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Chi ha paura del Luna Park?
Nell’immaginario del mistero i luna park hanno spesso svolto un ruolo ambiguo. Sospesi tra l’eccezionale e il decadente, tra la magia pirotecnica e la finzione scenica, tra il divertimento genuino e l’inquietudine dell’antico, capaci di attirare grandi e piccini e regalare momenti di sospensione dell’incredulità, circondati da musica artificiale, personaggi strambi ed enigmatici, ricchi premi e cotillons. D’altronde Il Luna Park della Paura, opera originaria della Spagna importata in terra nostrana grazie al lavoro di traduzione di Aldo Rovagnati, è proprio quel luogo in cui ‘nessuno è obbligato a entrare!’ ma da cui ‘nessuno vuole più uscire!’, come recita il cartello all’ingresso del parco. E invece, ovviamente, è proprio qui che il nostro alter ego interattivo, un teenager di un villaggio di fantasia, si è dato appuntamento con la fidanzatina Sofia per passare una giornata spensierata all’insegna del divertimento e dello zucchero filato. Proposito, sa van san dir, del tutto mancato, se consideriamo che di Sofia non vi è traccia, e che nella sua affannosa ricerca verremo travolti da una spirale di incubi crescenti, man a mano che ci addentreremo nei meandri di questo malefico e infingardo luna park. L’atmosfera da horror b-movie si dipana in una decina abbondante di giostre più o meno classiche, dalle Ombre Cinesi alla Casa degli Specchi, dal Teatro delle Marionette al Viaggio sul Nilo (a proposito: come non pensare, leggendo la sezione relativa a questa location, alla mitica Valle dei Re in quel di Gardaland), dai Pirati al Circo dei Mostri, e via discorrendo, tenute assieme da un paio di paragrafi-snodo - le Spianate - in cui poter scegliere quale attrazione visitare sulla mappa. Il mood è chiassoso e agitato, in un continuo crescendo di tensione, e tremendamente anni ’80, anche per il regolamento old style: l’ineffabile zaino, limitato a dieci oggetti; tre caratteristiche di fisico, mente e valore; gli immancabili punti vita; un punteggio di eroismo a cui attingere per superare le prove; un sistema di combattimento che prevede l’uso di dadi e non eccessivamente complesso; punti esperienza che misureranno la temperatura dei nostri progressi nel corso del gioco. Un regolamento che strizza l’occhio ai ‘matusa’ della narrativa interattiva ma che, grazie anche al lavoro di editing dell’edizione italiana, presenta alcuni elementi che aggiungono freschezza, pur senza trattarsi di inediti assoluti: per esempio indovinelli in corrispondenza di paragrafi contrassegnati da un simbolo che rimanda alle soluzioni a fine libro; due diversi livelli di difficoltà, nel più facile dei quali è possibile ‘salvare’ le attrazioni visitate e i punti esperienza accumulati; intermezzi particolari come quelli legati alla Giostra della Fortuna che rilascia enigmatici bigliettini via via sempre più spaventosi. Insomma, il Luna Park della Paura esplora un genere, l’horror, ancora poco sviluppato nella scena interattiva nostrana. Lo fa con un prodottino niente male, impreziosito dalle validissime illustrazioni di Giacomo ‘Kenfalco’ Chiuchiolo, conosciuto sui lidi di Librogame’s Land come infaticabile illustratore di LibriNostri, qui al suo esordio nell'ambito di un’opera commerciale. Se, per concludere, dobbiamo trovare un difetto al Luna Park sta nell’amalgama delle giostre: l’edizione iberica, infatti, constava di ben dieci autori differenti, e la diversità di narrazione e atmosfera a volte, magari sullo sfondo, si nota, nonostante l’intervento dei vari collaboratori italici che si sono decisamente impegnati per cercare di amalgamare al meglio il tutto. Nulla di pregiudizievole, comunque, e che non impedisce al Luna Park della Paura di inserirsi tra le opere meritevoli di attenzione, soprattutto in questi giorni estivi in cui un salto alle giostre, per quanto spaventose esse siano, è quasi d'obbligo...
Longevità 7.5:
La presenza di due finali, uno più o meno soddisfacente, l’altro decisamente meno, ma soprattutto il numero e la varietà delle giostre da visitare e da esplorare nella loro completezza offrono al librogioco una buona longevità e rigiocabilità. L'avvio è un po' lento e potrebbe scoraggiare qualcuno, ma se si riesce a resistere la situazione migliorerà man mano che ci si addentra nell'esplorazione, risultando a tratti coinvolgente e adrenalinica.
Difficoltà 8:
La complessità nel portare a termine la missione e ritrovare Sofia è bilanciata, forse appena tendente al difficile. Da segnalare la possibilità di giocare l’avventura in due modalità, la ‘Ruota Panoramica’ - in cui poter tenere buoni, in caso di fallimento prematuro, i punti di esperienza accumulati e le giostre superate – e le ‘Montagne Russe’, in cui tali salvataggi non sono consentiti: questo doppio binario, che nell'edizione originale non c'era, risulta fondamentale per godersi al meglio la vicenda e vale mezzo punto in più nel voto relativo a questa specifica caratteristica.
Giocabilità 7.5:
Un sistema di gioco vecchio stile e dal gusto retrò, con qualche ventata fresca a livello regolamentare che piacerà ai librogamer moderni e che fila via liscio come una giostra ben oliata.
Chicca:
A un certo punto, in una delle attrazioni del malefico parco divertimenti, ci troveremo invischiati in una sfida a colpi di insulti botta e risposta, liberamente ispirata a un’analoga tenzone presente in una celeberrima avventura grafica a tema pirati…
Totale 8:
Un librogame ben costruito, che non ha l’ardire di voler assurgere a capolavoro ma che, in una librogiocoteca che si rispetti fa la sua figura e diventa addirittura un must in quella degli amanti dell’horror vintage a bivi.
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