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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Recensione

Young Journalist 1: Fresco di Stampa
Edizione Lambda Edizioni 2019
autore/i Alberto Orsini,Francesco Di Lazzaro
Recensore Anima di Lupo

Chiunque viva in Italia, non può non conoscere l'importanza del giornalismo libero. Anche se non legge librogame (e, aggiungo, anche se non legge giornali), un italiano è ben consapevole del ruolo marginale relegato alla stampa dalla invadente politica. Esattamente dieci anni fa, nel 2009, la Freedom House indicò l'Italia come l'unica nazione dell'Unione Europea “parzialmente libera” (fonte Wikipedia) ma da allora poco o niente è cambiato, anche se i finanziamenti pubblici all'editoria, uno dei do ut des che imbriglia lingue e penne, sono calati nel tempo e intraprendenze individuali più che lodevoli non sono mancate. Le uniche cose certe sono la marcata mancanza di un giornalismo d'inchiesta a 360° gradi e la faziosità dei quotidiani italiani, impantanati in un enorme conflitto d'interessi che li fa schierare per quel partito o per quell'imprenditore o per quel benefattore. Un esempio su tutti che si aggancia al primo “caso che andremo ad affrontare nel piccolo tomo: il crollo del ponte Morandi a Genova, nell'agosto 2018. Un numero spropositato di giornali (e telegiornali) si guardò bene anche solo dal nominare la famiglia dei Benetton, i gestori del tratto autostradale dato loro in concessione dallo Stato fin dal lontano 1999, e la loro società quotata in borsa, Atlantia. Nonostante sia chiaro a tutti che la responsabilità oggettiva e amministrativa sia stata dei Benetton, che hanno quantomeno “minimizzato” il problema del viadotto, 43 morti innocenti non sono bastati a far parlar chiaro moltissimi giornalisti.

È dunque con una decisa dose di entusiasmo che un italiano dovrebbe iniziare la lettura di Fresco di stampa, visto che, subito dopo esserci calati nei panni di un giovane giornalista di nome Marco Goretti, la prima sfida da affrontare sarà proprio la costruzione di un viadotto in città. Dopo aver letto le prime otto pagine inerenti all'introduzione e al regolamento (scritte con un taglio talmente friendly che non può sfuggire la mission del volume, orientata a inglobare il maggior numero di lettori di tutte le età e mirata a una giocabilità diretta e intuitiva, lasciando la difficoltà ai soli, sottili, meccanismi necessari per il recupero delle informazioni sparse nella trama), si arriva alla conferenza stampa consapevoli che questo ponte sarà il risultato di uno sblocco cantieristico fermo da anni. L'amministrazione regionale, in concerto con la giunta cittadina, può così lanciare il progetto in pompa magna, nel classico stile politico degli annunci ad effetto. Ma noi dobbiamo andare oltre. Oltre la notizia, oltre il fatto in sé. Noi siamo giornalisti in cerca di “carne sempre fresca” e i nostri modelli devono essere Bob Woodward e Carl Bernstein, le firme del Washington Post nel caso Watergate del 1972.

Le notizie di base volano e l'hanno sempre fatto, figuriamoci oggi con internet che ci aggiorna in tempo reale (tornerò su questo aspetto cruciale più avanti) dunque è ciò che non sappiamo che un cittadino del 2019 desidera, o dovrebbe desiderare, sapere per il bene suo e della collettività. Ma attenzione, qui non siamo in un romanzo d'avventura. Non vi è alcun elemento fantastico. Non possiamo inventarci le notizie o far comparire un mostro da dietro le quinte. Qui dobbiamo trovare la notizia (nascosta) solo se c'è. E il fatto che la realtà, complessa e corrotta come l'arbitro descritto nella seconda giornata di lavoro, ci aiuti, non significa una semplificazione delle cose. Dobbiamo cercare la nostra “Gola Profonda”, la fonte chiave di Woodward e Bernstein. Se c'è una notizia degna della prima pagina, sarà dura scovarla mentre, se non c'è nient'altro, il pubblico lettore dovrà accontentarsi della descrizione dell'evento. Ci caliamo dunque in un mondo al tempo stesso diffusissimo e sconosciuto. Infatti, anche se tutti noi abbiamo sfogliato un quotidiano almeno una volta nella vita e sappiamo a grandi linee di cosa si occupa un giornalista, manca ai più la vita vera in prima linea, quell'esperienza a contatto con le fonti e con i protagonisti della vita pubblica, dove ci si relaziona con uno scopo preciso (l'articolo succoso) che spesso non c'entra nulla con l'amicizia e/o il rapporto con l'altro.
Le notizie e il chiacchiericcio ci rendono umani e anche la persona più anacoretica del mondo non è totalmente immune dallo scambio di informazioni. Il primo assioma della comunicazione è “non si può non comunicare”. E ho detto tutto. Nel librogame questo lato viene messo in risalto ed è un bene. Primo, perché è uno degli aspetti peculiari dell'essere giornalista. Infatti, nella lista iniziale delle quattro caratteristiche di Marco Goretti, gli autori inseriscono “Osservazione”, la capacità di raccogliere informazioni tramite la percezione visiva, l’attenzione ai dettagli e la memoria ottica.

Tutto ciò ci aiuterà a decifrare la comunicazione non verbale di chi abbiamo davanti, il quale farà di tutto per eludere la verità (prima cosa: no alle parole) ma, come detto, non si può non comunicare. Costringere le persone a parlare, a fornirci informazioni interessanti che non vogliono dirci, o che vorrebbero dirci ma per educazione o interesse non dicono, sarà una costante importante della storia. Andare a “imboccare” certe persone fa parte del lavoro di giornalista e noi impareremo a farlo in questo LG.

Un altro aspetto da non sottovalutare nel mondo attuale dell'informazione è l'accesso a internet. Tralasciando in questa sede il discorso sulla libertà di stampa, risulta presto evidente come ci sia la necessità di sottolineare il tema nel libro e, fortunatamente, gli autori sono stati sensibili in questo senso inserendo la comunicazione lampo, in tempo reale, sul web, in 2 storie su 3. Questi accenni (doverosi) alla realtà di oggi, sono stati inseriti saggiamente, senza intaccare il vero scopo del LG che è quello di mettere in luce l'attività del giornalismo d'inchiesta finalizzato alla prima pagina cartacea. Quindi ottima l'uscita del direttore Del Piero al p.47 dove annuncia di voler inserire tutto il materiale audiovisivo sull'edizione online de “La Cronaca” come anche il coinvolgimento di Dario Tagliafico, caposervizio della redazione internet, nella terza storia al p.82. Emblematiche le parole di Dario per convincerci a collaborare con lui in tempo reale, per tenere i lettori sempre aggiornati sui fatti susseguenti alla rapina alle poste: “Allora, mi aiuti a svecchiare ‘La Cronaca’ o no?”. Anche se quasi sempre le notizie vengono prodotte dai giornali e solo rilanciate dai telegiornali, su internet e sui social (è spesso il giornalista della carta stampata a scovare la notizia per primo e sono sempre i quotidiani cartacei a fare le esclusive e gli scoop), nessun quotidiano può, in questi tempi, pensare di aver esaurito il suo compito educazionale e informativo uscendo una volta al giorno, al mattino. L'accesso a internet, oltre ad essere in parte gratuito (l'utente non paga la lettura del giornale online ma i costi degli abbonamenti ai gestori, sì), è immediato e facilmente fruibile (come qualsiasi supporto elettronico, ormai) e rende necessario l'aggiornamento del settore e l'accostamento al vecchio giornale. Molto bene quindi che gli autori abbiano sottolineato questo aspetto nella giusta dose.

L’ultimo motivo per cui è importante avere nell’opera questo aspetto della comunicazione è dovuto al fatto che si crea un impianto maturo in un librogame tracciato con evidente semplicità, sia nella trama che nella costruzione tecnica. Questo volumetto, carino, compatto e ben illustrato, strizza l'occhio agli adolescenti, non solo allo zoccolo duro italiano di lettori forti di LG, di cui il sottoscritto fa parte. E questo è un bene, perché stiamo vivendo un momento di altissima diffusione del settore e bisogna coinvolgere le nuove generazioni. Certi aspetti però, come anticipato, sono più tecnici e approfondiscono il tema trattato, facendomi concludere che Fresco di stampa è un librogame mascherato da sempliciotto (complice anche la copertina, carina ma non roboante, come siamo generalmente abituati) ma con un'essenza ricercata e ben studiata. I paragrafi lunghi e ben scritti, il ricorso a nomi propri da memorizzare e l'eccellente bilanciamento della difficoltà con i dadi, sottolineano una maturità dell'opera davvero apprezzabile.

Longevità 7: 

Il volume si compone di tre casi scottanti, sui quali bisognerà buttar giù un articolo scritto bene ma soprattutto “accattivante”. Non basterà avere un giornale, come suggerisce l'ottimo titolo scelto dagli autori, fresco di stampa.
Dovrà esserci “La” notizia, la già citata “carne sempre fresca”. Ma badate bene, non sarà una ricerca del sensazionalismo fine a sé stesso. Nei tre casi proposti, ci saranno davvero cose importanti da scoprire e, successivamente, da pubblicare. Sarà difficile scovare i fatti, ma una volta riuscitoci, Marco Goretti potrà scrivere l'articolo delineandone tre punti fondamentali: l'attacco, la parte centrale e la conclusione. Anche qua, occhio. Non dobbiamo pensare ai titoli e alle prime pagine portate all'esasperazione dai giornali italiani per vendere più copie; prime pagine prive di notizie ma presentate come le copie dell'anno dove si troveranno scoop unici e irrinunciabili. Nel LG, fortunatamente, non ci sarà nulla di tutto ciò. Nessun tentativo di far passare titoli roboanti o notizie false e/o tendenziose. Questa abitudine, introdotta dai direttori dei giornali italiani ormai da anni, porta con sé l'utilizzo di parole d'impatto come “morte”, “dramma”, “strage”, “disastro”, “scandalo” ecc… Termini usati in maniera eccessiva e spesso impropria. Neppure la Gazzetta dello Sport è rimasta nel solco di un giornalismo limitante l'uso del sensazionalismo ai soli eventi che contano.

Dunque, tenuto conto della ricerca “sul campo” della notizia e, una volta capito come scrivere l'articolo, va da sé che la longevità del volume non può che essere limitata e solo una perfetta calibrazione della difficoltà impedisce di concluderlo al primo tentativo. La rilettura, una volta raccolti i fatti e capito il metodo di stesura, ha senso solo per cercare il punteggio più alto perché l'impostazione semplice del libro non permette una diramazione eccessiva delle tre storie.

Difficoltà 10: 

Giudicare questo parametro è sempre ostico e tendente a una eccessiva soggettività, essendo esso condizionato da numerosi fattori, tra cui la percezione individuale e la casualità nel lancio dei dadi. Secondo me questo LG è stato calibrato perfettamente e la difficoltà medio/alta (la mia preferita) permette la risoluzione completa in 3 o 4 partite. Anche se non si può definire “Fresco di stampa” un LG difficile (nel senso stretto del termine), è stato calibrato così bene che è uno spettacolo giocarci. E ciò conta moltissimo, ovviamente.

Giocabilità 9: 

Il sistema di gioco è semplice e facilmente accessibile a tutti e punta molto sulla perspicacia del lettore, sulla sua propensione all'intuito e allo spirito d'osservazione. Avere tali qualità innate alte, non ci impedirà di commettere errori ma ci semplificherà la scelta in certe occasioni. Marco Goretti è infatti un perfetto alter-ego di noi stessi. Delineato poco ma nei punti giusti (la narrativa nei LG non è la stessa dei romanzi), rispecchia quello che dovrebbe essere il perfetto protagonista di ogni LG.
Un personaggio con carisma, ok, ma che non soppianti il lettore, il quale deve immedesimarsi nella storia e viverla in prima persona. Mai leggere i fatti accaduti a un altro in un LG! Nei LG il protagonista sei tu! (frase, quest'ultima, storica e superlativa della EL, rivisitata in tante salse diverse negli anni. E anche qui, in copertina, in basso a destra). Dunque Marco Goretti non soppianta il lettore (ottimo), tiene un basso profilo (è giovane) e fa anche alcune mosse un pochino più audaci, tipo al locale Orme Rosse o al molo. Senza esagerare, però: non siamo sbirri!
Le domande ai bivi, punto nevralgico di ogni LG che si rispetti, sono spesso intelligenti e ben calate nella realtà. Esse vengono alternate con sapienza ai lanci di dado, creando una situazione continuamente dinamica, nonostante i paragrafi lunghi. Per esempio, al p.94, di fronte allo stadio c'è un capannello di gente davanti ai banchetti che vendono cibo. Possiamo metterci in fondo alla fila e attendere il nostro turno, chiedere informazioni all'ultimo della fila o andare in sala stampa. Questa situazione potrà essere risolta sia con l'intuito nostro (di lettori) sia con l'intuito delle caratteristiche del personaggio (sono 4: Intuito, Osservazione, Carisma e Cultura). Ma se anche perdiamo tempo al chiosco, non tutto è vano. Le informazioni possono essere infatti reperite in maniera casuale e, con buona memoria, riprese in seguito quando servono. E, in effetti, non tutto serve e un bravo giornalista dovrà selezionare le informazioni e le fonti. È vero che non abbiamo oggetti da gestire in questa storia ma non so in quanti avranno pensato al famigerato zaino, onnipresente negli splendidi LG d'avventura, quando a pagina 5 nel “Come si gioca” viene detto che “non hai uno spazio illimitato”. Qui lo spazio limitato è il quotidiano, la prima pagina, e dobbiamo veramente tenerne conto come quando si scelgono gli oggetti nelle classiche avventure fantasy&Co.

Chicca: 

Il LG ha il numero di pagine, in calce. Una rarità nel mondo dei LG. In genere non si mette niente o al più i numeri dei paragrafi ma il numero di pagine è rarissimo.

Totale 9: 

Abbiamo davanti un LG educativo, scritto molto bene e mirato a centralizzare l'aspetto investigativo dell'attività giornalistica, senza trascurare la fase di stesura dell'articolo, di per sé troppo tecnica. Non averla messa avrebbe penalizzato la completezza dell'opera ma evidenziarla troppo avrebbe fatto calare il divertimento.
Quindi, un inchino ai bravi autori. Ciò che viene richiesto è dunque, in primis, la capacità di tradurre frasi, scene, espressioni, ed eventi per portare alla propria causa quello che c’è oltre l'apparenza. Anche se non siamo ai livelli di Ben, uno degli “Altri" in Lost, che era capace, con la sola capacità di linguaggio e una mente attivissima, di far compiere agli altri azioni che voleva lui, siamo sufficientemente attrezzati per imbarcarci in un ruolo inedito e ben caratterizzato.
L'unico altro caso di mia conoscenza nel mondo dei LG dove si vestono i panni di un giornalista è il primo volume della serie Compact (Il Mostro di Loch Ness) ma c'è una differenza sostanziale nonostante anche quel LG mi sia piaciuto parecchio e parli comunque di stampa. Nell'avventura in Scozia eravamo dei fotoreporter e l’azione consisteva nello scattare la foto giusta al momento giusto. Veniva meno l'attività di giornalista al 100%, che viene dunque colmata con questo primo volume di quella spero sia una lunga e sempre emozionante serie.

I voli pindarici di Marco Goretti nel prologo sono alla fine un po' quelli di tutti noi, che nei momenti più strani, in macchina, seduti sul divano o a letto, quando siamo soli o fissiamo stanchi nel vuoto, riflettono le nostre aspirazioni per il futuro e le nostre ambizioni, talvolta campate in aria. Ma, alla fine, quello che conta non è stimolare la nostra fantasia? Sognare ad occhi aperti, sempre, a vent'anni come a quaranta.