare più o meno a fondo gli ambienti in cui si troverà, ma per il resto, la storia segue già un binario ben definito.
Come ci si potrebbe aspettare, essendo la prima prova dell’autore, il libro non è esente da alcune ingenuità. Ad esempio, il “covo” di Manonera è abitato dalle creature più disparate, apparentemente distribuite senza alcuna logica e scopo (un po’ come ne La Rocca del Male per intenderci); spesso, durante l’esplorazione, le scelte si riducono a procedere a destra o a sinistra, o se entrare o meno in alcune stanze.

Molto più evocativa, invece, l’atmosfera di Eblis, una città vittima di uno spaventoso cataclisma e intrappolata in una bolla senza tempo nelle profondità marine: mentre si percorrono le sue rovine, si ha l’impressione di trovarsi davvero in una città antichissima e condannata (simile a quella incontrata ne L’Occhio del Dragone).
La grande linearità del percorso limita di conseguenza la rigiocabilità de Lo Specchio di Eblis: tale mancanza, però, può venire facilmente colmata, provando a giocare nuovamente il volume scegliendo una Gilda differente. E’ interessante, infatti, vedere come il nostro personaggio man mano cresca di livello diventando una macchina da combattimento sempre più inarrestabile. Anche il bilanciamento fra le diverse Gilde sembra valido, non risulta infatti ci sia una Gilda che renda l’avventura particolarmente facile o difficile (forse il Mago è quello che ha più trucchi al proprio arsenale).

Purtroppo, l’appartenenza ad una Gilda rispetto ad un’altra ha poca importanza al di fuori dei numerosi (forse troppi) combattimenti, che possono venire risolti più facilmente applicando con attenzione le nostre Caratteristiche Speciali. Inserire (ad esempio ad Eblis) alcune zone riservate a classi specifiche, con relative sfide ed equipaggiamenti unici, avrebbe senza dubbio contribuito a differenziare maggiormente le cinque classi, aumentando lo stimolo a provarle tutte.

Il volume non è troppo difficile, nonostante i numerosi (forse troppi) combattimenti, a patto che i punteggi iniziali non siano troppo bassi e si usino con attenzione e al momento opportuno le nostre Caratteristiche Speciali; le instant death sono davvero poche e solitamente conseguenti al fallimento di una Prova, anche se non mancano le rare volte in cui una scelta conduce direttamente alla morte. Molto più facile trovare la sconfitta per la perdita di Resistenza, anche se vi sono diverse possibilità di riguadagnarla.
Piacevole anche l’inserimento di un compagno che, sebbene non troppo sviluppato, permette di dare una maggiore profondità alla storia ed esplorare (seppure superficialmente) il lato “umano” del nostro personaggio, quasi sempre del tutto ignorato in favore dell’azione.
Tutto sommato un buon inizio per la serie, che promette di migliorare ancora nel secondo volume.

Longevità 8: 

Chi ama esplorare e sviscerare tutto un librogame troverà certamente pane per i suoi denti con Lo Specchio di Eblis. Il fatto che in una sola giocata si possa esplorare ogni luogo è contrastato dalla possibilità di poter rigiocare il volume con una diversa Gilda.

Difficoltà 7.5: 

La difficoltà è piuttosto bilanciata. Non c’è alcun infernale true path da scoprire, al contrario, l’esplorazione è molto libera e consigliata. Alcuni combattimenti possono essere un po’ complicati e richiedono avere ottenuto buoni punteggi iniziali.

Giocabilità 8: 

La particolarità maggiore del librogame è senza dubbio il poterlo giocare usando ben cinque personaggi diversi. Anche se la storia è la medesima, ciascuno di essi può superare i vari ostacoli in modo più o meno facile. L’autore è riuscito anche a bilanciare egregiamente i poteri di ciascuno, senza una classe palesemente “overpowered”.

Chicca: 

Ci sono diverse citazioni più o meno intenzionali in quest’opera. Prima fra tutte, la nostra compagna Lorena non può che far pensare a Tanith, con la quale condivide un caratterino tutto pepe, mentre la caccia al traditore richiama senz’altro alla mente l’agguato a Lupo Solitario in Traversata Infernale.

Totale 8: 

Lo Specchio di Eblis è un librogame che piacerà indubbiamente a chi ama regolamenti corposi e da gioco di ruolo, con tanto di classi e punti esperienza. La storia è epica al punto giusto, con un background di tutto rispetto e personaggi carismatici. Un ottimo inizio per una serie, purtroppo, conclusasi prematuramente.