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Per scelta personale non ho mai recensito librogame di editori con cui ho collaborato o collaboro. Ho deciso di fare un’eccezione per Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio per una sola ragione: ho letto questo titolo insieme a mia madre dopo il pranzo di Natale 2022.
Se la frase appena scritta non dovesse stupirvi, tenete presente che: 1) mediamente l’attività più produttiva che si fa nella mia famiglia dopo il pranzo di Natale è dormicchiare su poltrone; 2) mia madre è genovese, pertanto rientra pienamente nello stereotipo reso popolare da Maurizio Lastrico a Zelig (“mamma, ho vinto l’Oscar!” “Oh figgeu, non mi portare a casa statuine, che son piena…”); 3) anche per la ragione detta sopra, l’ultima volta che mia madre e io abbiamo condiviso un’esperienza ludica senza la presenza di nipoti o parenti vari risale a… mai? Forse, se devo essere ottimista, ai primissimi anni di vita di cui non ho memoria.
Ebbene, nonostante tutto quanto sopra mia madre non solo ha gradito, ma si è addirittura appassionata alla lettura affrontando i paragrafi vergati dalla penna di Aldo Rovagnati, già noto ai lettori di librogame per essere una colonna portante di LGL, oltre che traduttore di La Confraternita per Edizioni Librarsi.
Il tema sicuramente ci ha messo del suo: Pier delle Vigne (o Pier della Vigna, com’è effettivamente chiamato nel testo) è stato un politico, letterato, giurista e braccio destro dell’imperatore Federico II di Svevia, ma è ricordato soprattutto per il terribile supplizio a cui è stato condannato nell’Inferno dantesco: tramutato in un albero vivente, con i rami simili a dita che si spezzano e sanguinano… è una delle immagini più forti di un’opera che abbonda di shock emotivi, e una delle più popolari insieme al Conte Ugolino, l’arcivescovo Ruggieri, Paolo e Francesca.
Certo, leggendo la sinossi ci si potrebbe chiedere come sia possibile interpretare un personaggio “statico” qual è un arbusto umano; ma il librogame confezionato da Rovagnati, col fidato supporto del curatore Francesco Di Lazzaro e un team di tester d’eccezione, supera il problema con una scelta vincente: il lettore veste sì i panni (o meglio, la corteccia) di della Vigna, ma ciò avviene mentre il condannato racconta la propria storia a Dante e a Virgilio, rievocando due episodi fondamentali della sua vita mortale.
Questa scelta, oltre a essere fedele a ciò che accade nella Divina Commedia ogni volta in cui il Sommo Poeta si approccia a un dannato, ha permesso a Rovagnati di mantenere un elevato livello di fedeltà storica anche negli eventi, senza (quasi) mai scivolare nella deriva fantastica.
Si può parlare quindi a ragion veduta di “edutainment”, quella forma di intrattenimento che allo stesso tempo insegna nozioni, storiche in questo caso: un sentiero difficile da percorrere ma che il libro affronta in modo eccellente, trasportando chi legge durante la stesura del “Liber Augustalis” (l’insieme di leggi che sancì la superiorità del potere temporale del Sacro Romano Impero sulla Chiesa) oppure in una missione nei deserti d’Egitto, verso la corte del sultano Al-Kamil.
Sembrerà banale dirlo, ma il fatto che queste nozioni siano apprese durante la lettura in modo chiarissimo, per nulla pesante (o pedante) e anzi generando la voglia di saperne di più dipende solo ed esclusivamente da una cosa: la qualità più che eccellente di prosa e ritmo, due concetti tra loro legati e troppo, troppo spesso sottovalutati quando si parla di librogame.
Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio ha saputo catturare gli occhi e il cervello non solo di un vorace giocatore quarantenne, ma anche di una severa lettrice settantenne, conducendola per mano lungo tutto il percorso di una missione, con un’alternanza perfetta tra scelte, enigmi e ragionamenti (emblematiche le sezioni finali di ciascuna parte, per cui non voglio fare spoiler); e, una volta risolta la prima missione, viene spontaneo affrontare subito l’altra, proprio grazie all’ottimo lavoro sul ritmo di lettura, per poi giungere al finale dell’opera nell’istante corretto: né troppo presto, né troppo tardi.
Questa struttura ideale per i lettori neofiti e con voglia di apprendere si accompagna a un sistema di gioco elementare ma valido, che trasmette il giusto grado di soddisfazione in caso di scelta corretta, e il giusto dispiacere quando si vede la propria bilancia “Libra Fidelitatis” (in concreto, un sistema di punteggio positivo o negativo) pendere verso il basso. Oltre a ciò, vi sono soltanto le ormai consuete parole-chiave e alcuni enigmi numerici, tutti dotati di soluzione.
Il difetto maggiore dell’opera invece è da ricercarsi nella sua scarsa rigiocabilità, che non va però a intaccare una longevità complessiva che, come abbiamo visto, è adattissima per ciò che il libro vuole essere (e anche in relazione al prezzo: € 8,00). Indubbiamente però l’utente esperto di librogame potrebbe storcere il naso notando alle letture successive che i percorsi alternativi sono estremamente rari, e che quasi tutte le scelte hanno come conseguenza una modifica sulla Libra Fidelitatis o sulle parole-chiave da annotare; con il tutto che servirà unicamente a determinare il finale della nostra storia.
È un problema relativo perché con alta probabilità il target del libro non rileggerà Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio dopo aver raggiunto un finale positivo, cosa che accadrà molto probabilmente alla prima o seconda lettura. Nel libro sono presenti conclusioni anticipate della vicenda, ma sono tutte collegate a scelte palesemente sbagliate; molto più facile sarà invece commettere qualche errore e ottenere dei -1 sulla bilancia del punteggio, ottenendo così un finale non del tutto salvifico.
Sempre con occhio critico, devo inoltre evidenziare che uno dei tre enigmi presenti nel testo non è “storicamente accurato”, salvo ipotizzare che Federico II di Svevia si esprimesse parlando in italiano volgare; inoltre nel regolamento non è esplicitata da nessuna parte la presenza delle soluzioni in fondo al volume. Sono piccolezze, ma dispiace la presenza di queste piccole sviste in un lavoro altrimenti confezionato in modo quasi perfetto (l’unico refuso in tutto il volume, curiosamente, è nella quarta di copertina).
A proposito della confezione, le immagini interne di Federica Lauria e la consueta copertina di Vincenzo Pratticò impreziosiscono la veste grafica e il libro è maneggevole, chiaro e leggibile, anche se a livello personale avrei evitato le virgolette standard per il discorso diretto.
È anche necessario evidenziare che nel volume la violenza abbonda, come peraltro accade nell’Inferno dantesco, e che certi argomenti affrontati sono molto sensibili. Fa specie doverlo specificare, ma nel mercato odierno può essere disturbante (e utile) leggere di persone condannate alla sofferenza eterna dalla mera sorte o da capricci divini: eppure è un esito ben più “realistico” e attuale di tante vicende su eroi sempre vittoriosi, amati e idolatrati a prescindere dai propri seguaci e dal resto del mondo.
In conclusione, se state cercando un titolo per avvicinare al mondo dei librogame un pubblico tendenzialmente restio come quello “anziano”, Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio potrebbe fare al caso vostro. Il libro è altresì indicatissimo per neofiti, appassionati di storia e di librogame con la voglia di affrontare un titolo più corto, ma non per questo privo di contenuti.
Longevità 7:
Perfetta per il pubblico di riferimento, ma il lettore esperto potrebbe notare alle letture successive che i percorsi alternativi sono estremamente rari, e che quasi tutte le scelte hanno come conseguenze una modifica sulla Libra Fidelitatis o sulle parole-chiave da annotare, con il tutto che servirà unicamente a determinare il finale della nostra storia. È comunque più che sufficiente per ciò che il libro vuole essere.
Difficoltà 7:
Come per la voce precedente, le scelte migliori possono apparire “citofonate” per il lettore esperto, ma generano nel neofita il perfetto grado di dubbio su cosa fare. Il ritmo assolutamente perfetto della lettura e del bilanciamento tra scelte multiple, enigmi e altre trovate rende la sfida piacevole da affrontare per tutti.
Giocabilità 9:
Difficile chiedere di più da un cortogame: ogni meccanica di gioco ha una sua ragione d’essere e in questa voce faccio rientrare anche la cura estrema della parte testuale/narrativa, tra le più funzionali e coinvolgenti nel panorama italiano. In Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio non c’è un solo termine fuori posto o scritto “a sproposito”: ciò rende anche i paragrafi più lunghi una gioia da leggere, senza mai cali di ritmo.
Chicca:
Ho trovato il finale “perfetto” meno coinvolgente a livello emotivo di quello mediano, forse anche grazie a una bellissima illustrazione di Federica Lauria. Non è un effetto voluto (mi è stato specificato), ma mi è sembrato perfettamente in linea con ciò che il libro voleva raccontare: la storia di un uomo, come tale ricca di luci e ombre.
Totale 8:
Imparare e arricchirsi a livello culturale divertendosi: una combinazione rara e sottovalutata. Se state cercando un titolo per avvicinare al mondo dei librogame un pubblico tendenzialmente restio come quello anziano, oppure studenti delle superiori, Pier delle Vigne – I Giorni del Giudizio potrebbe fare al caso vostro. Il libro è altresì indicatissimo per gli appassionati di storia e di librogame con la voglia di affrontare un titolo più corto, ma non per questo privo di contenuti. Lo stile di Aldo Rovagnati affascina e cattura come pochi altri, dimostrando quanto sia importante la padronanza della lingua e della scrittura per realizzare un ottimo librogame.
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