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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Recensione

Horror Business 1: Il Vampiro e la Farfalla
Edizione MS Edizioni 2020
autore/i Claudio Vergnani
Recensore Dragan

Il romanzo a bivi esce dalla cripta


La china autodistruttiva che talora imboccano - loro malgrado - i cosiddetti romanzi interattivi lascia abbastanza sgomenti. Gli amanti di dadi, punteggi, gomma e matita li guardano con blando interesse: poco game, troppo libro. Gli appassionati di letteratura classica vi si accostano con bieco scetticismo: troppo game, poco libro. E così, un prodotto che, invece, sarebbe destinato a fungere magnificamente da anello di congiunzione tra generi, nonché ad avvicinare profani e titubanti al magico mondo della narrativa a bivi, se non per forza ai librogame, rischia di finire in un immeritato limbo.

Non è così, non deve essere così, per “Il vampiro e la Farfalla”, prima opera appunto interattiva di un autore prolifico e di buona fama nei romanzi tradizionali: quel Claudio Vergnani che scatena tra snodi e paragrafi i due personaggi, entrambi autobiografici, con uno sdoppiamento di personalità che verrà affrontato più avanti, già protagonisti di numerose opere lineari. È il volume d’esordio di una nuova serie di Ms Edizioni, intitolata “Horror Business” e inserita nella collana “librigame”. Apriti cielo, per i puristi! Il libro pecca di interattività per meritare simili galloni, questa è lesa maestà.

Considerazioni critiche tutto sommato trascurabili, considerando che “librogame” è un concetto astratto, in concreto resta un marchio registrato di un editore e (non ancora?) termine traslato a parola di senso comune come walkman, jeep o scotch. Entrando in argomento dopo l’ampio e doveroso preambolo, quest’opera è interattiva, è ben scritta, è rigiocabile. Tanto basta, anticipando il giudizio di chi scrive, per apprezzarla e scartare le dissertazioni su termini e categorie di appartenenza derubricandole a meri sofismi. Non è un librogame perché è un romanzo interattivo ed è bello per questo: che faccia parte della collana librigame poco rileva.

Altra cosa da anticipare subito, il romanzo è scritto deliziosamente, con una prosa scorrevole e ricca che si lascia apprezzare, superiore alla media delle opere a bivi. Ma il contributo decisivo perché sia davvero “interattivo”, oltre che “romanzo”, viene garantito dalla curatela di Francesco Di Lazzaro, fondatore di Lgl. Da quanto si è potuto apprendere, ha ereditato l’opera in corso, in ampia parte già scritta, e il suo apporto è servito a compensare la gioventù dello scrittore nelle dinamiche game, aggiungendo snodi e bivi ulteriori al percorso che sarebbe potuto apparire troppo lineare ai lettori esperti, nonché portando - d’intesa con l’editore e lo stesso Vergnani - alla nascita di una storyline completamente alternativa alla trama principale, un tocco in più molto apprezzabile.

Claudio e Vergy, si diceva. Sono due personaggi, ma in realtà è la scissione di una singola persona, l’autore stesso. Pieno di dubbi uno, sempre sicuro l’altro; un po’ imbolsito il primo, bronzo di Riace il secondo; circospetto Claudio, sguaiato Vergy; mediamente sfigato questo, playboy facile quello. Quanto c’è di autobiografico nell’uno e nell’altro, quanto c’è di quello che Vergnani è e quanto di quello che vorrebbe (vorremmo?) essere? Non lo sapremo mai, certo è che la coppia funziona e anche i due caratteri, presi singolarmente, sono ben costruiti. Claudio è più sfumato, a tutta prima volutamente: sarà quindi con lui che il lettore tenderà a empatizzare maggiormente. Vergy è un’ancora di salvezza (ma non esente da topiche, tutt’altro) e spalla ideale, l’aura marziale incrinata solo un po’ da quella “y” vezzeggiativa alla Ruby nel nome che non gli rende totale giustizia.

Il contesto: i vampiri esistono, si sono rivelati all’umanità e i due gruppi stanno faticosamente facendo delle prove tecniche, se non di integrazione, quanto meno di convivenza. C’è chi vuole suggellare un’alleanza, chi invece preferirebbe il conflitto aperto e chi, infine, guadagnerà tantissimo dall’una e dall’altra evoluzione. In questo scenario si muove la Farfalla, l’inafferrabile killer di pezzi grossi che portano avanti la transizione. A sorpresa, visto che sono fuori dal giro e poco gettonati nell’ambiente, per tramite della loro amica Elisabetta Claudio e Vergy sono ingaggiati come battitori liberi per cercare di intercettare, e possibilmente neutralizzare, il cinico assassino.

Le vittime si susseguono e la tensione sale, un fallimento dopo l’altro non solo dei due pistoleros, ma dell’intera macchina della sicurezza, fino al rendez-vous finale all’interno di una lussuosa dimora di campagna, sede di un decisivo meeting diplomatico, che sarà teatro degli snodi principali della vicenda. La storia potrà concludersi con una serie di finali positivi dal vario grado di soddisfazione, ma tutti contraddistinti dalla parola “Complimenti!”. Tuttavia non mancheranno numerose instant death, alcune più elaborate, altre più semplici; caratteristica interessante, alcune saranno “motivate”, con qualche dritta tra le righe per tornare sui propri passi e riaffrontare biforcazioni decisive nei modi più opportuni.

Da notare come alcune conclusioni anticipate e negative dell’avventura arrivino al termine di “grappoli” di paragrafi che, a ben vedere, appaiono un po’ slegati dal complesso principale, come facilmente riconoscibili dal lettore esperto. Corpi estranei che potrebbero far supporre un intervento postumo del curatore su alcuni punti in principio troppo lineari per aumentare il livello medio di interattività: sono riconoscibili soprattutto nel filone maggiore, dall’altra parte va concesso che aggiungono un pizzico di varietà ulteriore.

Fin qui la trama principale, cui si annoda, anche se non si interseca, una storia secondaria: ben prima di essere ingaggiati, i protagonisti possono accettare la caccia a un baby assassino depravato, che ama seviziare prima e uccidere poi vittime indifese tra la popolazione anziana. Il ricercato potrà spuntare fuori all’improvviso in più punti, con una sospensione dell’incredulità non completa ma che - tutto sommato - possiamo tollerare, proprio sulla strada di Claudio e Vergy, che dovranno essere bravi a catturarlo e consegnarlo al loro cliente (ma anche qui non mancano esiti alternativi) senza finire infilzati dal suo temibile spiedo.

Finito qui? No. Come si diceva in principio c’è una terza via: un’avventura del tutto opzionale che prende forma se, contrariamente a ciò che la logica e anche il titolo dell’opera suggerirebbero caldamente, si sceglie di dire no, scampare la missione della Farfalla. Non che il rifiuto sia istigato da motivazioni particolarmente solide. Sarà un compito difficile, riflettono i due, avremo tutti contro, probabilmente moriremo: di questo tenore sono le contestazioni, pleonastiche per chi fa una vita del genere e attribuibili, in fondo, a tutte le missioni.

Cionondimeno, se si decide comunque di sfuggire al proprio destino farfalloso, invece di una rapida e indolore instant death, come sarebbe accaduto in un librogame degli anni Ottanta scritto da un autore con voglia di scherzare, al contrario si ottiene in eredità una bella storia, del tutto diversa, più breve della principale ma non per questo meno aggrovigliata. La terza via non incrocia mai, e questo è un peccato, perché al contrario sarebbe stata una vera delizia, i destini della prima e della seconda avventura. Ma consente comunque di godersi imprese altre di Claudio e Vergy alle prese non con i vampiri, ma con streghe, incappucciati, ex agenti Gladio e compagnia bella.

Andando a una valutazione, l’esperimento è riuscito seppur con qualcosina da sistemare, qualche ulteriore limatura mancata. Come quando, per mero esempio, viene presentata due volte la Mercedes dei protagonisti a seconda dei percorsi scelti, o quando si sceglie di “ignorare” l’ispezione di un piano superiore anche se si è appena discesi proprio da lì. Come quando testi anche di grandi dimensioni vengono ripetuti due volte e per intero in paragrafi diversi con minime variazioni anche qui a seconda della scelta, non mettendo in atto differenti astuzie di progettazione. Quelle proprie di chi è cresciuto a pane e librogame.

Nota sulle valutazioni: nella Longevità, chi scrive valuta quanto sia ben progettata l’opera in modo da essere giocata più volte, con nuovi percorsi e scenari e la possibilità di svolgere più partite senza esaurire filoni narrativi e ludici. La Difficoltà stima quanto sia complessa un’opera tra gioco e snodi: più il voto sale, più sarà complicato approdare alla fine. La Giocabilità è la summa di un sistema di gioco ben funzionante e non oppositivo verso il lettore e di una storia ben scritta e priva di errori. La “Chicca” accende una luce su un aspetto curioso, singolare o spesso simpatico. Il Totale, infine, non è una media delle tre votazioni precedenti (sebbene raramente vi si discosti troppo), ma un giudizio complessivo tarato anche sui gusti personali, sensibilità e fascinazioni del recensore.

Longevità 8: 

Una storia principale più una storia bonus più una linea temporale diversa garantiscono quanto meno due partite e mezza, se non tre, di gran divertimento. E non mancano fior di snodi per concludere, bene o male, l’avventura da svariati punti di vista differenti, avendo appreso o meno chi siano la Farfalla, il baby assassino e la strega.

Difficoltà 7.5: 

Come prassi del romanzo interattivo, non ci sono registri, né statistiche, né punteggi né particolari alchimie. Leggere e scegliere da che parte andare, la sintesi estrema della narrativa interattiva. Comunque, poi, quelle scelte cui si è chiamati non è detto che siano sempre facili, anzi.

Giocabilità 8: 

Il gioco si snoda agevolmente e senza bloccanti asperità. I bivi indicano sia il numero di paragrafo sia la pagina cui dirigersi, per di più ogni sezione numerata ha un differente titolo (molti davvero divertenti): forse un eccesso d’informazione che potrebbe confondere i lettori meno smaliziati piuttosto che orientarli.

Chicca: 

L’esito di alcune scelte più o meno felici verrà deciso chiedendo al lettore di sottoporsi a prove fisiche reali: feature che sarà giocoforza considerata l’ennesima citazione a “El Cucador” (chi ricorda la prova dello zippo da accendere dieci volte?). Più seriamente, le sfide sono tutte abbastanza alla portata del pur bolso lettore medio di librogame. Ma per chi - per qualsiasi motivo - non dovesse essere in grado di portarle a termine, è esplicita l’inclusiva opzione di agire in piena libertà.

Totale 8: 

“Il vampiro è la Farfalla” apre o riapre una strada che, a detta di chi scrive, deve essere percorsa. Un “maxi Scegli la tua avventura” che potrebbe avvicinare contemporaneamente alla lettura e al gioco chi sia digiuno dell’uno e dell’altra. Un prodotto che, in un auspicabile sequel che parta già dall’inizio con l’indispensabile affiancamento di un esperto di storie a bivi a un autore senz’altro maturo, non potrà che portare nuovi capitoli ancora più gustosi. I due eroi ci sono, storie e storiacce non mancano, l’ambientazione decadente e tenebrosa di Vergnani sembra fatta apposta per scatenare di nuovo i cavalli della fantasia.