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Recensione

Misteri d'Oriente 6: Nel Paese dei Dragoni
Edizione Librogame's Land 2009
autore/i Federico Bianchini
Recensore Yaztromo

Mentre la serie de I Misteri d'Oriente della Hachette si e' interrotta dopo il quinto volume degli otto previsti, gli orizzonti della fan fiction non conoscono limiti e il prolifico autore di librogame Federico Bianchini, coaudiuvato da un team di betataesters, illustratori e impaginatori della comunita' di LGL, ha regalato a tutti gli appassionati il proseguimento della saga e il rinnovato sogno di raggiungere, un giorno, Shangri-La!

La prima cosa che si nota in questo volume e', come per i precedenti, la copertina: in questa occasione non si e' proseguito il climax delle cover della serie originale, che mostravano visibilmente il progressivo cambiamento esteriore quanto interiore del Prete Gianni, che diventa man mano sempre meno discernibile dai Misteri d'Oriente che lo circondano e lo irretiscono. Questa illustrazione, bellissima in se' ma completamente scollegata dal discorso logico-visuale delle copertine precedenti, ritrae infatti un falconiere cinese a cavallo, mentre guada un fiume.

L'introduzione dell'autore spiega con umilta' e passione la storia della serie e come lui proponga, da appassionato, un possibile proseguimento della stessa. Segue il regolamento classico della collana con delle piccole aggiunte (che riguardano il possibile uso delle arti marziali e il ritorno a paragrafi dove si e' gia' capitati quando si esplorano dungeon) che pero', alla luce della successiva lettura del librogame, non vengono di fatto mai applicate, per cui si sarebbero potute evitare. Probabilmente si sarebbe potuto evitare anche il nuovo registro di equipaggaiamento e di combattimento, che non offre nulla di meglio di quello classico della serie.

Una volta iniziata la lettura, la prima cosa che si puo' notare e' che e' molto piu' breve di quelle della serie canonica (solo 240 paragrafi!). Tuttavia alla conclusione dell'avventura ci si potra' rendere conto che il numero di paragrafi letti e' all'incirca in linea con quello dei librogame "originali": quello che e' stato sacrificato e' l'aspetto della rigiocabilita', perche' gran parte di questa avventura e' molto lineare e con relativamente poche varianti, come verra' descritto in dettaglio piu' avanti.
L'autore stesso ha dichiarato che originariamente quelli che adesso sono i volumi 6 e 7 (rispettivamente 240 e 230 paragrafi) dovevano essere un unico volume, di lunghezza analoga ai precedenti e solo dopo un periodo di betatesting si e' deciso di spezzarlo in due: forse proprio a causa della forte linearita' che allunga di fatto moltissimo l'avventura giocata?

Passando alla narrazione, il Prete Gianni si accinge a viaggiare da Kasi, in India, dove l'avevamo lasciato alla fine de Gli Adoratori del Male, alla Cina, il Paese dei Dragoni, e ha davanti a se' due alternative principali: un percorso via mare, aggregato alla ciurma del Capitano Bhima, figura di marinaio spaccone che non piega la schiena davanti a nessuno, déi compresi, e finira' col naufragare, e un altro percorso via terra, aggregati a una carovana.

Le due opzioni alternative (ognuna delle quali lineare nel suo svolgimento) ricordano forse certe avventure di Lupo Solitario, ma sono presenti anche in diversi capitoli de I Misteri d'Oriente. I due percorsi si ricongiungeranno comunque ad un certo punto, quando la carovana dovra' affrontare i territori occupati dai barbari ai confini della Cina. Durante il viaggio il Prete Gianni conoscera' Lee Siu Lung, che gli insegnera' le arti marziali e soprattutto Ahalya, una ragazza con una storia triste e dura alle spalle, della quale il Prete Gianni si innamorera' per la prima volta, dopo le esperienze a cuor leggero degli episodi precedenti.

La corovana si fermera' in una zona che si direbbe maledetta: i fiumi si sono seccati, i campi sono diventati sterili, il latte inacidisce appena munto, la carne degli animali macellati imputridisce subito. La causa di questa sciagura che si allarga a macchia d'olio e' l'uccisione del Ch’i-lin, una creatura celestiale, simbolo di purezza, derivata dalla mitologia Cinese. La ricerca del cadavere, nel folto di una pericolosa foresta in preoccupante mutazione, rivela che il Ch’i-lin e' stato massacrato da Gong Gong, una creatura demoniaca che ha rapito la sua anima e l'ha imprigionata negli inferi.

Dopo una lunga parte di avventura lineare (pur con due tronconi che si dipartono e poi si ricongiungono), la liberazione del Ch’i-lin dagli inferi e' un episodio dove i possibili percorsi risolutivi sono praticamente infiniti: vengono descritti con dovizia di particolari i diciotto movimentatissimi gironi dell'inferno della mitologia cinese, collegati tra di loro da un labirinto di caverne e cunicoli. Non sara' facile uscirne vivi!

Una volta riportato in vita il Ch’i-lin e ucciso Gong Gong, l'avventura ritorna strettamente lineare e permette di esplorare e scoprire altri aspetti della cultura e della religione cinese, ma senza altri significativi sviluppi dell'azione. Dopo essere venuti in contatto col Buddhismo verso l'inizio dell'avventura, ci sara' la possibilita' di incontrare persino Confucio e dopo un dialogo col maestro in persona, che fornira' indicazioni per raggiungere Shangri-La che spesso sfumano nel filosofico, il Prete Gianni si trovera' a dover scegliere se proseguire la pericolosa ricerca del suo ideale o fermarsi accanto alla donna che ama.Sara' una ben amara scelta!

La successiva tappa della ricerca e' la capitale Loyang, dove vive il vecchio mago Temujin: l'unico che ha saputo raggiungere Agarthi, leggendaria citta' dove vive il mitico "re del mondo" che sapra' indicare la via per Shangri-La.
Dopo aver regolarmente viaggiato nel tempo e nello spazio alla fine delle prime tre avventure, sembra che questa esperienza ormai sia negata al Prete Gianni, che e' rimasto per ora bloccato nel passato ai tempi di Zarathustra, Buddha e Confucio.

In generale bisogna dire che l'autore si e' mantenuto nel solco delle avventure precedenti, soprattutto sulle orme de Gli Adoratori del Male: i paragrafi sono spesso lunghi e descrittivi, con molti rimandi singoli, si usano spesso i lanci di dadi per determinare il destino del Prete Gianni (e puo' capitare di morire per un singolo colpo di sfortuna), ci sono diversi (e benvenuti) riferimenti alle avventure precedenti (anche se si usa piu' l'esperienza acquisita che gli oggetti, a parte l'Occhio Magico - nemmeno il Dente di Gygax, conquistato a cosi' caro prezzo sulle strade di Babilonia e mai utilizzato nella serie ufficiale, verra' più menzionato). L'unico aspetto strutturale dal quale ci si discosta dal canone e' la forte linearita dell'avventura, che presenta poche alternative di gioco, penalizzando la rigiocabilita'.

Altri aspetti meno piacevoli (o "vizi") che sono stati mantenuti dalla serie originale sono l'uso poco chiaro delle regole che si riferiscono a cibo e acqua (perche' dobbiamo tenerne la contabilita' se di fatto non li esauriamo mai?) e al potere di conversione (non e' sempre chiaro quando si puo' e non si puo' utilizzarlo durante l'avventura). Non e' stato eliminata nemmeno la tendenza a completare in modo ben dettagliato uno dei possibili percorsi per primo, usando gli altri come "tappabuchi", ma senza controllare per bene che tutti gli incastri abbiano una perfetta logica (la direttrice via terra dall'India alla Cina era evidentemente la "principale", mentre in quella via mare ci sono molti incastri che "scricchiolano", ma non ci sono gli errori di collegamento veri e propri che rendevano ingiocabili diversi percorsi de Gli Adoratori del Male).

Gli aspetti descrittivi, delle architetture,  degli usi e costumi e delle religioni dei territori attraversati, sono veramente di ottimo livello e sono introdotti con grazia e intelligenza, evitando "spiegoni" eccessivi. Per quanto riguarda gli aspetti descrittivi non si puo' non menzionare la diversione nel labirintico inferno della mitologia Cinese, con tutti i suoi gironi sorprendenti e spaventosi, ma e' solo una gemma particolarmente luminosa tra molte altre gemme. Questo e' uno dei lati piu' interessanti di questa avventura.

L'altro aspetto particolarmente intrigante di questa avventura e' la presenza di personaggi veramente forti e drammatici, che rimangono nella memoria del lettore, come il Capitano Bhima, Lee Siu Lung, Sri, Awaratha, Lo Tze e soprattutto, ovviamente, Ahalya, la concubina sfregiata che tocchera' l'animo del Prete Gianni, dopo che in quasi tutti i volumi precedenti e' stato sfiorato da ragazze che non lo hanno piu' di tanto coinvolto.

Manca pero' un po' quella che e' la cifra stilistica di gran parte della serie dei Misteri d'Oriente, ovvero l'ambiguita' dei personaggi: in questa avventura quasi tutti i personaggi o sono "buoni"/alleati o sono "cattivi"/avversari e tali restano per tutta la durata della storia, con poche e parziali eccezioni. L'unico carachter che veramente si dimostra "ambiguo" e' proprio il Prete Gianni, per come abbandona, di fatto, Ahalya al suo destino, dopo averla liberata dalla sua condizione di schiavitu', ma anche per altri episodi e scelte meno significative, ma che possono essere un segno di incostanza.

Mancano invece i percorsi multipli, di fatto a mappa, molto comuni alla serie originale (a parte l'excursus infernale, dove le strade possibili sono di fatto infinite), sacrificati al basso numero di paragrafi di questo librogame, e anche l'ironia (e l'autoironia) scanzonata e leggera, marchio di fabbrica del gruppo di autori della Hachette.
Inoltre dal punto di vista stilistico si e' preso un po' a modello Gli adoratori del Male, che e' probabilmente l'aventura peggiore della serie originale, anziche' Il vecchio della montagna o I segreti di Babilonia che sono decisamente i due episodi migliori della serie.

Si tratta comunque di un lavoro che trasuda passione, presenta delle bellissime descrizioni e mette di fronte a scelte umane molto dure: per arrivare a Shangri-La bisogna fare delle rinunce molto amare.

Longevità 6: 

L'avventura e' praticamente tutta lineare e si discosta poco dal "filone" principale, tranne che nella parte iniziale (dove ci sono due opzioni ben diverse: viaggio per mare o per terra) e nell'excursus infernale. In particolare tutta la parte finale, dall'uccisione di Gong Gong fino alla scelta riguardante Ahalya, non richiede una rilettura.

Difficoltà 7: 

Questa avventura sarebbe piu' facile della media della serie, se non fosse per la presenza di diverse instant death determinate esclusivamente dal tiro dei dadi e non da scelte logiche. Questo accresce in pratica le complessita', ma non rende piu' gratificante il loro superamento. Si tratta comunque di un aspetto in comune con la serie originale, specialmente con Gli Adoratori del Male.

Giocabilità 7.5: 

La giocabilita' e' alta per quasi tutta l'avventura (altissima nell'oltretomba), ma la parte finale estremamente lineare e con pochissima azione penalizza un po' questo punteggio. Ci troviamo di fronte comunque a un'opera, da questo punto di vista ottima, migliore della maggior parte dei capitoli canonici.

Chicca: 

C'e' un ramo di avventura difficilmente esplorabile, che si colloca nelle prigioni e nelle segrete della prima citta' raggiunta scegliendo all'inizio il percorso di terra. Si tratta di un episodio particolarmente carino e, tra l'altro, c'e' un incontro con una creatura umanoide con molte braccia e gambe che si direbbe proprio un omaggio al lungometraggio di animazione La citta' incantata, di Hayao Miyazaki.

Totale 7: 

Il principale difetto di questo librogame e' la brevita'. Questo approccio, anziche' determinare un'avventura particolarmente corta ne ha generata una lineare (il numero di paragrafi letti per completare l'avventura e' piu' o meno lo stesso di quelli della serie originale, per cui quello che viene a mancare e' la possibilita' di seguire piu' percorsi alternativi).
Altri pregi e difetti di questa avventura sono in gran parte analoghi a quelli della serie ufficiale, e se si esamina il lavoro con onestà intellettuale non si possono imputare tali pecche alla fan fiction.
So che Federico Bianchini, il prolifico autore, ha forse in programma una revisione di questo testo e... non posso che sperare, perche' sono convinto che, con alcune modifiche ben mirate, questa avventura potrebbe migliorare. Anche così com'è però rimane assolutamente buona, e vale la pena spenderci tutto il tempo che richiede per essere completata.