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Recensione

Misteri d'Oriente 2: L'Occhio della Sfinge
Edizione EL 1989
autore/i Dominique Monrocq,Doug Headline
Recensore Yaztromo

L'obbiettivo di questa seconda avventura della serie Misteri d'Oriente e' il gran sacerdote Antarsis, che conosce un indizio che potrà condurre il Prete Gianni fino alla mitica Shangri-La, fonte della vita e della felicita' eterna. Per incontrare Antarsis, il Prete Gianni, alla fine della precedente avventura, ha perfino acconsentito a viaggiare nel tempo e nello spazio dalla Palestina del XII secono dopo Cristo fino all'Antico Egitto dell'epoca dei Faraoni, quando Antarsis era ancora in vita.

L'avventura inizia in un mercato di Tebe, dove si possono fare diversi incontri interessanti e si possono acquistare molti oggetti utili, ma, se il personaggio con relativo Registro d'Equipaggiamento e' stato trasportato dal primo libro seguendo per bene le istruzioni, non avremo neanche una moneta d'oro per fare acquisti, per cui ci si potra' limitare a gironzolare finche' faremo gli incontri che ci daranno le prime indicazioni.

Dopo la recente salita al potere del Faraone Akhenaton che ha promulgato il culto di un dio unico, tutti i sacerdoti sono stati perseguitati e imprigionati nel tempio di Amon-Ra in attesa di essere giustiziati. Una volta liberati i religiosi, pero', ci verra' rivelato che Antarsis e un altro prelato di altissimo grado erano riusciti dapprima a liberarsi quindi a rifugiarsi in tombe e piramidi particolarmente inaccessibili, per timore dei soldati del Faraone.

A questo punto l'avventura presenta diverse alternative sia riguardo alla scelta dei luoghi dove cercare prima (la tomba di Hatscepsuth o la piramide di Gizeh?), sia riguardo ai mezzi di trasporto (si puo' discendere il Nilo con un' imbarcazione, oppure ci si puo' unire ad una carovana,o anche decidere di andare a cavallo per conto proprio). Non c'e' una scelta giusta o una sbagliata, in generale, ma si puo' arrivare ad una conclusione soddisfacente dell'avventura passando per strade e per posti molto diversi: in questo senso la narrazione e' stata strutturata in modo sontuoso e la rigiocabilita' e' molto elevata, perche' appena terminato un percorso viene voglia di provare anche le altre strade.

Ovviamente il gran finale della vicenda, una volta incontrato finalmente Antarsis, sara' costituito da una nuova porta aperta ad un'ulteriore sfida in un altro tempo e luogo, nonche' in un altro volume della serie!

Nell'analizzare quasto capitolo della saga del Prete Gianni, ancora una volta vorrei partire proprio dalla copertina, dove il nostro crociato preferito, che sta combattendo un duello contro una mummia che stringe una spada spezzata, e' ancora vestito e armato di tutto punto come nel primo volume (manca pero' il mantello): ma questa volta la sua sopravveste bianchissima e' decisamente sporca. Lo sfondo anche privilegia i colori cupi (soprattutto il marrone) e rappresenta un interno (di una piramide?) dove sono accatastati sarcofagi di foggia egizia. In qualche modo, direi che le vesti del Prete Gianni, non piu' candide come nel primo volume, rappresentano una sua perdita di identita', sicuramente coinvolta e confusa dai Misteri d'Oriente.

Lo stile e' sempre quello brillante e umoristico, spesso sopra le righe, del magico team degli autori di librigame della Hachette: decisamente impagabile! Certo sono presenti anche alcuni difetti ricorrenti di questo stesso team, come analizzeremo piu' avanti.
Ci sono taluni paragrafi decisamente inusuali per gli standard dei librigame scritti in questo periodo (e anche dopo...), come per esempio la notte d'amore (ma non di romanticismo...) con Faltine al paragrafo 100, oppure gli elicotteri da guerra che ci fanno fuori con una mitragliata al paragrafo 332!

Ci sono pero' alcuni mostri che non rappresentano il massimo della creativita' per degli autori tanto esperti, come il letto mannaro con la testa e la relativa poltrona che morde, "l'Apparizione Misteriosa" che non e' certo molto convincente e, soprattutto, il "drappo spettrale", che al massimo puo' far tornare in mente certe battaglie con gli asciugamani bagnati, ma non aiuta molto a mantenere l'atmosfera da Misteri d'Oriente! Ovviamente non e' facile inventarsi qualcosa di nuovo in un'ambientazione che e' in gran parte costituita da un dungeon tra piramidi e tombe sotterranee, ma e' comunque una scelta compiuta dagli autori.

E' forse questo, infatti, il problema principale che colloca questo secondo volume ad un livello sicuramente inferiore rispetto al primo: mentre l'ambientazione de Il Vecchio della Montagna era particolarmente fresca e stimolante, in questo capitolo e con questo tema e' piu' difficile sorprendere il lettore a livello di luoghi e situazioni, pur con una struttura ben costruita.

Ci sono poi certi errori tecnici e difetti che un buon betatesting avrebbe senza dubbio permesso di correggere, ma evidentemente questo volume in particolare e questa serie in generale hanno difettato da questo punto di vista, il che e' un grandissimo peccato, perche' si rovina (in piccola parte) un impianto di gioco e una capacita' narrativa e affabulativa assolutamente elevati.

Un esempio degli errori "tecnici" che sono stati commessi è rappresentato da alcuni cicli di paragrafi che riportano sempre nello stesso posto senza che questa fosse evidentemente l'intenzione dell'autore, come il "circuito" che permette di guadagnare oro infinito verso l'inizio dell'avventura (ma ce ne sono anche altri sebbene meno eclatanti). In varie parti durante il proseguio del nostro cammino si ha l'impressione che ci sia una "strada maestra" che e' descritta con cura e con tutti gli incastri logici a posto e altre strade "secondarie" che sono aggiunte posteriori con diversi passaggi condizionati da piccoli errori logici. Infine, ma questo sembra valere un po' per tutta la serie, non tutti i gangli regolamentari sono stati utilizzati nel libro, come se il regolamento stesso fosse stato scritto da una persona diversa rispetto a chi ha scritto l'avventura, anziche' renderlo funzionale alla narrazione.

Certo tutti questi errori risaltano piu' evidenti perche' questa buona storia, ottimamente strutturata, segue immediatamente quella eccezionale e piena di creativita' e freschezza che era nel primo volume e probabilmente un lettore che cominciasse la lettura della collana dal secondo capitolo se lo apprezzerebbe di più.

Sicuramente nessuno ha obbligato il team di autori a confrontarsi con queste tematiche difficili da innovare, ma, onestamente, se si vuole andare a dare un'occhiata ai Misteri d'Oriente, risulta un po' difficile evitare del tutto l'Antico Egitto, per quanto le sue mummie abbiano sempre l'odore di vetusto e gia' visto. Se non altro l'intermezzo erotico e' un episodio fortemente innovativo nel panorama dei librogame sebbene non unico (vi ricordate la Figlia del Califfo?).

Longevità 9.5: 

Questo aspetto della avventura e' particolarmente rimarchevole, nobilitato dai diversi percorsi alternativi che si possono seguire per arrivare alla conclusione.

Difficoltà 7: 

La complessità non sta tanto nell'abilita' del giocatore nel superare enigmi e trabocchetti, quanto nella buona sorte di poter cominciare l'avventura con dei punteggi sufficientemente alti, altrimenti alcuni combattimenti obbligati diventano un po' troppo difficili.

Giocabilità 7: 

I vari percorsi alternativi e gli enigmi spesso interessanti sono controbilanciati da svariati problemini tecnici negli incastri.

Chicca: 

Sicuramente la scena, già accennata, di sesso del paragrafo 100, mentre il paragrafo 332 (quello con gli elicotteri da guerra che ti uccidono a mitragliate) e' un po' la tipica variazione che "o si odia o si ama".

Totale 7: 

Questo librogame di per se' e' molto godibile, nonostante l'ambientazione in cui e' difficile aggiungere qualcosa di veramente innovativo, ma e' forse un po' schiacciato e penalizzato dall'ingombrante presenza del primo volume, con tutta la sua carica di innovazione e freschezza.
Certi difetti che sono presenti in entrambi i capitoli vengono perdonati piu' facilmente nel primo (dove le novita' sono quasi soverchianti) che nel secondo (dove l'effetto "sorpresa" tende a svanire).