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Diario di una Mummia Impazzita è il secondo volume italiano della serie Piccoli Brividi a bivi, scritto da R.L. Stine (che ha come lettore modello il suo figlio tredicenne) e pubblicato in Italiano da Mondadori nel 1997, solo un anno dopo la sua pubblicazione in lingua originale. L'avventura, che segue in generale i canoni delle avventure a bivi SLTA, e' composta da 136 pagine / sezioni e ha 22 finali.
Il tema horror e' quello superclassico delle mummie, ma e'presentato in una maniera che un ragazzino americano degli anni novanta può sentire alla sua portata. Infatti, il protagonista e' in vacanza a San Francisco con la famiglia: i genitori, una sorellina più piccola, di cinque anni, e un fratello più grande, di quattordici anni (e questo fornisce immediatamente il tipo di lettori di riferimento per questa avventura). Nel Pyramid Building c'e' una mostra egizia, con tanto di mummia e tutta la famiglia va a vederla. Il giovane protagonista sembra essere l'unico a notare che la mummia muove per breve tempo un braccio, e poi trova per terra un plico, che si rivelerà il diario della mummia, che lei ha scritto con la sola forza della mente per quattromila anni! Si tratta della triste storia di un Faraone: dopo che i suoi servitori hanno scoperto una macchia con una strana forma sul suo collo, è stato ritenuto maledetto, e per questo mummificato "vivo" dai suoi stessi sudditi. Lo sventurato è rimasto cosciente fino ai giorni nostri, nella mai sopita speranza di poter tornare a vivere di nuovo! In breve, la storia si divide in due tronconi: da un lato verremo trasportati in Egitto (contemporaneo) e non sarà facile trovare il modo per tornare sani e salvi in America, dall'altro dovremo sopravvivere all'ira della mummia che, senza il suo diario non potrà' tornare in vita e che quindi ci seguirà' ovunque per completare il suo rito magico.
Anche questo Piccoli Brividi a bivi cura molto la caratterizzazione dei personaggi, a partire dalla famigliola del protagonista, e le storie che si sviluppano sono più' lunghe e complesse rispetto alla norma degli SLTA (avendo circa 30 pagine/sezioni in più e un numero comparabile se non inferiore di finali). In questa avventura, al contrario della precedente, varie linee narrative e vari finali "divergono", nel senso che danno delle spiegazioni di fondo diverse sull'origine del diario e del modo di usarlo, cosa che spesso succede anche nella serie SLTA. In questo modo, pero', leggere un finale non può normalmente aiutare a capire e a raggiungere un finale più soddisfacente alla fine di una differente linea narrativa.
Rispetto ai canoni SLTA, ci sono pero' alcuni piccole innovazioni: per esempio, ci si può imbattere in una mappa dettagliata, che potremo più volte tornare a consultare mentre proseguiremo l'avventura, oppure ci potremo trovare in un certo frangente a pronunciare le parole magiche che si trovano in un altro Piccoli Brividi (collana classica), per cui, se lo avremo letto in precedenza, saremo "avvantaggiati".
Longevità 7.5:
Si tratta, di fatto, di due avventure molto diverse in un solo librogame e questo può favorire la rilettura.
Difficoltà 7:
Piuttosto ben bilanciata, anche se un filone dell'avventura è sicuramente più complesso dell'altro.
Giocabilità 7:
L'avventura scorre senza intoppi e le descrizioni ben curate aiutano ad individuare le scelte migliori. Lo stile e la struttura sono necessariamente semplici, in linea con il taglio della collana.
Chicca:
Nella parte di avventura che ci porterà nell'Egitto contemporaneo, potremmo capitare in un set cinematografico e potremmo brevemente incontrare un famoso attore, con l'inseparabile cappello, che interpreta un eroe che e' anche un archeologo e si chiama... Illinois Smith!
Totale 7:
Un tema adeguatamente svolto, con situazioni e temi ben comprensibili per un giovane lettore, che sconfina in molti canoni letterari associati all'egittologia, ma lo fa bene e senza annoiare.
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