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Recensione

Uno Sguardo nel Buio : La Liberazione di Silvana
Edizione EL 1986
autore/i Ulrich Kiesow
Recensore Mornon

“La Liberazione di Silvana” è la diretta continuazione de “La Pergamena nascosta”, pensata stavolta per introdurre al gioco un intero party di giocatori alla prima esperienza. Dopo aver giocato da solo un’Avventura in stile librogame, il Narratore è adesso pronto a traghettare i suoi amici nella loro prima impresa di giocatori di ruolo. Si tratta ancora di un tutorial ed è quindi il primo scenario di gioco in gruppo di Uno Sguardo nel Buio, contenuto anch’esso all’interno del manuale delle regole, in particolare nella sua prima parte, “L’Avventura”.
La Liberazione di Silvana comincia praticamente dove si era interrotta l’Avventura a solo precedente, con il giovane Arlik che va a cercare aiuto ai suoi amici, compaesani venuti anch’essi ad Havena e in attesa proprio dell’eroico sprovveduto Arlik alla Taverna del Dragone d’Oro, presso la casa di Barbanera.
Al Narratore vengono dati gli ultimi consigli (fotocopiare la Mappa, leggere integralmente l’Avventura, verificare che i Giocatori conoscano le Regole, imparare ad usare le descrizioni dei singoli paragrafi, allestire il Paravento), poi si parte.
Riunito il gruppo, Arlik conduce gli amici nella cantina della casa di Barbanera, da cui si apre il passaggio che conduce al sotterraneo (il dungeon) in cui è segregata Silvana. Il sistema di stanze e corridoi altro non è che una serie di magazzini e stanze usate spesso dai pirati e dai contrabbandieri di Havena per stivare le loro merci e imprigionare in cerca di riscatto alcune persone eventualmente rapite. L’accesso ufficiale è quello che da nel cortile della baracca di un rigattiere, ma è stato ovviamente scavato un passaggio che conduceva alla cantina di Barbanera. Ci si imbatte in due pirati, Brenno il Monco e Bart il Rosso, in alcuni goblin e orchi utilizzati come carcerieri dai pirati, in un prigioniero (figlio di un Conte) e in un misterioso essere, un coboldo che risulterà essere la chiave per risolvere l’Avventura. Infine ecco Silvana, che si lancia subito con le braccia al collo del suo liberatore.
L’avventura termina quindi con facilità, con una previsione di gioco di circa 2 ore. Alla fine, prima che il volume stesso si concluda, ci sono dei consigli per espanderla ulteriormente e altri accorgimenti vari.
Come nel caso de “La Pergamena nascosta” si tratta di una piccola sessione di gioco introduttiva, utile per iniziare al gioco di ruolo un gruppo di neofiti. La semplicità dello scenario e la sua “schiettezza adolescenziale” sono innegabili, ma con alcune trovate e macchinazioni degne, che permettono in brevissimo di esplorare tutti i meccanismi fondamentali di “Uno Sguardo nel Buio”: problemi di illuminazione, passaggi segreti, esplorazione delle stanze, interazione con personaggi non giocanti, piccoli enigmi, utilizzo di chiavi e serrature, combattimenti all’ultimo sangue.

Longevità 6:  Con una rivisitazione corposa è possibile giocare anche oggi l’intera sequenza di eventi legati a Silvana e Barbarossa e proseguire da questo punto immaginando una piccola campagna. Il motore dell’intera faccenda è infatti quello di una mappa misteriosa, che parla di una torre perduta e del più prodigioso degli artefatti, l’Occhio di Tenebra che da il nome stesso all’intero gioco.

Difficoltà 4:  Il gioco è semplice e prevede che nessuno dei Personaggi debba trovare la morte.

Giocabilità 8:  Un tutorial studiato a tavolino, con una semplice storia dietro, situazioni tipiche e meccanismi elementari. Al contrario de “La Pergamena nascosta” anche la logica del sistema di stanze e corridoi da esplorare è abbastanza coerente e legata all’ambientazione, la città marinara di Havena.

Chicca:  E' rappresentata dal coboldo Carabustel, di cui, per progredire, bisogna venire a conoscenza del nome. L’autore suggerisce al narratore alcune possibilità, tra cui, ovviamente, quella della avventuriera senza scrupoli che possa sedurlo. Notando come si presenta un coboldo, viene un po' da ridere..

Totale 6: