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Recensione

Reality Game 3: Operazione Focus
Edizione Librarsi Edizioni 2024
autore/i Marco Tavoloni
Recensore Prodo

Agenti del Mossad in un cooperativo single player che rivoluziona il genere


Maggio 1967, il fronte mediorientale è più irrequieto che mai, la guerra dei sei giorni incombe e, anche se nel momento in cui inizia la nostra storia nessuno ancora lo sa, in molti immaginano e prevedono che la situazione possa a breve degenerare. Gli eserciti congiunti di Egitto, Siria e Giordania si stanno muovendo contro Israele, che difficilmente riuscirebbe a gestire un attacco diretto, a pieno regime, delle tre forze militari. In questo intricato scacchiere entra in gioco il Mossad, il temibile servizio di intelligence israeliano, che decide di inviare tre dei suoi migliori agenti presso la base di Men-Nefer, in Egitto per l’appunto. Una postazione guarnitissima dove è custodito il sistema SK-21, un radar avveniristico che l’Unione Sovietica ha fornito ai suoi alleati di “zona”, dalle capacità quasi leggendarie. Si narra infatti che possa intercettare i caccia nemici in avvicinamento in netto anticipo rispetto al raggiungimento di una possibile posizione di attacco. Un sistema del genere impedirebbe all’esercito israeliano di far valere la propria supremazia aerea, e va assolutamente disinnescato.

Esattamente qui entrano in gioco i tre agenti che il lettore avrà il compito di gestire e coordinare, Avraham Goldberg, detto Avi, Benyamin Cohen, conosciuto come Ben, e Gad Boyarin, noto semplicemente come Gad. Si tratta di unità esperte e bene addestrate , ognuna con le sue peculiarità, evidenziate da tre punteggi che identificano altrettante caratteristiche. Nello specifico si tratta di Persuasone, la capacità di condizionare le scelte altrui e risultare credibili, Abilità, che misura la nostra possanza fisica e manuale, e Osservazione, sfruttando la quale saremo in grade di cogliere elementi e particolari spesso fondamentali per il buon esito della missione.

I tre agenti di cui sopra non verranno gestiti tutti insieme: a ognuno di essi verrà assegnata una specifica missione e saremo noi a valutare quale agente può riuscire meglio e in quale incarico, attribuendogli il compito. In linea di massima Avi è un grande persuasore, Gad ha spiccate capacità osservativa, mentre Ben non eccelle in nessuna caratteristica in particolare ma ha i punteggi più equilibrati. Infatti i bonus legati alle singole caratteristiche non verranno determinati casualmente, ma saranno assegnati in maniera preordinata dal libro a inizio avventura. I punteggi legati a ognuno dei nostri inviati saranno pertanto fissi e non cambieranno con l’evolversi della vicenda. Tali punteggi sono necessari per superare delle prove che potranno esserci proposte nel corso delle nostre peripezie: valutando la tipologia di missione in cui gli agenti saranno impegnati potremo determinare quale compito si addice meglio a ognuno dei tre: va tenuto conto del fatto però che la scelta non sarà decisiva, ognuna delle nostre risorse è infatti perfettamente in grado di portare a termine qualsiasi incarico. Selezionarne una o l’altra potrà semplicemente renderci la vita più o meno facile a seconda del percorso che sceglieremo e a come imposteremo la nostra modalità di gioco.

E veniamo alle missioni, il vero fulcro di Operazione Focus e alla base dell’idea più innovativa e coinvolgente dell’opera. Come già accennato sono tre: uno degli infiltrati dovrà provvedere a sabotare il sistema SK 21 tramite la sostituzione della scheda forata che ne regola il funzionamento, inducendolo a valutare male le distanze degli oggetti in avvicinamento, un secondo dovrà scovare la spia Khalil, un inviato del Mossad che da alcune settimane opera sotto falsa identità tra le fila egiziane, e che ha reperito informazioni fondamentali inerenti al sabotaggio del radar, mentre un terzo dovrà penetrare nella parte bassa della base, fino ai piani interrati, e disattivare l’impianto elettrico, senza cui il sistema di allarme non può funzionare. Come si può intuire ognuna di questi incarichi è profondamento connesso agli altri e i tre agenti non possono pensare di perseguire il proprio obiettivo senza scambiare informazioni, tramite un sistema di comunicazione basato su ricetrasmittenti, con i colleghi.

Il lettore avrà il compito di gestire le mosse delle sue tre controparti: ciascuna missione inizia da un paragrafo diverso e possiamo scegliere da quale partire e portarla avanti fin quando non abbiamo l’impressione di aver bisogno del supporto dei nostri commilitoni per procedere al meglio. In qualsiasi momento quindi, o quasi, visto che ci sono alcuni paragrafi identificati da parentesi quadre in cu lo “switch” non è consentito, possiamo mettere in “pausa” la vicenda che stiamo seguendo e passare a comandare un altro membro della squadra, impegnato in una zona diversa della base. Per farlo materialmente sarà necessario appuntare il numero del paragrafo in cui ci troviamo in un apposito spazio del registro e cominciare un nuovo percorso, o riprenderlo, nel caso in cui lo abbiamo messo in pausa precedentemente. La vicenda è strutturata in modo tale che, leggiocandola con attenzione, è abbastanza immediato rendersi conto di quando ci manca qualcosa che può esserci fornito da uno dei nostri colleghi, e saltare quindi opportunamente da un agente all’altro. Mantenere un opportuno coordinamento tra le parti in causa sarà fondamentale: le scoperte di ciascun agente saranno identificate da codici alfabetici, di cui prenderemo nota sul registro, che condizioneranno i progressi non solo dell’agente stesso, ma anche dei suoi colleghi. Sarà inoltre possibile in certe occasioni scovare oggetti che possono servire ai nostri “compari”, e fornirli loro tramite il sistema di posta pneumatica della base. I vari passaggi sono profondamente interconnessi: risulta quindi impossibile procedere con un’unica missione, lasciando le altre in pausa e dedicandogli tempo e attenzione in un secondo momento. Un approccio simile ci porterà inevitabilmente a bloccarci e non poter procedere; inoltre mancare uno switch al momento giusto potrebbe addirittura impedirci il raggiungimento di certi snodi fondamentali per la buona riuscita della missione, magari perché sprovvisti di un’informazione, con relativo codice associato, che uno dei nostri colleghi avrebbe dovuto fornirci. L’equilibrio nella gestione delle risorse è pertanto imprescindibile, e costituisce la parte più sfidante dell’intero tomo.

Il sistema, che raccontato in un pezzo come questo può sembrare farraginoso, in realtà funziona molto bene, anche grazie all’ottimo packaging di cui è dotata la versione “deluxe” di Operazione Focus, quella che è stata messa in vendita a Play 2024 per intenderci. Nel cofanetto reperibile in fiera, infatti, sono disponibili delle mappe esterne, dei dossier missione dall’effetto antichizzato, e una scheda in cartoncino rigido dove è possibile, tramite graffette, agganciare i tesserini dei tre agenti abbinandoli alla missione a cui li abbiamo assegnati. Tale scheda inoltre contiene, oltre al registro, anche l’elenco di tutti i codici alfabetici di cui dovremo avere contezza durante il nostro cammino e a cui abbiamo accennato pocanzi.

Tutto questo materiale, oltre a essere esteticamente molto accattivante e dotare il libro di un oggettivo valore aggiunto, è particolarmente funzionale alla buona riuscita dell’avventura. Le cose da fare infatti sono molteplici e le interazioni con il registro continue. Dover sfogliare il libro senza soluzione di continuità, raggiungere le pagine finali dove sono ospitati i dossier, le mappe e le schede è molto scomodo e alla lunga potrebbe pesare sull’esperienza di gioco. Sfruttando il materiale fornito con la versione “cofanettata” tutto questo non avviene e gestire la documentazione necessaria diventa decisamente più facile e comodo.
Il gameplay è completato da alcune prove, legate alle caratteristiche di cui sopra, Osservazione, Percezione e Abilità, a cui ogni tanto saremo obbligati. Il testo ci fornirà un valore che dovremo raggiungere e superare tirando due dadi a sei facce e sommando o sottraendo il nostro bonus/malus in quella specifica caratteristica. Esistono anche prove combinate di due caratteristiche, per esempio abilità più osservazione: in questo caso dovremmo tenere conto di tutti i bonus/malus sommati tra loro e fare in modo che il lancio di dadi raggiunga o superi il valore di riferimento. Fallire queste prove, o compiere scelte errate, porterà sovente a un decadimento della salute, che viene quantificato come in Grecia Antica o Autolico, non con la perdita di punti vitali, ma con un peggioramento dello status, da sano a leggermente ferito, ferito, gravemente ferito e morto. Man mano che ci avviciniamo alla dipartita andranno a peggiorare anche le nostre caratteristiche, rendendo ancora più complesso l’incedere e il raggiungimento di un epilogo favorevole. Oltre alla morte, altre situazioni che potranno portarci a una prematura fine della missione sono il rimanere bloccati da qualche parte senza ulteriori azioni a disposizione o il compiere scelte errate che conducono a vere e proprie istant death.
La grandezza di Operazione Focus sta nella maestria con cui Marco Tavoloni ha gestito il concept cooperativo, introducendo dinamiche che raramente si sono viste, almeno così declinate, in un librogame e nell’eccezionale capacità di rendere coinvolgente e credibile l’ambientazione e l’atmosfera. La sensazione di trovarsi alla guida di un commando del Mossad impegnato in una missione disperata sarà tangibile per tutto l’arco dell’avventura, e le dinamiche di urgenza, pericolo, e precarietà ci accompagneranno in ogni momento della lettura, trasmettendoci chiara e netta la sensazione di trovarci impegnati in qualcosa di estremamente complesso e potenzialmente letale. Da questo punto di vista il titolo è talmente coinvolgente da trasmettere a tratti vere e proprie percezioni di ansia, malessere, immersione estrema: raramente, in tanti anni, ho letto librogame capaci di offrire una tale immedesimazione e questo costituisce indubbiamente un grande valore aggiunto. A tale approccio va appaiata l’enorme struttura “enigmistica” che Marco ha saputo creare e che è la base sfidante dell’opera. Venire a capo dell’enorme rompicapo è veramente molto impegnativo e bisogna mettere in conto di perdere diverse ore prima di riuscire nell’impresa, suddividendo la lettura in giorni distinti e tenendo, nonostante le pause, il filo degli accadimenti.

Riuscire ad arrivare a dama al primo tentativo è complesso, e lo stesso autore ha tenuto conto della cosa aggiungendo la regola dei tiri di dado prepartita, da fare prima di iniziare ogni run e in grado di condizionare la vicenda dei nostri agenti. Più andremo avanti con le riletture più questi tiri ci regaleranno elementi aggiuntivi che renderanno più semplice raggiungere l’epilogo. Riprovare quindi giova non solo per l’esperienza acquista, ma anche per gli oggettivi elementi di supporto che si possono ottenere. Ci sono veramente tante cose da fare, oggetti da recuperare, indizi da scovare, informazioni da scambiare con gli altri agenti, e tutto questo deve essere fatto coordinando al meglio le nostre unità, necessità che già di per sé rappresenta una prova decisamente ostica. Per chi ama strutture di questo tipo e desidera impegnarsi a fondo con un’opera che diventa “invadente” al punto tale da tornare in mente anche mentre facciamo tutt’altro e spingerci alla riflessione e al ragionamento, Operazione Focus rappresenta un passaggio imprescindibile e quasi un unicum nel panorama interattivo.

Di contro tutta questa complessità rende l’opera estremamente particolare. Il livello di difficoltà è veramente alto e questo approccio taglia fuori già alla base una fetta di appassionati: chiunque sia in cerca di una lettura rilassante, semplice, non troppo lunga, non impegnativa, dovrà necessariamente volgere lo sguardo altrove. A questo approccio già di base non certo amichevole, si aggiungono poi alcune scelte compiute da Tavoloni in fase di bilanciamento. Esistono situazioni estremamente complesse in cui dovremo per esempio trovare un oggetto, intuire dove portarlo, utilizzare una specifica apparecchiatura per passarlo poi a uno dei nostri colleghi agenti che dovrà capire cosa farci, dove utilizzarlo e quando. Sbagliando anche uno solo di questi passaggi perderemo la possibilità di accedere all’evoluzione che l’impiego del dato oggetto porta con sé ed errori simili finiscono spesso per essere definitivamente bloccanti. Le probabilità di scivolare nella frustrazione sono alte e quando ci si cimenta in Operazione Focus bisogna avere chiaro in mente che tipologia di libro si sta affrontando.

Se tutto questo non vi spaventa, se siete in cerca di un’opera in grado di impegnarvi per giorni, se sentite la mancanza di un livello di sfida elevato e la media dei librogame attualmente in commercio vi sembra indulgere verso il “troppo semplice”, allora questo è uno di quei titoli-feticcio da non perdere per nessuna ragione al mondo.

Longevità 8: 

Se il libro vi prende e decidete di portarlo a compimento a ogni costo avrete da leggiocare per ore e ore, giorni e giorni, e finirete per pensare a Operazione Focus nei momenti più strani, spesso avendo idee su come proseguire mentre fate tutt’altro. Va detto che la rigiocabilità del volume è strettamente legata all’obiettivo di completarlo: difficilmente ci riuscirete al primo tentativo, e arrivare a dama potrà richiedere anche tre o quattro run, ognuna delle quali decisamente lunga. Una volta terminato non ci sono grandi motivi che possano spingervi a riprenderlo in mano, almeno nel breve periodo: tuttavia è uno di quei libri che può segnarvi a livello tale da spingervi a tornarci sopra dopo qualche tempo, perché vi è rimasto nel cuore. Il voto è parzialmente condizionato dalla possibilità di qualche abbandono prematuro: è da mettere in conto che alcuni lettori lo mettano da parte prima di arrivare in fondo a causa della grande complessità.

Difficoltà 7: 

Mai come in questo caso il parametro è altamente soggettivo. Se siete in cerca di una sfida complessa e durevole, che vi faccia scervellare per un bel po’, potreste trovarlo superbamente bilanciato. Mediamente credo che il livello di complessità sia elevato e non adatto a ogni lettore: facile immaginare che per una certa fascia di appassionati Operazione Focus sia tanto difficile da risultare scarsamente avvicinabile.

Giocabilità 9: 

Il sistema cooperativo single player è talmente geniale da valere da solo il prezzo del volume, anche perché non si è visto quasi nulla di simile, prima di oggi, nel panorama interattivo. A questo si aggiungono un gameplay bilanciato e un regolamento molto ben congegnato che, pur essendo molto articolato, non risulta mai inutilmente contorto e arricchisce decisamente l’esperienza di giocolettura.

Chicca: 

Attenzione, non leggete assolutamente se non volete uno SPOILER pesante.


Quasi all’epilogo della missione 1 c’è la possibilità di visitare la sommità dell’edifico, subito sopra la stanza di controllo dove è ospitato l’SK-21. Se lo facciamo nel momento sbagliato, senza aver completato l’incarico, finiremo per chiuderci goffamente fuori dalla base e incappare in una tremenda istant-death, incastrati sul tetto senza vie di fuga. Un finale tragicomico a un passo dalla vittoria, una delle trovate più diaboliche dell’autore.

Totale 8: 

Un libro tanto meraviglioso quanto particolare. Non piacerà a tutti, ma coloro che si faranno prendere lo ameranno alla follia. Rimane un piccolo rammarico: con qualche accorgimento in più questa ottima opera sarebbe potuta diventare un capolavoro eccezionale e segnare il genere per gli anni a venire.