Avendo preso il treno per anni su una linea regionale di campagna ora dismessa (vi hanno costruito una pista pedonale ma le stazioni abbandonate si ergono ancora tra le erbacce), posso ben immedesimarmi in certe situazioni descritte in questo librogame come la sala d'attesa deserta, i lampioni lungo il binario, le panche di legno, i finestrini scricchiolanti sul treno ecc…
La storia raccontata in questo settimo e ultimo volume della Serie Compact, pur essendo ambientata proprio negli anni in cui prendevo il treno io (gli anni ’90), è vissuta dal protagonista in realtà come un tuffo di 40 anni nel passato. Infatti, la linea ferroviaria in cui si svolge l'avventura è stata chiusa intorno al 1953 e tutto è rimasto come allora. I lampioni sono ancora a gas, la locomotiva è a carbone, la stufa nella sala d'attesa è di ghisa, ecc…Quindi, in un certo senso, noi (lettori) ci ritroveremo catapultati dal presente agli anni ’90 e poi a quelli ’50 nel giro di poche pagine.
Chi, come me, abbia vissuto l'esperienza di prendere costantemente il treno e “vivere” le piccole stazioni della provincia italiana non può restare indifferente alle atmosfere di questo librogame. Anche perché l'ambientazione è l'unica nota veramente positiva del volume e dunque vale la pena approfittarne e apprezzarla.
La trama gira intorno a questo presunto treno dei fantasmi che dà il titolo al libro. Per ottenere uno scoop nella gara nazionale per il “Giornalino scolastico dell'anno”, hai deciso di farti un viaggetto sulla linea abbandonata per vedere se questi fantasmi ci sono davvero ed eventualmente fotografarli. Hai a disposizione solo sei scatti per dimostrarne l'esistenza: va da sé che il paragone con “Il Mostro di Loch Ness” è d'obbligo. Forse l'autore voleva imitare meccaniche e sensazioni del (riuscitissimo, a mio avviso) primo volume della serie ma in questo caso dobbiamo ammettere che i fantasmi non hanno il fascino di Nessie e la trama risulta priva della suspense che c'era nel primo capitolo dove impersonavamo un fotoreporter inviato in Scozia dal Direttore del nostro giornale sull'orlo della bancarotta (ora, un conto è creare tensione narrativa con un quotidiano nazionale da adulti e un conto è crearla da ragazzi con il giornalino scolastico).
Poi c’è una grossa differenza nei bivi: qui è tutto legato al caso. Per esempio, già trovare il giornale (la Gazzetta del Westshire) a inizio storia sotto la bilancia è pura fortuna. Non serve alcuna deduzione logica. Nel “Mostro di Loch Ness” invece le scelte ai bivi erano pensate meglio, c'è poco da fare.
Dal punto di vista tecnico, questo volume non differisce assolutamente dagli altri libri della serie e si porta dietro tutti i difetti (bivi e ripetitività) andando a parare sempre nel solito finale piatto dove l'autore si rivolge al lettore (e non al protagonista) in maniera scomposta e distaccata, quasi fossimo in un quiz televisivo e senza alcun riguardo per l'immedesimazione. Non mi sono piaciuti nemmeno i tre oggetti da trovare durante l’avventura. L'orario delle apparizioni dei fantasmi dai finestrini del treno, per esempio, non mi ha entusiasmato per niente e l'ho trovato troppo noioso, anche se una tabella degli orari ci sta tutta in un librogame che parla di treni!
Longevità 5.5:
Salvo solo le atmosfere e i dialoghi tra i personaggi, per il resto questo LG non si presta a molte riletture.
Difficoltà 5:
Bassa. L'unico punto relativamente ostico l'ho trovato quando bisogna escludere entrambe le scelte nella mappa perché il fantasma non è da nessuna parte e se si legge di fretta si può incappare nell'errore di scegliere comunque una delle due opzioni.
Giocabilità 4.5:
Scelte ai bivi dettate dalla fortuna nel 100% dei casi. Il gioco risulta ripetitivo.
Chicca:
Dalla stazione di Mistfield e poi in seguito nel viaggio di ritorno talvolta i fantasmi non sono più i classici spettri stilizzati dalla mantellina bianca, ma possono essere le persone evanescenti raffiguranti i tre ferrovieri morti nell'incidente avvenuto nel secolo scorso. La tragedia ci viene raccontata dal fuochista nella stazione di Mistfield, a metà viaggio.
Totale 5:
Mi sono chiesto spesso, durante questi mesi in compagnia della serie Compact, se sono stato troppo severo con i giudizi. Ho assegnato solo due sufficienze su sette. Poche, me ne rendo conto, specialmente se penso alle buone atmosfere create in certi volumi come questo o come “Passi nella Nebbia” o “L'Isola degli Spiriti”. Nel complesso, potrei dire che molte emozioni sono state mitigate dal regolamento creato dall'autore. Un regolamento semplice e ripetitivo, troppo ingabbiato dai vincoli imposti dai tre oggetti da trovare, presenti in tutti i volumi tranne “Sfida di Coppa”, unico LG dove, tra l'altro, l'autore non è Thraves. L'aver puntato tutto sulla casualità nelle scelte ai bivi limita molto l'interattività del lettore/giocatore e indirizza la serie Compact verso un pubblico decisamente giovane, composto da bambini e adolescenti. Quest’ultimo volume mi lascia qualche buon ricordo sparso qua e là ma nulla più. Un 5 credo sia una giusta valutazione.
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