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Recensione

Chicken Crimes 1: Il Mistero del Dom Gallignon
Edizione Dracomaca 2022
autore/i Dario Dordoni,Maurizio De Angelis
Recensore Prodo

Con detective Gallo sulle tracce della bottiglia scomparsa


Dracomaca è una delle realtà più interessanti che hanno abbracciato il settore interattivo nell’ultimo biennio: il suo catalogo offre prodotti di qualità che sovente uniscono a un’ossatura a bivi elementi mutuati con sagacia da altri generi affini a quello librogiochistico.

Non fa eccezione una delle ultime produzioni della casa editrice di Dario Dordoni: capostipite di una nuova collana identificata come Chicken Crimes e mutuata da un videogioco, Il Mistero del Dom Gallignon fa da apripista a quella che si preannuncia essere una serie di avventure riguardanti il mondo del Detective Gallo. Il libretto è stato realizzato dallo stesso Dordoni e da Maurizio De Angelis, polivalente creativo che è già conosciuto nel settore interattivo grazie al Lupo del Maine, libro-gioco dal taglio assai più classico che ha realizzato negli ultimi mesi e che è uscito, esattamente come Chicken Crimes, in occasione di Play 2022.

Maurizio caratterizza ulteriormente le avventure del Detective Gallo curandone anche la parte grafica e impreziosisce il lavoro con i suoi disegni, dal taglio decisamente fumettoso e disneyano (e con volatili da cortile di mezzo non poteva essere altrimenti), particolarmente adatti per stemperare la tensione dell’indagine e aggiungere un pizzico di comicità all’insieme.

Il detective non è altro che il titolare di una rinomatissima agenzia investigativa nonché una figura assai conosciuta in quel di Chicken City: con lui collaborano una serie di giovani investigatori dalle indubbie doti, tra cui il lettore (o i lettori nel caso si decida per il gioco multiplayer).

La vicenda entra subito nel vivo: Becco Perbacco, magnate vinicolo della zona, ha prodotto un’unica e pregiatissima bottiglia di un suo nuovo vino, che promette di sbaragliare la concorrenza, il Dom Gallignon. L’ha messa all’asta e tale bottiglia è andata via dopo una serrata battaglia, acquistata da uno sconosciuto appassionato per una cifra iperbolica, che Perbacco ha dichiarato voler girare in beneficenza al Comune. Immediatamente dopo l’evento, tuttavia, la bottiglia viene rubata da qualcuno e la sera stessa Becco riceve un biglietto anonimo, in cui lo si minaccia di conseguenze tragiche qualora non si decida a consegnare la bottiglia nelle mani di un sedicente ricattatore.

Il pregiato prodotto però non è più nelle disponibilità di Becco Perbacco, che, disperato, decide di rivolgersi a Gallo: ed è qui che entra in gioco il lettore, inviato appunto dal titolare dell’agenzia a risolvere il caso.

La caratteristica principale dell’opera, che la differenzia, almeno esaminandola con gli occhi di un appassionato di librogame, dalla maggioranza degli altri titoli a bivi, sta nel taglio strutturale. Di fatto Il Mistero del Dom Gallignon si può accostare solo blandamente a un librogame a causa della sua conformazione a bivi: iniziamo le indagini sfogliando un fascicolo suddiviso in brevi capitoli e ogni luogo che decideremo di visitare ci condurrà in un paragrafo diverso, dove potremo raccogliere informazioni, visionare luoghi, cercare indizi e soprattutto interrogare i molti personaggi coinvolti nella vicenda. Il tutto arricchito dalla tendenza degli autori a ricorrere a media complementari rispetto al solo supporto cartaceo: torneremo sull’argomento più avanti, ma va sottolineato che il lettore avrà esperienza di ciò fin da subito. Sulla copertina infatti è presente un QR code che rimanderà a un video in cui lo stesso Detective Gallo ci illustrerà i punti salienti del caso e che è imprescindibile visionare prima di mettersi all’opera.

La sensazione di interattività, è bene puntualizzarlo subito, è solo teorica: compiere una scelta piuttosto che un’altra non modificherà l’andamento della storia e l’evoluzione dell’indagine sarà affidata non tanto alle mosse che decideremo di compiere, quanto agli elementi che, nel corso delle nostre investigazioni, riusciremo a raccogliere e collegare tra di loro. La componente ludica quindi è decisamente preponderante e la chiave della missione sarà legata alla capacità che avrà ogni singolo lettore di risolvere alcuni giochi e sottogiochi e superare i vari enigmi disseminati (e talvolta celati) all’interno delle pagine.

Paradossalmente sarebbe perfino possibile visitare ogni singolo paragrafo del volume, se non fossimo talvolta obbligati, per sbloccare alcuni luoghi e certi indizi, ad attingere alla nostra riserva di Beak Coin, la valuta in uso a Chicken City a cui dovremo ricorrere ogni volta in cui sarà necessario ungere qualche ruota o accedere ad archivi e raccolte di dati che prevedono un contributo per la consultazione. Partiremo con 7 monete, del tutto insufficienti per sbloccare ogni luogo (anche se durante l’indagine potremo riuscire a rimpinguare lil nostro gruzzolo). Di fatto questa piccola componente gestionale aggiunge quel tocco di strategia nell’amministrazione delle riserve, che garantisce una maggiore profondità all’intera opera.

Notevole il perfetto uso che il duo Dordoni-De Angelis fa dei vari media a coinvolti: per giocare a Chicken Crimes non è sufficiente avere a disposizione il volume cartaceo, ma sarà necessario servirsi di una connessione a Internet, uno smartphone e in alcuni casi anche di un PC. Sovente, infatti, durante le nostre peregrinazioni potremo sbloccare elementi, interrogare sospetti o recuperare indizi solo collegandoci a un particolare sito o leggendo con un’applicazione scanner uno dei molti code disseminati tra le pagine del piccolo tomo. La necessità di interagire con diversi dispositivi è molto divertente, ben gestita dagli autori, e contribuisce da aumentare la sensazione di essere nel cuore di una vera e propria indagine: rimane il dubbio che il frequente “staccarsi” dalle pagine stampate del fascicolo possa alla lunga disturbare i lettori di librogame più “conservatori”, che non sempre accolgono bene novità di tal guisa.

Il materiale a disposizione ci ha poi ricordato alcuni grandi classici del genere detective-game: il primo nome che viene in mente è quello di Consulente Investigativo, il celebre gioco di investigazione distribuito dalla Asmodee a cui Detective Gallo in qualche modo si ispira. Come nell’illustre predecessore infatti, anche stavolta sarà necessario attingere a informazioni presenti all’interno di materiale aggiuntivo: aprendo i vari oggetti di indagine, contenuti in buste sigillate che dovremo schiudere solo quando il testo ce ne darà chiara indicazione, si potranno infatti consultare pagine di giornali, lettere anonime, volantini pubblicitari e altre chicche che ci consentiranno di reperire informazioni fondamentali e aggiungere tasselli imprescindibili per riuscire a sciogliere la matassa e venire a capo della vicenda.

Un applauso convinto va alla solidità dell’intreccio e alla difficoltà dell’indagine: abbiamo trovato la vicenda coerente e sufficientemente intricata da offrire un buon livello di sfida anche ai giocatori più smaliziati. Allo stesso tempo, comunque, non si scade mai nella frustrazione e venire a capo della storia non richiede tempi biblici. Anzi, paradossalmente, è più facile che si arrivi alla fine con la voglia di indagare ancora un po’, ma Dracomaca ha pensato anche a questo, visto che è già disponibile in catalogo una breve espansione dell’indagine, che vede protagonista Chica Besada, un’esperta di vini misteriosa e sensuale che avremo la possibilità di interrogare anche durante l’avventura principale. Il fascicolo aggiuntivo si intitola Il Caso Chica Besada ed è acquistabile a parte a costo contenuto (anche perché più breve del principale).

Altri elementi ludici gestiti con grande sagacia da Dordoni e De Angelis che aggiungono ulteriore profondità di gioco e che collocano Il Mistero del Dom Gallignon decisamente nella sfera dei board-game giocabili anche in solitario con elementi di librogame che non, al contrario, come vero e proprio libro-gioco arricchito da alcune dinamiche mutuate dal mondo dei giochi da tavolo.

Questa considerazione ci porta anche alla nostra disamina finale: quanto vale Il Mistero del Dom Gallignon? L’opera, come è facilmente desumibile da quanto detto fino a ora, è molto ben concepita: si percepisce chiaramente l’esperienza degli autori e la loro natura di creatori di gioco, nonché la capacità di attingere a vari classici del settore prendendone il meglio e inserendolo in maniera sempre pertinente nell’ambito della loro creazione. A questa indubbia ottima base si aggiunge la capacità non banale di sfruttare media “di complemento” per arricchire lo spazio di manovra del lettore e rendere l’esperienza molto più soddisfacente. Tutto questo però ha un prezzo: chi si approccia a Chicken Crimes deve essere disposto ad abbandonare i panni del lettore medio di librogame e provare a esplorare nuovi sentieri, che prevedono anche una preponderanza di elementi ben differenti rispetto al consueto testo a bivi, al registro di gioco e magari a qualche lancio di dadi.

Tirando le somme: se siete appassionati ludici e in particolare vi piacciono i contesti investigativi, o se avete voglia, da sostenitori dei librogame, di allargare i vostri orizzonti e lanciarvi in un’investigazione più articolata rispetto a quella dei classici Sherlock Holmes o Detectives Club allora questo prodotto non solo fa per voi, ma saprà regalarvi piacevoli variazioni e sicuro divertimento. Se invece il vostro ideale sta nel libro-gioco classico e non siete interessati a distaccarvene, o addirittura vi disturba l’idea, allora è probabile che le vicende del Detective Gallo non siano l’acquisto più indicato da aggiungere alla lista dei desideri.

Longevità 7: 

Il fascicolo è piuttosto breve, ma mettere insieme tutti pezzi, farli combaciare e venire a capo dell’enigma non sarà troppo rapido, soprattutto se non sapremo amministrare con sagacia i nostri Beak Coin e finiremo per impantanarci. In ogni caso, anche i meno esperti, dopo due o tre tentativi dovrebbero essere in grado di completare l’indagine. Per chi non è sazio c’è già disponibile l’espansione, Il Caso Chica Besada.

Difficoltà 7.5: 

Ben tarata: l’avventura non è mai banale, alcuni passaggi richiedono una buona attitudine speculativa e ci sono elementi nascosti che è difficile cogliere in fase di prima lettura. Non si scade mai nella frustrazione però e questo è fondamentale: un’indagine troppo complessa può diventare pesante per la maggior parte dei lettori.

Giocabilità 8: 

Tanti elementi di varia provenienza e differente natura mescolati tra loro con sagacia e senza perdere di vista l’equilibrio complessivo. È un’opera più articolata e meno interattiva della media dei librogame, ma non smarrisce mai una certa armonia di fondo tra le sue nature e questo è molto positivo e non scontato.

Chicca: 

Durante l’indagine sarà possibile scoprire la password che consente di accedere all’area riservata del sito www.perbaccospa.it. Dordoni ha acquistato un dominio con questo nome e lo ha inserito sul web: il lettore potrà quindi visitare l’indirizzo, inserire la chiave e accedere a del materiale aggiuntivo che si rivelerà utilissimo per cogliere alcuni elementi della vicenda altrimenti difficilmente intuibili. Un tocco di classe che ci ha decisamente entusiasmati!

Totale 7.5: 

Aggiungete un punto se i giochi da tavolo investigativi sono la vostra passione, toglietene mezzo se la sola idea di allontanarvi dal librogame classico vi fa venire l’orticaria. Complessivamente comunque un lavoro valido, in grado di divertire anche i giocatori meno rodati.